Commentario del 27.04.2016

IN PRIMA PAGINA
Voti e camorra, bufera sul Pd (Corriere): indagato il presidente dem in Campania (Repubblica). "Voti per favori ai boss Casalesi" (Fatto). Renzi tace, M5S e Lega all'attacco. La Stampa: urgente fare pulizia. Governo sotto tiro anche in Europa, per i conti e la gestione dei migranti. Weidmann (Bundesbank): "Il vostro debito minaccia la Ue" (Repubblica). Hofer (Austria): "Chiusura del Brennero inevitabile" (Messaggero, Corriere). Sul fronte libico è l'ora del dietrofront: non c'è intesa tra leader europei, salta l'invio dei soldati (Stampa). Sempre in evidenza anche il tema pensioni, con le buste arancioni dell'Inps in arrivo. Sul Messaggero parla Nannicini: "Ecco i piani per l'uscita anticipata". Intanto l'aspettativa di vita per la prima volta risulta in calo. La Stampa: pesa il taglio dei fondi nella sanità. Sul Corriere anticipazioni sulla squadra di Boccia: oggi i nuovi vertici di Confindustria.

POLITICA
Camorra e appalti, indagato il leader del Pd in Campania (Stampa p.4 e su tutti). Stefano Graziano accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Lega e 5Stelle all'attacco: era consulente del governo. Palazzo Chigi: il suo incarico non fu rinnovato. Dalle intercettazioni (Corriere p.9 e altri) gli scambi con i boss Casalesi tra appalti e voti. Fico: è la dimostrazione che il Pd è permeabile a qualsiasi infiltrazione. Guerini: totale e incondizionata fiducia nei magistrati. Libero (p.3): voto vicino, il partito lo scarica. Renzi si chiude nel silenzio: la Stampa (p.3) parla di premier molto irritato, Repubblica (p.3) di grande paura del premier e imbarazzo dei Dem. Al Sud è "allarme questione morale": resiste solo l'asse col governatore De Luca.
Sorgi sulla Stampa (p.23): urgente fare pulizia, tanto più che in Campania Regione e Palazzo Chigi erano pronti a investire in opere pubbliche dieci miliardi di fondi europei. Folli su Repubblica (p.29) parla della politica degli occhi chiusi, su una classe dirigente mediocre e vorace. Graziano è un piccolo personaggio ma è curioso che abbia potuto restare a Palazzo Chigi per oltre due anni.

ECONOMIA
Weidmann (Bundesbank) gela l'Italia: "Il vostro debito minaccia la Ue" (Repubblica in prima e a p.6 e su tutti). Intervenendo nella residenza romana dell'ambasciatore tedesco (sul Foglio p.6 il discorso integrale) il capo della Bundesbank parla di regole sul disavanzo più spesso violate che rispettate e rilancia sul tetto ai titoli di Stato in pancia alle banche, in netto disaccordo con Padoan: "La sua visione è troppo ottimista, senza controlli è sbagliato condividere i rischi". Ma nel mirino c'è Renzi, nonostante il giudizio positivo su Jobs Act e fondo Atlante: non può volere qualcosa e il suo contrario, chiedere che in Europa si condividano certi debiti e rivendicare che il bilancio dell'Italia lo decidono gli italiani. A Weidmann fa da contraltare il vice di Draghi Coeuré, con un'intervista al Sole (p.2): "Tempi lunghi sul tetto ai bond sovrani nelle banche". Quanto all'Italia bene il fondo Atlante per le crisi bancarie ma va rivista la normativa fallimentare. Sul fronte interno il dibattito è sulle pensioni, con le buste arancioni dell'Inps in arrivo (Corriere p.33 e su tutti), che prefigurano per i giovani assegni non oltre la metà del reddito (Messaggero p.3). Per la Stampa (p.13) l'operazione trasparenza di Boeri rischia di trasformarsi in un boomerang: incognite sulla crescita, simulazioni di carriera complicate, serviranno monitoraggio e spiegazioni continue. Nannicini al Messaggero (p.2): "Da qui al 2018 il governo interverrà per sostenere le pensioni più basse ma è presto per dire come".  "Penalizzato chi lascia spontaneamente, aiuti ai disoccupati. In caso di ristrutturazioni paga l'azienda". Complessivamente l'aumento della flessibilità in uscita può costare 5-7 mld. Di qui la necessità di coinvolgere il sistema finanziario: "Vorremmo creare un mercato di anticipi pensionistici coinvolgendo governo, Inps, banche e assicurazione". Ribadita l'esclusione di un intervento sulle pensioni di reversibilità – "Puntiamo a dare di più, non di meno" – Nannicini conferma invece il taglio dell'Ires dal 27,5% al 24 a partire dal 2017.

EUROPA
I leader europei divisi sull'intervento in Libia, da Hannover frenata sull'invio a Tripoli di contingenti militari (Repubblica p.10 e altri). Hollande – che in sintonia con l'Egitto appoggia le autorità di Tobruk – spacca il fronte occidentale: gelo con l'Italia. Renzi: disponibili a intervenire ma solo se c'è chiarezza e condivisione. Timori per una nuova ondata di esodi dalla Libia. Il commissario Ue Avramopoulos a Repubblica (p.12): "L'Italia deve prepararsi, arrivi in aumento. Accelerate i rimpatri, la Ue pronta ad aiutarvi". "Roma non agisce, tocca a noi fermare l'onda dei migranti" dice al Corriere (p.3) Hofer, il leader dell'ultradestra austriaca che potrebbe diventare presidente dell'Austria. "Non sono felice del blocco del Brennero ma finché le frontiere esterne non funzionano bisogna mettere in sicurezza i nostri confini nazionali". Dicono invece "no" alla chiusura del varco con l'Italia le imprese austriache: la Camera di commercio federale prevede danni oltre 1 mld di euro (Sole p.23). Delrio al Mattino (in prima e a p.7): "La chiusura del Brennero sarebbe un danno gravissimo per l'economia e per i trasporti, europei non solo italiani.Noi lavoriamo per una maggiore diffusione del made in Italy".

IL CASO
Le Pmi italiane bocciate da Moody's: troppo deboli. Sul Corriere (in prima e p.6) il report dell'agenzia di rating che mette a confronto le piccole imprese di Belgio, Francia, Portogallo, Spagna, Regno Unito e Italia. Nonostante siano quelle che apportano più valore aggiunto all'economia del paese, le pmi italiane sono ferme al 2008. Mentre in Gran Bretagna il valore aggiunto aumentava dell'11,6% nel 2014, in Italia si assisteva solo ad un leggero calo delle sofferenze. "Le Pmi italiane hanno scontato negli anni la completa esposizione al sistema bancario e la totale chiusura a qualsiasi tipo di finanziamento", spiega Alessandro Minichilli, professore di Strategia e Imprenditorialità alla Bocconi, "per anni non si è pensato all'internazionalizzazione e alla diversificazione del rischio". A Moody's ribatte Silvestrini segretario generale del CNA: "è un'analisi ingenerosa e non analizza il problema nella sua completezza. Per performare meglio è necessario un contesto che supporti le aziende, pagamenti più puntuali e regole più amiche dell'impresa. E' innegabile che l'Italia sia stato uno dei paesi più massacrati dalla crisi."

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