Commentario del 27.05.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano su molti quotidiani la scelta di Boccia, che al referendum schiera Confindustria per il sì. "Una scossa", per il Messaggero, quella di Confindustria: il Giornale la stronca, l'Unità la difende. "Crescere deve diventare la nostra ossessione", le parole di Boccia all'assemblea (Sole). Ma "la ripresa non c'è" (Corriere). Sul Mattino la prima intervista: per il Sud si deve fare di più. Sul Corriere la svolta di Boccia: piccolo non è più bello. Su Repubblica la sfida ai sindacati: "Salari legati alla produttività". Sul Messaggero l'intervento della Severino: la buona giustizia aiuta lo sviluppo dell'impresa. Il Foglio evoca il metodo Marchionne: produttività o morte. Altro tema del giorno il G7. I Grandi temono una frenata globale e l'ascesa di Trump (Avvenire). Ieri la conquista della nomination. Obama: il G7 teme Trump, lui promette un vice donna (Corriere). Ma per la Ue il problema numero uno restano i migranti: "Più aiuti, la crisi è mondiale" (Repubblica). Sulla Stampa l'allarme della Commissione: "Rete globale dei mercanti di schiavi". Sul Messaggero l'allarme del Viminale: "Non c'è più posto". Su tutti il ritorno di Girone dall'India: un nuovo inizio tra i due Paesi (Sole). Spazio anche alla politica. Bersani, sul Fatto, stronca Renzi: "Aiuta pochi potenti in cambio dei loro giornali. Berlusconi, sul Mattino, scuote Salvini: "Vince solo con noi". Sul Sole la presa di posizione del G7 sull'acciaio contro la Cina: Europa pronta a nuovi dazi. In copertina sull'Espresso il Ttip: patto avvelenato.

POLITICA
In primo piano l'appoggio di Confindustria al governo: "Sì al referendum sulla Costituzione" (Stampa p.9 e tutti). Dal neo presidente Boccia il sì alle riforme, a cominciare dal superamento del bicameralismo, e la scelta di una Confindustria "no partisan", "equidistante dai partiti ma non dalla politica". Il Giornale (in prima) stronca Confindustria: "Non c'è motivo per cui debba dare il suo parere sul referendum costituzionale". L'Unità plaude alla "nuova Confindustria": il cuore della relazione di Boccia è stato tutto politico e non poteva essere altrimenti se si vuole far cambiare passo all'Italia. Sul referendum è scontro aperto anche nel Pd. Delrio contro la minoranza: "Assurdi i comitati per il no. Il Pd non può accettarli" dice ad Avvenire (p.7). Cacciari a Repubblica (p.11): "Riforma maldestra, ma comunque è una svolta: chi l'attacca ha fallito per 40 anni. Ma Renzi fa un errore capitale se personalizza il confronto". Il duello è anche sull'Italicum, alla cui modifica Bersani condiziona il sì al referendum costituzionale. Guerini: "L'Italicum resterà così". Bersani al Fatto (p.3): "Favori ai vip, stampa amica e zero lavoro: l'Italia di Renzi". Regolamento di conti in atto anche nel centro destra. Berlusconi al Mattino (p.9): "Salvini rifletta. Il nostro movimento con la mia guida ha portato al governo Lega e destra di An, che ora è in Fdi, invece che condannarli alla sconfitta". Quanto a Renzi "Si comporta come se la Costituzione fosse sua. La Costituzione deve unire, Renzi vuol dividere il Paese e controllare tutto e tutti".

ECONOMIA
Dall'assemblea di Confindustria la linea del ministro allo Sviluppo Calenda e del presidente Boccia. "Trasparenza e niente incentivi a pioggia", la "rivoluzione" annunciata dal ministro (Stampa p.9) che chiama governo e imprese a una responsabilità condivisa sulla produttività. Prima dell'estate la legge sulla concorrenza, a settembre il piano strategico del Mise, all'insegna della trasparenza, innovazione, internazionalizzazione e crescita dimensionale. E' la fine del "piccolo è bello", linea propria anche al neo presidente di Confindustria Boccia. Alle imprese Boccia chiede di guarire dalla "malattia" della produttività: ai sindacati propone salari legati alla produttività (Repubblica p.8). Al governo dà atto dei buoni risultati su Ue e conti e propone un programma di 4 anni: manovre di qualità, politiche a saldo zero senza creare nuovo deficit". Ma soprattutto "spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle cose, tagliando Irpef e Ires e aumentando l'Iva (Stampa p.9). Ma per la riforma dei contratti bisognerà aspettare l'autunno: precedenza ai rinnovi aperti, ovvero al contratto dei metalmeccanici (Corriere p.8). Bersani al Fatto (p.3): "Relazione apprezzabile, ma serve coraggio sulle sfide su produzione e domanda. E il made in Italy non è solo cibo e bellezza ma anche siderurgia e industria". Da Confindustria al governo. Sul Corriere (p.6) l'apertura di Schaeuble verso Roma: "Sulla strada giusta, la sosteniamo". Su Repubblica (p.6) il plauso di Gurrìa (Ocse): "In Italia finalmente le cose si muovono. Renzi sulla riforma del lavoro si è messo in gioco personalmente per superare l'articolo 18 e sta andando avanti con la riforma costituzionale. Ha coraggio politico da vendere".  L'Espresso, nel servizio di copertina, stronca il Ttip: "Patto avvelenato" per i lavoratori e i consumatori. Ma chi lo sostiene promette più export e più Pil. Calenda all'Espresso (p.16): "Al nostro export farà benissimo".

EUROPA
Sos della Ue ai Grandi riuniti in Giappone per il G7: "Migranti, crisi globale. Più soldi e accoglienza, serve l'impegno di tutti" (Repubblica p.4). L'appello di Tusk agli alleati Usa, Giappone e Canada mette a nudo la crisi di leadership europea. C'è da sostenere Turchia, Libano e Giordania, dove si trovano 4 milioni di profughi siriani, e c'è da sostenere la Ue nell'opera di smistamento dei profughi verso altre destinazioni internazionali. Ma per Rampini dagli Usa c'è da aspettarsi ben poco. Renzi insiste col piano italiano per l'Africa. Solo ieri soccorsi 4000 migranti nel Canale di Sicilia. Sulla Stampa (in apertura e a p. 3) l'accusa della Commissione Ue: "C'è una rete globale dei mercanti di schiavi, che dal Messico arriva al Mediterraneo". Dal G7 timori anche per la frenata della crescita globale: Usa, Giappone, Francia, Italia e Canada fanno rete contro l'austerity. Dubbi di Berlino e Londra. Renzi: "Sgomitando in Europa sulla flessibilità qualche risultato l'Italia lo ha portato a casa" (Repubblica p.6). Gurrìa (Ocse) a Repubblica (p.6): "Vedo il rischio di recessione. Un patto per la crescita è necessario se vogliamo lasciarci alle spalle la crisi. Alla Ue serve qualcosa che faccia da detonatore: 0,5 punti in più di investimenti pubblici per tutti i governi".

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