Commentario del 18.03.2017

IN PRIMA PAGINA
Lavoro sempre in primo piano, con il decreto del governo che azzera i voucher: dietrofront sul Jobs Act (Sole), così torna il lavoro nero (Giornale). Libero: Gentiloni ha calato le brache. Il premier: "Non spacco il Paese" (QN). Aboliti i voucher, ecco i mini jobs alla tedesca per famiglie e negozi (Repubblica, Corriere, Stampa).
In primo piano anche la politica con un nuovo caso 5Stelle: Grillo cancella il voto di Genova per il sindaco. "Fidatevi" (Repubblica, Corriere). Anche Di Maio nel mirino, per incitamento alla violenza. Libero: ricoveratelo. Il Fatto torna invece sul caso Minzolini – la legge non è uguale per tutti – e chiama in causa Mattarella: "nulla da dichiarare?". Per Berlusconi c'è aria di rivincita (Corriere). Sul Fatto parla Carrai: "Vi racconto Renzi e il Mossad. E non ho la tessera del Giglio Magico". Su QN il sondaggio Ipr sulla crisi dei partiti: dopo il voto Italia ingovernabile.
Tra politica ed economia lo scontro sulle nomine nelle partecipate pubbliche. Il governo prende tempo (Sole), ). Terna il nodo da sciogliere (Stampa). Unica certezza a Finmeccanica con Profumo, imputato per bancarotta (Fatto).
Spazio anche alla politica estera. Ieri primo vertice tra Trump e Merkel: nemici a prima vista (Giornale). Trump rifiuta la stretta di mano (Corriere). Tensioni su migranti e commercio, convergenza su difesa e ruolo Nato (Sole e altri). Intanto al G20 arriva un compromesso su dazi doganali e tassi di cambio (Messaggero). Erdogan all'assalto della Ue, e ai turchi in Europa dice: "Fate cinque figli" (Avvenire). Trump all'assalto della Corea del Nord: "Pazienza finita, opzione militare" (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Dietrofront sul Jobs act per voucher e appalti: così il Sole (in apertura e a p.3) sul decreto del governo che azzera i buoni lavoro e rivede le regole sugli appalti. Critico anche il Giornale: così torna il lavoro nero. Gentiloni "Non spacco il Paese" (QN in prima e a p. 4). E annuncia nuove norme, sulla falsa riga dei "mini jobs tedeschi" per dare una copertura ai lavori famigliari, al commercio e alle piccolissime imprese (Stampa p.4 e altri). Sul Sole (p.3) l'allarme di Ocse e Berlino. Gurrìa: "Il Jobs Act è stata una delle riforme più importanti degli ultimi anni, non voglio credere che ora l'Italia faccia marcia indietro". Idem Scheuble. Sindacati divisi: esulta la Cgil, Cisl e Uil no. Critiche da destra e da sinistra. Critici anche i giornali. Porro sul Giornale: governo fotocopia ma della Cgil. Feltri su Libero: Gentiloni ha calato le brache. Il Sole: servono subito nuove regole, non il ritorno al passato. Le aziende non vogliono il conflitto ma chiedono certezze. 
Altro tema a cavallo tra politica ed economia, le nomine delle partecipate pubbliche. Il governo prende tempo e salta l'impegno a rendere note le nomine ieri a mercati chiusi (Sole p.9). Boccia (Pd): "Abbiamo chiesto a Gentiloni e Padoan che le nomine avvengano secondo criteri oggettivi di trasparenza e con una chiara impronta industriale. Abbiamo fiducia in Padoan". Il timore è che sia invece Renzi a dettare la linea. Fa discutere la nomina di Profumo ad di Leonardo-Finmeccanica. Per il Fatto il disegno del governo è quello di liquidare Finmeccanica, vendendola a pezzi a americani, francesi e tedeschi. Per la presidenza di Finmeccanica il Messaggero fa il nome del segretario della Farnesina Belloni, mentre De Gennaro potrebbe passare all'Eni. Per il Sole invece è intenzione del governo confermare tutte le presidenze in carica salvo Enav, dove al posto di Beccalli andrebbe Castellaneta. Divide i sindacati e gli analisti anche l'uscita di Caio da Poste, dove andrà Del Fante. Per Terna partita a tre, mentre Eni e Enel dovrebbero mantenere gli assetti attuali.
Sulla manovra resta lo scontro sotterraneo tra Padoan e Renzi su taglio alla spesa e tasse. Decisiva la previsione del deficit da inserire nel Def. A Gentiloni il compito di trovare una sintesi tra posizioni contrapposte (Stampa p.4). Moscovici: "Ho fiducia che l'Italia rispetterà gli impegni" (Corriere p.48).

