Commentario del 17.06.2019

IN PRIMA PAGINA
Terremoto Anm, è ribaltone al vertice: si dimette Grasso, al suo posto Poniz (Messaggero). Per la Verità è "pulizia etnica tra le toghe". La rivolta dei magistrati: "Noi traditi dal Csm" (Stampa). Giornale parla di giustizia decapitata: serve una riforma ma quella grillina è un pericolo per il Paese (Giornale). Csm, nuova ondata di intercettazioni (Repubblica). Palamara coinvolge Cafiero de Raho e lui: "Millanterie" (Messaggero). Intanto, sulla riforma delle intercettazioni il M5S fa muro (Messaggero). Il ministro Bonafede al Fatto replica alle minacce della Lega sulla giustizia: "Intercettazioni, niente limiti ai pm né bavagli alla stampa".
Pd, renziani all'assato di Zingaretti: il caso Lotti è la micca, resa dei conti (QN e altri).
Italia-Usa: Salvini in America sotto esame di Trump (Libero).
Quota 100 e reddito, stop di Di Maio e Salvini a Tria (Messaggero). Intanto, arriva l'offensiva leghista su tasse, reddito e lavoro a termine (Corriere). Il leghista Bagnai alla Verità sulla procedura d'infrazione Ue: "Farebbe peggio all'Europa che all'Italia".
Esteri: protesta a Hong Kong, vince lo stop alla Cina (Messaggero). Hong Kong non si fida delle promesse cinesi: due mln in piazza (Stampa).
Altro: Totti, addio alla Roma a reti unificate (Messaggero e altri). Intanto, Sarri e la Juve hanno detto sì (Corriere). Fine della bufala su Guardiola (Fatto). La Signora sposa il "sarrismo": Juve senza giacca e cravatta (Giornale).

ECONOMIA
Conte riunisce i vice per scrivere alla Ue la lettera di risposta per difendere la politica economica del governo ed evitare la procedura d'infrazione (Repubblica p.8). Di Maio e Salvini fanno muro sulla proposta del Tesoro sui risparmi di spesa provenienti da Reddito e Quota 100 dal 2020 voluti dal Mef per evitare la procedura Ue (Messaggero in prima e p.9). Durigon, sottosegretario leghista al Lavoro, a Repubblica (p.9): "Sono abbastanza tranquillo che alla fine non ci sarà nessuna procedura d'infrazione. Di sicuro non ci sarà una manovra correttiva, che non servirebbe a nulla.". L'economista leghista Bagnai alla Verità (in prima e p.8): "L'apertura di una procedura d'infrazione metterebbe in difficoltà la Commissione Ue più di noi. Imporre manovre restrittive a un Paese che sta ripartendo e che ha sofferto più degli altri perche più degli altri ha rispettato le regole è una follia politica. Tria risponderà coi numeri e con la sua sincera volontà di dialogo".
Il premier cerca di legare la partita della procedura a quella delle nomine Ue con l'obiettivo di rallentare la trattativa con l'Europa, facendo slittare di qualche giorno la "sentenza" della Commissione, prevista in teoria per l'Ecofin del 9 luglio. Una mossa che impedirebbe a Salvini di rompere sull'Europa in tempo utile per sfuttare la finestra elettorale di settembre. Ma, secondo la Stampa (p.7), si va verso un rinvio delle scelte sulle nomine Ue: è più difficile l'accordo sul debito. In settimana il governo deve rispondere alla Commissione, ma i tempi con le nomine dei vertici Ue non collimano: imprababile che nei prossimi giorni il dossier nomine faccia passi in avanti, perciò sembra in salita la strada per un accordo sul debito italiano. A proposito di nomine, per il Fatto (in prima e p.4), sul successore di Draghi alla guida della Bce sarà Macron a decidere: il presidente francese è al centro del risiko delle nomine e per il vertice di Francoforte ha varie opzioni, tra le quali la più forte è Christine Lagarde, oggi alla guida del Fmi.
Intanto, è scontro Conte-Salvini sul ministro per l'Europa: il premier temporeggia sulla richiesta di eleggere un uomo della Lega al posto di Savona, "e – dice - il nome arriverà solo dopo la conclusione dei negoziati con Bruxelles". Il ministro leghista della Famiglia, Lorenzo Fontana, a Libero (in prima e p.2): "In Europa o si difende l'Italia o si muore. Mi batterò per difendere in ogni contesto le famiglie e le persone con fragilità. Tagli? No, l'Ue troppo spesso ha messo numeri e vincoli di bilancio davanti alle persone, è il momento di ricalibrare le cose nella giusta direzione".

