Commentario del 6.03.2017

IN PRIMA PAGINA
Gentiloni: "Non sono a tempo, resto fino al 2018" (Corriere, Messaggero). "Ora meno imposte sul lavoro, l'opposizione aiuti" (Stampa, Repubblica). In primo piano su tutti l'intervista del premier a Domenica In. Intanto Palazzo Chigi blinda Lotti e Nannicini annuncia il piano dem per l'economia: "Meno Irpef per i giovani. Lavoro di cittadinanza per assumere" (Messaggero).
Sempre in primo piano anche l'inchiesta Consip. Sul Fatto Romeo che smentisce Tiziano Renzi. Su Libero i finanziamenti di Romeo a Belpietro "a sua insaputa". Sulla Stampa come il sistema puntava a Lotti per gli appalti. Oggi Oggi Romeo dai pm e Emiliano attacca Orlando (Repubblica): "Conflitto d'interessi, ha potere sui giudici" (Fatto). Il Giornale: un pd da matti. Orlando al Corriere: "Io posso battere Matteo". Nel centrodestra è il giorno della Meloni: "Silvio, decidi se vuoi vincere" (Tempo).
Spazio anche alla Francia: sulla Stampa intervista al presidente Hollande: "A Roma per rifondare la Ue". Su tutti Fillon in piazza contro il partito raduna i fan: "Non mi ritiro, sarò presidente" (Repubblica, Corriere).
La Cina adesso frena: "Troppa corsa, rallentiamo" (Repubblica). Sul Corriere il sogno del premier Li: riporteremo il blu nel cielo.
Sul fronte interno l'identità digitale non decolla. Addio al Pin unico (Messaggero). Italia fanalino di coda Ue sull'innovazione digitale (Tempo). Su QN il grande bluff del governo sulla lotta alle slot.
Sul Sole la grande fuga dei giovani dalle professioni: si guadagna poco e c'è troppa concorrenza. Su A&F la ricetta di Vodafone: "Fibra, televisione e 5G, il rame ora è già storia".

ITALIA-POLITICA
Avanti tutta fino a fine legislatura (Fatto p.3). Gentiloni guarda al 2018, promette sicurezza e fiducia agli italiani e difende Lotti: "Non ci sono novità, non vedo perché dovrei toglierli la fiducia" (Corriere p.2 e tutti). Ma per il Messaggero, nella conta imposta dalla mozione di sfiducia dei Cinque Stelle al ministro, la maggioranza rischia: i numeri solo con il soccorso di Forza Italia, mentre cresce la convinzione che la vicenda Consip sia una sorta di trama contro Renzi per creare tensioni o liquidare il Pd. Oggi su Stampa, Corriere, Messaggero e altri la rete di Romeo per arrivare all'allora sottosegretario: si parla di un triangolo che fa capo a Tiziano Renzi, Luigi Marroni e Luca Lotti come decisivo per l'accesso agli appalti Consip. Un caso sia per il governo –sotto attacco dal M5S - che per il Pd, dilaniato dal congresso. Emiliano in tv attacca l'avversario Orlando: "E' in conflitto di interessi perché decide sui magistrati dell'inchiesta". Orlando al Corriere (p.3): " Emiliano ha il gusto per i paradossi: dopo essere stato renzianissimo ora vuol apparire come l'alfiere dell'intransigenza antirenziana".  Il ministro tace sull'inchiesta Consip e la fiducia a Lotti. E di Renzi dice: "Sbaglia a cercare rivincite, il problema non è lui ma la sua linea politica. Io corro per vincere le primarie del pd: e se fossi segretario indirei primarie per tutto il centro sinistra per individuare il candidato premier più forte da contrapporre a destre e M5S".
Intanto le rivelazioni sull'inchiesta Consip continuano. Sul Corriere (p.6) colloquio con Tiziano Renzi: " Basta, sono sotto assedio. L'incontro a Fiumicino? Semplice incontro di lavoro, con Comparetto della Fulmine Group, che riunisce imprese del settore postale. Io mi occupo di spedizioni porta a porta". Sul Corriere (p.6) parla anche Quagliariello, che da Romeo prese soldi per la sua Fondazione Magna Charta. Soldi destinati a La Verità di Belpietro. Libero attacca Belpietro, "finanziato a sua insaputa": "Più che La Verità dovrebbe chiamare la testata il Dubbio". Sul Tempo la Meloni risponde a Berlusconi: "Silvio, decidi se vuoi vincere". "Le distanze programmatiche tra noi non sono enormi" ma sul partito unico la Meloni frena: "Mi è bastato il Pdl, semmai lista unica". Anche solo tra Lega e Fdi? "Noi cercheremo l'assetto migliore per vincere: dobbiamo creare una proposta politica che possa ambire a superare il 40%". E sul governo: "Penso che non solo Lotti ma tutto il governo dovrebbe dimettersi. Altro che rassicurante".

ITALIA-ECONOMIA
"Meno tasse sul lavoro, iniziative speciali al Sud" (Repubblica in apertura e a p.2 e tutti). Gentiloni va in tv e svela l'agenda fino al 2018:  "Da me governo rassicurante, togliamo l'idea di provvisorietà. Dobbiamo darci un passo di riforme più strutturale su lavoro, Mezzogiorno, processo penale, concorrenza, povertà. Obiettivo del prossimo Def un ulteriore abbassamento delle tasse sul lavoro, per rendere gli investimenti più vantaggiosi". Gentiloni promette iniziative speciali per il Sud e chiede aiuto a Bruxelles su migranti e terremoto: "Ci possono dare un miliardo e togliere dal conto deficit-pil le spese per l'emergenza". Per Repubblica (p.3), grazie al pressing di Europa e Colle è ormai svanita anche l'ipotesi di elezioni a settembre, così da garantire a Gentiloni e Padoan il mandato pieno per trattare la prossima manovra con Bruxelles. Sui vocher l'intenzione è correggerli con i sindacati ma a breve verrò fissata la data sul referendum. Diverse le ipotesi sul cuneo fiscale: per Repubblica (p,2) si torna all'idea di un taglio di 5 punti percentuali, ma costerebbe fino a 10 mld se esteso a tutti i lavoratori del privato, per questo il governo pensa di limitare l'intervento solo per i nuovi assunti (costo tra 1,5 e 2 mld). Si cercherebbe così di far ripartire le assunzioni e la misura avrebbe anche il placet di Bruxelles. Anche il Messaggero (p.2) parla di un taglio di 3-5 punti percentuali di contributi per i neoassunti dal 2018, fermo restando i 20 mld da trovare per scongiurare un aumento dell'Iva. Ma con una manovra "forte" e il taglio del cuneo fiscale il deficit salirebbe al 2% contro l'1,2% previsto, rimarca il Corriere (p.2). Per la Stampa (p.5) l'altro test del governo sarà la legge sulla concorrenza, sulla quale Calenda sta cercando convergenze con Romani. E poi il taglio delle tasse ai giovani. Nannicini (Pd) al Messaggero (p.3): "Irpef, nel nostro piano i giovani pagano meno". E rilancia sul lavoro di cittadinanza.
Su Repubblica (p.4) l'operazione rimpatrio per i call center: il governo vuole 20 mila nuovi occupati. Il ministro Calenda pronto a giocarsi la "carta Trump" nel difficile tavolo dei call center, settore in crisi nera, ovvero convincere i grandi committenti di casa nostra a limitare le delocalizzazioni al 20% dei traffici telefonici attuali, evitare le gare al massimo ribasso, pagare i lavoratori secondo i minimi contrattale e applicare la normativa italiana in termini di privacy. Il ministro starebbe preparando un Protocollo di intesa.

EUROPA
Sulla Stampa intervista al presidente Hollande: "L'Europa dei 27 non può più essere l'Unione uniforme dei 27. Per non morire, l'Europa deve essere a geometrie variabili: ci sono Paesi che impediscono agli altri di andare avanti, così l'Unione si disgrega". Hollande, a tutto campo, sulla Brexit: "Il Regno Unito non avrà più i vantaggi del mercato unico: scelta sbagliata". Giudica la scelta di Le Pen di lasciare l'Europa "una minaccia", considera la cattiva conoscenza delle cose europee di Trump "un motivo in più per dimostrargli la nostra coesione e la nostra autonomia strategica", invita l'Unione a "restare attenti" sulla politica di Putin "che testa la nostra resistenza". Hollande si sofferma a lungo sul tema della difesa unica: "Oggi l'Europa può e deve rilanciarsi con la Difesa per garantirsi la sicurezza, essere attiva a livello globale, cercare le soluzioni ai conflitti che la minacciano". Ampi riferimenti anche al caso Fincantieri: "La Francia non si oppone al colosso italiano nel capitale di Stx, diciamo solo che non può avere la maggioranza. Non si tratta di una misura aggressiva o difensiva nei confronti dell'Italia perché se altre imprese, indipendenti da Fincantieri, volessero partecipare all'operazione, siamo pronti a studiare una soluzione. L'ho detto a Gentiloni. Ogni Paese ha interesse a tutelare i posti di lavoro e proteggere gli interessi industriali ma io sono favorevole a che in Europa si possano costruire gruppi di taglia globale. Come Airbus, ad esempio".
Oggi a Versailles mini-vertice europeo tra Hollande, Gentiloni, Rajoy e Merkel: "Non si tratta di decidere il futuro dell'Europa a quattro – aveva detto Hollande – ma siamo quattro Paesi importanti e dobbiamo orientare le politiche per agire con gli altri insieme".
Ieri Fillon in piazza contro il partito: "I traditori si arrendano: vado avanti" (Corriere e tutti). Il gollista raduna i suoi, i migliaia al Trocadéro sotto la pioggia: chiede scusa e  attacca il suo partito. "Contro di me un assassinio politico": ma secondo i media Juppè non lo sostituirà (Repubblica).
In primo piano sulla Stampa (prima e p. 12) e su tutti, la polemica di Erdogan contro il divieto imposto da Berlino ai comizi di ministri turchi. "Tedeschi siete ancora nazisti". Il leader della Turchia attacca la Merkel: "Non dia lezioni di democrazia, se vorrò andrò in Germania". La replica della Germania affidata a Julia Kloeckner vicepresidente della Cdu: "E' il colmo della mancanza di misura: semplicemente uno sfacciato". Ma secondo Erdogan "il sì vincerà nonostante le influenze negative dei Paesi europei" tra cui Austria e Olanda, pronte a sposare la linea politica di Berlino.

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