Commentario del 2.11.2015

IN PRIMA PAGINA
"Il trionfo di Erdogan" (Repubblica, Messaggero) in apertura su tutti i quotidiani. "La Turchia è sua" (Corriere), ma esplode "la rabbia dei curdi: incendi e barricate" (Stampa): all'Akp del presidente la maggioranza assoluta dei seggi, sfiora il 50% dei consensi e la soglia per poter cambiare la Costituzione. I filo-curdi entrano in Parlamento. L'Italia "minacciata dai libici" (QN) è l'altro tema in evidenza: Tobruk parla di tre navi da guerra in acque territoriali e annuncia reazioni. La difesa italiana nega mentre a Tripoli viene devastato il nostro cimitero. Condanna della Farnesina: gesto vile. "Tensione con Roma" (Corriere), "alta tensione a Tripoli" (Stampa). Roma ancora in primo piano. "Tronca: 'Roma, che sfida'. Emergenze, vertice con Renzi" (Messaggero): il commissario insediato in Campidoglio ha incontrato il Papa. Per l'economia, fanno discutere le dichiarazioni di Boeri (Inps): "tagli fino al 50% per i supervitalizi politici" (Repubblica), "attenti ai piani dell'Inps per salvarsi le casse" scrive Belpietro su Libero.

ECONOMIA
La proposta di Boeri (Inps) sulle pensioni in evidenza su tutti i quotidiani: "tagli fino al 12% sopra quota 80 mila euro" (Corriere p.15), "ai politici taglio del 50% dei vitalizi" (Messaggero p.13): il presidente dell'Istituto di previdenza, intervistato a In mezz'ora su RaiTre, ha parlato delle proposte a Palazzo Chigi nel giugno scorso ma il governo le valuterà per l'anno prossimo. Sugli esodati, Boeri ha annunciato che "si va verso l'ottavo intervento di salvaguardia". In generale Boeri ha ribadito che "serve un'altra riforma delle pensioni perché c'è un problema di liquidità da affrontare". "Non tocca all'Inps proporre le leggi. Faccia il suo mestiere" protesta il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano: "temo che una discussione di questo tipo possa rischiare di finire con il considerare un furto tutte le pensioni calcolate con il metodo retributivo finanche quelle da 1300 euro lordi agli operai o impiegati che hanno lavorato una vita".
Critico anche Libero (prima e p.4) che sostiene che "ricalcolare le pensioni per alcuni potrebbe aprire la strada a un ricalcolo al ribasso di tutte le pensioni". Intanto, per via dell'inflazione sotto zero, "nessun aumento per le pensioni nel 2016" (Messaggero p.12), è la prima volta che accade dal 1959. Governo al lavoro per impedire una decurtazione visto che il costo della vita è stato negativo. Incremento solo per i trattamenti superiori tre volte al minimo sbloccati dalla sentenza della Consulta.
Il Sole (p.5) spiega gli "obblighi e le clausole" che l'Italia deve affrontare nella partita con la Ue sulla flessibilità: si gioca tutto su riforme, investimenti e migranti. La prova del nove arriverà giovedì con le nuove stime della Commissione. Il giudizio definitivo sui budget 2016 è previsto entro la fine di novembre.
Il Corriere (p.17) intervista il presidente Telecom, Recchi: "Niel? Un azionista amichevole. E Telecom resterà italiana". Sull'ingresso di Cdp: "Telecom è quotata, chi se la vuole comprare è libero di farlo. Pericoli? Non immagino un azionista che si porti via la rete o che non voglia far crescere la società dove investe".
A&F (prima e p.2,3) intervista Patrizio Bertelli (Prada), ottimista sul futuro dell'Italia: "Il Paese riprende a crescere. Prada investe in Italia e sfida Louis Vuitton. C'è un'atmosfera favorevole. Tra gli imprenditori si sta ricreando uno stato d'animo positivo, ci si è lasciati alle spalle il disagio dello spread a 500. Il governo Renzi ha dato una scossa positiva all'economia e nel nostro settore ciò che ha contribuito a rifocalizzarci di più sull'Italia e a puntare di più sul know how italiano".
"L'innovazione sta cambiando tutto il settore dei trasporti" spiega in un'intervista a l'Unità (p.6) Andrea Camanzi, presidente dell'Autorità di Regolazione dei trasporti che parla di "rivoluzione nella mobilità". Sull'Alta Velocità, "Italia esempio per l'Europa. Sempre più pendolari fra due grandi città".

