Commentario del5.03.2017

IN PRIMA PAGINA
Inchiesta Consip sempre in primo piano, con la Procura di Roma che per fermare la fuga di notizie toglie l'indagine al Noe (Corriere e tutti). Ma sul Fatto e la Verità le rivelazioni continuano. Il Giornale parla di inchiesta taroccata, Libero di dittatura giudiziaria. Sull'Espresso "il Giglio Nero", Tiziano Renzi, Lotti e Verdini. Intanto tra Grillo e Renzi lo scontro diventa personale (Stampa):  "Matteo ha rottamato il papà". L'ex premier: "Sei uno sciacallo" (Messaggero). Ma lo scontro vero è su Lotti al governo. Berlusconi al Tempo: "Non sfiduceremo Lotti, siamo garantisti". Orlando: "Indagini fuori dal congresso, Lotti resti al suo posto" (Messaggero). Speranza: "Lotti deve dimettersi" (Repubblica). Emiliano sfida Orlando: "Molte colpe sono sue" (Stampa). Pisapia: "Noi alleati di chi unisce" (Corriere).
Il Sole rilancia su taglio del cuneo fiscale, energia e cantieri: 15 riforme per rilanciare l'Italia. Ma l'Anas non può spendere 6,6 miliardi perché il Tesoro non sblocca i fondi (Messaggero).
Negli Usa Trump in crisi accusa: spiato da Obama, nuovo Watergate (Repubblica, Corriere). Sul Giornale la lezione di Trump ai bimbi: "Da grandi fate tanti soldi".
In Europa Peugeot e General Motor acquistano Opel e Vauxhall: nasce il secondo gruppo europeo dell'auto.
Olanda a 10 giorni dal voto: avanza la destra anti-immigrati (Stampa, Avvenire).

ITALIA-ECONOMIA
Gentiloni: la priorità è curare i danni sociali. Il Corriere (p.17) torna sulla nuova linea del governo anticipata ieri, ovvero spending review per i ministeri, taglio del cuneo fiscale a favore delle imprese e fondo povertà per le famiglie. Il Sole (in apertura e a p.2) anticipa il governo alle prese con il Piano nazionale per le riforme e il Def e suggerisce le 15 riforme da fare per rilanciare la crescita: tra queste il taglio del cuneo fiscale di 3-5 punti sui neoassunti, un segnale forte sul ddl Concorrenza, il rilancio delle privatizzazioni, la spinta al piano banda ultralarga e alle infrastrutture, il taglio del gap dei costi dell'energia tra industrie italiane e europei. Santilli (Sole p.3): "Il governo deve avere l'ambizione di recuperare pil, le politiche dei bonus non hanno prodotto crescita, il governo Gentiloni deve impostare un salto di qualità con il prossimo Piano nazionale di riforme".
Sulla Stampa (p.16) anticipazioni della manovra per il 2018: con l'obiettivo del deficit tra l'1,9 e il2% si va verso uno sconto di 10 miliardi. Una manovra da 20 mld sarebbe infatti devastante per il Paese. La Stampa torna anche sul caso Consip, versante imprese. "La Consip gestisce appalti troppo grandi: così a vincere sono sempre gli stessi, che poi subappaltano strozzando i piccoli imprenditori": sulla Stampa intervista al commissario dell'Autorità Anticorruzione Michele Corradino. "Bisogna rivedere le maxi gare, non tutti i beni e servizi si prestano. E poi gare immense come quelle sotto indagini nascondono insidie. Serve anche regolamentare il fenomeno lobbistico, tracciando i rapporti e imponendo la par condicio. I grandi gruppi entrano ovunque senza bussare, i piccoli restano fuori".

