Commentario del 26.03.2017

IN PRIMA PAGINA
L'Europa riparte da difesa e sicurezza (Sole). I leader firmano la Dichiarazione di Roma. Ecco le cinque mosse per la nuova Europa (Corriere). Libero: neurodeliri. Su Repubblica le voci della Ue. Rajoy: "Sì alle due velocità". Letta: "Il pericolo è Le Pen". Szydlo: "Rispetto per tutti". Iohannis: "Basta xenofobi".
Ma l'autocelebrazione è con quattro gatti. La folla sta col Papa (Fatto, Libero). Un milione per Francesco a Milano, il Papa come una rock star (Stampa e tutti). "Abbracciate i confini e non abbiate paura delle diffidenze" (Messaggero). Il Giornale: l'Europa che ci piace. E Milano diventa la città della gioia (Repubblica). Possibile un incontro Bergoglio-Trump (Messaggero). Sulla Stampa la ricetta del ministro americano per l'economia: "Taglio le tasse per rilanciare la crescita". Sul Sole il no della Ue al protezionismo di Trump.
Sull'Espresso lo stivale rovesciato: ora la rivolta è a sud, dove muoiono i partiti e nascono i nuovi masanielli. Sul Fatto un mese dopo la morte di dj Fabo: "Che rabbia i politici attaccati alla poltrona". Su Libero e Giornale Minniti promosso per la gestione dell'ordine pubblico a Roma.

ITALIA-ECONOMIA
Percorso a ostacoli per la manovra e per il Def (Repubblica p.22): servirà un vertice di maggioranza per trovare un'intesa, con l'aumento delle tasse rimesso in discussione in favore della lotta all'evasione. L'aumento delle accuse potrebbe sparire mentre torna in auge split payment e reverse charge. In manovra dovrebbero entrare anche altre misure per lo sviluppo, tra sblocco degli investimenti, provvedimenti per attrarre investimenti in fuga, rilancio delle cartolarizzazioni bancarie. Padoan stretto tra le richieste di Bruxelles (recapitate ieri da Moscovici e Dombrovskis) e gli avvertimenti di Renzi e dei renziani. Resta il nodo delle privatizzazioni: su Poste e Fs esplicite le "perplessità" del Pd.  Per il Sole (p.7) in manovra dovrebbero tornare anche gli sgravi sui premi di risultato mentre il taglio del costo del lavoro dovrebbe essere definito dal Def ma rinviato alla legge di Bilancio. Il Pd punta a una decontribuzione piena per 3 anni da affiancare per i giovani a una dote per la formazione. Da Boccia (Confindustria) la proposta di azzerare per due anni tasse e cntrbuti per i ragazzi assunti a tempo indeterminato, o in subordine un taglio strutturale del cuneo per tutti. Furlan a Repubblica (p.22): "Il governo metta tra le sue priorità la riforma forte dell'Irpef e ci chiami, come sulla contrattazione pubblica e la legge Fornero". Sul Messaggero (p.17) anticipazioni sui decreti attuativi dell'Ape, attesi in settimana: le prime domande per anticipare il pensionamento a 63 anni entro l'estate, con un prestito dalle banche che il lavoratore restituirà in 20 anni sulla futura pensione. Prestito a carico dello Stato in caso di lavori faticosi ma il governo punta a mettere paletti per circoscrivere la platea. Più costoso lo scivolo volontario.

