Commentario del 9.11.2015

IN PRIMA PAGINA
Berlusconi-Lega, nuovo patto (Messaggero). Dalla piazza di Bologna la promessa di Berlusconi: "Arriveremo al 40%" (Stampa). Ma il timone è passato a Salvini (Stampa, Repubblica, QN), "Berlusconi the End" (l'Unità). Giornale e Libero esultano: "Non moriremo renziani", "e ora la lista unica". Il Fatto parla di flop e botte in piazza. Intanto Sala apre alla candidatura per Milano (Corriere) e per Roma Renzi pensa a Zingaretti (Repubblica). In primo piano su tutti anche la condanna dei corvi da parte del Papa (Corriere): "Rubare carte è un reato" (Giornale). "Ma io non mi fermo". Nuzzi rilancia: "Io smaschero i faraoni" (QN). Sul Foglio un articolo dello Spectator: "Il Papa sta distruggendo la Chiesa". Su Repubblica la rete che trama contro Francesco, dal Vaticano ai petrolieri Usa. Su tutti anche il Mondiale MotGp a Lorenzo e la rabbia di Valentino: una domenica da leoni contro la truffa dei tre spagnoli (Corriere). In cronaca il caso di Ancora, una madre uccisa dal fidanzatino della figlia. "Ha ucciso mamma? Voglio stare con lui" (Corriere). Dall'estero la bomba sull'aereo russo: regista dell'attentato un imam egiziano (Stampa). Ma la tragedia renderà Putin più forte (Stampa). 

ITALIA-ECONOMIA
Stabilità, pronte le modifiche per il Sud: più sgravi per il lavoro al Sud e per la casa. Su Messaggero (p.7) e Unità (p.3) l'avvio in Commissione Bilancio del lavoro sugli emendamenti, mentre a Bruxelles resta ancora in bilico la flessibilità sui migranti. Dal governo solo pochi correttivi, lasciando alla seconda lettura le partite più complicate come la sanità. Lorenzin all'Unità (p.2): "Restano da recuperare qualche centinaio di milioni per i farmaci innovativi e le stabilizzazioni dei precari che troveremo nelle pieghe di bilancio". Per tagli lineari "non c'è più spazio ma bisogna imparare a spendere bene: ci sono margini per recuperare miliardi". Sul Messaggero (p.6) anticipazioni del piano anti-deficit: nel mirino gli ospedali in rosso.  
Su Repubblica (p.22) la Generazione Neet, che non studia e non lavora: "siamo primi in Europa e non è un bel record". Anche sul Sole (in apertura e a p.2 e 3) il caso giovani-lavoro: 4 milioni di inattivi e un tasso di disoccupazione al 40% certificano il fallimento di Garanzia Giovani e della decontribuzione delle assunzioni almeno per lavoratori giovani. E per il 2016 il governo punta al rilancio di Garanzia Giovani, apprendistato duale, alternanza scuola-lavoro. Bobba (Lavoro): "Il problema è stato il mismatch di competenze: un quarto dei posti offerti dalle aziende resta scoperto perché tra i giovani non si trova il candidato giusto" (Sole p.3). Toccafondi (Miur): "Lavoriamo al Registro delle imprese disponibili all'alternanza e all'apprendistato: dobbiamo evitare che scuola e mondo del lavoro restino separati" (Sole p.3). "Steccati da demolire subito": nell'editoriale del Corriere (in prima e a p. 25) Giavazzi promuove Jobs Act e taglio della pressione fiscale ma richiama il governo alla necessità di creare le condizioni per la nascita di nuove imprese, lasciando che quelle giovani si sostituiscano a quelle che hanno esaurito la loro capacità di innovare.

ITALIA-POLITICA
La "piazza del centrodestra" (Corriere), col timone che passa da Berlusconi a Salvini e il sogno di arrivare al 40% (Stampa) e cacciare Renzi in apertura su tutti i giornali. Trionfanti Giornale e Libero – "Non moriremo renziani", "e adesso la lista unica" – tranchant il Fatto: "Salvini a Bologna, flop e botte". Per l'Unità è la fine di Berlusconi, il Messaggero parla di nuovo patto tra Berlusconi e Lega. Repubblica (p.3) di Forza Italia ormai morta e di vecchia Lega avviata alla rottamazione, con Salvini che a gennaio si prepara a lanciare la Lega 2.0. Per Polito (Corriere in prima e a p.24) nessuna resa da Berlusconi, solo una presa d'atto della realtà sperando di recuperare energie; anche Salvini d'altronde ha rinunciato al suo marchio di fabbrica e ha per primo "moderato" la sua manifestazione. Per Diamanti (Repubblica p.4) a Salvini Berlusconi serve come lasciapassare per accreditarsi come forza di governo nazionale. Un partito Lega-Forzista avrebbe il 48% contro il 52% del Pd: ancora perdente ma competitivo. Toti al Messaggero (p.3): "E' un nuovo inizio, ma non abbiamo consegnato le chiavi di casa a nessuno". Casini al Corriere (p.4): "E' la fine di venti anni di alleanze dei moderati. Il Partito della Nazione dobbiamo farlo noi: con Renzi senza vergogna". Matteoli a QN (p.2) dice: "Oggi l'asse del centrodestra si è spostato verso la destra più destra lasciando una prateria al centro. Recuperare i voti dei moderati sarà ancora più difficile". Renzi brinda alla resa di Berlusconi: "Così ci regala i voti dei moderati" (QN p.6). All'attacco anche Alfano, bersagliato dal "cretino" di Salvini: "Ieri è nata la Cosa Nera". Ma la partita decisiva ora è sulle amministrative. Renzi non se ne andrà in caso di sconfitta come fece D'Alema nel 2000 (Repubblica p.6, Messaggero p.4). Per lui il vero test sul governo sarà il referendum sulle riforme ma intanto è partita la caccia a candidati spendibili per evitare la debacle. Per Roma riprende quota l'ipotesi Zingaretti (Repubblica p.6), Sala ha quasi sciolto la riserva su Milano (su tutti), per Bologna si pensa alla Gualmini, mentre Fassino rischia a Torino e Napoli resta un "buco nero".

EUROPA
I migranti cambiano rotta: meno in Italia, più in Europa: la Stampa (p.13) registra la svolta "sorprendente" sul fronte dei migranti. Nonostante tutto il Paese ha retto e superato la fase critica e ora gli arrivi stanno diminuendo, 9% in meno rispetto al 2014 (poco più di 140 mila) a fronte dei quasi 800 mila che si contano in Europa. Il piano di "relocation" in Europa è stato comunque un flop ma l'accordo tra Italia e Turchia ha funzionato e la rotta balcanica ha soppiantato quella mediterranea. Così la temuta invasione dell'Italia non c'è stata. Intanto in Croazia il caos profughi premia la destra (Stampa p.13): l'Unione democratica croata dell'ex capo dei servizi segreti Karamarko ha ottenuto 63 seggi su 151 distanziando l'alleanza di centrosinistra che esprimeva il premier uscente Milanovic (ferma a 52 seggi). Ago della bilancia potrebbe essere il Ponte, partito centrista di intellettuali e leader locali.

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