Commentario del 07.03.2019

PRIME PAGINE
Tav, ultimatum di Salvini (Corriere). Tav, la resa dei conti nel governo (Stampa, Fatto). Nì Tav (Repubblica). Il governo vacilla sulla Tav (Messaggero). Tav, verso lo sblocco dei bandi: Lega e M5S cercano l'accordo (Sole). Silvio a Salvini: "Stai deludendo i tuoi elettori" (QN). Pd, Parla Renzi: "Sarò leale con Zingaretti, ho distrutto io i 5Stelle" (Corriere). Pisapia: il con il Pd di Zingaretti, basta con chi vuole soltanto dividerci (Repubblica).
Stima Ocse: nel 2019 Italia in recessione: Pil a -0,2% (Messaggero), Partenza senza code per il reddito di cittadinanza (Stampa). Il primo record di richieste tocca alla Lombardia (Repubblica). Immigrati, rom, ex Br in fila per il reddito (Giornale). Per non rischiare di lavorare, rifiutano il reddito dei grillini (Libero). Pmi in Borsa, regole Ue più semplici (Sole).
Sì alla legittima difesa, strappo nel M5S: 25 deputati non votano (Stampa). Prova di nuova maggioranza alla Camera: la legittima difesa passa coi voti del centrodestra (Repubblica). Passa la "illegittima difesa": 25 no dai 5S (Fatto). Difesa sempre più legittima: primo sì (QN).
La Lega: a scuola i bambini no vax. Rivolta dei presidi (Messaggero e altri). Salvini alla Grillo. "Un decreto per far restare a scuola i bimbi non vaccinati" (Verità). No vax in classe, nuovo scontro (QN). Sanità del Lazio, la Cdc solleva dubbi (Notizia Giornale).
Goldman Sachs, si va al lavoro coi i jeans (Corriere). Wall Street cambia abiti: Gordon Gekko è scravattato (Giornale).
Smog, l'Europa accusa Roma: "Fate troppo poco" (Stampa). Sfruttare le prostitute resta reato: salva la legge Merlin (Fatto). Mediaset licenzia chi ha umiliato Fogli (Libero). "Ho fatto a pezzi Pamela, mentre era ancora viva". Parla il pentito (Verità).
Calcio, il Var condanna la Roma al 166': addio Champions con proteste: il Porto vince 3-1 ai supplementari (Corriere, Messaggero e altri).

ECONOMIA
L'Ocse gela l'Italia e taglia le stime: nel 2019 in recessione (Corriere p.29, Repubblica p.26 e tutti). Secondo l'organizzazione dei 35 Paesi industrializzati, l'Italia avrà un calo del Pil dello 0,2% ed è il Paese che, insieme alla Turchia, subisce la revisione negativo più forte rispetto al passato e sarebbe l'unico a mostrare nel 2019 una crescita negativa. L'Ocse demolisce l'Italia, addio "anno bellissimo" titola il Giornale (p.10). "Rallenta la crescita mondiale, ma solo l'Italia finisce in rosso" (Libero p.4). Per Cottarelli, intervistato dal Mattino (p.13), la previsione è un po' troppo pessimistica: "Può succedere, ma vorrebbe dire che anche nei due trimestri della seconda metà dell'anno l'Italia avrà una crescita piatta. È possibile,certo, nell'ambito di una economia europea che non dovesse accelerare: ma i principali istituti internazionali prevedono che in realtà
forse già nel secondo trimestre l'Europa tornerà a crescere, Germania compresa. In questo caso la valutazione andrebbe rivista". Ora però la correzione dei conti non è più un tabù: dossier Iva sul tavolo del Tesoro in vista del Def (Messaggero p.15). Guardando al 2020, il rapporto debito-Pil corre al 3,3% e – scrive Repubblica (p.26) - siccome l'obiettivo fissato dal governo è 1,8% servirà una manovra, già dal Def di aprile, di 1,5 punti di Pil ovvero 25,5 mld. "Dobbiamo intensificare l'impegno e accelerare il processo riformatore – spiega il premier Conte -. Siamo consapevoli della congiuntura internazionale sfavorevole" (su tutti). Per l'economista Lorenzo Bini Smaghi, intervistato dalla Stampa (p.5), "la priorità ora è ridurre lo spread. Il rallentamento tenderà a far aumentare il disavanzo pubblico e il debito. I mercati saranno ancora più nervosi: c'è il rischio che il differenziale aumenti, tanto più se tornano le tensioni con la Ue. Inoltre vanno ridotti i timori dei mercati su di noi rispettando i patti presi sulla Tav ma non solo".
Reddito di cittadinanza, niente assalto agli sportelli ma arrivano subito 60 mila domande (Repubblica p.6 e tutti): i Caf sorpresi dalla bassa affluenza. Nel primo giorno in pochi agli sportelli, negli uffici postali 44 mila richieste: in cima alla classifica delle istanze ci sono Campania, Lombardia e Sicilia (Messaggero p.6). Libero all'attacco: per non rischiare di lavorare rifiutano il reddito dei grillini. Un quarto dei beneficiari avrà meno di mille euro l'anno (Messaggero p.7): l'Ufficio Parlamentare di bilancio segnala come il 56% dei sussidi erogati andrà al Sud.