ITALIA-POLITICA
Niente urne a settembre, Renzi punta alla legge elettorale. L'Unità (p.6) smentisce le voci rilanciate ieri dalla Stampa che davano l'ex premier, galvanizzato dal successo alle primarie del Pd, di nuovo intenzionato a votare in autunno. "Una balla spaziale" per Renzi, come quella che lo vedrebbe pronto a lasciare a Orlando il Nazareno per puntare su Palazzo Chigi votando a settembre. Continua, invece, a insistere sul Mattarellum o sull'Italicum modificato, sicuro di vincere la sfida nel Pd. Ma il pressing sul governo continua. Il viceministro del Mise Teresa Bellanova al Corriere (p.15): "Grande rispetto per i ministri tecnici – dice su Calenda e Padoan - ma un governo si regge sul consenso dei cittadini". "L'esecutivo deve restare fuori dalle dinamiche congressuali dem e lavorare per trovare soluzioni innovative ai problemi". Sull'Espresso (p.25) il ritratto della Bellanova "la bracciante che piace a Renzi": ex sindacalista, donna e meridionale è il profilo perfetto per rassicurare la sinistra e parlare al trascurato Sud, per farsi rieleggere alla guida del partito.
L'ex premier ieri in Emilia per incontrare "l'Europa delle piazze e delle periferie, che si occupa di lavoro e immigrazione – come ha scritto su Fb – e non dei palazzi che si occupa solo di decimali e austerità". L'ex segretario da Modena attacca gli scissionisti di Mdp - "cercano poltrone che non avranno" - e ironizza sulla proposta di Bersani di alleanza con il M5S: "Si alleano sulle scie chimiche?" (Repubblica p.14). Nella corsa per il Nazareno, solo il 5% dei circoli si è finora mobilitato: Renzi avanti con il 65%, poi Orlando (32,7%) ed Emiliano (1,8%).
Su QN (p.4) il sondaggio Ipr che vede in crescita l'Italia euroscettica: solo il 32% ha fiducia nella Ue, ma su euro e Unione sono sempre avanti i favorevoli: 48% a 40% i favorevoli all'euro, 46% a 38% i favorevoli alla Ue. L'Italexit non sfonda, perché ciò che si contesta non è il concetto di Europa unita ma ciò che la Ue rappresenta oggi.
M5S, sull'Unità (p.7) il sondaggio Swg evidenzia la flessione nella fiducia degli italiani per i leader del Movimento: Grillo perde 3 punti percentuali, Di Maio 9 e Di Battista 5. Sono loro l'ostacolo al raggiungimento del 40% di un partito che, nonostante le vicende di Roma e Genova, mantiene stabile il consenso. Tra i punti più critici evidenziati dal sondaggio, la democrazia interna, messa in dubbio dal 63% degli italiani.
Sull'Espresso (p.22-23) parla il sociologo Ilvo Diamanti che, commentando gli scontri di Napoli alla visita di Salvini, dice: "Abbiamo avuto una fase in cui la Lega ha cercato di diventare un movimento nazionale, ma non ce la fa. Al Sud non passa. Lo stesso vale per Michele Emiliano, che al Nord non può affermarsi. La questione meridionale, mai risolta, sta tornando centrale anche per quanto succede nelle coste africane. Se divario Nord-Sud crescesse ancora, potrebbe riemergere un 'male del Sud', ma la ribellione del Sud è frenata dalla dipendenza dallo Stato centrale". 

EUROPA
L'Europa riparte da difesa e sicurezza (Sole in apertura e tutti). I leader firmano la Dichiarazione di Roma, tra gaffe e siparietti. Cinque documenti per dare corpo all'intesa: Difesa, Bilancio Ue, unione economica e monetaria, diritti sociali e globalizzazione. Frenata sulle due velocità – "l'Europa resta indivisa e indivisibile" – passo avanti sulla Difesa (Stampa p.5). Confermato il primato dell'euro, che crea "opportunità di crescita, coesione competitività, innovazione e scambio". Impegno per un commercio libero ed equo contro il protezionismo di Trump (Sole p.4). Libero: eurodeliri. Il Fatto: firmata quel poco d'Europa che tutti approvano. Un accordo al ribasso anche per la Stampa (p.6): ieri tra i leader Ue clima da vacanze romane, in una città splendida e deserta, ma mercoledì si torna alla realtà con l'avvio della Brexit. Gentiloni tiene comunque la scena: "Questi 60 anni sono stati un viaggio di conquiste: l'Unione riparte e ha un orizzonte di dieci anni per farlo" (Repubblica p.4). Gli altri leader italiani si tengono invece lontani dalla scena: Renzi su facebook invita a fare l'Europa delle piazze invece che dei palazzi; Salvini a Lampedusa, Berlusconi a Malta, Meloni in piazza con i sovranisti. Sorpresa Raggi: snobbata da Rai 1, blandita dalla Merkel – "Lei è il sindaco, presumo" – fa un discorso europeista (Sole p.2). Su Repubblica (p.6) le voci della Ue. Rajoy: "Sì alle due velocità e piano per i migranti e l'Europa ripartirà". Letta: "Il voto francese decide il futuro: con Le Pen la Ue finirà". Szydlo: "Abbiamo detto sì ma ora rispetto per tutti i Paesi". Iohannis: "Populismo e nazionalismo guadagnano terreno, dobbiamo restare uniti per arginare l'ondata xenofoba". Ma ieri la giornata romana fila liscia, anche se manca la gente a "festeggiare" l'Europa. Paradossalmente, la piazza piena per l'Europa ieri era a Londra: tante le bandiere blu davanti a Westiminster contro la Brexit (Repubblica p.9).


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