Commentario del 26.01.18

IN PRIMA PAGINA
Morte all'alba sul treno dei pendolari (Corriere): 3 morti e 46 feriti, 5 gravi (Sole). Uccisi dal binario spezzato (Stampa). La lettera dieci giorni fa: serve manutenzione (Corriere). Deraglia il mito lombardo (Giornale). Libero: pendolari disprezzati. Repubblica: il conto dell'Alta velocità ai treni locali.
Spazio anche alla politica. Di Maio al Sole: "Dalle tax expenditure 40 miliardi. L'Ilva? Un centro di ricerca green". I vescovi ai candidati: onestà e realismo (Avvenire). Berlusconi punta su Tajani (Giornale). Confalonieri su Gentiloni con Renzi e B. (Fatto). Sul Tempo chi vince collegio per collegio: centrodestra a valanga, M5S bene al Sud, Pd malissimo, a Roma rischiano anche i big. Nel Lazio accordo nel centrodestra: correrà Parisi (Sole). Un suicidio (Notizia Giornale). Parisi al Messaggero: "Fermare la deriva di Roma e del Lazio". Sul Fatto la tangentopoli del centrodestra sulle strade laziali: un dirigente si autodenuncia e accusa un senatore.
Dalla Ue. Draghi vs Trump: "Manipoli il dollaro" (Fatto e tutti). A Davos Trump fa lo show (Corriere) e attacca Abu Mazen (Stampa). Sul Sole il patto tra Confindustria e Medef per l'industria Ue.
In cronaca: a Ostia la retata del clan: "Spada dettava legge" (Messaggero). Su Repubblica l'ultima tentazione di Buffon: "Juve, dammi un'altra stagione".

ITALIA-ECONOMIA
Sul Sole intervista a Di Maio, che snocciola cifre di un programma elettorale che vale 70 mld di spesa annua e promette ai cittadini reddito e pensione di cittadinanza, un taglio Irpef di 1.800 euro medi annui, alle imprese il dimezzamento dell'Irap e semplificazioni per un risparmio medio di 7500 euro annui. Le coperture? "40 miliardi dalle tax expenditures, molte delle quali davvero dannose". Altri 30 mld dalla spending review versione Cottarelli. Ulteriori 10-15 mld sarebbero in deficit ma senza sforare la soglia del 3%. Di Maio stronca Fiscal Compact e Jobs Act. E su Alitalia e Ilva dice: "Bisogna far luce sulla responsabilità del management, poi valutare la congruità delle manifestazioni d'interesse. Su Ilva, va garantita la salute con 1 mld da investire nelle bonifiche per far nascere in quel posto un centro di ricerche e sperimentazioni green".
Su Corriere e Fatto la caccia del M5S a economisti e professionisti. Intanto il Pd "taglia" Gutgeld, il commissario alla spending review che ideò gli 80 euro: non sarà ricandidato (Corriere)
Sul Corriere (p.16) intervista a Brunetta: "Aliquote alte per pochi. La Flat tax paradosso? No, un circolo virtuoso".  "Pagare meno per pagare tutti, un modo semplice per combattere l'elusione e l'evasione fiscale. Il costo? 40-50 mld nel primo anno, che vanno coperti riducendo gli sconti fiscali dispersi in modo opaco, poi si ripaga con l'emersione del sommerso".
Boeri (Inps): "Sulle pensioni promesse da marinaio" (Sole e Avvenire). "Nel confronto politico si fanno promesse sulla possibilità di andare in pensione prima senza riduzioni dell'assegno o di andare con pensioni più alte: sono promesse insostenibili".
Su Stampa e tutti il rapporto Einaudi-Ubi sull'economia. Deaglio: "Italia ripartita, ma acceleri". Per l'economista torinese per la svolta bisogna evitare che nel 2019 il pil torni all'1,1%. "Bisogna puntare al 2-2,5%,allora ce la possiamo fare. In 10 anni il debito rimarrebbe stabile, non servirebbero altre manovre e verrebbero riassorbiti tra 2 e 3 milioni di disoccupati". Ma il motore dell'edilizia e ancora fermo, e servirebbe il turbo delle opere pubbliche.

