Commentario del 2.03.19

IN PRIMA PAGINA
In primo piano sui quotidiani le tensioni nel governo sul tema Tav. Il
caos 5S pesa sul governo. La Francia: il tempo è scaduto (Repubblica).
La Tav scuote il governo (Corriere, Sole). Rivolta 5Stelle: Conte e Di
Maio mettono sotto accusa Toninelli (Stampa). Altro tema caldo è il
dossier sull'Autonomia. "Sui soldi nessun ok" dice il ministro Lezzi al
Messaggero.
Tra i temi politici, in evidenzia anche il sondaggio di Pagnoncelli sul
Corriere: 5Stelle crollano al 21,2%, Lega al 35,9%, Pd in risalita.
Intanto, domani le  primarie dem. Corsa a tre: Zingaretti, Martina e
Giachetti, ma è lite su M5S (Messaggero). 4 scarti in padella (Verità).
Zingaretti: "Con i moderati per sfidare la nuova destra" (Corriere). 
Giachetti a QN: "Resto, ma il Pd muore se tratta con M5S". C'è il
rischio flop, primarie Pd contro il Governo (Notizia Giornale).
Sul Sole in evidenza i dati Istat: il Pil rallenta, e il rapporto col
debito va al record storico (Sole, Avvenire). Tracollo imprese: mai così
male dal 2013 (Giornale).
Esteri. Taglia degli Usa: l'erede di Osama vale un milione (Corriere).
Il figlio di Bin Laden braccato dall'America (Stampa). Albania, il sogno
Ue raffredda la protesta (Avvenire).

ECONOMIA
Crescita più lenta nel 2018, risale il debito: sul Messaggero (p.17) e
tutti i quotidiani i dati Istat che evidenziano lo stato di salute dei
conti pubblici e suscitano timori per l'andamento dell'economia per i
prossimi mesi. Debito ai massimi, oltre il 132%. La crescita 2018 frena
a +0,9% (Sole in prima e p.5) il consuntivo Istat che evidenzia il
peggioramento delle stime del governo, che aveva stimato un debito al
131,7%. Il deficit sale 2,1%. A spingere l'economia è l'industria
manifatturiera, ma pesano le frenate dei consumi delle famiglie e della
domanda estera. Sempre elevato il rischio di una richiesta di
"correzione" dei conti (Messaggero p.17). Intanto, si raffredda anche il
mercato del lavoro: aumenta di 35 mila unità il numero dei disoccupati e
la disoccupazione giovanile sale al 33%, anche se cala il precariato con
12mila contratti fissi in più (Repubblica p.20). L'Italia rallenta
ancora, l'unica medicina possibile è ridurre lo spread – commenta Fubini
sul Corriere (p.36) -. L'indice della produzione manifatturiera è scesa
al minimo dal maggio 2013, non è un segnale da sottovalutare perchè
l'industria manifatturiera è il punto di forza e il traino del Paese. E
la fiducia dei manager manifatturieri è ai minimi da 5 anni in tutta
l'area euro. Il ministro francese Le Maire a Repubblica (p.3): "Effetto
contagio sull'eurozona? Quando c'è un rallentamento dell'economia in
Germania ci sono conseguenze sulla crescita dell'intera area euro.
Quando c'è un rischio recessione in Italia, c'è un impatto sulla
Francia, che è partner commerciale, ma anche sull'eurozona. L'idea che
ognuno possa cavarsela da solo è un'illusione. Il fondo dell'eurozona
che proponiamo insiema alla Germania serve a rafforzare l'integrazione
tra i nostri Paesi e a proteggerci dal rischio di nuovi shock
finanziari". Il presidente di Confcommercio Sangalli al Sole (p.5):
"Frenata dei consumi, fragile profilo dell'occupazione e pericoloso
crescita del rapporto debito-Pil, unite all'ulteriore rallentamento
dell'economia, pongono una sfida difficile per la finanza pubblica.
Tutto ciò conferma la previsione di un difficile inizio di 2019.
Qualsiasi proposta che vada nelle direzione di una riduzione delle tasse
su famiglie e imprese ci vede favorevoli, e per tornare a crescere la
priorità assoluta è evitare l'aumento Iva".

