Commentario del 10.03.2017

IN PRIMA PAGINA
"L'Italia ci crolla addosso" (QN): in primo piano su tutti la tragedia del cavalcavia sull'A14: "La strada andava chiusa" (Corriere). Errore umano (Messaggero). "L'Italia sotto un ponte: mentre il Paese cade a pezzi, la politica si azzuffa" (Giornale). Libero: "In Italia casca tutto". Mingardi sulla Stampa: "Ricostruiamo un Paese che va in pezzi". Intanto in politica, in evidenza l'intervista di Renzi alla Stampa: "Più riformismo contro i populisti". Oggi al Lingotto rilancia su Pd ed Europa, "slitta" il piano economico (Sole). Nel centrodestra, "Salvini fa il terrone": in missione a Napoli per convincere il Sud a votarlo (Libero). Sul Fatto prosegue il caso Consip. Ecco tutti i politici dell'Agenda Romeo. Sul fronte economico, Draghi non molla sul Qe, avanti con gli acquisti tutto il 2017 (MF). Il numero uno della Bce: "Meno rischi nella Ue, non servono nuovi stimoli" (Sole). E Masciandaro sul Sole parla di "nuova normalità (senza ansie) della Bce". In Italia c'è l'ok alla legge anti-povertà con aiuto ai minori (Messaggero e tutti). E sui voucher, presentata la riforma: meno buoni, più lavoro (Unità): tetto massimo a 3 mila euro (Repubbblica). Gutgeld al Corriere: "Meno tasse per chi lavora". Boccia (Confindustria) alla Stampa: "Cuneo fiscale, tagliamolo solo per i giovani". Ue, confermato Tusk ma si apre la faglia polacca (Repubblica). Dentro o fuori, il dilemma ineludibile dei Paesi dell'Est (Sole). Torna la paura in Germania: a Dusseldorf attacco con l'ascia: un fermato, 7 feriti (Corriere e altri). Dagli Usa, cambia la strategia sulla Siria: marines per liberare Raqqa dall'Isis (Repubblica e Stampa). )Intanto è effetto Trump sui migranti: ingressi già in calo (Stampa). Eni, Descalzi alla Stampa: "La sfida Eni nel risiko dei giacimenti".

ITALIA-ECONOMIA
Draghi: "meno rischi nell'Ue, non servono nuovi stimoli" (Sole in apertura e tutti). Non cambia la politica monetaria anche se il cambio di tono lascia intendere che si sia avviata una riflessione in tal senso. Riviste al rialzo le stime sull'inflazione 2017 (1,7%) su cui pesa l'impennata dell'energia. Il governatore dice di aspettarsi "conferme negli impegni ad evitare guerre di valute e protezionismo" (Sole, p3), da molti letto come un messaggio a Trump. Masciandaro spiega come la conferma dell'orientamento della Bce sia dovuta ai successi in termini di riduzione dei rischi di deflazione e alla necessità di non vanificarne gli effetti. Per il Giornale (p.25) è il primo passo verso la normalizzazione della politica monetaria europea, mentre Libero (p.5) parla di "Allarme Draghi" per la mancata ripresa dei salari. In Italia, si va verso l'aumento dell'Iva nella prossima manovra. Padoan tratta con la Ue sul deficit e prova a scongiurare il ritocco delle aliquote (Giornale p.12). Dalle bozze del Def si ipotizza una manovra da 24-25 mld. Potrebbe essere confermato il bonus degli 80 euro, mentre si ipotizza un taglio del cuneo fiscale da 1,5 mld. Gutgeld al Corriere (p.9):  "Taglio al cuneo fiscale correggerebbe il problema della tassazione troppo alta sul lavoro, ma la riduzione vada ai lavoratori". Boccia (Confindustria) alla Stampa (in prima e p.9) torna a premere sulle riforme - "L'esigenza è un piano organico di politica economica" - e chiede un "taglio del cuneo fiscale sui giovani". Polemico Sapelli al QN: "Sarebbe sbagliato dare qualche soldo in più ai lavoratori tagliando i contributi e riducendo la pensione futura". Intanto è stata approvata la legge delega sul reddito di inclusione, poveri non più soli (Avvenire in prima e p.5). Sussidio di 500 euro perle famiglie in difficoltà, disponibili 4 mld. Sapelli, intervistato dal QN (p.10): "E' solo carità di Stato, non ha nulla a che vedere con il welfare". Intanto arrivano novità anche sui voucher: li potranno utilizzare solo famiglie e imprese individuali, con zero dipendenti, gli abusi puniti anche con la trasformazione in contratto stabile (Repubblica in prima e p.4 e tutti). Accordo in Parlamento per il tetto a 3 mila euro, ma la Cgil annuncia: il referendum è confermato. Da indiscrezioni della Cassazione, che deve decidere sul referendum, si registra il passo indietro sui buoni lavoro "ma il quesito resta valido" (Repubblica p.4).