ITALIA-POLITICA
"Grillo implode a casa sua" (Libero p.10). Il leader azzera le primarie online per il candidato sindaco di  Genova, toglie il simbolo alla vincitrice Cassimatis e rimette in pista lo sconfitto  Pirondini. "Volevano una gara finta, ma io non mi fermo – dice Cassimatis ai quotidiani -. Con questa decisione hanno tradito il Movimento". I parlamentari: "Così il Movimento muore" (Stampa). Su Repubblica l'imbarazzo di Di Battista: "Non ci metto più la faccia". Il deputato Mantero alla Stampa (p.9): "Guerra tra bande, non possiamo ambire a governare le città né il Paese". Messaggero (p.6) guarda oltre e parla di possibile alleanza M5S-Lega per l'autonomia di Lombardia e Veneto, possibili accordi anche dopo le politiche.
Anche Di Maio nel mirino, sulla scia delle polemiche sul voto su Minzolini. "Non vi lamentate se ci saranno manifestazioni violente" aveva detto l'esponente M%S. Libero (in prima e p.11) attacca: "Ricoveratelo", criticando la trasformazione da "faccia presentabile del M5S a ducetto". L'Osservatore Romano (p.2) parla di "clima agitato" e bolla come "sorprendenti" le dichiarazioni di Di Maio. Ma Spinelli sul Fatto (in prima e p.11) lo difende: dice bene, il voto eversivo del Senato chiama violenza. Intanto, il Fatto sulla mancata decadenza di Minzoli, tira in ballo Mattarella: "Nulla da dichiarare?". E il quotidiano di Travaglio (in prima e p.2) parla di senatori "smemorini": tra i "salvatori" di Minzolini, 62 erano in carica all'approvazione della Severino e nessuno votò contro. Renzi, sul voto pro Minzolini di alcuni dem: "Non è stata una mia scelta" (Corriere p.10). I renziani temono l'effetto boomerang per il "favore" a Berlusconi, che potrà usare il voto per spingere la sua riabilitazione politica a Strasburgo.
Sondaggio Ipr in apertura sul QN (in prima e p.2-3): per il 65% degli italiani, dopo le prossime elezioni politiche, l'Italia sarà ingovernabile e la colpa, per il 58%, è dei partiti. Crolla la fiducia nella classe politica, solo al 7%. Molti italiani credono che tutti i partiti siano uguali quanto a corruzione. Cacciari al QN: "Il Paese è corrotto perchè lo Stato non funziona più".

USA/EUROPA
Ieri primo vertice tra Trump e Merkel: nemici a prima vista (Giornale e tutti). Trump rifiuta la stretta di mano (Corriere). Tensioni su migranti e commercio, convergenza su difesa e ruolo Nato (Sole e altri). La richiesta di Trump è che i Paesi Nato arrivino al 2% del pil in spese per la Difesa, impegno che la Merkel ha confermato ma da qui al 2024.
In primo piano anche il tema migranti. Sul Corriere parla il commissario Avramopoulos: "Italia sotto pressione, la Ue con voi per frenare i flussi". Sulla Stampa intervista al vice presidente della Commissione Timmermans: "Serve un patto Roma-Berlino per l'emergenza profughi, poi il resto dell'Unione seguirà. Si ricominci dalla Libia".
Trattati di Roma, frontiere chiuse: in primo piano sul Messaggero le misure eccezionali per il vertice del 25 marzo sui 60 anni dell'Unione. Sospeso Schengen e doppia zona rossa intorno al Campidoglio. Anche Libero "aspetta" le celebrazioni della Ue: "ci inonderanno di propaganda europeista: festeggiamo il boia senza saperlo" l'affondo di Paragone (Libero). Intanto diplomazie al lavoro sulla "Dichiarazione Roma" (Sole e altri): si va verso un compromesso sulla Ue a due velocità, così da "recuperare" il dissenso dei Paesi dell'Est. Gentiloni: "L'Italia non accetterà divisioni tra Est e Ovest, serie A e serie B. Vogliamo andare avanti insieme ma la velocità non possono stabilirla i Paesi più riluttanti". Timmermans alla Stampa: "Discutere di diverse velocità è come dire vogliamo restare insieme. Se non ci diamo questa possibilità già sperimentata con euro e Schengen il rischio spaccatura crescerà, non il contrario". A condannare la Ue potrebbe essere semmai il voto francese: "L'Ue senza Francia o senza Germania è impossibile".

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