Commentario del 13.03.2016

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano su tutti, con lo scontro interno al Pd tra Renzi e la sinistra dem: "Niente lezioni da chi distrusse l'Ulivo" (Sole, Stampa). Veltroni su l'Unità: "Non sciupate il Pd". Serracchiani: D'Alema gioca a perdere (Unità). Libero: Renzi tifa scissione per cancellare le ultime macchie rosse. Tensioni anche per le amministrative. A Roma Berlusconi blinda Bertolaso ma Salvini lancia la Meloni (Messaggero), a Napoli Bassolino minaccia di candidarsi anche a primarie perse (Mattino), a Milano la grillina Bedori fa un passo indietro perché non piace a Casaleggio (Unità). In Europa asse di Renzi con Hollande su immigrati e austerity (Sole) ma dal Corriere stoccata al governo: il rischio di non avere un'agenda. Sul Sole De Vincenti rilancia sul riassetto della pubblica amministrazione: "Con le riforme i Comuni taglino le tasse". Sul Fatto il voltafaccia del governo sull'acqua: meglio privata.  Sul fronte europeo, oggi test elettorale ad alto rischio per la Merkel (Sole). La leader populista Petry alla Stampa: "Disastro Merkel sui migranti". Intanto la Grecia spinge duemila profughi verso l'Albania. Allarme in Puglia (Repubblica).

ITALIA-POLITICA
Scontro a distanza Renzi-Bersani dopo l'affondo di D'Alema contro il premier. Renzi attacca la vecchia guardia del Pd: "Chi mi attacca ha distrutto l'Ulivo, consegnando l'Italia a Berlusconi. Non accetto lezioni da nessuno". Bersani: "Renzi non tocchi l'Ulivo, sta seduto sulle spalle di chi quell'Ulivo l'ha fatto" (Repubblica p.10 e tutti). Critiche anche contro le riforme: "Dell'Italicum penso il peggio possibile e il mix con la riforma costituzionale è preoccupante". Da Roma Renzi difende l'Italicum e blinda le primarie: "Per mandarmi via la battaglia è al congresso" (Corriere p.9). Ma Bersani insiste: "Alla barca bisogna dare una raddrizzata". Per Repubblica (p.10) nell'ombra si lavora per il ministro Orlando. Veltroni (Unità): "Non sciupate il Pd". La Serracchiani (Unità p.2): "D'Alema gioca a perdere". Rossi al Corriere (p.9): "Il livore non aiuta. Ma non c'è soltanto l'Italia felice della Leopolda". Su Repubblica (p.11) interviste a Orfini – "La lotta anti austerità è impegno per i deboli" – Richetti – "Partito da rafforzare, basta dialogo tra sordi" – Speranza: "Stop al trasformismo, siamo di centrosinistra" – Martina: "Più Libia ed Europa, meno discorsi interni". Pigi Battista sul Corriere (p.8): "Solo lo sfascio a destra li salva dall'autodistruzione".
Amministrative. A Roma giostra di numeri per le gazebarie. Berlusconi non molla: "Con Bertolaso vinciamo al primo turno" (Giornale p.3). Ma il centrodestra va verso la rottura, con Salvini che spinge la Meloni (Messaggero p.7 e tutti). Ira Cav: "Giorgia e Matteo? Ragazzotti" (Tempo p.3). A Napoli Bassolino resta in campo. "Posso vincere, dal Pd mi aspetto onestà" (Sole p.6). Marco Rossi Doria: "Basta, Bassolino è il passato". A Milano Bedori si ritira, M5S nel caos (Repubblica p.13). Paga alcune frasi di sinistra su moschee e rom. L'Unità (in prima e a p.5): "Non piace ai padroni M5S".

