Commentario del 30.01.18

IN PRIMA PAGINA
Elezioni, chiuse le liste, su tutti i giornali la mappa dei candidati. Il giorno degli psicodrammi (Giornale). Ma nei collegi niente sfide tra i leader (Sole): Di Maio-Sgarbi, Boschi-Biancofiore, Bossi-Paragone, Casini-Errani (Corriere, Fatto). M5S, passo falso sui candidati (Repubblica). Anche il centrodestra sceglie la fedeltà (Corriere). Emiliano sul Pd: dopo il voto inizia una fase nuova (Corriere). Sul Foglio intervista a Renzi: "Il 4 marzo è un match point contro Grillo. Il voto a FI è un voto a Salvini". Sul Giornale le lacrime della Meloni: "Io in politica, mia figlia sola".
In Germania cavie umane per il diesel (Corriere e tutti). Merkel furiosa con le case automobilistiche (Repubblica). Il Foglio: sicuri che sia reato?
Amsterdam in ritardo sull'Agenzia del Farmaco, Milano ci riprova (Corriere, Repubblica). Il governo fa ricorso alla Corte Ue (Sole). Ma la partita è chiusa (Messaggero)
In cronaca: per il treno deragliato indagati i vertici di Rfi e Trenord: disastro colposo (Messaggero). Su Repubblica reportage dalle Marche: nel cantiere di Stato delle casette per i terremotati chi lavora paga il pizzo. Su tutti la crisi del governo del calcio: in Fgci nessun eletto, sarà commissariata (Corriere, Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
Renzi a tutto campo sul Foglio, stronca Salvini sui dazi – "la misura più anti italiana che possa esistere: le aziende del Nord Est crescono perché sono straordinarie realtà globali, se crei un mercato chiuso le uccidi" – e Berlusconi sulla flat tax: "Alimenta le disuguaglianze". E del programma del Pd dice: "Vogliamo proseguire sulla strada del Jobs Act, rendendo sempre più facile assumere a tempo indeterminato. Vogliamo proseguire nella strada degli 80 euro dandoli alle famiglie con figli. Le nostre leggi di stabilità verranno fatte senza superare mai i livelli di bilancio fatti, due, tre punti di pil al massimo".
Su Avvenire l'affondo della Furlan (Cisl) sui programmi elettorali: "Basta con i numeri a caso, servono proposte credibili, bisogna dire la verità agli italiani: se la somma delle proposte avanzate costa circa 300 miliardi è evidente che c'è qualcosa che non va". Per la Cisl "il 2018 deve essere l'anno del fisco" ma rifiuta la flat tax. "Serve un sistema fiscale amico del lavoro e più attenzione alla legalità, alla lotta all'evasione e alla corruzione", di cui si parla troppo poco
Stronca la flat tax anche l'economista Roberto Perotti, su Repubblica:  una sfida senza risorse. Le proposte di Lega e FI mancano di copertura: non basta il recuperi dell'evasione, il buco può superare i 100 miliardi.
Dal fisco al lavoro. Su Giornale e Libero i dati Eurostat sul lavoro: record italiano, lavoriamo meno di tutti. I dati Eurostat danno gli italiani al penultimo posto in Europa per media di ore lavorate la settimana. Un lavoratore dipendente a tempo pieno in Italia lavora in media 38,8 ore la settimana, circa un'ora e mezza in meno della media europea. Il numero di ore lavorate cresce per i lavoratori autonomi e operai. Traduzione di Libero: "Gli statali non fanno un tubo, i privati si uccidono di lavoro". 
Sul Messaggero la rivolta dei dirigenti della pubblica amministrazione: il rinnovo del loro contratto slitta a dopo le elezioni. L'atto di indirizzo non è stato ancora firmato. Sindacati contro il governo "Temono che in campagna elettorale gli aumenti siano impopolari". 156 mila i dirigenti interessati dal contratto.
Sul Corriere intervista al presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajino: "Nel Paese troppi ricorsi, ma è normale che i giudici decidano questioni di rilevante interesse economico". Pajino respinge l'accusa ai giudici di essere dei "signor no": "Non siamo noi a fare politica anche se a volte decidiamo su provvedimenti che attuano scelte politiche. Ma se il potere politico non svolge la propria funzione di composizione dei conflitti sociali questi si riversano sul giudice". E sul caso Bellomo: "Giustizia è stata fatta: oggi è un privato cittadino".

