Commentario del 22.06.2019

IN PRIMA PAGINA
Caso toghe sporche, le preoccupazioni di Mattarella e il suo monito (Repubblica). "Sul Csm manovre e millanterie: ora si gira pagina" dice Mattarella, preoccupato (Corriere). Csm la strigliata di Mattarella: fatti sconcertanti, basta danni (Messaggero). Csm, Salvini con Lotti e come Berlusconi: galera a chi racconta gli scandali (Fatto). Tutti criticano la giustizia, nessuno sa come cambiarla (Libero).
Italia-Ue, la minaccia del premier: "Se arriva l'infrazione paralizzeremo l'Europa" (Stampa). No di Bruxelles all'Italia, Conte pronto alla linea dura: nessun alibi a Salvini (Messaggero). La linea dura di Bruxelles, Conte in affanno (QN). Ue, lo stallo sulle nomine dà più chance a Conte di salvarci dall'infrazione (Fatto). Governo accattone (Giornale).
Italia-Politica, Il 72% dei romani boccia Raggi (Messaggero). Disgelo Lega-Fi, Salvini incontra Mara Carfagna (QN). Lutto a Rocca di Papa: è morto il sindaco dopo il crollo del Comune (Messaggero). Salvini promette una medaglia al valore civile per Emanuele Crestani (Tempo).
Dopo Cdp il governo mette le mani sui fondi di Bankitalia (Repubblica). Tasse, M5S contro Salvini: "Cerca scuse per la crisi?" (Corriere). Salvini di lotta e di governo lancia l'ultimatum sulla flat tax che lui stesso non sa come fare (Notizia Giornale). Evasione, finalmente beccati 13mila evasori totali (Libero). Boccia: "Il governo deve chiarire se vuole la paralisi dell'industria" (Sole). Sì della Camera: rottamazione ter e saldo e stralcio riaperti al 31 luglio (Sole).
Infrastrutture, Genova, primo pilone del nuovo ponte (Sole).
Crisi Usa-Iran, il contrordine di Trump a dieci minuti dala guerra (Corriere). Trump e Iran a dieci minuti dalla guerra (Repubblica). Usa e Iran sull'orlo dell'abisso (Fatto). Trump: ho fermato i caccia in extremis (Messaggero).  Proteste contro la Russia: è battaglia a Tblisi, 240 feriti e 300 arresti (Stampa).

ECONOMIA
Trattativa con l'Europa per evitare la procedura d'infrazione. Il nodo del debito in mano a Moscovici. I partner all'Italia: decide Bruxelles. Misure antideficit attese per il consiglio di mercoledì (Corriere p.9). Il diktat dell'Italia: "Niente procedura o blocchiamo tutto" Conte: con Londra possiamo impedire le nomine Ue (Stampa p.2). Ma i grandi Paesi europei non si scompongono: la minaccia di ostruzionismo è un passo falso. Difficile trovare sponde tra i Paesi del Sud Europa, nessuna speranza tra i Baltici. Per il piano italiano non basterebbe il sostegno di Gran Bretagna, Polonia e Ungheria. "Sarete ancora più isolati". Per superare il quorum il candidato alla guida della Commissione Ue deve avere il voto di almeno 21 Paesi che devono rappresentare più del 65% della popolazione Ue (Stampa p.3). Ma lo stallo sulle nomine Ue aiuta l'Italia nel negoziato (Fatto p.10).
Conte: Non abbiamo nulla di cui farci scusare, non mi sono mai presentato con il cappello in mano. Salvini: Evitare l'infrazione è un obiettivo di tutti, ma non dobbiamo ottenerlo a ogni costo. Di Maio: Pensiamo troppo alle interviste sui giornali e poco a essere una squadra: la procedura è da scongiurare (Stampa p.2). Ma Conte non convince l'Ue e Salvini sfida Bruxelles (Messaggero p.4). Conte un uomo solo allo sbando: l'Ue lo isola, Salvini lo sabota. Il premier non convince nessuno a Bruxelles sui conti. Matteo: «L'infrazione? Sarebbe attacco contro l'Italia» (Giornale p.4). Sul Conte sventola bandiera bianca. La Ue dice no a tutto. Due giorni a trattare con i capi del Vecchio Continente non sono serviti a niente. Bruxelles insiste nel chiederci sacrifici sul debito. E al premier non resta che presentare il conto ai suoi due vice (Libero p.6).
La rincorsa del Tesoro servono altri 3 miliardi. Le diverse stime della Ue portano la correzione richiesta a 8-9 miliardi. Per colmare il divario più risparmi da Reddito e Quota 100. E altri tagli (Messaggero p.7). Ed è caccia al tesoro. Il governo punta a Bankitalia. Dopo la Cdp vuole il dividendo extra anche da via Nazionale. E intende ridurne l'autonomia (Repubblica p.7).

POLITICA
L'affondo di Mattarella. Il presidente al Csm travolto dall'inchiesta sulle nomine: "Quadro sconcertante, autorevolezza minata: ora le riforme. Manovre nascoste e millanterie in totale contrapposizione con quel che i cittadini si attendono dalla magistratura. Occorre far capire che l'ordine giudiziario e il suo organo di governo hanno al proprio interno gli anticorpi necessari (Repubblica p.2). La scossa di Mattarella (Stampa p.6). Si volta pagina (Corriere p.2). «Rischio carrierismo. Qui serve una cura». Tra laici e togati il giorno del mea culpa. La riunione straordinaria dopo la bufera (Corriere p.3).
Un sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere, registra il momento delicato per la credibilità delle toghe. La fiducia è ai minimi: 35%. E per il 61% è uno scandalo che avrà delle conseguenze. Il 55% degli italiani non crede nei giudici. L'indice di autorevolezza è il più basso di sempre (Corriere p.2)
I timori del Colle per una riforma contro l'autonomia l'editoriale di Marzio Breda sul Corriere (p.3). C'è un «non detto» destinato a pesare a lungo, nella durissima denuncia di Sergio Mattarella davanti al Csm dopo l'inchiesta che ha smascherato il «mercato delle toghe». Cioè il rischio che, sulla scia dello scandalo, l'annunciata stagione di riforme sui temi della giustizia venga indirizzata contro l'autonomia e l'indipendenza della magistratura.
"Salvini dica se vuole la crisi". I sospetti M5S dopo l'aut aut del leader sulle tasse (Corriere p.5). Di Maio: Matteo cerca la crisi ma rischia un governo tecnico (Messaggero p.5). Solo e sospettoso, Di Maio teme la congiura dei 5S. I dubbi su Fico e Di Battista e l'ansia del Movimento sulla lucidità del capo. L'ultima trincea: "Se passa la riduzione dei parlamentari non si vota più" (Repubblica p.8). Tempi lunghi per riorganizzare il partito (Corriere p.5).
Grandi manovre a Palazzo: gli indizi che portano al voto. Nessuno ne parla, ma i partiti si preparano alle urne. A partire dalle mance elettorali infilate nel dl Crescita (Giornale p.3). Giorgetti spinto sulla poltrona Ue come promozione o per fare posto? Battuta al veleno di Di Maio: «Guardati le spalle. E la Lega che ti vuole a Bruxelles» (Verita p.7). Casellati, niente trasparenza sugli atti: il Senato è cosa sua. Il nuovo regolamento prevede restrizioni per il diritto d'accesso a tutti i documenti (Fatto p.6).
Il caffè tra Salvini e Carfagna agita i 5Stelle (QN prima e p. 5). Ieri l'incontro tra il vicepremier leghista e la nuova cocoordinatrice di Forza Italia, alla festa della Guardia di finanza. Un faccia a faccia che l'entourage della forzista ha dipinto come "lungo e fitto, ma cordiale", mentre chi è vicino a Salvini parla di "pura cortesia, un caffè tra due esponenti politici che erano nello stesso posto e si sono salutati". Tra i due i rapporti in passato sono stati anche tesi.
Il 72% dei romani boccia la Raggi (Messaggero prima e p. 2-3). Il sondaggio di Euromedia: 2 lettori su 3 non rivoterebbe la sindaca, per il 68% è incapace, se si torasse alle urne otterrebbe il 15,5% delle preferenze. Il crollo su rifiuti, strade e trasporto: per il 70,7% deve lasciare. E se il Messaggero attacca, Notizia Giornale (prima e p. 8-9) difende la grillina: bombardata da politica e grandi giornali, ma molti stanno con la Raggi. Sulla pagina social del quotidiano, messaggi di solidarietà alla prima cittadina della Capitale.
Via libera al decreto crescita niente immunità per l'ex Ilva. La Lega lancia un "salvagente" a Taranto ma in casa Mittal cresce la preoccupazione (Messaggero p.9). «Il Governo dica se vuole l'industria». Taranto è una città simbolo, Arcelor Mittal va sostenuta (Sole p.2). Salario minimo, Iva, concessioni, ex Ilva: assalto all'impresa. Raffica di norme e proposte che aumentano i costi e creano incertezza. Sulle tariffe autostradali Confindustria teme il blocco di cantieri e invita a un confronto ministro-società (Sole p.3).

ESTERI
Usa-Iran, 10 minuti dalla guerra (Fatto p.18). I dieci minuti di Trump (Repubblica p.12). La notte della guerra sfiorata. Trump: «Ho fermato io l'attacco». Il presidente: era tutto pronto, ma ci sarebbero stati 150 morti (Corriere p.10). Washington vuole sfiancare il regime: l'obiettivo è una nuova intesa sul nucleare. La Repubblica islamica è in ginocchio per le sanzioni. Per Pompeo un'azione militare rischia di aiutare gli ayatollah (Stampa p.11). L'ipotesi di azioni sotto copertura. Ma c'è lo spazio per un negoziato. I generali non vogliono altre avventure (Corriere p.11).
Una bomba da disinnescare prima che sia troppo tardi di Massimo Gaggi sul Corriere in prima. Perché a Donald non piace premere il grilletto di Federico Rampini su Repubblica (p12).
Se c'è un lato buono dell'isolazionismo di Donald Trump, lo abbiamo visto in azione. Il ripensamento che ha portato il presidente a bloccare un attacco contro l'Iran – rappresaglia per la distruzione di un drone Usa – è coerente con il suo slogan preferito. America First non vuol dire soltanto nazionalismo. Dare la precedenza ai problemi dell'America, alla salute dell'economia, alle preoccupazioni degli elettori, significa rinunciare a fare il gendarme del mondo. L'isolazionismo può non piacere a chi, come gli europei, si era abituato a vivere di rendita sotto una sicurezza garantita dalla spesa militare americana. Ci sono tanti risvolti negativi, in questo ripiegamento dell'America su se stessa. Però isolazionista e guerrafondaio non sono la stessa cosa, di solito.
Turchia: Istanbul torna alle urne, sfida all'ultimo voto per il sindaco (Messaggero p.12). Erdogan rischia. E blocca i traghetti per le urne. I sondaggi non sono favorevoli al Sultano (Corriere p.13). Imamoglu "Erdogan ha sbagliato, ma Istanbul mi confermerà sindaco" (Repubblica p.14).
Putin a picco nella popolarità fronteggia a fatica il malcontento. Il Paese non gli perdona i tagli al welfare. E i suoi deputati si defilano. Rabbia e rivolte sociali mandano in frantumi l'invincibilità del presidente russo (Stampa p.9).

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