ITALIA-ECONOMIA
Stoccata del Corriere al governo: su economia e futuro non ha un'agenda, scrive Ferrera (in prima e a p.27). C'è un "corto-termismo" patologico nella cultura politica e nella prassi di governo quando invece l'unica chance di arrestare il declino è investire per il lungo periodo. Renzi ha promesso il cambiamento ma l'azione di governo è rimasta superficiale e incoerente: serve invece un'agenda di misure concrete che puntino a crescita, occupazione, competitività, mobilità sociale. Sul Sole il sottosegretario De Vincenti rilancia sul riassetto della pubblica amministrazione: "Col riordino dei servizi pubblici locali e delle partecipate mi aspetto che i Comuni usino i risparmi generati dalla riforma per aumentare i servizi ai cittadini e per ridurre le tasse locale". Ma per i decreti di attuazione della riforma Madia serviranno almeno 3 mesi e mezzo. Pronto invece il decreto che prevede la detassazione dei premi di produttività, premi che possono salire fino a 2500 euro in caso di partecipazione dei lavoratori all'organizzazione del lavoro (Sole p.5). Sempre sul Sole (p.5) i ritardi di "Garanzia Giovani", il programma Ue per i giovani "neet": su 2 milioni di potenziali interessati, solo in 859 mila si sono iscritti al programma; di questi, solo 220 mila hanno ricevuto una proposta, per lo più stage. Vere assunzioni solo per 30 mila giovani. E il tasso giovanile resta tra i più alti d'Europa, al 39,3%. Le imprese accusano: colpa della eccessiva burocrazia. In ritardo anche l'Anpal, la nuova Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, tale solo sulla carta. Ichino (Pd): "Stupisce che nelle sue funzioni vengano escluse quasi del tutto l'orientamento e la formazione professionale".
Sul Messaggero (p.8) "l'alluvione" di miliardi Bce (1.480) pronto a scaricarsi su famiglie e imprese: dalle banche italiane 350 mld. Per Patuelli (Abi) la "manovra Draghi" è "la spallata definitiva alla crisi ma i tassi a zero non sono eterni". "Serve una ripresa di fiducia. A Renzi chiediamo di proseguire con le riforme per una competizione ad armi pari col resto d'Europa".

EUROPA
Migranti ed Europa, il voto in tre Lander tedeschi è un test sulla Merkel (Repubblica p.6 e altri). La campagna elettorale, dominata dal tema dei profughi, si è trasformata in un plebiscito sulla Merkel, con i partiti di governo per i quali i sondaggi annunciano pesanti cadute a favore della destra populista data oltre il 105 (Messaggero p.12). Sulla Stampa (p.7) parla Frauke Petry, , leader di AfD: "Sui profughi politiche sbagliate dalla Cancelliera: si dimetta. Così si rischia di seppellire la Ue". Critica la Merkel anche il governatore Cdu del Sassonia-Anhalt Haseloff: "Impossibile accogliere un milione di immigrati. Abbiamo perso il controllo. Praticamente le regole di Dublino e Schengen sono sospese. Ma così la Cdu perde consensi" (Repubblica p.6). Critici con la Merkel sia sui profughi sia sull'austerity i leader socialisti riuniti ieri da Hollande all'Eliseo (Repubblica p.7). Hollande: "Nessuna concessione ad Ankara in materia di diritti umani o sui criteri di liberalizzazione dei visti". Renzi: "Crescita, crescita crescita, vogliamo trasformare l'Europa". Fubini sul Corriere (p.7): è "l'asse vitale" Merkel-Draghi a tenere insieme l'Europa. Senza di loro e senza il loro interagire la Ue non avrebbe fatto i progressi che ha fatto. Ma a Draghi sono rimasti 3 anni e la Merkel sembra entrata nella fase discendente: i leader di oggi, a partire da Renzi, debbono saper trovare alleati e avere responsabilità sulla tenuta dei conti. Sul Corriere (p.6) intervista a Feldstein: "Pessimista sull'Europa: debito alto e poche riforme. Il rischio più grande?La crisi dei rifugiati".

©riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento