Commentario del 08.03.2019

PRIME PAGINE
Conte boccia la Tav, scontro finale (Corriere, Sole). Conte: "Decido io, il Tav è inutile". Salvini sbrocca, crisi più vicina (Fatto). Tav, scontro finale (Repubblica). Tav, governo a un passo dalla crisi (Stampa). Governo in crisi (Giornale). Salvini-Di Maio, guerra sulla Tav (Messaggero). La polemica sul Tav ormai è una molestia (Libero). Anche Financial Times riprende le parole di Conte sui "forti dubbi" sulla Tav.
Voto di scambio, Pd e Fi uniti contro la legge: "Finiamo tutti in gattabuia" (Fatto). Berlusconi più vivo che mai: indagato per un'altra sentenza comprata (Fatto). Zinga e il giallo terza media (Giornale). Via il segreto di Stato, si saprà l'origine del latte (Verità e Tempo). Autonomia, più tasse per garantire i fondi a Lombardia-Veneto (Messaggero).
L'Europa frena, Draghi rilancia (MF). Draghi: "L'Italia frena la crescita". Nuovi aiuti Bce per l'economia (Repubblica, Sole). Draghi, allarme crescita, la Bce lascia i tassi a zero (Stampa). Draghi spinge l'economia: soldi alle banche (QN). Paradisi fiscali, costano 35 miliardi nell'Unione europea (Stampa). Reddito,soldi a Casamonica e Spada (Giornale). Reddito di cittadinanza, ecco i test per gli aspiranti navigator (QN).
A 60 anni dall'esilio, parla il Dalai Lama: "La Cina non piegherà lòa nostra verità" (Repubblica).
Su tutti i quotidiani, i festeggiamenti dell'8 marzo (Repubblica). Il miracolo di Manuel (QN). Manuel, la gioia del ritorno: "Finalmente in piscina" (Corriere). Calcio, la Roma esonera Di Francesco: tocca a Ranieri (Messaggero, Corriere e tutti).

ECONOMIA
Allarme crescita, Draghi lascia i tassi a zero (Stampa p.11 e tutti). La Bce taglia le stime e si prepara a dare altra liquidità alle banche. Da Francoforte arriva un altro segnale verso l'Italia: "E' uno dei freni dell'Eurozona". La Bce prova la terapia d'urto contro Brexit, caso Italia e dazi (Repubblica p.9): le previsioni di crescita per la zona euro sono passate in pochi mesi dall'1,9% all'1,1%, la la recessione viene considerata improbabile, anche se il rallentamento proseguirà nel 2020. Per Libero (p.19) Draghi vede nero e riapre i rubinetti della Bce: prima di lasciare la poltrona di presidente annuncia la ripartenza da settembre dei finanziamenti agli istituti per sostenere il credito. Per il Fatto (p.10) la Bce compra altro tempo: altro round di aste Tltro, Italia e Spagna tirano un sospiro di sollievo. L'analisi di Ferraino sul Corriere (p.26): la situazione dell'economia deve essere piuttosto grave se Mario Draghi, sorprendendo un'altra volta i mercati, rinvia l'uscita di scena della Bce in soccorso della zona euro. Che poi le decisioni di politica monetaria annunciate ieri siano state prese (per una volta) all'unanimità, segnala che i timori sulle prospettive dell'eurozona sono condivisi, anche dai governatori falchi, a cominciare da Jens Weidmann, riconfermato alla guida della Bundesbank. Per Masciandaro sul Sole (p.2) in un momento di crescente incertezza macroeconomica, il legarsi le mani è il miglior contributo che Draghi può dare alla stabilizzazione dei mercati e delle prospettive economiche.
Reddito di cittadinanza, la fila per il sussidio si allunga a 150 mila (Corriere p.9). Intanto arriva il bando per i navigator: il governo sfida le Regioni (Repubblica p.28). Secondo i governatori, così Di Maio allontana l'intesa. Anche Messaggero (p.7) parla di "braccio di ferro Regioni-governo", mentre arriva il bando per 60 mila navigator ma ci sono solo 6mila posti. Le selezioni dovranno chiudersi entro maggio. Sul reddito di cittadinanza prosegue l'attacco di Libero (p.4) e Giornale (p.3), che parlano di "reddito di delinquenza" per i clan – Spada e Casamonica - in fila per chiedere il sussidio. "Non prenderanno un euro" assicura Di Maio, ma la legge non lo vieta. Nel frattempo, tra gli emendamenti del governo al decreto sul reddito di cittadinanza, anche la norma che consentirebbe di applicare a "ridere" e altre forme di collaborazione la "disciplina del rapporto di lavoro subordinato" (Sole p.5).

