Commentario del 15.03.2019

PRIME PAGINE
Via della Seta, lite nel governo (Corriere). No alla Cina, ultimatum di Salvini ai 5S (Repubblica). Piani per golden power e cabina di regia sulle alleanze (Sole). Salvini con Trump, il M5S: "Vuole la crisi" (Messaggero). Il leghista si è svegliato atlantista: no alla Cina e sì a tutti gli F-35 (Fatto). Salvini prepara lo scudo per il Made in Italy (MF).
In politica, sondaggio di Diamanti su Repubblica: Pd in recupero, cadono ancora i 5S. E sulla legittima difesa due italiani su tre sono d'accordo. Spazio al caso-Sarti. Ricatti a luci rosse (Giornale).Per il Fatto "Giulia non è sola: boom di denunce per porno-ricatti" (Fatto).
Tra i temi economici, in primo piano sul Messaggero il decreto crescita allo studio al Tesoro.
Brexit, Londra chiede il rinvio sull'uscita. L'Ue: "non è automatico" (Sole). "Proroga solo se per due anni" è la replica di Bruxelles alle richieste di rinvio di Londra, mentre gli Usa offrono vantaggi commerciali alla Gran Bretagna per lasciare l'Europa (Messaggero).
Venezuela: Sole intervista il presidente colombiano Ivan Duque: "L'intervento armato in Venezuela non può essere la soluzione giusta".
Effetto Terra: oggi la protesta contro l'inquinamento (Repubblica). I ragazzi verdi fermano il mondo (Stampa). Ragazzi in piazza per salvare il loro pianeta (Corriere).

ECONOMIA
Tesoro al lavoro per le misure anti-crisi: pacchetto crescita, il decreto del Mef punta su incentivi e garanzie (Messaggero in prima e p.2). Sono saliti a 4 i provvedimenti per l'economia che verranno discussi nel prossimo Consiglio dei ministri. Si punta su sgravi mirati e più aiuti alle imprese che investono. Tra le ipotesi su cui si sta lavorando c'è la revisione della "mini-Ires". La cui applicazione si sta rivelando difficoltosa. L'obiettivo degli interventi è scongiurare una manovra-bis da 10 mld di euro.
Salario minimo, discussione aperta tra governo e parti sociali. Il Fatto (p.8) si concentra sul no dei sindacati, che si sentono scavalcati: Cgil, Cisl e Uil sostengono che i minimi vadano estesi a tutti i contratti collettivi "oppure – avvertono – si rischia di avere minori tutele sul lavoro e stipendi più bassi". Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, al Corriere (p.15): "A tutte le persone che lavorano debbono essere garantiti diritti. Non c'è solo il salario, ci sono anche altri istituti come ad esempio le ferie o la malattia. La strada migliore è dare validità erga omnes ai contratti nazionali, che permetterebbero di considerare i trattamenti economici e normativi complessivi e di essere più aderenti alle diversità di settore. Il problema del nostro Paese è che i salari sono troppo bassi, il loro valore reale deve salire. Bisogna farli crescere con i contratti nazionali, ma serve anche un intervento fiscale per ridurre il peso delle tasse sul lavoro dipendente e sui pensionati, ma rispettando il principio della progressività". Poi Landini torna a parlare di reddito di cittadinanza: "Combattere la povertà è una scelta positiva, è sul come che abbiamo le nostre perplessità. Ad esempio vengono penalizzati i migranti, le famiglie numerose. E, soprattutto, non basta dare un lavoro a una persona per farla uscire dalla povertà. Si può essere poveri anche lavorando, è questa la drammatica novità dei nostri tempi. Vorrei ricordare che il Movimento 5 Stelle aveva nel programma elettorale il ritorno dell'articolo 18. Questo confronto potrebbe affrontare il tema di come si costruisce un nuovo statuto dei diritti, che dia tutele anche a quelli che non ce l'hanno. La Cgil ha depositato in Parlamento una proposta di legge con un nuovo statuto dei lavoratori che prevede anche il ripristino e l'estensione delle tutele. E che soprattutto stabilisce come i diritti siano in capo alla persona, non al rapporto di lavoro. Il che vuol dire aprire la strada a tutele  reali anche alle partite Iva".
Sblocca-cantieri al palo, duello su opere e commissari (Messaggero p.3): il Cdm slitta a mercoledì, tensioni sui confini del provvedimento e sui poteri da assegnare ai supervisori. Il M5S difende i poteri del ministro delle Infrastrutture Toninelli dall'assalto della Lega.

