Commentario del 30.11.2015

IN PRIMA PAGINA
Sfregio ai morti di Parigi (Giornale): guerriglia per il clima (Repubblica). Il vertice di Parigi ostaggio dei violenti (Stampa). Cominciano così i 12 giorni decisivi per il futuro (Corriere): faro sul nuovo club degli inquinatori, Usa, Cina e India (Repubblica). Il Papa apre il Giubileo nero (Giornale): la Porta Santa nell'Africa in guerra (Stampa). Oggi in moschea la sfida al terrore (Messaggero). In Europa accordo con la Turchia sui migranti (Repubblica). Bruxelles dà tre miliardi al governo turco (Messaggero). La Ue accelera sull'ingresso della Turchia (Corriere). Sul piano interno le reazioni all'intervista di Padoan - Pil sballato, colpa del califfo (Fatto). Tira già aria di manovra-bis (Giornale) – e le fibrillazioni per le amministrative. La Berlinguer carta Pd per Roma (QN), per Sala a Milano avanza una lista civica (Corriere). "Sallusti e Sala deboli, a Milano serve la mia grinta" dice la Bernardini De Pace a Libero. E Bassolino: "Senza di me, il Pd perde Napoli". Su Repubblica la mutazione genetica delM5S: "non chiamateli più grillini". Possono vincere le politiche e governare con Di Maio, scrive Diamanti. Di Maio che al Fatto dice: "Italia mai in guerra. E basta con gli emiri coinvolti". Ma a Livorno, invasa dalla spazzatura, il sindaco grillino va in tilt (su tutti). Sul Corriere Rizzo sulla difficile sfida del Giubileo, già in ritardo. Sulla Stampa e su tutti la storia di Rita, uccisa in Kenya per difendere la madre . "Quei bimbi devono avere una scuola". Sul Corriere Ghizzoni svela il piano della svolta per Unicredit. Su CorrierEconomia il ritorno di Tasi e Imu. Quest'anno vanno pagate. Ecco come.

ITALIA-ECONOMIA
"Pil sballato per colpa del Califfo" (Fatto e Libero in prima e a p.2), "tira già aria di manovra bis" (Giornale in prima e a p.10): queste le reazioni all'intervista di Padoan al Corriere, nella quale il ministro aveva parlato di pil allo 0,9% non più come una certezza ma come una previsione, messa in forse dai contraccolpi del terrorismo sull'economia italiana. Un'uscita, secondo il Giornale, che non è piaciuta a Renzi che ha cercato di correggere il tiro: "Siamo preoccupati ma confermiamo le previsioni 2015. Consumatori e cittadini non debbono rinchiudersi in casa". Quotidiani e opposizione contestano Padoan: la situazione era peggiorata prima degli attacchi terroristici. Brunetta: "Lo sapeva pure Padoan, ma nonostante la situazione suggerisse prudenza ha impostato la legge di Stabilità tutta in deficit".  Repubblica (p.16) parla di un'incognita da due miliardi sulla manovra, il Corriere (p.11), dando voce a economisti e analisti, parla di economia senza ripresa. Duro Munchau (FT): "Il terrorismo è solo uno degli choc possibili. Quello che conta è rendere il sistema strutturalmente solido, in grado di reggere l'urto". E questo l'Italia non l'ha fatto: "Il governo ha preferito tagliare le tasse sulla prima casa anziché spingere su produttività e efficienza". Altro fronte di scontro, le parole di Poletti su orario di lavoro e contratti. Bentivogli (Fim Cisl) lo difende, in un'intervista sulla Stampa (p.11) e con un intervento sull'Unità: "Sugli orari di lavoro e i contratti non ha tutti i torti". "Solo chi non frequenta le fabbriche ignora che la prestazione lavorativa è già radicalmente cambiata. L'alzata di scudi della Cgil non ha senso. Chiediamo il diritto alla formazione e orai a menù. In una fabbrica intelligente anche il lavoro deve essere intelligente, autonomo e responsabile". Taddei a QN (p.12): "Il Pd condivide il pensiero di Poletti. A inizio d'anno presenteremo il Jobs Act degli autonomi e il Jobs Act dello smart working". Su QN (p.13) parla anche l'economista Goldstein: "Orario flessibile? Esiste ovunque. Sindacati conservatori". Zanetti al Messaggero (p.15): "Giusto sganciare i salari, discutiamone. Dai sindacati solo una reazione feroce". Poletti va avanti: "Bisogna fare i conti con la realtà. Senza prescindere da un ruolo importante del contratto nazionale bisogna rafforzare la contrattazione aziendale per promuovere la produttività" (Unità p.10). Telese, su Libero (in prima e a p.9) lo stronca: pronto il contratto a fregature crescenti.