POLITICA
L'agenda leghista che sfida il M5S: modifica del decreto dignità e frenata sul salario minimo (Corriere in prima e p.8). Il sottosegretario leghista al Lavoro, Claudio Durigon, al Corriere (p.9) annuncia: "Nessuna fase due o cambio di rotta nel governo. Stiamo studiando degli interventi ma andremo avanti d'intesa con il M5S. Non vogliamo smontare nulla, il nostro intervento non va contro il decreto dignità ma serve a eliminare alcune zone d'ombra. Salario minimo? E' un elemento interessante per sostenere il reddito dei lavoratori, ma deve andare di pari passo con il taglio del cuneo fiscale per non gravare sulle aziende".
Giustizia, terremoto all'Anm: si dimette Grasso, Poniz è il presidente (su tutti). "C'è una gigantesca questione morale" ha detto il neo presidente, mentre l'uscente Grasso: "Vi rispetto più di quanto voi abbiate rispettato me". Mentre esplode la rabbia delle toghe, che si sentono "tradite" e chiedono la votazione di un nuovo Csm, il segretario dell'Anm Caputo alla Stampa (p.2) spiega: "Inizia un lungo percorso per recuperare la fiducia dispersa".
Il ministro Bonafede al Fatto (in prima e p.2) spiega: "Bisogna avviare un pacchetto di riforme di cui tanti hanno parlato in passato, senza fare nulla".
Dopo lo scandalo al Csm, si allarga il solco tra Lega e M5S sulla riforma della giustizia, che resta in stand by su processi e intercettazioni (Messaggero p.3). Il Guardasigilli Bonafede al Fatto (in prima e p.2): "Tramite le nuove tecnologie si possono blindare le intercettazioni,. Condivido che non vadano diffusi fatti privati, ma il diritto all'informazione non può essere limitato".
E' il Quirinale la vera posta dei litigi Lega-5S: secondo Concita de Gregorio (Repubblica in prima e p.4) dietro il balletto della crisi tra le due forze di maggioranza ci sarebbero le manovre per la scelta del successo di Mattarella e su quale Parlamento dovrà eleggerlo. Il mandato di Mattarella scade nel gennaio 2012, se non si vota prima sarà questo Parlamento (a maggioranza grillina, con la Lega in minoranza) a votare il nuovo Capo dello Stato. Salvini deve decidere se lasciare a Di Maio il vantaggio che dopo il voto delle Europee non ha più.
Pd, ad Assisi sfila l'orgoglio renziano: "Zingaretti non ci costringa all'addio" (Repubblica p.8 e tutti). L'ex premier è assente ma i cori sono tutti per lui. Le scelte di Zingaretti spaccano in due i dem: Calenda spara a zero e sui social scrive: "Mi vergogno di aver chiesto voti per questo partito", mentre la Boschi difende Lotti (Stampa p.5). Per Libero (in prima e p.6) nel Pd è già pronto il funerale anche per Zingaretti. Per il Corriere (p.5) la pace dentro il Pd è già finita.

ESTERI
Salvini a caccia dell'endorsement di Trump: gli Usa cercano alleati in Ue (Messaggero p.9). Oggi a Washington il vicepremier italiano incontra Pence  e il segretario di Stato Pompeo. Migranti, tasse e politica estera al centro dei colloqui per una nuova partnership. Matteo sotto esame: va da Trump per imparare (Libero in apertura e p.3). Oggi l'incontro con il segretario Usa, che chiederà conto della posizione del Carroccio su Russia, Venezuela e altri dossier. Il messaggio che gli americani vogliono lanciare riguarda la richiesta di fare una scelta di campo pro americana.
Cinquanta milioni di persone al buio, l'Argentina spegna mezzo Sudamerica (Corriere p.12 e tutti). In blocco due centrali: via l'energia dalla Patagonia al Brasile. Stop di metropolitane, treni e riscaldamenti.
Francia, a Repubblica (p.15) parla Jadot, il leader che ha portato i Verdi transalpini a un inatteso successo alle elezioni di maggio: "I giovani sono con i Verdi, l'Europa faccia i conti con noi".
Petroliere colpite nel golfo dell'Oman, l'Arabia Saudita si schiera a fianco dell'America e accusa l'Iran: "Reponsabile degli attentati" (Stampa p.10). Il principe saudita Bin Salman dice: "non vogliamo guerre, ma difenderemo i nostri interessi". Ma Seif al Washli, leader del consiglio di prezidenza dei ribelli Houthi filoiraniani in Yemen, dice: "Sono i sauditi i veri aggressori nel Golfo. Risponderemo con i nostri missili. Senza il supporto degli Usa, Riad non sarebbe in grado di portare avanti questo conflitto".

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