Commentario del 11.06.2019

IN PRIMA PAGINA
Asse tra Salvini e Di Maio: vicepremier d'accordo su decreto sicurezza e taglio delle tasse (Corriere). Salvini alla Verità: "Nuova giustizia e giù le tasse o è meglio farla finita". E il leghista a Libero lancia l'ultimatum: "Basta con i no o mollo tutto".
Sfida alla Ue, assedio a Conte: stop alle richieste di Bruxelles sui conti (Messaggero). Due contro uno (Repubblica): Di Maio e Salvini da Conte attaccano Tria sulla Ue (Fatto). Il premier lancia l'ultimatum ai vicepremier: "Con la Ue tratto io" (QN). Conte vuole carta bianca (Stampa). Tra Conte e Salvini è duello finale (Giornale). Bini Smaghi alla Stampa: "Se l'Italia vuole un maggior spazio di manvora fiscale deve presentare un piano credibile all'Ue". Intanto, ad aprile la produzione industriale crolla con il calo dell'auto (Sole).
Ballottaggi nei Comuni: nell'Italia dei sindaci ora domina il centrodestra (Corriere). Sorpasso centrodestra: ora ha più Comuni della sinistra (Giornale). Flussi elettorali: torna il bipolarismo, i grillini si astengono (Messaggero). I dem votano M5S, ma non è reciproco (Fatto). E i ballottaggi fotografano un Paese instabile (Repubblica).
Medio Oriente: l'Isis dà alle fiamme i campi di grano per affamare i siriani (Fatto).

ECONOMIA
L'industria italiana frena ancora. Ad aprile la produzione crolla con il calo dell'auto (SOle in prima e p.3 e tutti). Dati peggiori delle attese. L'Istat: la produzione ad aprile è scesa dello 0,7% su marzo e dell'1,5% rispetto allo stesso mese del 2018. Produzione auto a meno 17,1% rispetto al 2018, meno 14,7% nei primi 4 mesi del 2019. Domanda in difficoltà per consumi delle famiglie e investimenti delle imprese (Corriere p.8). La propaganda e i numeri della realtà: Roberto Rho su Repubblica (p.35) ricorda i toni trionfalistici di Salvini e Di Maio dopo il dato sulla produzione industriale di inizio anno, ma adesso ritocca fare i conti con la realtà. "Solo danni dalle troppe riforme, serve continuità – dice Innocenzo Cipolletta (Assonime) al Corriere (p.43) –. Alcune misure fatte solo per rovesciare vecchi interventi. Le imprese hanno bisogno di stabilità giuridica".
I timori di uscita dall'euro? Sui conti pubblici pesano per 1,5 miliardi all'anno. Fubini (Corriere p.9) fa il confronto con Madrid e gli interessi (in più) sul debito. Circolano sul mercato alcuni titoli derivati di due categorie simili ma diverse fra loro: i primi assicurano il sottoscrittore contro l'insolvenza di un Paese, i secondi anche contro l'ipotesi di uscita dall'euro. La differenza nei premi da pagare rivela quanto probabile sia, per gli investitori, che un Paese esca dall'euro in futuro. Quello scarto di costo ieri era di 0,18% per la Spagna e 0,91% per l'Italia. Significa che circa metà dell'enorme ritardo attuale di Roma su Madrid nell'onere per piazzare il debito ai creditori non è dato dai timori sui conti: le due economie hanno punti di forza e debolezza diversi. Metà di quello scarto è dato dal timore che l'Italia torni alla lira. Dunque se il governo di Roma offrisse le stesse certezze di voler restare nell'euro che dà Madrid, solo nel 2019 pagherebbe 1,5 mld di interessi in meno sul nuovo debito che emette.
Nel decreto Crescita entra l'emendamento salva Roma. Il debito della Capitale a carico dello Stato, un fondo anche per gli altri Comuni (Corriere p.41).