ITALIA-POLITICA
"Non chiamateli più grillini": nelle "Mappe" di Ilvo Diamanti su Repubblica (in prima e a p.14) la mutazione genetica del M5S, dove governare diventa meglio che protestare e il leader ora è Di Maio. Di Maio che al Fatto (p.7) rilascia una lunga intervista sulla crisi internazionale: "Mai in guerra, subito il blocco agli emiri coinvolti con Daesh e lo stop alle sanzioni alla Russia". Intanto però a Livorno, la città va ko sommersa dalla spazzatura. Il Pd: "Incompetenti" (Repubblica p.15 e su tutti).
Ma l'attenzione dei quotidiani è sulle città alla prova del voto. QN (in prima e a p.14) parla della Berlinguer come la carta Pd per Roma. Sul Corriere (p.19) il dilemma Sala per Milano, pronto a candidarsi "ma il Partito della Nazione non so cosa sia". E tra imprenditori e mondo della cultura prende corpo l'idea di una candidatura in una lista civica. Orfini ancora alle prese col caso Roma, al Corriere (p.21) dice: "Marchini è una prospettiva già esclusa. Sceglieremo il nostro candidato con le primarie".
Su Libero (p.10) parla la Bernardini De Pace, a cui guarda Berlusconi: "Sallusti e Sala sindaci deboli, meglio una cattiva come me". Su Libero (p.11) parla anche Bassolino: "Se non mi candido io, a Napoli il Pd scompare". "Qui il partito è distrutto, rischia di arrivare quarto".
Su Stampa e Repubblica la partita della Consulta. Per la Stampa (p.10) il premier punta a vincere tre giudici a zero: niente patti con il M5S, Renzi vuole mettere "in sicurezza" la Corte Costituzionale dove presto si discuterà di Italicum  e cercherà di portare a casa tre giudici su tre (Barbera, Sisto e Pitruzzella) a costo di un altro fiasco.
Sul Messaggero (p.11) anticipazioni della Leopolda 6: niente tavoli ma "eccellenze italiane". Invitati campioni dello sport, manager pubblici e privati. Nessun politico sul palco.

EUROPA
Tre miliardi alla Turchia: è l'aiuto Ue per i migranti (Repubblica p.6 e tutti). In cambio della promessa turca di chiudere le frontiere europee a profughi e migranti, Bruxelles apre ai visti per i turchi che vorranno viaggiare in Europa e riapre i negoziati per l'adesione turca all'Unione. "Un accordo firmato sotto il ricatto di Erdogan sui rifugiati", il commento di Repubblica (p.6). "Raramente, nella storia pur non lineare della diplomazia europea, la distanza tra le cose dette e le cose veramente pensate è stata più grande. Ma il governo turco aveva bisogno del vertice europeo per uscire dall'isolamento. E' chiusura invece tra Ue e Israele. Dopo il caso del marchio Ue ai prodotti dei Territori occupati, Netanyahu annuncia lo stop alle relazioni diplomatiche con Bruxelles (Repubblica p.7 e tutti). Intanto, per le Regionali francesi di domenica, la nuova coppia Le Pen – Marine e la nipote Marion – si prepara al trionfo (Corriere p.6).

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