Commentario del 19.03.2017

IN PRIMA PAGINA
Nomine Pubbliche in primo piano. Profumo a Leonardo, alle Poste Del Fante. Confermati Descalzi all'Eni e Starace all'Enel (Sole). Una rivoluzione a metà (Repubblica). E' scontro (Corriere). Il sig. Renzi non è più nessuno ma nomina i manager di Stato" (Fatto). Altro che passo indietro: Renzi fa il pieno di nomine (Giornale). Grillo attacca: "Conflitto di interessi" (Stampa). Ampio spazio al commercio estero dopo il G-20 in Germania. Strappo Usa contro il libero commercio (Corriere). Cancellato il tabù dei dazi, vince la linea della Casa Bianca (Messaggero). Negli esteri, in primo piano il nuovo attacco in Francia: un uomo disarma un agente, tenta un attacco allo scalo di Orly e viene ucciso (sue tutti). Paura Isis, la Ue si blinda: "Pronti nuovi attacchi". E' super allerta a Roma (Repubblica). In politica italiana, La ricetta di Berlusconi: via tasse su auto e casa (Giornale). Per Libero "Berlusconi punta sui nonni". M5S, Pizzarotti a Repubblica si appella ai dissidenti del Movimento: "Mai così in basso, dobbiamo creare un altro movimento". Primarie Pd, Orlando: "Il ticket Renzi-Martina è il partito con il trattino" (Unità). Tra i temi economici i temi Alitalia (Messaggero) e Banche Venete (Sole), mentre Repubblica, LIbero e Fatto si occupano del deferimento di Agnelli. La Juve va alla guerra. "Basta infagarci" si difende Agnelli. Il Presidente gioca in contropiede: macchè mafia, mi vogliono fregare.

ITALIA-ECONOMIA
In evidenza le nomine alle controllate di Stato: conferme per Descalzi e Starace in Eni ed Enel, Del Fante passa da Terna a Poste e lascia il posto a Ferraris, mentre per Leonardo c'è Profumo: confermata la Neri in Enav, dove arriva Scaramella come nuovo presidente. Prevale la linea della continuità, Gentiloni prosegue nel percorso tracciato: in particolare, i diktat di Renzi hanno avuto effetto sul caso Poste, dove Caio ha perso il posto nonostante i risultati raggiunti, a causa della differenza di vedute con l'ex premier e per non aver messo a disposizione i soldi di Poste per salvare Mps (Sole p.2). La centralità del ruolo di Renzi sul Fatto e Giornale: "Altro che passo indietro, Renzi fa il pieno di nomine": con Orfini impone i vertici di Poste e Leonardo, mentre Gentiloni e Calenda sono i grandi sconfitti. Su Repubblica (p.7) Renzi domina la partita, ma nel risiko degli incarichi entrano anche nomi legati a D'Alema e Gentiloni. Sul Corriere (p.2) le voci dei due grandi esclusi Caio - "Non mi rimprovero nulla, per me parlano i risultati" - e Moretti che spiega: "Sono un servitore dello Stato, l'esclusione mi ha ferito". Sul Corriere (p.3) la mediazione di Renzi su Terna: avrebbe preferito Irace, ad Acea, alla guida del gruppo ma alla fine ha avuto la meglio Ferraris, spinto da Padoan. All'attacco M5S "è grave, intollerabile e pericoloso che Renzi stia piazzando i suoi uomini nelle aziende casseforti dello Stato" (Stampa e altri). Sul Fatto (p.5) Boccia (PD): "Si spartiscono le spoglie, siamo oltre la decenza" definendo un fatto grave che per il governo il segretario del Pd è ancora Renzi e chiede all'esecutivo di smentire che Finmeccanica sia destinata alla liquidazione. Sul Sole (in prima e p.3) Plateroti parla di "governi che fanno governance": un'anomalia italiana per cui nelle aziende pubbliche un cambio di governo conta più di una congiuntura o dei risultati sul mercato. Sul Corriere (p.3) Fubini parla della difficile partita che attende Padoan, ovvero assicurare difesa e crescita di società strategiche e contemporaneamente ridurre il debito, attraverso il conferimento delle quote del Tesoro alla Cdp.
Voucher, il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere (p.11) evidenzia come al referendum sui buoni lavoro solo il 36% degli italiani avrebbe votato, e solo il 15% per abolirli. Bentivogli (Cisl) al QN (p.4): "Con l'addio ai voucher ha vinto l'ipocrisia della Cgil. Sarà un boomerang politico. Senza voucher 375 mln di entrate contributive finiranno nel sommerso". Il ministro Delrio a Repubblica (p.11): "Dovevamo scegliere, incombeva il referendum: prevalevano le degenerazioni e li abbiamo aboliti. Ora un tavolo per nuovi strumenti". Ora si ipotizzano nuovi ticket per colf e badanti (Corriere p.11). Ma il Sole (in prima e p.23) segnala l'assenza di un piano B.

