Commentario del 11.11.2015

IN PRIMA PAGINA
Campania, terremoto su De Luca (Mattino). "Favori al giudice per restare in carica" (Repubblica). De Luca indagato per corruzione (su tutti). De Luca: "Parlo dei problemi veri" (Corriere). Con il governatore sotto inchiesta anche il capostaff e un giudice (Messaggero). L'autodifesa: estraneo a tutto (Repubblica). In primo piano su tutti anche la spinta di Renzi al dopo Expo (Corriere): all'Expo un centro di ricerca mondiale. Dal governo 1,5 mld (Avvenire, Sole). Il solito spot per il Fatto. Libero: Renzi si compra Milano. Da lavoro e produzione segnali di ripresa (Stampa): in nove mesi mezzo milione di nuovi posti di lavoro. Da Bruxelles via libera "a tempo" alla manovra italiana ma sull'addio di Perotti e il nuovo fallimento della spending review infuria la polemica. Gutgeld sul Sole: le priorità erano crescita e welfare. Da Firenze la sferzata del Papa alla Chiesa Italiana: "Stop all'ossessione del potere" (Stampa e tutti). Notizia Giornale: con Bergoglio la classe operaia va in paradiso. A Mosca Putin licenzia il capo dell'antidoping. Nel database migliaia di test sospetti (Repubblica). La Russia rischia le medaglie (Messaggero). Ora anche Obama contro Mosca e intanto tocca al Kenya (Corriere). Il Giornale: quella del doping rischia di diventare una guerra mondiale. Da Londra l'ultimatum di Cameron alla Ue: meno Europa o noi usciamo (Repubblica).

POLITICA
Renzi pronto a sbloccare i fondi per Roma e Milano, 150 milioni per il dopo Expo, 200 milioni per il Giubileo (Messaggero p.2 e su tutti). "Renzi prova a comprarsi Milano" scrive Libero (p.6). Anche per il Corriere (p.12) nella mossa "si intravede un calcolo elettorale" ma questo non cancella il problema della "spaventosa penuria di personale politico" che Pd e centrodestra dimostrano di avere. E gli ultimi sondaggi (diffusi ieri sera a Porta a Porta) gelano Renzi: alle amministrative, in caso di ballottaggio, vincerebbe il M5S (51%) lasciando il Pd al 49%. Se si andasse a un ballottaggio fra coalizioni prevarrebbe il centrosinistra (52%) sul centrodestra (48%). Una ragione in più che spingerebbe Renzi a modificare l'Italicum (Messaggero p.3). Tra i big dem è fuga dal toto Campidoglio (Corriere p.13). Speranza a QN (p.11): "Serve un patto a sinistra per le comunali". Fassina lo gela e rilancia sui candidati 5S: "La Sinistra italiana non è la low cost del Pd" dice a Repubblica (p.7). Intervista di Fassina anche su Libero (p.8): "Saremo ovunque contro Renzi. Se vince la destra la colpa è del Pd".
Rebus candidature anche per FI e Lega (Corriere p.12). Toti vuole Salvini candidato sindaco a Milano. La Russa: "Se c'è Salvini a Milano allora c'è la Meloni a Roma". Insieme potrebbero essere i protagonisti dello "start up alle Amministrative". Un loro "No", scrive Verderami, aprirebbe la via ad una soluzione civica. Dalle amministrative alle politiche. Tra Berlusconi e Salvini è ancora scontro a distanzia per la ledership del centro destra. Berlusconi: "Ci vuole un moderato come me" (Libero p.9). Farebbero comunque poca strada i "papa stranieri" tipo Passera e Della Valle, scrive la Stampa (p.8): i sondaggisti li danno "fuori concorso".

