Commentario del 29.03.2019

IN PRIMA PAGINA
Alt del Quirinale sulla Commissione banche e ok alla legittima difesa i temi in primo piano.
La legittima difesa è legge: libertà di sparare, Salvini esulta. I giudici: legge incostituzionale (Repubblica). Ma la maggioranza perde voti (Messaggero). Intanto, scontro sul revenge porn (Corriere e tutti). Sulle porno vendette le deputate si dividono. Salta il nuovo reato (Repubblica).
Sulle banche, i timori del Quirinale (Corriere). L'alt di Mattarella sulla legge che istituisce la commissione d'inchiesta sui risparmiatori truffati (Repubblica). Il Quirinale vede rischi per il sistema. E Repubblica intervista Di Maio: "Ricordo al ministro del Tesoro che le scelte vanno fatte da chi ha i voti. Aspettiamo da giorni la firma".
Conti pubblici a rischio: crescita a zero e redditi in calo. E il governo vuole più spesa (Giornale).
Sul Corriere i dati dell'Iperf degli italiani: in 13 mln non pagano le tasse.
Giornale guarda ai piani di Salvini: addio a Fi e nozze con il M5S, ma ci sono i dubbi di Giorgetti.
Bankitalia: la nuova squadra di Visco (MF). Panetta nuovo dg, Franco e Perrazzelli vice (Sole).

ECONOMIA
L'alt di Mattarella alla commissione delle Camere sui crac bancari: in primo piano su Repubblica (e  tutti i nazionali) i forti dubbi del Colle. Il presidente non ha firmato l'istituzione del nuovo organo parlamentare e valuta una lettera a Fico e Casellati (per limitarne l'azione in caso di via libera). Mattarella teme che l'inchiesta si trasformi in un processo sommario al sistema bancario che, essendo già in crisi, si indebolirebbe ulteriormente. C'è inoltre il rischio di conflitto con altri organi dello Stato dati i poteri estesi che la nuova commissione avrebbe, e su cui Mattarella non avrebbe ricevuto garanzie. Intanto Lega e 5S pronti a scavalcare Tria sul decreto rimborsi. Sul tema, Repubblica (p.3) intervista Di Maio: "Ricordo al ministro del Tesoro che le scelte vanno fatte da chi ha i voti: aspettiamo da giorni la firma, no a ulteriori rinvii. C'è una questione di compattezza nel governo, ma serve una decisione in poche ore. Dopo la sentenza della Corte europea su Tercas, che ha stabilito che salvare quella banca non è aiuto di Stato, la commissione è debole su questo tema, quinsi non temo una procedura di infrazione". Poi sui dubbi del Colle sulla commissione sulle banche, dice: "Deve essere avviata il prima possibile per mettere la giustizia sociale al centro delle dinamiche bancarie. Gli italiani hanno il diritto di conoscere la verità sulle crisi che hanno bruciato così tanti risparmi".
"Crescita zero" e i redditi diminuiscono: anche S&P taglia le stime sul Pil italiano (Giornale p.5 e altri). Un buco di 8 mld: sulla Stampa (p.4) le incognite dell'economia dopo i dati che certificano una crescita dello 0,1%. Il buco è generato in parte dalle stime troppo ottimistiche sui costi della manovra di quest'anno, in parte dal peggioramento del deficit causa dalla minor crescita. Dalla Ce non arriva la richiesta di una manovra correttiva solo perchè a Bruxelles si guarda al voto di maggio, ma i nodi arriveranno al pettino dopo l'insediamento del nuovo esecutivo Ue. Per il Giornale (p.4) il governo avrebbe la tentazione di spendere senza coperture: Def in salita, e Tria vorrebbe evitare la manovra correttiva puntando sul Dl crescita.  Repubblica (p.3) intervista Luigi Di Maio che, a proposito del decreto crescita, dice: "Sbloccheremo investimenti e favoriremo linee di credito per le aziende per aumentare il Pil. Poi, nel Def, inseriremo gli effetti della legge". Ma sullo slittamento, spiega: "Non siamo paralizzati, è slitatto solo perchè è una misura complessa, ma la vareremo la massimo lunedì. La cosa importante è prendere i 2 mld della mini-Ires, che non era una nostra idea e non ha funzionato, e metterli sulla detrazione al 100% sui capannoni e beni strumentali. Poi c'è la norma per evitare che i marchi storici finiscano in mani straniere. Infine, ci sarà nuovo microcredito alle imprese". Poi, sulla proposta leghista della flat tax, Di Maio dice: "E' un obiettivo del governo, ma non si può fare con 2 mld".
A proposito di tasse, Libero (in prima e p.4): in pochi le pagano. Il 5% dei contribuenti paga per tutti. Quasi 38 mln di cittadini sborsa appena 6 mld di Irpef, eppure queste persone usufruiscono di scuole, ospedali e ospizi. Il grosso delle imposte arriva da chi dichiara tra 15 e 50 mila euro, ma sono i 2 mld di "benestanti" che tengono in piedi lo Stato. Anche Messaggero (p.17) riprende i dati sull'Irpef, evaso da 13 mln di italiani. Dai dati sulle dichiarazioni fiscali emerge che il 5% dei contribuenti con reddito oltre i 50mila euro versa il 40% dell'imposta.