POLITICA
Il governo vacilla sulla Tav (Messaggero in apertura e p.2): vertice notturno tra Di Maio e Salvini, con il leghista che torna a ribadire: "Costa di più non farla". Ma il M5S non cede e la Ue ha pronta una lettera che mette in guardia sugli 800 mln a rischio. Intanto, si va verso lo sblocco dei bandi: via alle gare con "clausole di dissolvenza" per poi fermarle (Sole in prima e p.5). Di Maio chiede a Conte di fermare i bandi, ma il premier rilancia: "Dirò io cosa fare" (Repubblica p.2).  Sul tavolo c'è l'offerta di Conte, che spinge per il via libera ai bandi per poi lasciare la decisione al Parlamento o ad un referendum (Messaggero p.3). E' un braccio di ferro a oltranza, resta lo spettro della crisi di governo (Stampa in prima e p.2). Salvini infati chiede il voto dell'Aula "o si fa referendum" (Corriere p.5). Ma nel M5S c'è chi evoca la crisi. "La Telt vada avanti con i bandi" dice Salvini, che spinge con il suo gabinetto di guerra, ma i 5S sono inamovibili: il tunnel non si farà (Corriere p.5). Secondo le analisi dei sondaggisti Salvini spinge sulla prosecuzione dell'opera perchè il 70-80% del suo elettorato è favorevole, più difficile la situazione del M5S, dove i contrari sono intorno al 65% (Stampa p.2). "Ma – dicono i sondaggisti – se la Tav non si dovesse fare, Salvini pagherebbe un prezzo più alto di quello che potrebbe pagare il Movimento se l'opera fosse portata avanti".
Nel frattempo è battaglia di numeri tra gli esperti sulle ipotesi: il M5S propone come alternativa alla Torino-Lione il raddoppio del Frejus, un'ipotesi che fa lievitare la spesa ed escludere i fondi Ue (Repubblica p.2). Il membro della commissione tecnica sulla Tav, Alberto Poggio, al Fatto (p.3): "La linea esistente del Frejus è già più che sufficiente a trasportare le merci che viaggiano tra l'Italia e la Francia, ma ci sono lavori irrinunciabili da fare a prescindere dalla realizzazione del tunnel di base. Mentre sulla nuova galleria proposta sono necessari approfondimenti tecnici". Intanto il presidente dell'Ance, Gabriele Buia, alla Stampa (p.3) avvisa: "Se Roma ferma l'opera paga penali milionarie. Se non si fa si mette a rischio anche l'immagine dello Stato. Non entro nel merito dell'analisi costi-benefici, ma se negli Anni '60 ci fossimo basati solo su costi e benefici, non avremmo oggi l'Autostrada del Sole. L'investimento infrastrutturale è prima di tutto investimento sociale".
Su Tav e molto altro, Berlusconi al QN (in prima e 8) lancia l'avvertimento a Salvini: "Rischia grosso". Secondo il presidente di Forza Italia la Torino-Lione "va realizzata così come è, senza ulteriori perdite di tempo". Poi l'ex premier dice: "La strada dell'accordo Lega-M5S non è vantaggiosa per gli italiani, e gli elettori della Lega arriveranno a chiederne conto a Salvini".
Intanto, anche grazie ai voti di Fi passa alla Camera la legittima difesa: 373 sì con la spinta del centrodestra: vota a favore anche FdI. Tanti dissidenti nel M5S, Di Maio: "E' una legge delle Lega ma sono leale al contratto" (Corriere p.2 e tutti). Sulle polemiche interne al M5S, il capogruppo D'Uva al Corriere (p.2): "Non ci sono manovre oscure tra i nostri, c'è dialogo e confronto". Ma ora Di Maio ha l'ansia del pallottoliere: "Calma, dobbiamo recuperare i ribelli" (Messaggero p.5). Secondo il Giornale (p.9), la "calamita" di Zingaretti dilania l'elettorato 5S.
Corriere (in prima e p.9) intervista Renzi che, dopo la vittoria di Zingaretti alle primarie Pd, dice: "Onore a chi ha vinto, noi daremo una mano in modo leale e trasparente. Non ho rancori con nessuno". Pisapia, intervistato da Repubblica (p.4): "Riparto da dove mi ero fermato. Con il Pd di Zingaretti per una sinistra più unita".

