Commentario del 25.06.2019

IN PRIMA PAGINA
Olimpiadi, vince lo sprint dell'Italia (Sole). La vittoria di Milano e Cortina (Corriere): giochi di squadra (Messaggero). Una ricaduta sul territorio da 4,5 mld e 36mila posti (Sole). Repubblica parla di "miracolo" a Milano (e a Cortina). "Che peccato per Torino" dice Giorgetti al Corriere. Torino esclusa, macchia grillina (Stampa). Fatto polemico: vincono Milano e Cortina, ma perde l'Italia. Mentre per il Giornale vince l'Italia anti grillina: il Lombardo-Veneto del fare più forte dei veti 5S.
Politica, Di Maio al Corriere: "Chi vuole la crisi ci porta al governo tecnico". M5S contro Di Battista: attacca perchè voleva un ministero (Stampa).
Economia: lotta all'evasione, sui pagamenti Lega e 5S dicono: "Aboliamo i contanti" (Stampa). Intanto, su Ilva, flat tax e mini-Bot Lega e M5S restano divisi (QN).
Migranti, sulla Sea-Watch la Ue ci dà l'ultimatum (Giornale). I giudici europei a bordo della Sea Watch (Verità). La capitana Carola della nave a Repubblica: "Sfido il diviento ed entro in porto".
Europa, sulla Stampa parla Manfred Weber: "L'Ue rischia una crisi istituzionale, ma io non mi faccio da parte. Visegrad e Macron sanno dire solo no".
Usa-Iran, sanzioni finanziarie per colpire i conti del leader Khamenei (Sole).

ECONOMIA
Lega e M5S ancora spaccati su flat tax e mini-Bot (QN e tutti). Duello nel governo sui fondi, dopo l'ultimatum del leghista sulla riforma del fisco e sui mini-Bot: "La posizione della Lega è nel contratto di governo. E' evidente – ha detto Salvini – che pagare i debiti con le imprese e con le famiglie è una priorità per il mio movimento". Di Maio attacca il Carroccio chiedendo come intende finanziare l'intervento fiscale (Repubblica p.6). La Verità (p.6) parla di nascondino tra Lega e M5S. Il vicepremier 5S al Corriere (p.9): "Non ho motivo di pensare che la Lega non abbia individuato le coperture per la flat tax, è un anno che dice che si può fare. Basta che per farla non si mettono le mani in tasca agli italiani, sarebbe paradossale". Intanto, tiene banco il braccio di ferro con l'Europa: il governo prepara il dossier con i numeri anti-procedura (Sole p.6): in Cdm assestamento e riassetto del Mef, salta la task force investimenti. Bruxelles mette i suoi paletti, niente procedura a condizione che si congelino altre spese (Messaggero p.8). Il vicepremier 5S, in vista di una possibile manovra in deficit, al Corriere dice: "Ci vuole coraggio per far ripartire il Paese. Se si tratta di tagliare il cuneo fiscale e creare decine di migliaia di posti di lavoro bisogna andare avanti".
Altro tema divisivo è il salario minimo: la proposta del M5S rischia di creare fino a 6 mld di costi per le imprese, con sindacati e Lega che si schierano contro il rischio di introdurre nuove "gabbie salariali" (Repubblica p.7). "Il costo per le casse dello Stato è zero, mentre sul piano delle imprese la proposta sarà affiancata da un'altra riduzione del cuneo fiscale – spiega Di Maio al Corriere -. Introdurremo quella sul cuneo in manovra. E' un'operazione con cui vinciamo tutti: stipendi più alti, più lavoro e meno tasse alle imprese". E Di Maio, sull'ostilità dei sindacati, dice: "Sono alcuni di loro che fanno la guerra al M5S. Forse hanno capito che presto gli taglieremo i privilegi. Ho un rapporto costante con i sindacati". Intanto, c'è accordo tra Lega e M5S nella lotta all'evasione: le due forze di maggioranza si schierano  contro il contante con l'obiettivo di tracciare i movimenti finanziari e contrastare evasione ed elusione fiscale (Stampa in prima e p.5).