ITALIA-POLITICA
"Gentiloni ha giustamente rivendicato il suo ruolo di 'camomilla' del dibattito pubblico. Io, invece, mi sento una Red Bull: la forza di un partito è la combinazione di fattori diversi". Il Foglio (in prima e p.7) intervista Matteo Renzi, che lancia la sua campagna elettorale: "Non vogliamo prendere in giro gli elettori facendo promesse impossibili. La vera sfida – dice - è tra chi può continuare a far crescere il Paese e chi vuole fermare questo cammino". Il segretario dem mette al centro le tematiche europee, rivendicando il ruolo del Pd come alternativa al modello Salvini e come unico partito in grado di segnare il match point contro il M5S. "Sono d'accordo con Gentiloni: i grillini non hanno chance di andare al governo – ragiona -. Ma se devo pensare al politico più distante da me penso a Salvini". Il segretario leghista risponde con un'intervista a Repubblica (p.11): "E' solo un teorema giornalistico dire che Berlusconi tradirà la Lega per rassicurare l'Europa. Comunque, vinceremo le elezioni e la Lega indicherà il premier, ma non dobbiamo nessuna garanzia all'Ue: sono loro a doversi scusare con l'Italia". Poi chiude al M5S, dice: "Li avevo invitati al confronto su temi specifici, hanno rifiutato. Ora decidono gli italiani".
Corsa nei collegi, sfide dimezzate: non ci saranno confronti diretti tra i big (Stampa e tutti).
Intanto restano le polemiche sulle liste in tutti gli schieramenti. Nel Pd, dopo l'attacco di Enrico Letta, Renzi al Foglio: "Rrivendico di aver fatto un buon mix tra molte professionalità". Le minoranze protestano. Emiliano al Corriere (p.5): "Dopo il 5 marzo si apre una fase nuova per il partito. La deriva di Renzi è perdente, dobbiamo convincerlo a lasciare".
Clima teso anche nel centrodestra. I ras locali di Fi in rivolta contro i paracadutati da Arcore (Stampa p.4). Per Verderami (Corriere p.3) Berlusconi ha voluto escludere "teste calde" e puntare sui fedelissimi, rinunciando al voto degli astensionisti, calcolo fatto guardando alle larghe intese. Tensioni anche nel M5S. Di Maio lancia i "supercompetenti" ma scivola sulla candidatura dell'ammiraglio ex renziano, subito ritirato (su tutti).
Le promesse non spostano voti: ai partiti non crede più nessuno. Sul Fatto (in apertura e p.6) il sondaggio di Noto sulla credibilità delle proposte elettorali: l'abolizione della Fornero al primo posto, ritenuta attuabile dal 42% degli elettorali. Scarsa fiducia intorno alle altre promesse. Sulla credibilità dei leader, Di Maio al 29%, Bonino e Grasso al 27%, Bersani (23%) sopra a Renzi (22%). Meloni e Salvini appaiati al 21%, mentre Berlusconi chiude con D'Alema al 18%.

ESTERI
"Cavie umane per il diesel": in grande evidenza sui quotidiani italiani la notizia ieri sulla Suddeutsche Zeitung e Stuttgarter Zeitung che Volkswagen, Bmw e Daimler avrebbero usato scimmie e cavie umane per i test sui gas di scarico. Merkel furiosa: "Test eticamente ingiustificabili. Indignazione comprensibile" (Repubblica). Bmw e Mercedes si dicono estranee alla vicenda. Daimler: siamo sconvolti. Volkswagen si scusa. (Corriere). Il Der Spiegel parla di Volkswagen come di un sistema malato. Il Foglio parla di "fumo attorno al diesel": sicuri che sia reato testare i gas su animali e persone?
Ema, Amsterdam in ritardo sull'apertura della nuova sede dell'Agenzia del Farmaco, e Milano ci riprova (Sole, Corriere e tutti). Il governo annuncia un ricorso alla Corte Europea ma per il Messaggero lo spazio di manovra per l'Italia è praticamente nullo. Solo un'operazione di immagine da campagna elettorale.
Brexit, pugno duro dell'Unione europea e nel Regno Unito i falchi attaccano May (Messaggero,  Sole p.5). Dai 27 Paesi Ue mandato secco al negoziatore Barnier per le trattative con il Regno Unito: niente diritto di veto per i britannici sulle decisione Ue durante il periodo di transizione, applicazione anche in Gran Bretagna di tutti i cambiamenti di regole e disposizioni Ue adottate nel periodo, obbligo di versamento dei contributi inglesi alla Ue fino alla scadenza del bilancio. E sul commercio i 27 sbarrano la strada all'eventualità che Londra concluda accordi bilaterali. Downing Street abbozza, ma nei Tory parte una nuova fronda anti-May.
Dazi, la Ue contro Trump: "Siamo pronti a reagire" (Messaggero). All'ennesimo richiamo di Trump alla dottrina "America First" e all'affondo contro la Ue – "ho avuto molti problemi con loro" - risponde la Commissione Europea: "Pronti a reagire nel caso in cui le esportazioni europee siano danneggiate da misure restrittive da parte degli Stati Uniti: noi pensiamo che i commercio debba essere aperto ed equo, fondato sulle regole". Ma Trump procede per la sua strada. E con gli Usa che si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer la Col diretti stima un rischio potenziale per 40 mld di esportazioni.

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