Commentario del 3.11.2015

IN PRIMA PAGINA
Fuga di notizie in Vaticano, due arresti: monsignor Balda e la consulente Chaouqui (Sole). Arrestati i due "corvi" del Vaticano (Corriere, Repubblica). Per Libero "i Giuda di Francesco". Avvenire parla di "furto di fiducia". E per i colpevoli "nessuno scampo". Gotti Tedeschi al Mattino: "Le stesse forze contro Ratzinger". Sul Fatto Nuzzi anticipa il suo libro: "Racconto le ruberie sulle elemosine dei nemici del Papa". Su Repubblica anticipazioni del libro di Fittipaldi: "I soldi della carità spesi dai monsignori e quelli dei bambini per l'attico di Bertone". Altra notizia del giorno, lo scontro Renzi-Regioni sui tagli. Troppi tagli: a rischio i farmaci salva-vita (Libero). Renzi convoca i presidenti: ora ci divertiamo (Corriere). Ancora in primo piano anche il caso Roma: su tutti la lista dei 101 nomi di Mafia Capitale (Giornale). Una lista che terrorizza il Campidoglio (Stampa). Sul Sole e su tutti il nodo dei poteri per gestire città e Giubileo. Tronca avrà sette "vice". La regia del Giubileo a Gabrielli (Messaggero). Sui candidati sindaci Pd e Fi nel caos. Renzi frena sui nomi – prima rimettiamo in sesto la città – Berlusconi su Marchini: "E' un arrogante" (Repubblica). E a destra riprende quota la Meloni (Libero). Intanto l'8 novembre si avvicina e anche l'accordo Forza Italia-Lega (Italia Oggi). Tajani al Tempo: "C'è l'accordo tra Lega e FI. Silvio? E' il leader". Da Bagheria la rivolta degli imprenditori ai boss del pizzo: 22 arresti. Alfano ad Avvenire: aiuti a chi denuncia. Dall'estero l'inchiesta sull'aereo caduto: ipotesi bomba (Corriere, Libero). Mosca crede all'ipotesi attentato (Stampa).

ITALIA-ECONOMIA
Sanità e tasse, è scontro governo-Regione (Corriere p.8). Chiamparino: troppi 4 miliardi di tagli, mancano i soldi anche per i medicinali salva vita. Renzi convoca i presidenti: "Ora ci divertiamo" (Repubblica p.26). "Non consentirò che aumentino le tasse, piuttosto taglino gli sprechi. Sulla sanità più soldi che in passato". Ma tra il 2017 e il 2019, stimano i tecnici del Parlamento, il sistema regionale dovrà sopportare un "contributo" alla finanziaria pubblica pari a 17 miliardi, scrive il Corriere (p.9) e questo in un sistema dove cinque regioni sono già commissariate sulla sanità.  Rossi – "né con Chiamparino né con Renzi" - a Repubblica (p.26): "Invece di giocare affondiamo i problemi". Per il Messaggero (p.4) è una doppia sfida, agli enti locali e al Pd, con i governatori più critici che sono dem. Stasera il confronto del partito: il Corriere (p.9) parla di minoranza preoccupata per la tenuta dei conti pubblici ma per non alimentare la tensione evita di diffondere la propria "contro-manovra". Squinzi promuove il governo: "Prima manovra espansiva dal 2007" nonostante i "vuoti" su ricerca, innovazione, Mezzogiorno (Sole p.2). I tecnici del Senato bocciano la manovra su casa, contanti, canone Rai e Iva (Stampa p.9 e su tutti): nel mirino le coperture e l'impatto su Regioni e Comuni. "Senza Tasi manovre di bilancio limitate per i Comuni" (Sole p.5). Sul Giornale (p.2) gli 11 no dei tecnici. Oggi l'audizione di Corte dei Conti, Bankitalia, Upb e Istat. Domani la replica di Padoan. Altro fronte caldo, quello con l'Inps: il dossier Boeri sulle pensioni per il governo sarebbe politicamente impraticabile, scrive Fubini sul Corriere (p.8), tant'è che il progetto è stato escluso dalla legge di Stabilità e ora le parti in causa approfittano di ogni occasione pubblica per scontrarsi. Sul caso Telecom, ieri Recchi ha consulto da Padoan, dopo aver ricevuto le rassicurazioni dei due azionisti francesi – Niel e Vivendi – oggi Niel atteso a Roma dalla Consob per chiarimenti. Obiettivo: chiarire se si tratta di un'operazione di trading o di una mossa strategica che mira a incidere sulla governance del gruppo telefonico (Corriere p.31). Mucchetti al Giornale (p.19): "Meglio avere più soci forti ma ora Telecom deve fare chiarezza sul cda. Quanto all'Italia, su Telecom ha sbagliato tutto". In Unicredit, dopo la chiusura del caso Palenzona-Bulgarella, Ghizzoni scrive ai dipendenti: "Unicredit corretta, ora lavoriamo sul piano". Piano che prevedendo oltre 1 mld  di risparmi dal 2018 contempla oltre 12 mila esuberi e la dismissione di attività in Austria e Ucraina (Corriere p.31).