POLITICA
Assegnate a Milano-Cortina le Olimpiadi invernali 2026 (su tutti). L'Italia unita fa squadra e convince il mondo (Stampa p.2). Battuta la Svezia: è la vittoria trasversale di Lega, Pd e delle donne. Questa volta la politica non si prende la scena ma si tiene il merito. Il sottosegretario con delega allo Sport Giorgetti al Messaggero (p.5): "La Svezia voleva minare la nostra credibilità, scritta una pagina della storia del Paese: abbiamo dimostrato di fare le cose bene. Il governo ha firmato le garanzie promesse in base al protocollo del Cio: dogane, sicurezza, sanità, etc. L'altra cosa riguarda il fondo investimenti, 70-80 mln di euro per opere infrastrutturali". Il Sole (in prima e p.2) evidenzia le ricadute economiche sul territorio: secondo lo studio delle università Bocconi e Ca' Foscari l'impatto sarà di 4,5 mld e 36 mila posti tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. Per le casse dello Stato previsto un saldo positivo di 186,9 mln (Corriere p.7). Per Postiglione, nell'editoriale del Corriere (in prima e p.7), ora toccherà soprattutto ai privati, visto che le casse pubbliche hanno problemi (abbastanza) noti. Secondo il Giornale (p.5) i Giochi saranno un affare da 4 mld: 22 mila posti di lavoro e 600 mln di entrate per l'Erario, per ogni euro investito ne torneranno indietro tre. Di diverso avviso il Fatto (in prima e p.2), che parla di "maxi-affare in perdita": i costi per lo Stato, già saliti a 400 mln, possono lievitare ancora, ogni edizione da 50 anni finisce con mega-buchi per città e Paesi organizzatori, e anche maxi-aumenti di tasse. Per il Giornale (in apertura e p.3) invece è la vittoria del "fare": il modello lombardo-veneto spazza i veti e le paure grilline. Il successo della candidatura non premia soltanto il Lombardo-Veneto – precisa Ajello nell'editoriale del Messaggero - ma, a prescindere dai luoghi prescelti, questa è la vittoria di un metodo che riguarda l'Italia nel suo insieme. Adesso – analizza Bellinazzo sul Sole (p.2) – bisogna vincere la sfida su organizzazione, infrastrutture e investimenti. Resta il rammarico per Torino esclusa, ma la Appendino non si pente (Stampa p.4). Torino tagliata fuori con il fantasma del mega-buco del 2006 (Fatto p.2). Giorgetti al Corriere (in prima e p.3): "Con Torino la partita sarebbe stata ancora più facile. Quella M5S posizione politicamente legittima".
M5S, tensioni sul caso Di Battista: linea dura per gli "scorretti" (Corriere p.8). "Voleva gli Affari Ue": accuse nel M5S isolano Di Battista (Stampa p.9). Di Maio, a colloquio con il Corriere (in prima e p.9), avverte: "Attenti a chi vuole la crisi di governo. Con Di Battista ci siamo scritti dei messaggi". Ma poi il leader 5S taglia corto: "Non voglio parlare di queste cose". Le preoccupazioni di Fico, secondo cui l'identità 5S è a rischio (Fatto p.5). La dissidente Fattori a Corriere (p.10) e QN (p.8): "Di Maio non è più in grado di guidarci. Vorrei un leader eletto. Di Battista è anche peggio".

ESTERI
Sulla Stampa (in prima e p.7) parla Manfred Weber, in corsa per la presidenza della Commissione Ue: "Per come si sta mettendo la situazione, rischiamo di andare verso una crisi istituzionale tra Parlamento e Consiglio. Nessuno la vuole, per questo dobbiamo confrontarci in modo rispettoso e risolvere i rispettivi problemi. E ricordiamoci che popolari e socialisti sono indispensabili per una maggioranza stabile a Strasburgo. Al momento si è palesato soltanto un approccio distruttivo. Abbiamo visto alcuni leader lavorare con i Paesi di Visegrad per fare a pezzi questo sistema. Sinceramente non vedo come Macron e i Visegrad possano costruire una maggioranza propositiva. Per ora sono arrivati soltanto i "no", ma nessuno ha messo sul tavolo soluzioni".
Migranti, ultimatum della Corte di Strasburgo sulla Sea Watch, ma il Viminale non molla (Corriere p.13 e tutti): i migranti invocano l'intervento della Corte di Strasburgo, ma Salvini attacca: "Vadano in Olanda o in Germania". La capitana dell'imbarcazione, Carola Rackete, a Repubblica (p.17): "Perderò la Sea Watch, ma ora forzo il blocco. Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So che rischio le denunce e il sequestro, ma i 42 naufraghi che ho a bordo sono allo stremo".
Usa-Iran, le sanzioni di Trump all'ayayollah Khameni: conti bloccati e avvertimento all'Europa (Stampa p.13). Trump rincara le sanzioni: proibiti i servizi finanziari americani (Repubblica p.15). L'America vuole costringere l'Iran a trattare, le misure colpiranno anche chi farà affari con Teheran. Il ministro degli Esteri degli Emirati, Gargash, a Repubblica (p.15): "Nessuno vuole la guerra. Non la vuole l'Iran e soprattutto non la vogliono gli Stati Uniti, come dimostra la rinuncia di rappresaglia americana dopo l'abbattimento del drone nel Golfo Persico. L'uscita di Trump dall'accordo nucleare con l'Iran? Ha fatto la scelta giusta perchè quel trattato andava ridiscusso perchè garantisce la non proliferazione del nucleare per i prossimi venti anni, ma è necessario allungare la scadenza".

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