ITALIA-POLITICA
"Cresce la sfiducia sul governo, bocciato da un italiano su due": sul Corriere il sondaggio di Pagnoncelli con il 52% che si dice "molto" preoccupato dalla crisi economica. Per il 39% il peggio deve ancora venire, per circa un italiano su tre siamo all'apice della crisi, mentre solo 1 su 5 pensa che il peggio sia passato. Solo il 19% crede che nei prossimi mesi la situazione migliorerà. Per il 67% l'Italia sta andando nella direzione sbagliata.
Inchiesta Consip sempre in primo piano, con la Procura di Roma che per fermare la fuga di notizie toglie l'indagine al Noe (Corriere e tutti). Ma sul Fatto e la Verità le rivelazioni continuano. Il Giornale parla di inchiesta taroccata, Libero di dittatura giudiziaria. Sull'Espresso "il Giglio Nero", Tiziano Renzi, Lotti e Verdini. Intanto tra Grillo e Renzi lo scontro diventa personale (Stampa):  "Hai rottamato tuo padre poteri forti e giornali ti hanno abbandonato" l'affondo del leader 5Stelle (QN). "Sciacallo, non ti permettere di parlare della relazione tra me e mio padre", la replica dell'ex premier (Messaggero e tutti). Ma Renzi si sente accerchiato anche dentro al Pd. Battista sul Corriere: tra stress, inciampi e nemici che si moltiplicano Renzi non si riconosce più. E anche le primarie non appaiono più la marcia trionfale che dovevano essere.
Ma lo scontro ora è su Lotti al governo. Sul Tempo parla Berlusconi: "Sono e rimango garantista, Fi non ha mai votato la sfiducia individuale a un ministro, costituzionalmente la responsabilità del governo è sempre collettiva". Orlando al Messaggero: "Indagini fuori dal congresso, Lotti resti al suo posto". Speranza a Repubblica: "Lotti deve dimettersi". Emiliano sfida Orlando: "Molte colpe sono sue" (Stampa). Pisapia: "Noi alleati di chi unisce" (Corriere). Nel campo moderato, Casini al Messaggero: "Dai noi lo stop al populismo: da Berlusconi ad Alfano, da Calenda a Parisi, insieme si può fare la differenza. Se bisognerà definire chi sarà il portavoce ben vengano le primarie". Berlusconi al Tempo: "E' necessaria una coalizione con Lega e FdI, il centrodestra è l'unica forza in grado di raggiungere il 40% e far uscire l'Italia dal marasma. Il M5S non è certo un'alternativa al fallimento del Pd". E a proposito delle divisioni tra i dem, dice: "Basta con il teatrino della politica, surreale dare tutto questo spazio alle questioni di un partito mentre gli italiani hanno problemi drammatici". Per il Giornale (p.10) Forza Italia sente aria di vittoria, dopo gli ultimi sondaggi che premiano il centrodestra unito. Il lavoro sul programma continua, a partire dallo studio di fattibilità dell'abolizione del bollo auto. Si riparla di lista unica, idea cara a Berlusconi, ma tutto dipenderà dalla legge elettorale.

EUROPA
Olanda, avanza la destra anti immigrati: sulla Stampa viaggio a Almere, la città più multietnica d'Olanda a dieci giorni dal voto. L'economia va, la disoccupazione è al 5,3% ma gli slogan contro Ue e islamici spingono il populista Wilders in testa, scavalcando il premier popolare Rutte. Lo slogan: "l'Olanda torni padrona" e fuori dall'Unione europea. Ed è solo l'inizio di un 2017 tutto elettorale: poi toccherà a Francia, Germania e Repubblica Ceca. Il politologo Krouwel ad Avvenire (p.6): "Il populismo ha contagiato anche gli altri partiti. Come in Francia e Gran Bretagna e persino in Italia, l'intero sistema è trascinato verso il basso. Il programma del Pvv di Wilders è lungo una pagina: chiunque l'abbia letto l'ha trovato ridicolo. Ma Wilders è capace di mobilitare lo scontento, l'insicurezza. Il problema è che non ha idea di cosa farà dopo". 
"Non un penny alla Ue": Londra rifiuta i conti del divorzio (Corriere p.14 e altri).A Bruxelles che aveva fatto sapere che il conto della separazione ammontava a circa 60 mld  id euro risponde la Camera dei Lord, con un rapporto secondo il quale senza accordo tra le parti il Regno Unito non sarà tenuto a versare contributi finanziari alla Ue. Ma Bruxelles insiste: erano impegni finanziari già presi e se non si risolve il contenzioso finanziario non si passerà a discutere i termini della separazione. Il rischio è che fra due anni la Gran Bretagna esca dalla Ue senza nessuna rete di sicurezza legale, con conseguenze su scambi commerciali e mercati finanziari.
Conservatore, 36 anni, omosessuale: per la Bild sarà Jens Spahn il dopo Merkel (Corriere). Si definisce "figlio della Germania aperta", ma teche questa apertura sia oggi minacciata "da una forma molto conservatrice di Islam e dalla reazione xenofoba contro i migranti: per questo dovremmo combattere per preservare lo spirito delle nostre società".

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