ECONOMIA
Lavoro e produzione, segnali di ripresa (Stampa in apertura e a p.2 e su tutti): mezzo milione di assunzioni in più, grazie agli sgravi fiscali che hanno fruttato 906 mila contratti stabili. Segno più anche per la produzione industriale, spinta dall'auto. Ma Confindustria non esulta. Panucci: "Il dato è sotto le nostre aspettative, è solo una lenta risalita, non ancora un'accelerazione" (Sole p.11). Pesa la caduta verticale dell'edilizia (Sole p.11) e il rallentamento di farmaceutica, meccanica, alimentare e tessile. Dai conti privati a quelli pubblici. Governo in difficolta sugli emendamenti alla manovra: rinviate le misure promesse per il Sud (per il problema delle coperture), tetto dei contanti a 1000 euro per i money transfer, possibile alleggerimento del taglio a Caf e patronati (Stampa p.2). Cuperlo alla Stampa (p.8): "La manovra non ci convince, ci batteremo per correggerla". Governo pronto alla fiducia: Palazzo Chigi vuole evitare saldature tra minoranza dem e ribelli Ncd (Repubblica p.7). Tutti tornano sulle dimissioni di Perotti, implicito segnale del fallimento della spending review (Giornale in prima e a p.3). Giarda al Corriere (p.5): "Fallimenti dettati da un malinteso: tagliare in tempi rapidi non è possibile, serve più tempo. E poi dai commissari possono arrivare proposte tecniche, mentre le scelte sono politiche". E la politica – scrive la Stampa (p.3) – si è sempre messa di traverso perché i tagli sono impopolari o costringono ad aumentare le tasse. Sul Sole (in prima e a p.2) l'intervento di Gutgeld, l'altro commissario alla spending: "Le due priorità della manovra erano crescita e welfare. Ed è possibile ridurre le tasse e ridurre la montagna del debito". Promette di scrivere anche Perotti: "Spiegherò perché in Italia non si taglia nulla. Si poteva facilmente arrivare ai 10 miliardi di risparmi ma si sono fatti tanti pasticci" (Repubblica p.6). Il Foglio: a Londra e Madrid i governi sforbiciano spesa pubblica in prima persona. Su contenimento della spesa e riduzione del debito resta alta la guardia europea: per la manovra italiana una "promozione a tempo", scrive Pesole sul Sole (p.5) rinviando a marzo un giudizio più complessivo anche se la linea a Bruxelles è che un Paese che procede sulle riforme va incoraggiato. Ma già nel 2016 il governo dovrà disinnescare clausole di salvaguardia per 35 mld nel biennio senza poter contare in bonus o incrementi del deficit. Padoan ottimista: "Mi aspetto che le nostre richieste sulla flessibilità vengano accolte" (Sole p.5). Gozi ottimista anche sulle infrazioni europee: "Vicini all'archiviazione 20 dossier. Saremo virtuosi come la Germania" (Messaggero p.7). Intanto Moody's alza l'outlook delle banche italiane, da negativo a stabile. Non succedeva da sei anni (Repubblica p.24).

EUROPA
Londra, presentate ieri le richieste per la permanenza del Regno Unito nell'Ue (su tutti). Quattro i punti chiave di Cameron: possibilità di out-put sui trattati, maggiore tutela del mercato unico, autonomia ai parlamenti nazionali e limitazione del welfare agli immigrati europei. Bonanni  su Repubblica (p.15): "Welfare ai non britanniciè scoglio più grande". Il filosofo Savater alla Stampa (p.10): "Boicottata solidarietà Ue". Per Maisano sul Sole (in prima e p.6) la minaccia di Brexit "è una mossa inutile e pericolosa, costringe Ue a misurarsi con rischio di una crisi con conseguenze imprevedibili". Bruxelles cauta definisce alcune richieste "altamente problematiche" (Sole p.8). Ora via ai negoziati. Merkel "fiduciosa". Stephen Wall, ex capo diplomazia britannica a Bruxelles, al Foglio (p.1): "Cameron vuole restare nell'Ue ma gli serve l'apparenza di un successo. In molti hanno sottolineato la perdita di importanza della GB ma non è così. Per influenzare il mondo bisogna essere in tanti". Sapelli (Messaggero in prima e p.12): "Regno Unito prosegue il disegno stand alone di tipo globale in cui l'adesione all'Ue non è più decisiva di quanto lo sia il nuovo asse cino-britannico. Londra mostra la sua natura di nazione transatlantica". Per Repubblica (p.14-15) "spazio per un compromesso c'è ma è stretto". A preoccupare la Ue anche la caduta del governo di centrodestra in Portogallo. Ora si prepara la sinistra (Sole p.8 e altri).
Migranti, Renzi in un intervento su Avvenire (in prima e p.8) spiega la posizione italiana al prossimo vertice di Malta: "Dobbiamo intervenire nei Paesi d'origine perchè si creino condizioni adatte a crescita culturale, economica e lavorativa". Sul Corriere (p.27) interviene il segretario Onu, Ban Ki Moon, che attacca: "Attuali politiche su rifugiati e migranti non sono adeguate". Intanto in Germania arriva il dietrofront sui siriani: "Vanno registrati nei Paesi d'origine" (Repubblica p.14-15). Interni critici con politica di apertura della Cancelliera, impone stop che pesa anche sull'Italia.

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