Commentario del 30.05.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano su tutti l'emergenza sbarchi, che mette l'Italia a dura prova. Su Corriere e Messaggero il piano del Viminale: 70 in ogni provincia. Sulla Stampa i timori del premier per una vera e propria emergenza. Casini a QN: "Prepararsi all'invasione". Sul fronte interno spazio a amministrative e referendum. Sul Sole la carica dei 77 mila candidati alle comunali di giugno. Primo esame con vista sul referendum. Sul Corriere i progetti di Alfano: "A ottobre nuovo partito".
Spazio anche all'economia. Sul Corriere parla Calenda: "Sì al trattato con gli Usa ma tuteli i nostri prodotti". Sulla Stampa gli sconti fiscali in arrivo per chi investe nelle piccole imprese. Su Libero nuovo affondo contro l'Inps: una pensione su tre è un bidone. Su A&F intervista al presidente di Anas Armani: "Treni, strade e accise: ecco la fusione Anas-Ferrovie". Su CorrierEconomia i 12 anni di Marchionne alla guida di Fca. Su A&F e CorrierEconomia focus su Unicredit e Telecom Italia. Su Repubblica la fine della classe media: italiani pessimisti sul futuro.

POLITICA
Amministrative e referendum in primo piano su tutti i giornali, con le sfide nelle grandi città, le tensioni interne a Pd e centrodestra e la Stampa (p.7) che evoca "un governo senza Renzi se a ottobre vince il no". Sarebbe un governo di garanzia e potrebbe essere affidato o a Grasso o a Padoan. Il Messaggero (p.8), sulla scia delle dichiarazioni di Berlusconi, parla di possibile governissimo di unità nazionale. E a sorpresa anche Di Maio frena sulle elezioni politiche anticipate: "Se vince il no non chiederemo le dimissioni di Renzi". Intanto però lo scontro continua, nelle città e sui giornali. Nel Pd sinistra in rivolta contro Franceschini. Cuperlo a Repubblica (p.9). "Basta offenderci, tra i dem c'è chi vuole cacciarci dal partito". Alfano, nell'intervista al Corriere (p.6), rimanda a dopo il referendum il "tagliando" del Ncd: "Compiuta la missione delle riforme faremo un'assemblea: serve un nuovo movimento politico di impronta liberale e popolare che andrà oltre il Ncd e rappresenterà quegli italiani che non vogliono votare Pd e non accettano la leadership di Salvini. Cittadini senza rappresentanza che non vanno a votare". Anche Berlusconi punta a recuperare il voto dei "rassegnati" (Corriere p.9): "In 26 milioni non vanno a votare". "Invece dovete andare se non volete divorare sudditi di questo governo". Ma con Salvini ormai è il gelo. "Io il leader, con Putin, Trump e Le Pen" l'affondo di ieri al comizio di Milano (Stampa p.7). Ma il candidato sindaco di Milano Parisi diserta il comizio. Sul Fatto Grande Stevens, lo storico avvocato degli Agnelli, si schiera contro il referendum: "Voto "No contro questo aspirante dittatore".

ECONOMIA
"Sì agli accordi con gli Usa ma niente soluzioni al ribasso": in un'intervista al Corriere (p.12 con richiamo in prima) il ministro Calenda difende il Ttip, il Trattato Usa-Ue su investimenti e commercio. "Il Trattato punta a ridurre dazi e barriere non tariffarie che gravano sulle esportazioni. L'Italia è uno dei Paesi che ne beneficerebbe in misura maggiore". Calenda bolla come "assurda" la tesi che il Ttip favorisca le multinazionali a danno delle medie imprese: "L'eliminazione dei dazi e delle tariffe agevolerà proprio le pmi". Per Calenda semmai lo scoglio è "stabilire regole precise per i prodotti che sembrano italiani e non lo sono, specie nel settore agroalimentare". Ma ove gli Usa dovessero puntare a un accordo al ribasso pur di chiudere il negoziato l'accordo non si chiuderà. A corredo dell'intervista (p.13) "cosa rischia il made in Italy".
Oggi a Palazzo Chigi vertice sul pacchetto competitività:obiettivo facilitare la ripresa degli investimenti produttivi mobilitando le risorse dei privati (Stampa p.18, Messaggero p.9). Tra le misure ipotizzate l'esenzione totale dall'imposta sul capital gain per chi investe in bond emessi da pmi. L'intenzione è quella di favorire gli investimenti delle famiglie in Borsa o nelle pmi, oltre all'attrazione di capitali stranieri. In arrivo anche la tracciabilità dei voucher, per evitarne l'abuso.
Su QN (p.8) i dubbi sulle misure su pensioni e lavoro annunciate dal governo e oggetto di confronto col sindacato. Zanetti al Messaggero (p.9): "Nelle prossime settimane bisognerà fare delle scelte tra riduzione dell'Irpef, pensioni, decontribuzioni. Tutto nel 2017 non potrà essere fatto. Ma se la Ue accetterà di rivedere i meccanismi di calcolo dell'output gap l'Italia sarebbe già in avanzo e molte risorse si potrebbero liberare per le politiche del governo".
Su Repubblica (p.13) nelle "Mappe" di Ilvo Diamanti la fine della classe media: "gli italiani si sentono su un ascensore in discesa".

EUROPA
Migranti, 700 morti in mare in tre giorni. E' emergenza: "Mancano le navi" (Repubblica in apertura e a p.2). "Profughi, serve un'azione planetaria" l'appello di Mattarella da Sarajevo (Repubblica p.4). Sulla Stampa (in prima e a p.4) il silenzio di Renzi, che ora teme l'emergenza con i centri d'accoglienza che scoppiano e il timore per il caos in Libia. Casini a QN (p.3): "Bisogna preparasi all'invasione. Il governo lanci un vero Sos". L'emergenza migranti rinfocola il sentimento anti Ue inglese. Farage (Ukip) a Repubblica (p.4): "Ora basta immigrati, ci tolgono ricchezza. La Gran Bretagna deve blindare i confini". Da Verdun, a 100 anni dalla più sanguinosa battaglia della Prima Guerra Mondiale, l'appello di Merkel e Hollande a difesa di un'Europa "fragile" e contro i nazionalismi: "Se ragioniamo in termini nazionali non riusciremo ad avanzare ma regrediremo" (Repubblica p.7). Ma il clima anche a Verdun – scrive il Corriere p.15 – non è più quello di un tempo. Nel 1984 tra Mitterand e Kohl fu un momento di spinta a una Ue in crescita; ora è il tentativo di ricordare che il motore franco tedesco non è stato buttato via anche se non funziona più. Intanto in Francia la rivolta contro la riforma del lavoro rischia di ripercuotersi anche sugli Europei di calcio. La Cgt promette di continuare scioperi e blocchi, Hollande e Valls fanno sapere di non voler concedere modifiche alla riforma. "I rischi, in termini di immagine e di sicurezza interna, a questo punto sono enormi", scrive il Corriere (p.15). La Francia sperava da ricavare in termini di immagine e di pil con il calcio quanto Londra ricavò dalle Olimpiadi. La situazione sembra in un vicolo cieco e nella maggioranza socialista c'è aria di fronda.

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