ITALIA-POLITICA
Renzi, che oggi annuncerà il programma politico verso le primarie Pd al Lingotto, parla alla Stampa (in prima e p.4). L'ex premier cambia linea - "per tre mesi ho girato col capo cosparso di cenere, ora basta" - e appare battagliero - "chi pensasse che abbia perso energia commetterebbe un gravissimo errore" -. Renzi respinge le accuse di aver messo su, con il "giglio magico", un sistema di potere: "Quattro o cinque toscani quarantenni sarebbero il mio sistema di potere?". Poi ricorda come sia sempre "rimasto lontano dalla Roma politico-burocratica", e si dice "sereno" sia sul ruolo del padre nell'inchiesta Consip, che su quello del generale Del Sette e di Lotti. Poi entra nel vivo del discorso politico: "Primarie belle e piene di passione, puntiamo a superare il 50%. E al Lingotto parlerò – dice – del ruolo di una grande forza di centrosinistra di fronte ai populismi dilaganti". Sorgi sulla Stampa (p.7) sottolinea il nodo del programma di Renzi. Per il Sole (in prima e p.17) parlerà di Pd ed Europa, mentre "slitta" il piano economico per il fair play con il governo Gentiloni. Per il Messaggero (p.10) invece, presenterà un'agenda no tax: nel nuovo programma stop a nuove imposte e Renzi resta critico anche sulla flat tax. "Basta dividerci sul passato, oggi nasce il partito del Paese" dice il ministro Martina, che corre in ticket con Renzi, a Repubblica (p.11). "La nostra proposta congressuale – spiega – è un progetto collettivo che viene dal basso". I sondaggi danno Renzi intorno al 65%, secondo sarebbe Emiliano, che pescherebbe voti fuori dal Pd – su di lui anche l'endorsement di Di Pietro a Repubblica (p.10) – mentre Orlando va forte nella nomenklatura (Messaggero p.10). Boccia (Confindustria) alla Stampa in merito alla corsa per la guida dem, dice: "Al nuovo segretario metterei in tasca un biglietto con una frase di Churchill: mi voteranno per quello che farò, non per quello che ho fatto".
Inchiesta Consip, Fatto (in apertura e p.2-3) cita tutti i nomi nelle carte dei pm presenti sull'agenda di Alfredo Romeo: da Bocchino a Bonifazi, da Pittella ad Abrignani, da Pomicino a Lotti. E il ministro, in vista del voto di sfiducia, prepara la difesa: "Parola contro parola" (Repubblica p.13). Intanto il governatore toscano Rossi invita Gentiloni a prendere una posizione: "Sarebbe singolare – ha detto ieri in tv – che Padoan rinnovasse la fiducia all'ad Consip Marroni, che dice cose rispetto a Lotti, il quale ha la fiducia di Gentiloni" (Corriere p.10).

EUROPA
Tusk resta presidente Ue, ma Varsavia blocca il vertice: i polacchi non riescono a fermare la conferma del connazionale. Scatta la "vendetta" e arriva il vero alle conclusioni del vertice (Stampa e altri). Varsavia potrebbe mettersi di traverso anche nel negoziato sulla dichiarazione di intenti che l'Ue vuole pubblicare in occasione dei 60 anni dei Trattati di Roma. "Dentro o fuori, il dilemma dei Paesi dell'Est": per Geroni sul Sole (in prima e p.19) a Bruxelles è andata in scena una faida di politica interna che ha poco a che vedere con quanto la Polonia ha rappresentato negli ultimi decenni per l'Europa.  E' solo l'ultimo episodio di una deriva autoritaria che sta portando in Polonia una sorta di restaurazione sociale.
Migranti, Corriere (p.15) intervista il ministro ungherese Szijjartò: "Noi dobbiamo proteggere i nostri confini, gli illegali non devono entrare. I vertici Ue sono preoccupati ma non muovono un dito. I richiedenti asilo arrivano, fanno domanda e poi spariscono. Non è quello che prevede la Convenzione di Dublino, per questo abbiamo deciso di non far entrare nessuno". Poi il ministro ungherese spiega: "La crisi dei rifugiati non esiste, la maggior parte sono migranti economici. La politica che incoraggia l'arrivo è contro gli interessi dell'Unione, i migranti vanno aiutati sul posto". Intanto sui migranti arriva l'ennesima giravolta Ue: il Consiglio smentisce la Commissione e dice no alla detenzione: "Allungare i tempi a 18 mesi rischia di violare i diritti umani" (Giornale).
Francia, Macron sorpassa la Le Pen e ipoteca l'Eliseo (Corriere). Al primo turno il candidato di "En marche!" sarebbe al 26%, ma al ballottaggio raggiungerebbe il 65%. La Le Pen è ferma al 25%, ma al secondo turno perderebbe nettamente (35%). Per il Fatto, tra giustizia e mediocrità, anche Parigi i prepara alle elezioni più pazze. Resta l'incertezza sui nomi: tra indagati e personaggi di secondo piano, Hollande pensa di ridiscendere in campo.Germania, torna la paura: attacco con l'ascia alla stazione di Dusseldorf. Almeno 5 i feriti, la polizia ha fermato due sospettati, ma ci sarebbero altri uomini responsabili dell'agguato in fuga.

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