Commentario del 18.05.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano su tutti il sì europeo alla flessibilità: ma nel 2017 servirà uno sforzo sui conti. Il Sole: il vero impegno ora è investire. Tanti i temi di economia e finanza. Sul Corriere l'export in calo e l'e-commerce che non decolla. Sulla Stampa le preoccupazioni del governo per Unicredit: Ghizzoni verso l'addio. Su Repubblica Mauro intervista Bazoli: "Dio, le banche e le battaglie sul Corriere". Battaglia che continua, con Cairo che non molla la presa: "Ho progetti vincenti" (Libero). Sul Foglio i dubbi di Mucchetti sulla cordata Bonomi e la pista francese per la "guerre al Corrieré". Sul Giornale ombre cinesi sulla Fiat: gruppo asiatico studia un'offerta. Su tutti l'Italia sotto processo a Strasburgo per l'Ilva: non ha tutelato la salute. Sul Sole il viaggio nell'Italia che innova: nelle Marche cura di spin off per contrastare la crisi. Molte anche le notizie di respiro internazionale. Sulla Stampa il piano Africa dell'Italia: migranti, export e sicurezza. Gentiloni: ecco perché scommettere sul Continente. Dlamini Zuma al Sole: "L'Italia merita un seggio all'Onu". In Francia guerriglia contro il Jobs Act. Hollande: non torno indietro (Stampa). Sul fronte politico, in primo piano l'attacco dei vescovi alle Unioni civili – "un varco per l'utero in affitto" – e il referendum costituzionale. Sulla Stampa l'avanzata dei "no", sul Foglio chi c'è nel Partito del sì. Renzi ai Dem: fino al voto basta divisioni (Sole). Intanto a Libero, Belpietro lascia e arriva Feltri. Il Fatto: nasce il Giornale Unico del Sì: dopo il Corriere, anche Libero e Tempo passano con Renzi.

ITALIA-ECONOMIA
Accordo Italia-Ue sulla flessibilità: Roma ottiene uno "sconto" di 14 mld per il 2016 e un altro da 11,5 mld per il 2017 ma in cambio dovrà impegnarsi a "evitare deviazioni significative" dagli impegni di riduzione del deficit migliorando i saldi di 3 mld in più di quanto prospettato. La manovra del 2017 dovrà dunque contenere riduzioni di spesa (o aumenti di tasse) per circa 12 mld rispetto agli 8-9 prospettati nel Def. Un accordo molto politico, imposto da Juncker ai "falchi" e frutto di un compromesso che ha "salvato" non solo Roma ma anche Parigi e Madrid, scrivono la Stampa (p. 4) e il Messaggero (p.2). Padoan: "Rispetteremo gli impegni" (Sole p.3). Renzi: "E' un successo del Paese ma avrei voluto ancora più flessibilità". La Commissione: "Nessun altro Stato ha avuto tanto". Bini Smaghi a Repubblica (p.2): "E' l'ultima concessione, ora giù il debito". Sul Corriere (p.8) i dubbi di Monti: "Solo lo 0,25% è per investimenti, il resto è spesa o taglio di tasse per acquisire consenso politico". Sul punto insiste anche il Sole (in prima e a p.2): il vero impegno ora è investire, a cominciare dai 4 mld di cofinanziamento richiesti per le grandi opere finanziate dalla Ue (tra alta velocità, banda larga e smart city). "A Padoan un anno di tregua ma il rischio è la produttività", scrive Giugliano su Repubblica (in prima e a p.3). Il riferimento è alle previsioni Istat sul pil, dato all'1,1% nel 2016 (Sole p.6, Stampa p.4 e tutti), con i consumi in ripresa, la disoccupazione all'11,3% ma le esportazioni in frenata. Sul calo dell'export torna anche Di Vico sul Corriere (in prima e a p.8): con il rallentamento della crescita cinese e la rivalutazione del dollaro le speranze sono concentrate verso la Russia. Le speranze sono concentrate sulla visita che Renzi farà alla "Davos" di San Pietroburgo a metà giugno. Sulla Stampa (in apertura e a p.2) i timori del governo per il caso Unicredit: Ghizzoni a un passo dall'addio, in bilico anche il presidente Vita per un ribaltone "spinto" dai soci. Aumento di capitale e gestione i nodi da sciogliere da troppo tempo. Soci privati ma problema "pubblico", scrive Mancorda sulla Stampa (in prima e a p.3): e infatti Palazzo Chigi segue con preoccupazione la situazione. "Serve stabilità per la banca più internazionale del Paese".