ITALIA-POLITICA
Il caso Roma scuote Pd e Fi. Renzi: "Il Pd è dilaniato, ma prioritaria è Roma non la vittoria di partito" (Repubblica p.12), e con la candidatura anti-Pd di Fassina che si profila pensa a Sabella e Fuortes, da "testare" nel dream team che affianca Tronca (Repubblica p.15). Intanto i deputati D'Attore, Galli e Follino meditano l'addio al partito. Stasera l'assemblea dei parlamentari sulla manovra: sinistra in trincea contro il Partito della Nazione (Messaggero p.7). Sul Foglio (p.3) la "pazza idea" di candidare D'Alema a Roma, lanciata dal senatore Esposito. Mentana: "Renzi è effettivamente a una svolta: o rottama definitivamente il suo partito o scelte di rilanciarlo con una candidatura politica, puntando su D'Alema o Zingaretti. Cacciari al Fatto (p.4): "Il Pd è morto con Veltroni. E si sono spartiti il potere". Su Roma "possono intervenire come vogliono, tanto è persa. Su Milano possono dire la loro se presentano Sala, ma c'è il tema delle primarie". E il sondaggio choc de La7 lo conferma: "grillini favoriti anche al ballottaggio" (Libero p.8). Di Battista a QN (p.8): "Il Pd è allo sfascio. A Roma vinciamo". Caos anche in Forza Italia per i paletti di Marchini. Berlusconi ci ripensa: "Alfio è un arrogante" (Repubblica p.17, Giornale p.5, Stampa p.10, Messaggero p.7, Libero p.10). Ora la linea è concordare il candidato sindaco del centrodestra con le altre forze della coalizione. Riprende quota l'ipotesi Meloni. Ieri sera l'incontro con Toti, a breve quello con Berlusconi e Salvini anche in vista della manifestazione di Bologna. E il Cavaliere ci sarà: "Quella foto sul palco sarebbe la prima occasione per mostrarsi uniti contro Renzi". Tajani al Tempo (p.10): "L'accordo Fi-Lega c'è, Silvio e Matteo ci stanno lavorando". Su Avvenire (p.7) intervista ad Alfano, che tocca anche il tema amministrative: "Guardiamo ai movimenti civici che stanno nascendo in Italia", a cominciare dall'esperienza di Brugnaro a Venezia. Interesse per l'esperienza di Marchini: "Per Roma serve un candidato che abbia a cuore a città".
Intanto Salvini deve affrontare lo "schiaffo" di Bossi: "Io onesto, pronto a querele" (Giornale p.5).
M5S alle prese con la selezione dei candidati sindaco a Milano. Il Corriere (p.11) parla di vaglio stile X Factor in vista del voto di domenica prossima dei 2000 iscritti milanesi al Movimento. C'è chi chiede: sei vegetariano?. Tra i favoriti l'avvocato Corrado (Fatto p.4).

EUROPA
Turchia, Erdogan avverte: "Il mondo deve rispettarci" (Repubblica p.18 e tutti). Il leader del partito curdo, Demirta, attacca: "Non è stata un'elezione corretta, non abbiamo potuto fare campagna elettorale" (Corriere p.15). Il "sultano" riprende l'offensiva in Siria: "Via i terroristi curdi" (Stampa p.6) e accelera anche sulla riforma istituzionale. "Vuole essere un uomo solo al comando con tutte le conseguenze sull'assetto democratico" ammonisce l'analista Aktar alla Stampa (p.6). Crescono i timori Usa mentre l'ambasciatore Sezgin al Messaggero (p.13) rassicura: "Governo userà prossimi 4 anni per rafforzare libertà democratiche". Attesa la valutazione annuale Ue: severa la bozza circolata ma si teme per ripercussioni turche e Zatterin (Stampa p.6) ipotizza un "annacquamento del testo". Messaggero (p.13) riporta l'apertura Ue al dialogo mentre per il Sole (p.7) "ora che Erdogan ha maggioranza ampia sarà interlocutore ostico. Se l'Ue non fosse debole, ricatti e condizionamenti sarebbero reciproci, invece è lui ad avere in pugno l'Ue con la minaccia migranti". Giornale (p.13) e Libero (in prima e p.13) avvertono: "Il trionfo di Erdogan deve spaventare l'Ue. Non favorirà la stabilità ma solo l'invasione degli immigrati con l'avallo della Merkel".
In fibrillazione anche la Bce: il FT ha rivelato incontri riservati di alcuni membri del board Bce con banche e fondi di investimento prima di decisioni importanti. L'Eurotower ha ammesso gli incontri ma ha negato che vi siano state diffuse notizie market sensitive. Ma il problema di "opportunità" si pone, e la Bce avrebbe disposto che in futuro gli incontri avvengano il meno vicino possibile a riunioni rilevanti e con procedure di maggiore trasparenza (Corriere p.32). Sul Foglio (p.2) intervista a Otto Issing, l'architetto dell'euro: "L'euro ha prodotto squilibri macroeconomici insostenibili, esplosi con la crisi greca del 2009" e questo per il ritardo con cui si è proceduto nel processo di integrazione politica fra gli Stati. "Ma oggi non ci sono le condizioni per una riforma dell'Unione nel senso auspicato dai cinque presidenti: non se ne farà niente e si andrà avanti con la solita improvvisazione". L'unico che non sembra improvvisare è Draghi: "Con il whatever it takes ha scelto di far giocare ala Bce un ruolo eminentemente politico".

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