POLITICA
Scontro finale nel governo sulla Tav (su tutti). Conte si schiera contro l'opera, la mossa spacca la maggioranza (Corriere p.2 e tutti). Anche il Financial Times (p.3) riprende i "Forti dubbi" di Conte, che ha annunciato: "Parlerò con Ue e Parigi". Il primo ministro va a caccia di un cavillo per provare a bloccare i bandi (Messaggero p.3). Tuttavia Conte lavora ancora per un sì con riserva, secondo la Stampa (p.2) il premier tenta la mediazione con Di Maio ed è pronto ad avviare i bandi entro 7 giorni: "Troppi fondi a rischio, il Movimento si convincerà". Salvini non molla: "Vado in fondo, vediamo chi ha la testa più dura" (Messaggero p.2). Il leader del Carroccio si dice "stanco dei troppi no, la pazienza è finita", e valuta la rottura dell'alleanza di governo (Stampa p.5). Anche per Repubblica (p.7) stavolta Salvini è pronto alla crisi. La replica di Di Maio: "Stop ai bandi, Lega irresponsabile. Se si fa la Tav non c'è più il governo, se la Lega fa cadere l'esecutivo se ne assume la colpa" (Repubblica p.6). Conte prova a smorzare le tensioni: "Non vedo crisi di governo all'orizzonte, non mi sono schierato contro la Lega". Ma per Corriere (p.5) e tutti i quotidiani il premier ha deciso di tutelare Di Maio. Il Colle è preoccupato dallo stallo e teme gli effetti di uno stop all'opera: rischi economici e di isolamento (Corriere p.2). Parigi apre al dialogo ed è pronta a dare altro tempo all'Italia, ma i bandi devono partire (Messaggero p.4). Ma dalla Telt, società italo-francese che ha l'incarico di costruire la Tav, ribadiscono l'allarme: se ci fermano siamo obbligati a pagare subito 300 mln. E il direttore generale del gruppo Viriano, che ha incontrato d'urgenza Conte, rilancia: "I patti internazionali vanno rispettati, non ci sono alternative". L'avvocatura dello Stato ha confermato il rischio di danni erariali per 1,7 mld in caso di stop (Messaggero p.2). Il sottosegretario leghista del Mit Siri al Corriere (p.5): "Non c'è nessuno stop dell'opera, possiamo sederci al tavolo con Ue e Parigi per discutere ma non nella posizione di chi non ha rispettato i patti. I danni di una mancata realizzazione dell'opera dal punto di vista amministrativo, tecnico e giuridico sono molto alti, si parla di quasi 2 mld di euro, oltre a un mld e mezzo per mettere in sicurezza il tunnel attuale". Poi Siri guarda alle divisioni nel governo: "Senza un accordo il referendum è la strada più giusta. Salvini non strumentalizza la vicenda dal punto di vista della convenienza politica, il governo può andare avanti solo se dimostra il livello di maturità che si richiede dinanzi a decisioni strategiche per il futuro del Paese". Intanto la Stampa (p.6) cita un'analisi costi-benefici realizzata per l'Europarlamento, a cui ha lavorato anche la società presieduta da Marco Ponti, secondo cui "la Tav ha i più alti benefici delle opere Ue". Fortune Italia intervista il ministro Toninelli, che sulla Tav spiega: "Abbiamo pubblicato i dati di un'analisi costi-benedici finalmente imparziale e rigorosa. A fronte di un costo di circa 5 mld, vediamo un forte impatto negativo che oscilla tra i 7 e i quasi 8 mld, mentre gli eventuali costi di interruzione anticipata non sono facilmente determinabili a priori, e comunque oscillano intorno al mld". Il consulente del governo che ha bocciato la Torino-Lione firma lo studio inviato a Bruxelles nel quale si segnala che l'opera creerà 800 mila posti di lavoro e avrà effetti senza precedenti. Sul Messaggero (p.3) parla Pierluigi Coppola, l'esperto che non ha firmato la relazione costi-benefici del Mit: "Anche la mini-Tav è un'idea sbagliata, ed è un grave errore se pensano al nuovo Frejus, quelli sì che sono mld gettati al vento". Il delegato generale del Comitato Tav francese, Stèphane Guggino, al Messaggero (p.4) dice "basta con i rinvii, senza una decisione i fondi stanziati andranno su altri progetti".


ESTERI
Europee, prevalgono pessimismo e paura. Sul Corriere (p.10) il sondaggio che, in vista del voto di maggio, vede crescere il consenso dei partiti sovranisti. Tra gli scenari di governo europeo la ricerca evidenzia tre possibili scenari: alleanza Pse e liberaldemocratici, un'alleanza che reggerebbe anche all'espulsione dal Ppe di Orbàan; accordo tra Ppe, Pse e Verdi; la terza ipotesi prevede un rassemblement tra Ppe e i tre gruppi sovranisti/populisti.
Xi preme sulla Via della Seta, l'Italia si perde nel negoziato (Repubblica p.14): il presidente cinese arriva in Italia il 21 marzo dopo una lunga trattativa, il prezzo di un no ai contratti sarà alto. Fare un passo indietro ora che Xi ha prenotato il viaggio significherebbe giocarsi il rapporto con il Dragone. E la scommessa è che l'apertura verso Pechino possa essere fatta digerire agli Stati Uniti. In ogni caso una delle due superpotenze andrà scontentata. Questo negoziato condotto con approssimazione  ha messo l'Italia in mezzo alla sfida secolare tra Stati Uniti e Cina. Intanto, sui rapporti con la Cina, l'Italia chiede chiarimenti a Washington: spieghi i rischi di acquistare il 5G cinese e suggerisca un'alternativa (Stampa p.14).
Germania, svolta a destra dell'erede della Merkel in cerca di identità (Stampa p.15): la leader della Cdu Kramp-Karrembauer tra nazionalismo e gaffe omofobe, ma l'erede della cancelliera prova a compattare la base, anche se la sua figura non convince ancora.
Sulla Stampa (in prima e p.12) ampia intervista al Dalai Lama, nel sessantesimo anno di esilio. Il capo politico e religioso fu costretto a fuggire nel 1959: "In Tibet terrore e repressione, ma la Cina non ci ha piegati. Il dialogo con Pechino si è interrotto, ma informalmente ho molti contatti. Parlamentari di tutto il mondo ci sostengono".

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