ITALIA-POLITICA
Unioni civili ancora in primo piano per l'attacco del cardinal Bagnasco: "Equiparate al matrimonio, varco per l'utero in affitto" (Repubblica in prima e a p.6 e su tutti). Uno schiaffo al governo, con Pd e Ncd che si difendono. Per Repubblica (p.7) le parole di Bagnasco sono il segnale che i teocon della destra italiana aspettavano: si rimette in moto un fronte trasversale per il referendum abrogativo della "Cirinnà". Ruini al Corriere (p.2): "Dalle unioni civili rischio derive. Quelle norme vanno cambiate: sono un problema gravissimo per l'Italia e quindi per la Chiesa". In primo piano anche il referendum di ottobre, con Renzi che offre una tregua alla minoranza dem: "Smettiamo di dividerci, per sei mesi andiamo all'attacco senza paura degli avversari" (Corriere p.10 e tutti). Bersani: "Serve una voce di sinistra, io mandato in Siberia. Governo vicino alle lobby? Il sospetto c'è" (Repubblica p.10). Sulla Stampa (p.6) gli ultimi sondaggi: fronte del sì in discesa (dal 46% al 41%), i "no" risalgono (dal 28 al 33%); indecisi il 26%. Sul Foglio (in prima) chi c'è nel partito del Referendum: da Confalonieri a Caltagirone, da Confindustria ai grandi giornali, da De Benedetti a Fca, con l'appoggio di Napolitano, Mattarella, Cassese. A Libero via Belpietro, torna Feltri (Corriere p.11 e su tutti). Il Fatto: "Nasce il giornale unico del Sì". La rimozione di Belpietro, schierato per il "no" al referendum e il ritorno di Feltri, schierato col "sì", decisa in una cena a tre tra l'editore Angelucci, Verdini e Lotti (Fatto p.5). Oggi l'ultimo titolo di Belpietro: "Un No contro il pericolo Renzi".

EUROPA/MONDO
Migranti, export e sicurezza: sulla Stampa (in prima e a p.10) il piano dell'Italia per l'Africa. Oggi alla Farnesina la Prima Conferenza Ministeriale Italia-Africa con oltre 50 Paesi con l'Africa che ormai non è solo più il continente povero e con gravissimi problemi ma anche una "grandiosa opportunità economica". La maggior attenzione della politica italiana all'Africa si è tradotta in una maggiore attenzione delle imprese al mercato africano, da cui il +8,9% delle esportazioni e la riduzione del deficit commerciale di 2 mld. Sul Sole (in prima e a p.23) parla la presidente dell'Unione africana Dlamini Zuma: "L'Italia può essere un ponte tra Africa e Ue", dice, favorevole a un seggio permanente per Roma al consiglio di sicurezza dell'Onu. Quanto all'Africa "consideriamo l'Italia un modello di riferimento sul piano economico, sui temi dell'industria, della piccola e media impresa, e un buon partner per le infrastrutture: lavorare con l'Italia su temi economici potrebbe essere davvero vantaggioso". Il ministro algerino Messahel alla Stampa (p.5): "Nei prossimi anni l'Africa sarà la destinazione più ambita per gli investimenti stranieri: qui tassi di crescita superiori al 5%". Il ministro somalo Omer al Corriere (p.14): "Investite da noi, solo così eviteremo che i giovani rischino la vita nel Mediterraneo". L'appello è al governo e alle aziende italiane: "Abbiamo bisogno di energia solare, di tecnologia per costruire villaggi, ponti, aeroporti. Sappiamo di poterci fidare della loro professionalità, della serietà con cui operano".  Nella Conferenza spazio anche al "Migration compact" di Renzi e al tema della gestione dei flussi migratori. Sul Messaggero (n prima e a p.13) l'allarme di Europol e Interpol: sarebbero 800 mila i profughi pronti a partire dalla Libia per l'Europa. Un business da 6 mld.

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