POLITICA
F-35 e Cina, governo diviso. Ed è tensione Italia-Usa (Corriere p.12 e tutti). La ministra Trenta sottolinea i suoi dubbi sugli aerei, ma Salvini spinge per andare avanti. Da Conte un assist ai 5S sugli F-35 (Stampa p.6). Intanto, sull'intesa Italia-Cina, la Nato torna a premere sull'allarme relativo al 5G in caso di accordo con i cinesi sulle tlc. La Lega sta con gli Usa e punta sul golden power rafforzato (Messaggero p.8). L'ipotesi allo studio prevede di estendere il "golden power" ad appalti e forniture (Sole in prima e p.5). Salvini fa l'americano: "Non saremo colonia di Xi, così salta tutto" (Repubblica p.9). Oltre a quello sulle tlc, emerge anche l'allarme sui porti. Boccia (Confindustria) dice "no a corsie preferenziali, bisogna difendere l'interesse nazionale". Gli industriali italiani chiedono di difendere, in una logica Paese, tutte le infrastrutture strategiche nazionali (Sole p.5). Il sottosegretario leghista Geraci, che segue il dossier per il governo, a Repubblica (p.9) dice: "Niente firma se le cose non sono chiare. Vogliamo far sì che l'intesa non contenga nulla che possa danneggiare gli interessi del Paese. Il 5S non è mai stato nell'accordo e i cinesi non possono comprare i nostri porti. Ci possono essere degli investimenti cinesi per l'ampliamento della capacità di alcuni porti, investimenti greenfield dei quali altri paese europei hanno ampiamente goduto. Questo accordo va nella direzione dell'interesse delle aziende italiane, servirà a prevenire acquisizioni predatorie". Il 21 Xi a Roma per firmare l'intesa, mentre Palazzo Chigi segnala come "il memorandum non è in discussione", il M5S resta sorpreso dalla svolta atlantista della Lega. Per il Fatto (in prima e p.6) il risveglio atlantista di Salvini gela Di Maio e il Colle sull'accordo con la Cina. Salvini agita la crisi e Conte media, ma per il M5S Salvini punta a Palazzo Chigi (Messaggero p.9): si susseguono voci di rottura e il premier chiama il leghista per capire. Di Maio telefona a Giorgetti: "Il patto con la Cina ormai è chiuso". Ma tra i 5S crescono i sospetti per il dopo Europee.
Sondaggi, su Repubblica (p.14) "l'Atlante politico" di Diamanti riprende le rilevazioni Demos che segnalano l'avanzata del Pd che, dopo le primarie, risale al 19%. Prosegue l'avanzata della Lega, che arriva al 34,4%, mentre il M5S non arresta la frenata perdendo l'1,7% rispetto a gennaio e ora è al 23,2%. La fiducia sul governo e sul premier Conte scende, ma si mantiene su un livello elevato 54%. Tra i provvedimenti del governo, italiani favorevoli ad anticorruzione e quota 100, opinioni contrastanti sul Reddito di cittadinanza. Convince anche la legge sulla legittima difesa, mentre sulla Tav il 68% si dice favorevole ad andare avanti. Salvini in cima alla classifica dei leader con maggiore fiducia (59%), seguito da Conte (58) e Bonino al 46%. Zingaretti sale al 44%, mentre crolla Di Maio che passa dal 50 al 42%. Anche il "barometro" di Piepoli (Stampa p.11) evidenzia come l'effetto Zingaretti abbia prodotto una risalita nel Pd, con il 48% degli italiani che crede che il nuovo segretario possa far aumentare i voti per i dem. In vista delle europee, il Pd sale al 19% nelle intenzioni di voto, con la Lega al 31,5%, Fi all'11%, FdI al 4%.
Il caso-Sarti scuote la politica: si muove il Parlamento (Corriere p.2). Solidarietà da destra e sinistra alla grillina (Messaggero e tutti). Foto, video sessuali e altri ricatti online: 940 casi solo nel 2018 (Fatto in prima e p.4). Ma i numeri sottostimano il fenomeno perchè ci sono tante vittime che non denunciano. Intanto, i partiti assicurano: "Subito la legge sul revenge porn". Il M5S chiede di accelerare l'iter, con Di Maio che difende la deputato 5S: "Uno schifo quanto accade su Giulia". Il ddl al Senato prevede il carcere per chi diffonde contenuti senza il consenso degli interessati (Messaggero p.11).
Scintille tra M5S e Lega per la partecipazione di Salvini al Forum sulla famiglia (Corriere p.11 e tutti). "Ci andrò" fa sapere il vicepremier leghista, la replica di Di Maio: "Fatto suoi". Anche Conte si smarca dall'iniziativa organizzata dal ministro della Famiglia Fontana, mentre il sottosegretario 5S Buffagni attacca: "Ritorno al Medioevo".

ESTERI
Brexit, Londra adesso chiede il rinvio a giugno (Corriere in prima, p. 5-6 e tutti) Ieri i deputati hanno approvato una mozione che chiede di posticipare la data e il B-Day non ci sarà più il 29 marzo. A questo punto Theresa May chiederà alla Ue una dilazione al 30 giugno. No del Parlamento a un referendum bis. Il ricatto della premier agli euroscettici: "Se non votate salta l'uscita". Su Repubblica (p. 16) un focus  sulla "donna robot": dopo le sberle una vittoria, Theresa cade ma torna in piedi. Trump attacca la premier: "La May non ha voluto ascoltare i miei consigli, ed è finita male". Sul Fatto (p. 11) il caso inglese si ripercuote a Bruxelles che aspetta ma ha già messo il sicurezza le urne di fine maggio: ridistribuiti i seggi che spettavano alla Gran Bretagna. Dalla Ue nessuna apertura al buio: "garanzie per la proroga di 2 anni" (Messaggero p. 7): sul tavolo l'ipotesi di un rinvio molto lungo ma serve l'unanimità dei 27 Stati. Intanto scatta il Piano di protezione per banche ed aziende italiane nel caso di no deal: è una bozza riservata di 18 pagine che descrive uno scenario di crisi. Sul Messaggero (p. 6) il reportage sull'ansia dei ragazzi italiani di St. Andrews che al momento sono ancora esentati dalla retta universitaria perché cittadini europei: "Qui il nostro futuro ma cosa ne sarà di noi?".
Venezuela, il Sole (in prima e p. 22) intervista il presidente della Colombia Ivan Duque, che parla di "una crisi ormai internazionale che in soli due anni ha portato nel suo Paese oltre un milione di persone in fuga dal caos di Caracas". Sostenitore del leader dell'opposizione Juan Guaidò, è contrario a un intervento armato: "Non è una soluzione". E chiede a Russia e Cina di lavorare per una transizione pacifica: "Stabilizzare il Paese è anche nel loro interesse".

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