POLITICA
Diverse le interpretazioni del risultato del vertice notturno fra il premier e i suoi vice. Conte sfida i due vicepremier: "Voglio carta bianca per trattare con l'Ue" (Stampa p.3). Il premier vuole evitare la procedura d'infrazione. "Tasse giù e no alla manovra bis". Conte contro la linea dura: "Tratto io con la Ue o lascio" (QN in prima e p.3). I leader di Lega e 5S: fiducia a tempo. Il leghista: tra persone di buon senso l'accordo si trova (Stampa p.3). Ma Salvini e Di Maio isolano Conte (Repubblica p.3). Dai due vicepremier tenaglia sul premier: "No ai diktat Ue" (Messaggero p.2). C'è l'ntesa tra Lega e 5S per arginare Palazzo Chigi. No al rimpasto. Oggi il Cdm per varare il decreto sicurezza (Corriere p.2).  Lega-5S, scambio di sì su decreto sicurezza e salario minimo (Repubblica p.3). Sospetti dei leader sulle coperture del capo del governo. Il Colle: nessuna regia (Messaggero p.3). E Minzolini sul Giornale (in prima e p.4) evidenzia come il "nuovo" Conte, che si traverse da tecnico, agiti il Palazzo tra foto solitarie e politica filo Ue.
Nel frattempo restano le tensioni tra Lega e M5S, con Salvini che nelle due interviste - a Libero (in prima e p.2) e Verità (in prima e p.3) - avverte: "I grillini la smettano con i no altrimenti mollo tutto. Non capisco le preoccupazioni di Conte: io voglio fare il ministro dell'Interno e basta. Gli altri però devono cambiare passo, in ballo c'è il futuro dell'Italia. In due anni rilanciamo economia e giustizia". Poi sul possibile rimpasto di governo, spiega: "Il ministro delle Politiche europee va trovato in fretta, perchè si sta facendo la nuova Europa e l'Italia deve giocare la partita. Sui ministri grillini non ne facciamo una questione di nomi, ma di cose da fare. Alcuni ministeri che hanno visibilmente rallentato nell'ultimo periodo devono ritrovare il passo".
Nel risiko delle poltrone Ue è Giorgetti la carta italiana. Crescono le quotazioni del sottosegretario leghista come commissario. Conte incontra il tedesco Weber, candidato dei popolari alla presidenza della Commissione, e chiede per l'Italia Industria, Commercio o Concorrenza (Repubblica p.2). A Roma potrebbe convenire che a Berlino vada il capo della Commissione: così potrebbe evitare Weidmann alla Bce. Ma l'Italia ha pochi alleati (Corriere p.5). Il vertice Conte-Weber sigilla l'irrilevanza italiana in Europa. Incontro tra disperati (Foglio p.1).
Ballottaggi nei Comuni, al centrodestra l'Italia dei sindaci. Ora governa in 53 capoluoghi contro i 41 del centrosinistra. Due anni fa era (quasi) l'opposto (Corriere p.10). Il sorpasso della destra nell'Italia dei capoluoghi: Ilvo Diamanti su Repubblica (in prima e p.6) evidenzia il quadro di un'Italia "asimettrica" e lontana rispetto alla maggioranza parlamentare emersa alle elezioni 2018. I flussi confermano: torna il bipolarismo. Elettori M5S astenuti (Messaggero p.7). Il risiko leghista dopo Ferrara e Forlì. L'obiettivo è strappare le Regioni rosse. Ma il sogno proibito del Carroccio sono le grandi città, Milano su tutte, che votano nel 2021 (Stampa p.5).

ESTERI
La corsa dei 10 Tories: "La Brexit non si tocca". Chiusa la lista dei candidati al dopo-May: nessuno di loro mette in discussione il risultato del referendum sulla Ue (Messaggero p.14). «Persona pericolosa». L'algoritmo che bolla chi chiede un visto. Il governo: ma non facciamo selezioni razziali. Il software studiato per snellire il sistema in vista di Brexit, con 3,5 milioni di europei da registrare (Corriere p.15).
Elicottero contro grattacielo, paura a New York. Drammatico incidente ieri nel cuore di Manhattan: morto il pilota. Il sindaco de Blasio: non è terrorismo (Corriere p.15).
Hong Kong non arretra. Sì alla legge di Pechino. Un milione di persone in piazza non smuovono il governo filocinese: nuove regole sull'estradizione. Opposizione pronta allo sciopero (Repubblica p.18). La Cina accusa: "Regia dall'estero". La premier: avanti con la riforma dell'estradizione. L'opposizione torna in piazza: "Libertà in gioco" (Stampa p.10). La responsabilità dell'Occidente che sui diritti umani lascia mano libera al Dragone, scrive Rampini su Repubblica (p.18).
Medio Oriente: campi di cereali dati alle fiamme. L'offensiva Isis piega i siriani. In un mese 20 mila ettari coltivati a grano, controllati da ribelli e curdi, sono stati bruciati. L'obiettivo sono le famiglie arabe che si sono ribellate allo Stato islamico: "Si stanno vendicando" (Stampa p.11).
Brasile, scoop che riabilita Lula: «Un piano di giudici e pm». Le intercettazioni del magistrato ora ministro: «Aiutava l'accusa». Il sito «The Intercept» ha divulgato conversazioni dalle quali si evince una collaborazione indebita tra pm e giudice e alcuni dubbi dei giudici sulla fondatezza delle prove contro Lula. Condanne comminate dal giudice Sergio Moro, il quale dopo le  presidenziali ha lasciato la toga per diventare ministro della Giustizia del governo Bolsonaro (Corriere p.17).

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