Commenentario del 17.05.2016

IN PRIMA PAGINA
Dietrofront del governo, Comuni alle urne solo di domenica. Lega e FI in rivolta (Corriere e tutti). Svolta a Roma e Milano: riammessi Fassina e Fdi (Libero, Sole). A Roma sondaggio del Fatto dà la Raggi al 30%, Giachetti al 25, Meloni ancora sopra Marchini. Su Stampa e tutti il dietrofront del governo anche sulla Libia: dagli alleati armi e non truppe. In primo piano economia e finanza. La Ue apre alla flessibilità: "bonus" da 13,5 miliardi (Sole). Weidmann a Padoan: non si cresce col debito (Repubblica). Su tutti l'Opa anti-Cairo che apre una nuova battaglia su Corriere-Rcs. Il Fatto: i soliti noti con Renzi contro il piano di Bazoli e Cairo. Zingales: "I banchieri dettano, i giornali scrivono". In Unicredit summit tra grandi azionisti (Sole): Ghizzoni al capolinea (Fatto). Sul Messaggero intervista alla Giannini: "Le scuole aperte anche d'estate e nei giorni festivi". Sul Sole parla Battistelli (Brevetti): "L'innovazione italiana deve tutelarsi in Europa". Sul Sole e Italia Oggi al via gli sgravi per i premi di produttività in azienda e l'ok al decreto trasparenza: gratis ai cittadini gli atti pubblici telematici. L'Unità sul Jobs Act: calano le domande di disoccupazione e di cassa integrazione.

ITALIA-ECONOMIA
La Ue apre alla flessibilità: tra oggi e domani l'atteso "bonus" da 13,5 mld all'Italia ma a condizione che il governo ritorni in carreggiata su debito e deficit nel 2017 (Sole in apertura e a p.3). Dalla Commissione Ue attese raccomandazioni anche su riforma del catasto, giustizia e sofferenze bancarie. Oggi la risposta di Padoan a Bruxelles, col governo restio a formalizzare troppe precisazioni. Domani la decisione della Commissione. Sulla prossima legge di Stabilità impatto per 1,6 mld, che va ad aggiungersi agli 8 già previsti dal governo (Sole p.2). Repubblica (p.12) parla invece di sconto di 14,5 mld per quest'anno e di sconto anche nel 2017, con una manovra correttiva di "soli" 8 mld e un nuovo sconto da 11. Anche il Weidmann a Repubblica (p.13): "Padoan sbaglia: con il debito non si alimenta la crescita. E l'Italia, pur avendo fatti molti progressi sulle riforme, non è un modello sui conti pubblici". Sul Corriere (p.6) e tutti il vertice a sorpresa governo-sindacati che riapre il dossier pensioni: Camusso, Furlan e Barbagallo convocati il 24 maggio da Poletti per rivedere la legge Fornero. Ieri dal governo via libera al bonus fiscale sulla produttività (Sole p.37) e al Freedom of Information act (Sole p.5). Per il lavoro significa zero tasse sui benefit (Italia Oggi in apertura e a p.41) e aliquota ridotta al 10% per i compensi in denaro. Con il "Foia" gratis ai cittadini e alle imprese gli atti pubblici telematici e la possibilità di accedere praticamente a tutti gli atti. Il Sole (p.5): un punto a favore della trasparenza, anche se la strada è ancora lunga. Sul Sole (p.13) la risalita dei ricavi dell'industria per il 2016, +2,1% grazie alla ripresa del mercato interno, per poi stabilizzarsi più in basso (1,8%). . Il rapporto Prometeia-Intesa Sanpaolo anche sul Corriere (p.28): l'industria italiana post crisi? E' più sana ma poco digitale. Da superare i vecchi canoni di patriottismo economico: "Pericoloso l'avvitamento in una logica pre-protezionistica". Sempre sul Sole (p.15) la frenata della cassa integrazione, -38,8% della ordinaria dovuta però al blocco autorizzativo degli ultimi tempi per adeguare le procedure alle nuove regole del Jobs Act. Continua invece a crescere la cassa straordinaria (+13,9%), specie nel settore industriale (21,7%). Il Sole parla di dati Inps che confermano "un mercato del lavoro con luci e ombre". L'Unità di nuovi segnali di ripresa dell'economia, effetto del Jobs Act.

ITALIA-POLITICA
Retromarcia del governo sulle elezioni amministrative: "niente date aggiuntive", si voterà solo la domenica, il 5 e il 19 giugno (Repubblica e Messaggero in apertura e a p.2 e su tutti). Sul Corriere (in apertura e a p.8) e tutti l'ira di Forza Italia e Lega. Retroscena parlano di decreto pronto e poi "rimangiato" dal premier, esponendo Alfano a una figuraccia, per le reazioni e gli attacchi sia delle opposizioni che di Letta sui costi (Corriere p.8). Per la Stampa (p.5) sarebbero state le pressioni di Sala a convincere Renzi a cambiare idea: per il candidato milanese il lunedì al voto avrebbe favorito il centrodestra. Noto (Ipr): "Votare due giorni avrebbe influito sull'affluenza, non sul risultato" (Repubblica p.3). Altra "retromarcia" di Renzi sul referendum: "Personalizzare lo scontro non è il mio obiettivo ma quello del fronte del no, a disagio sui contenuti". Fitto: "O Renzi è smemorato o pensa che lo siamo noi (Corriere p.8 e tutti). Per Folli (Repubblica p.4) i toni sopra le righe usati fin qui evidentemente non pagavano e così Renzi ha cambiato cavallo: la campagna per il sì sarà ugualmente capillare ma Palazzo Chigi prova a cancellare l'impronta del plebiscito personale. Un'inversione di marcia "brusca e persino temeraria". Sempre in primo piano le amministrative. A Roma rientra in gioco Fassina, a Milano "rientra" Fdi (Corriere p.10). Si complica la corsa di Giachetti (Stampa p.7). Marchini e Meloni rientrano in gioco per il secondo posto. Per il sondaggio Quorum/You Trend del Fatto (p.6) a Roma lo scontro è Raggi-Giachetti, 30,5% a 24,7%; poi deciderà tutto la destra ma l'esito è netto: Raggi al 57,8%, Giachetti al 42,2%.

EUROPA
Dall'Occidente armi a Sarraj ma non truppe di terra: "Tocca ai libici battere l'Isis". Sulla Stampa (prima e p. 2-3 e su tutti), quanto deciso nel vertice di Vienna che alleggerisce l'embargo: pieno sostegno all'esecutivo, no all'invio di truppe straniere "ma la situazione va risolta al più presto" si legge nella dichiarazione finale firmata da Usa, Russia e vari Paesi europei tra cui l'Italia. Per alcuni quotidiani italiani è un dietrofront di Renzi. Magris sul Corriere: sì ai pompieri ma soltanto se non c'è incendio. Gentiloni: "Le forte di Haftar devono essere coinvolte, ma lo si fa partendo dalla leadership di Sarraj". Il premier Sarraj. "Non vogliamo un intervento straniero: i terroristi saranno sconfitti dalle nostre forze armate".  Italiani in campo per addestrare l'esercito locale e vigilare: necessario verificare l'uso degli armamenti sul territorio e per la fornitura bisognerà attendere la formazione. Servono fucili d'assalto ed elicotteri. Sugli errori commessi in Libia, critico Papa Francesco: "Prima c'era un Gheddafi, ora ce ne sono 50". L'analista Boot: "Bisogna aiutare le milizie locali, ma solo se collaborano, il governo va sostenuto con più forza".

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