POLITICA
"A Roma sfida dura ma ce la faremo": ottimismo del neocommissario Tronca nel primo impegno ufficiale alle presenza del Papa (Messaggero p.4 e tutti). Oggi incontro con Renzi sulle urgenze. Fermento nel Pd romano, pronta resa dei conti: si rafforza il fronte anti-primarie (Messaggero p.5). Minoranza dem all'attacco. Cuperlo a Repubblica (p.11): "Renzi dica se Pd c'è ancora". Già iniziato il totocandidati per le elezioni. Libero (p.2) a Roma vede Barca in pole tra i dem, poi Lorenzin e Madia. Cuperlo dice "No ai nomi, serve incensurato romano di centrosinistra". "Non credo al demiurgo, servono 100 persone competenti. Io? No grazie" dice Rutelli a Repubblica (p.11). A tracciare la road map è Orfini: prima Giubileo, poi i nomi (Corriere p.11). Umberto Marroni al Tempo (p.6): "Serve qualcuno che conosca Roma, anche fuori dal partito ma deve unire". Casini a Repubblica (p.13) guarda anche a Milano: "Si alla società civile. Magari ci fosse già il Partito della Nazione". Marchini e Sala "non penso vogliano farsi fagocitare dalle primarie del centrosinistra o dai riti del centrodestra". In Fi è tensione sul "sì" di Berlusconi a Marchini per Roma (Corriere p.11). I problemi nel centrodestra riguardano anche Milano dove, dopo il 'no' di Del Debbio è arrivato anche quello dell'ex Eni, Scaroni: "non vuole correre. Ed è pronto ad appoggiare Sala" (Corriere p.13). Salvini parla al Tempo (p.8): "Silvio parla, io invece decido. Mai dato ok per i candidati di Roma e Milano. Senza il Carroccio la sinistra adesso sarebbe all'80%". E Matteoli (FI) intervistato da QN (p.8) smonta la linea Berlusconi: "Inutile andare in piazza da Salvini. Basta autocandidature. Ai civici preferisco i politici. Per Milano Gelmini, Romani e Maroni sono tutti ottimi candidati". Opposta la versione di De Girolamo sulla Stampa (p.9): "i miei colleghi come Tristezza di Inside Out. Di Salvini abbiamo bisogno. La Pascale non parli di Berlusconi in politica". Intanto a destra "Fini e Alemanno si fanno il partito": si chiamerà Azione Nazionale.
Polito sul Corriere (prima e p.31) riflette sul "partito dei manager che commissaria la politica" e spiega che tutti i nomi circolati per Milano e Roma hanno poco a che vedere con la politica. "E le primarie fanno paura perché rischiano di catapultare sulla sedia di sindaco un politico di secondo piano, con gli effetti stupefacenti già osservati nel caso Marino", una tendenza che sembra coinvolgere anche il M5S "alla ricerca di un Papa Straniero: dicono che Casaleggio se ne sia convinto quanto ha assistito in tv alla povera performance dei quattro tenori grillini di Roma". Critico il Giornale (p.2) secondo cui "domina la Renzicrazia dei non eletti" da Sala a Cantone. "I partiti ormai non esistono più, è l'era dell'uomo trasversale" aggiunge Feltri sulla Stampa (p.9).
La nuova gaffe del presidente Figc, Tavecchio, diventa un caso politico: "la rabbia del premier ma il governo non può intervenire" (Corriere p.9 e tutti).

EUROPA
Turchia, Erdogan trionfa alle elezioni, il Paese è suo (Corriere in prima e p.2 e tutti): all'Apk la maggioranza assoluta dei seggi, sfiorato il 50% di consensi e la soglia per poter cambiare la Costituzione. Proteste del partito curdo. Huda Kaya, uno dei leader dell'Hdp alla Stampa (p.3): "Hanno fatto di tutto per fermare i curdi. I conti non tornano". Il Sultano ora riprende la sua corsa: riforma presidenziale e nuovo ruolo guida in Siria con l'obiettivo di allontanare Assad (Stampa p.3). Sergio Romano al Mattino (p.4): "Ankara decisiva per i migranti, la Merkel ora deve trattare" e Stefanini sulla Stampa (in prima e p.23) definisce Erdogan un "interlocutore indispensabile su Siria e profughi". Per il Messaggero (p.3) il voto fa tirare un sospiro di sollievo all'Europa: il risultato piace ai Paesi coinvolti nella crisi migratoria e nella guerra all'Is. L'opinionista d'opposizione,  Baydar, a Repubblica (p.4): "La Ue dovrà continuare a far osservare i criteri di Copenaghen, e non cadere nella realpolitik maneggiando questioni politiche quotidiane ma restando ferma sui principi. La Turchia entra in una fase di instabilità, l'Ue non perda contatto con società civile turca". Altro tema caldo del giorno è la minaccia libica all'Italia: "State lontani o reagiremo" (Corriere p.5 e tutti): fonti libiche hanno parlato della presenza di navi italiane nelle acque territoriali. Il governo smentisce. Per Valentino (Corriere p.5) sono "bordate per far fallire i negoziati sul governo di unità nazionale proposto dall'Onu". Per gli esperti alla base della minaccia ci sarebbe il capo delle forze di Tobruk, il generale Haftar, che secondo il piano Onu dovrebbe fare un passo indietro ma che non vuole uscire di scena e teme i Caschi blu sul terreno (Stampa p.5 e altri). Per l'ex ammiraglio Biraghi al Mattino (p.7) "l'Italia è la più impegnata a cercare un accordo, per questo provano a sabotare la trattativa". Sulla stessa linea anche Toaldo a Repubblica (p.9) "Haftar cerca di sabotare il piano Onu. Si sceglie di attaccare l'Italia perchè ha una posizione equilibrata e non ha sposato al 100% le posizioni di Tobruk". Profanato il cimitero italiano di Tripoli (su tutti): il presidente dell'Associazione degli italiani reduci dalla Libia a QN (p.3): "Ormai ci odiano, è il caos totale".

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