ITALIA-POLITICA
Sul Tempo (in apertura e p.2-3) lo studio della Ghisleri con le proiezioni collegio per collegio: il centrodestra a valanga ha il Nord già in cassaforte, ed è avanti in 151 uninominali, contro i 35 del Pd e i 45 del M5S. Il M5S fa il pieno al Sud, soprattutto Calabria e Campania. Mentre nel, in crisi nella Capitale, rischiano anche i big. Sondaggio Swg sul Messaggero (p.6) conferma il centrodestra in testa con il 36,7%, in calo dello 0,5%. M5S resta primo partito con il 27,8% (+0,5%), in crescita anche il Pd al 24%, la sua coalizione si attesta al 28,1%. Le rilevazioni in base alla condizione economica degli elettori evidenziano la forza delle formazioni populiste tra chi è in condizioni difficili, il ceto medio preferisce M5S (28,8%), poi Pd (23,1%) e Fi (15,6%), mentre le classi agiate scelgono i dem (29,6%), M5S (23,7%) e Fi (15,7%).
"Nessun governo di scopo, si tratta di prendersi la responsabilità di dare un governo all'Italia e fare quello che serve agli italiani. Siamo gli unici ad avere candidato premier e programma chiari - dice Di Maio, intervistato dal Sole (in prima e p.9) -. Chi teme per l'instabilità del Paese deve temere il centrodestra". Il Fatto (in prima e p.10) guarda alla possibile squadra di governo del Movimento: al Tesoro un tecnico di Bankitalia o Fmi, Fioramonti alla Sviluppo, contatto con Montanari per la Cultura. Mentre il Messaggero (p.9) registra l'apertura del Movimento alla Lega, anche se gli ortodossi protestano per la frase con la quale il candidato premier ha ammesso di essere pronto a rivedere il programma dopo il voto.
Centrodestra, Berlusconi benedice Tajani: "Sarebbe un'ottima scelta come premier, ma abbiamo altri due nomi" (Corriere p.16 e altri). Fedele Confalonieri, a colloquio con il Fatto (p.7): "Gentiloni può continuare, quest'anno si potrebbe votare due volte". E non esclude un'intesa Berlusconi-Renzi.
Intanto, resta caldo il tema candidature. Alla fine Salvini schiera Bossi: pronto una seggio di Fi se il leader leghista avesse escluso il Senatùr. Fuori, invece, gli uomini di Maroni (Stampa p.8).
Pd alla guerra delle liste (Messaggero p.8), trattativa tesa tra Renzi e Orlando, oggi la direzione. Il segretario rivolta le liste e blinda i suoi: vuole una pattuglia di 130 fedelissimi (Stampa p.9). Scontenta le correnti, per loro 50 posti, "colpito" anche Franceschini (Corriere p.18).

ESTERI
Draghi critica gli Usa per le dichiarazioni sul dollaro debole (Sole e tutti). Al segretario al Tesoro Munchin che a Davos si era detto soddisfatto per il dollaro debole, ha replicato ieri il governatore della Bce da Francoforte, parlando di "affermazioni che destano preoccupazione". Netta la presa di distanza da chi fa dichiarazioni per influenzare i cambi: "Noi in Bce non lo facciamo". Per il resto, dal board Bce nessun cambiamento della tabella di marcia su tassi e quantitative easing.
Il "ciclone" Trump irrompe a Davos, ricuce con la May e attacca Abu Mazen (Corriere, Stampa). Accolto come una rockstar, getta via il copione e improvvisa: riaffermata la dottrina del dollaro forte. Soros: "Donald un pericolo: non arriverà al 2020" (Repubblica). Starace (Enel): "E' molto divertente, ci ha detto l'economia crescerà come in Cina". Marcegaglia: "Qui l'Europa ha ritrovato il suo orgoglio". A Davos anche Bill Gates: "Intesa con Ue e Cina su Africa e vaccini" (Repubblica)
May a Davos, isolata in platea, disegna la City del dopo Brexit (Sole). Bruxelles pronta a dare flessibilità. Corsa degli italiani alla residenza in Inghilterra.
"Se sarò presidente riprenderò la lotta di Havel per la libertà e la democrazia": su Repubblica intervista a Jiri Drahos, che sfida il presidente uscente della Repubblica Ceca Milos Zeman.

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