ITALIA-POLITICA
M5S nel caos a Genova verso le amministrative. Lasciano 3 consiglieri municipali e spunta l'idea di una protesta fino a casa di Grillo (Corriere p.9). Oggi a Roma convention dei fuoriusciti. L'ex Pizzarotti a Repubblica (in prima e p.13): "Grillo a Genova ha toccato il fondo. Noi faremo un nuovo movimento: vogliamo metterci insieme e cercare di costruire una rete fisica, non virtuale".
Nel centrodestra, su tutti la svolta di Berlusconi: "Zero tasse su casa e auto". Il programma del leader di Fi per le prossime Politiche prevede anche lo stop alle tasse di successione e l'innalzamento a 1000 euro delle pensioni minime. Libero (in prima e p.6): punta sui nonni, con l'Italia che invecchia, l'ex premier di adegua. Da Berlusconi segnali alla Lega: identità cristiana, flat tax, doppia moneta e legittima difesa: per Libero sono aperture a Salvini, che però lo gela dicendo che "non basta per l'accordo". Intanto Alfano dà l'addio a Ncd e lancia Alternativa Popolare. Spunta l'idea di apparentarsi col Pd (Stampa p.4). "Voltare pagina" dice, ma precisa: "non è una svolta a sinistra" (Corriere p.10). La sfida ad Alfano da Parisi alla Stampa (p.4): "Servono persone della società e non espressione delle segreterie dei partiti".
Primarie Pd ai blocchi di partenza. Da domani assemblee di sezione, prime scaramucce tra i contendenti (Repubblica p.12). Intanto Orlando attacca il ticket Renzi-Martina sulle primarie: "è il partito del trattino" dice il ministro, che riceve l'appoggio di Sinistra Pd (Unità in prima e p.4). E intanto un sondaggio Swg sull'Unità (p.5) mette in evidenza come gli italiani siano sempre meno attratti dal partito personale: solo per il 28% ha senso.
Legge Severino messa in discussione dopo il caso Minzolini. Pd: sulla decadenza decida la Consulta. La mossa per sottrarre la scelta ai giochi della politica (Repubblica p.10). Il ministro Delrio a Repubblica (p.11): "Su Minzolini commesso un errore, non avrei lasciato libertà di coscienza ai senatori Pd. Ora la legge va rivista in alcuni punti".

USA/EUROPA
Tema sicurezza in primo piano: "Allerta Italia". Roma e l'Europa si blindando contro il rischio di nuovi attentati, che "sarebbero pronti" (Repubblica in prima e p.2). E' la perdita di territori da parte dello Stato Islamico a riportare i foreign fighters verso l'Europa. Julian King, commissario per la Sicurezza dell'Ue, a Repubblica (p.3), spiega: "I jihadisti reduci dalla Siria sono un pericolo per l'Europa. Serve un patto tra i servizi segreti per fermarli: solo con lo scambio di informazioni possiamo vincere la sfida". E intanto a Roma vengono rafforzate le misure di sicurezza per la celebrazione dei trattati: zona blu offlimits per tutti, no fly zone sui cieli.
Torna l'incubo terrorismo a Parigi. Un pregiudicato attacca una poliziotta, le sfila l'arma e grida: "Sono pronto a morire per Allah". Poi viene ucciso, nello zaino una tanica di benzina e il Corano (su tutti). Il filosofo Pascal Bruckner al Corriere (p.5): "Temo altri attentati, i jihadisti vogliono Marine Le Pen all'Eliseo. Sarà la sicurezza a dominare la corsa elettorale". Ma il politologo Guénolé alla Stampa (p.9): "Nessuna ricaduta sulle presidenziali dopo il nuovo attacco. Ormai la gente si è assuefatta". Geroni sul Sole (in prima e p.8) evidenzia come lo stato di emergenza sia diventato normalità.
Il ministro Spd, Joachim Poss, al Messaggero (p.8): "Serve un'Ue a più corsi per battere i populismi. Spero che il 25 marzo giunga un segnale forte sulla volontà di portare avanti il progetto". Intanto il testo sulla doppia velocità è alla stretta finale: domani la bozza della Dichiarazione di Roma nel quale verrà ribadita l'intenzione di "venire incontro alle richieste dei Paesi dell'Est senza annacquare eccessivamente il concetto di doppia velocità". Fabbrini sul Sole, per i 60 anni dell'Ue, scrive: è bene festeggiare l'Europa per quello che ha fatto. Ma ci sono  questioni da risolvere, e non basta dire – come farà la Dichiarazione che verrà approvata – che "occorre andare avanti insieme fin quando è possibile, a ritmi e intensità diverse quando è necessario". La formula della diversa velocità è come usare un'aspirina per curare una polmonite.  Serve perciò un negoziato per decidere quali politiche debbono essere condivise.
G-20 in Germania, Europa e Cina contro gli Usa (Sole p.6). Impasse tra i Grandi: Trump si oppone alla lotta contro il protezionismo (Repubblica in prima e p.22 e tutti). Ma Draghi lancia il monito: "Commercio globale indispensabile per una crescita sostenibile". Finiscono sotto accusa le economie, in particolare quella cinese e quella tedesca, che presentano squilibri eccessivi. Per Rampini (Repubblica) prevale il nazionalismo economico di Trump, che si basa su verità scomode ma inconfutabili. Per Taino (Corriere p.12) ora l'amicizia Usa-Ue va "negoziata".

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