ESTERI
L'Italia sulla via della Seta irrita Washington (Corriere, QN): Roma è il primo Paese del G7 ad aderire all'iniziativa. Il presidente cinese Xi a Roma il 22 e il 23 marzo. Conte potrebbe essere a Pechino a fine aprile. L'obiettivo: far collaborare le imprese italiane ai grandi cantieri per infrastrutture che stanno sorgendo sui canali della Via, dall'Asia al Medio Oriente, all'Africa. Ma Usa e Ue contro l'Italia: "Sbagliato negoziare con Pechino" (Messaggero): "Non lasciate entrare Pechino nel porto di Trieste e non firmate nulla che rafforzi la rete 5G. Danneggerà la vostra reputazione. Da soli siete deboli". E Pechino contrattacca (Repubblica): "Sono giudizi assurdi. Come grande Paese e grande economia, l'Italia sa dove si trova il suo interesse e può fare politiche indipendenti". Di Maio frena: una crisi con Trump sarebbe la fine. La Stampa intervista  il sottosegretario Geraci: "La cooperazione con la Cina aiuterà le nostre esportazioni".
Intanto Kim sfida gli Usa: riattivata la base per il rilancio dei razzi. E dopo il fallimento del vertice di Hanoi c'è il dietrofront della Corea del Nord. La risposta di Trump: se è vero, sarei deluso (Corriere, Repubblica, Stampa). Il Giornale  parla del della grande beffa del nucleare "aperta una base per lanciare missili": il rischio è che torni ad alzarsi la tensione tra Pyongyang a Washington. Ma il presidente sudcoreano Moon si è offerto come mediatore.
Bruxelles. "Sugli immigrati non cambiamo idea": no di Orban a Ppe, divorzio più vicino (Messaggero, Stampa): il leader ungherese chiude la porta alla mediazione di Weber. L'ipotesi di un gruppo "sovranista" con Le Pen e Salvini.
Londra, torna la paura: Parlamento nel mirino e bombe negli atenei (Giornale): busta sospetta a Westminster per il segretario di Stato Javid. Università nel mirino a Glasgow, in Scozia, dove diversi edifici sono stati evacuati, compreso il quartier generale della Banca di Scozia. Come accaduto il giorno precedente al City Airport di Londra, a Heathrow e alla stazione di Waterloo, sono stati ritrovati alcuni pacchi sospetti.
Caso Venezuela, mandato via l'ambasciatore della Germania perché "persona non grata per i suoi attti di ingerenza nelle questioni interne al Paese" (Giornale, Messaggero). Ma il leader dell'opposizione Guaidò: "Forma di coercizione inaccettabile". Intanto l'inviato Usa per il Venezuela: "Delusi dalla linea dell'Italia" perché non si è unita alla Ue che sostiene Guaidò (Stampa).

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