POLITICA
La Tav scuote il governo (Corriere e tutti): ministri divisi, con Lega e
Tesoro favorevoli all'opera, ma Toninelli chiude: "Non si deve fare". Ma
il titolare del Mit finisce nel mirino, accusato di non essere stato
"capace di proporre nulla di alternativo" (Stampa p.3). Il
sottosegretario ai Trasporti, Rixi, al Corriere (p.2) spiega: "Nei
prossimi giorni il cda di Telt dovrebbe dare il via libera ai bandi
necessari per la Tav. Troveremo una soluzione perchè far partire i bandi
non significa che la Tav dovrà essere fatta secondo il progetto
iniziale. Mini-Tav? E' una formula che usano i giornalisti, io dico che,
una volta deliberati i bandi e messa in sicurezza l'opera, si potrà
negoziare con Francia ed Ue una revisione che consente di risparmiare
risorse importanti". Ma la spaccatura nel Movimento blocca Conte sulla
mini-Tav (Repubblica p.2). Il Messaggero (p.2) evidenzia come con il
tracciato ridotto andrebbero buttate giù le case 1500 torinesi: il costo
della stazione di Susa non è compreso nella spesa attuale di 1,7 mld per
il tratto italiano. Telefonata tra Di Maio e il premier, che poi
annuncia: "Nessuna apertura". E l'ipotesi di potenziare la linea del
Frejus non eviterebbe lo strappo con la Lega e farebbe perdere i fondi
Ue (Repubblica p.2). Intanto resta alta l'attenzione sulle analisi
costi-benefici: il nuovo studio di Ponti evidenzia come, dal punto di
vista economico, la valutazione sull'opera resti fortemente negativa per
2,5 mld, ma solo le penali sfiorano i 3,4 mld. Ponti, intervistato dalla
Stampa (p.5): "Ci sono ancora i numeri per affermare che realizzare la
Tav vorrebbe dire buttare via dei soldi pubblici". Ma dalla Francia
arriva la sollecitazione del ministro Le Maire, che a Repubblica (p.3)
dice: "Siamo stati pazienti per dare al governo il tempo di riflettere.
Ora siamo fiduciosi che la decisione arriverà molto presto". Ma a
rallentare il processo di decisione sono le spaccature nel M5S, con Di
Maio che teme la rivolta interna, ma un no metterebbe in crisi il
governo (su tutti). Un sondaggio di Di Maio evidenzia come gli elettori
vogliano il sì all'opera, con Salvini che va in pressing sull'alleato:
"Se non si fa la Tav, il governo va a casa" (Messaggero p.3). Anche
Verderami (Corriere in prima e p.3) segnala il dossier segreto che
spinge Di Maio verso l'ok alla Torino-Lione: il 70% dei suoi elettori è
per il sì all'Alta velocità. Per Verderami, la Tav è la metafora del
nuovo percorso politico del Movimento, e potrebbe ridisegnare il
tracciato del governo e della stessa legislatura.
Altro tema caldo per il governo è quello legato al dossier Autonomie. La
ministra per il Sud, Barbara Lezzi, al Messaggero (in prima e p.7): "Non
c'è ancora nessuna intesa. In Cdm sono solamente arrivate delle bozze.
La questione delle risorse non è ancora stata definita, ma se manca
quella manca tutto. Ho evidenziato molte contraddizioni nel testo quando
si parla di passaggio dai costi storici ai fabbisogni standard. Per noi
va bene fare presto, basta individuare i livelli essenziali e i
fabbisogni standard entro l'anno. Per Roma non potrà esserci uno
svuotamento, le Regioni che chiedono l'autonomia dovranno farsi carico
di quanto viene tolto alla Capitale".
Sul Corriere (in prima e p.5) il sondaggio di Pagnoncelli sulle
intenzioni di voto degli italiani certifica il crollo del M5S, ora al
21,2%, mentre la Lega arriva a sfiorare il 36%. In risalita il Pd, che
torna vicino ai livelli delle politiche 2018 risalendo al 18,5%. Nel
perimetro di centrodestra, Fi recupera mezzo punto ma resta all'8,6% e
FdI risale al 4%. Il sondaggio evidenzia il gradimento in discesa
sull'operato del governo Conte, che passa dal 59 al 54%, mentre è in
crescita in gradimento sulla persona del premier, che resta al 60%,
apprezzato soprattutto dagli elettori M5S (92%) e leghisti (84%).
Conto alla rovescia per le primarie Pd che vedono la sfida a tre:
Zingaretti, Martina e Giachetti che si sono confrontati con  il
Messaggero sui temi-chiave (p. 11) Tra questi: autonomia regionale,
giustizia e immigrazione. Domani gazebo aperti dalle 9 alle 20 in tutta
Italia. Sul Fatto (p. 9) l'analisi pungente sulle differenze fra i tre:
hanno in comune tante cose ma soprattutto l'assenza di una riflessione
seria sull'esperienza renziana.

ESTERI
Brexit, Stampa (p. 9) intervista Barnier, capo negoziatore per la Ue:
"Dalla Brexit una lezione ai leader. Servono risposte alla rabbia
sociale. Ciò che è successo in Gran Bretagna è il frutto di un
sentimento popolare diffuso che può mettere in discussione il progetto
europeo. E bisogna trovare le risposte. Inutile estendere le trattative
oltre il 29 marzo, aumenterebbero le incertezze. Stiamo preparando un
documento con valore giuridico che sia pronto prima del voto a
Westminster il 12 marzo".
Tra Italia e Francia segnali di pace su Fincantieri-Stx (Messaggero, QN,
Corriere). Il presidente di Naval Group, Guillou, sulla fusione con il
gruppo italiano: "Si farà, anche perchè non abbiamo alternative se
vogliamo essere competitivi a livello mondiale". Ma il pasticcio Tav
frena la pace tra Italia e Francia (su tutti). Repubblica  intervista il
ministro francese Le Maire sul sospetto che il governo di Parigi sia
dietro la decisione Antitrust Ue di aprire un'inchiesta sull'alleanza
tra Fincantieri e Stx: "E' falso. L'autorità francese della concorrenza
che ha trasmesso il dossier a Bruxelles è indipendente, lavora senza
chiedere l'accordo del governo. Spero che la fusione tra Stx e
Fincantieri sui faccia presto per creare  un campione franco-italiano
nell'industria della costruzione navale. Guardate StMicroelectronics che
è già un gigante franco-italiano nei semiconduttori. Ho proposto
all'Italia di aderire al progetto di costruzione di batterie elettriche
lanciato tra Francia e Germania. Preferisco ispirarmi a questi modelli
concreti piuttosto che soffermarmi sulle chimere che alcuni cercano di
vendere, separando Francia e Italia che sono popoli amici".

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