POLITICA
Ok alla legittima difesa: via libera in Senato con 201 sì, 38 no e 6 astenuti (su tutti). Salvini: "Giorno bellissimo". Ma i ministri del M5S disertano (Messaggero in prima e p.2-3). Nessun esponente 5S tra i banchi del governo durante la votazione. Il titolare della Giustizia Bonafede però ricorda: "Era nel contratto di governo" (Repubblica p.6). La maggioranza perde voti: giallo-verdi a quota 142 senatori, 6 assenti ingiustificati tra i 5S e altri 10 "in missione". Pesano le tensioni e crescono i sospetti di Salvini su Conte, per il leghista il premier fa il gioco di Di Maio. Intanto, Fi e FdI votano con la maggioranza, anche se Berlusconi avverte: "Non è il testo che avremmo voluto, lo completeremo noi". Aumentano i dubbi dei magistrati sulla legge. Il presidente dell'Anm Minisci al Corriere (p.5): "Non tutelerà i cittadini più di quanto non avvenga oggi. Dubbi di costituzionalità: dicendo che la difesa è sempre legittima si equipara la vita umana a un bene patrimoniale. E il "grave turbamento" per escludere la punibilità non può trovare applicazione solo per una singola discriminante. Viene meno il principio di proporzionalità e si introducono degli automatismi". Il docente della Sapienza Luciani a Repubblica (p.7): "E' incostituzionale sostenere che si può sparare sempre. Il grave turbamento è una formula generica. L'interpretazione spetterà sempre all'autorità giudiziaria".
Ieri è arrivato il no all'emendamento sul revenge porn: stop dai 5S alle norme per persguire chi diffonde video intimi. Rivolta delle deputate di Pd e Fi (Corriere p.8 e tutti). E Di Maio ha corretto il tiro dei suoi: "Votiamo l'emendamento delle opposizioni, almeno è un primo passo". Ma c'è lo scontro M5S-Lega sulla castrazione chimica, con il no dei grillini. Di Maio, intervistato da Repubblica (p.3), dice: "La castrazione chimica non c'entra con il revenge porn. Si tratta di una misura volontaria. Così si prendono in giro le donne e non si risolve il problema. Sulla porno vendetta va berne approvare una legge organica, ma per me quella legge, che ha i numeri in Parlamento, va votata martedì perchè è sacrosanta". E il ministro della Difesa Trenta al Corriere (p.8): "La proposta della castrazione chimica è una presa in giro verso tutte le donne, mi sorprende che la Bongiorno l'abbia sostenuta. Il deterrente è la massima pena e la certezza della pena: chi sbaglia deve pagare e il ministro Bonafede sta lavorando bene in questo senso". La giudice Paola di Nicola a Repubblica: "A noi giudici quella legge sul revenge porn serve, così la politica fa solo male al Paese. La castrazione chimica? Il tema della violenza sessuale contro le donne ha origine nel modo in cui si percepisce il corpo di una donna, considerato una preda da catturare. Mentre quella maschile è considerata una sessualità che si deve sfogare, la castrazione chimica non farebbe che replicare questo atteggiamento".

ESTERI
Brexit, ultima chance May a caccia di voti: il no deal è vicino (Messaggero p. 10 e tutti): la premier cerca una difficile maggioranza per superare il test oggi a Westminster. Il governo non può più contare sul sostegno dei 10 deputati nordirlandesi del Dup. Sempre più vicina l'ipotesi dell'uscita il12 aprile. La leader della Camera Andrea Leadsom ha incoraggiato "tutti i deputati a sostenerla e ad assicurare che lasciamo la Ue il 22 maggio, dando alle persone e alle imprese le sicurezze di cui hanno bisogno". Intanto a Londra "volata lunga per il dopo May: otto volti ma nessun vero leader" (Corriere p. 15): dopo l'annuncio della May che si farà da parte non appena portata a termine la Brexit, i potenziali successori si sono  lanciati nella campagna elettorale: in pole position Boris Johnson e Michael Gove.
Corriere (p. 15) intervista il ministro ceco, Tomas Petricek, che sull'Europa dichiara: "Chiediamo flessibilità nell'integrazione ma non vogliamo un'Europa a due velocità, o divisa tra Nord e Sud, Est e Ovest, nuovi e vecchi membri. E sull'accordo di Roma con Pechino sulla Via della Seta? Molti Paesi, compreso il mio, guardano alle opportunità che offre il mercato cinese, ma è importante trovare una posizione europea. Le relazioni con Pechino devono essere basate su principi di correttezza e reciprocità".
Venezuela, Maduro destituisce Guaidò. Di Maio: "L'Italia non riconosce il chavista" (Messaggero p. 10 e tutti) Il regime di Maduro ha revocato la carica di presidente del Parlamento a Guaidò, autoproclamatosi presidente ad interim del Venezuela e riconosciuto da diversi Paesi occidentali. Ma il vicepremier incontra Bolton a Washington e rassicura gli Uasa sul Venezuela: "Il nostro paese chiede subito il voto". Rassicurazioni anche per Cina: "Accordo commerciale e non politico" (Stampa p. 5 13).

© riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento