Commentario del 05.03.2019

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano tra Tav e le parole del neo leader dem Zingaretti. Sulla Torino-Lione Pd all'attacco dei 5 Stelle (Corriere). La resa M5S: "Deciderà l'aula" (Messaggero). Il Fatto: "Avvertite Zingaretti che sul Tav Macron non mette un euro". In primo piano le parole del nuovo leader dem. "Il mio Pd per governare" (Repubblica), poi da Zingaretti una stoccata a Salvini: "Affonda il Nord" (Stampa). Al Corriere parla Romano Prodi: "Mi sento quasi a casa". La Verità evidenzia il primo flirt tra Zingaretti e i grillini. La 5S Lombardi al Messaggero: "Se il Pd ci attacca, rischia, No alle alleanze". Tra Pd e Di Maio è già sfida sul salario minimo  (QN).
Giornale fa il conto dei mld persi dal voto che si è tenuto un anno fa: tra spread e Borsa bruciati più di 170 mld. Messaggero si concentra su quota 100 e sulla paralisi assunzioni.  Intanto parte il Reddito: Poste e Caf temono il caos (Corriere). Stallo sui navigator (QN) e sul reddito è "scontro" sui tempi degli assegni (Sole).
Commercio internazionale: pronto maxi accordo Usa-Cina sui dazi (Sole).

ECONOMIA
In un anno l'Italia gialloverde ha bruciato 170 mld: sul Giornale (in prima e p.3) l'analisi sull'economia ad un anno dalle elezioni Politiche. La ricchezza delle famiglie e delle imprese si è ridotta. Da 4 marzo 2018 la Borsa ha perso il 5%, circa 20 mld, e lo spread elevato pesa sui tassi di interessi che paghiamo sui prestiti. In apertura su MF l'intervista al ministro dell'Economia Tria che, in visita ieri in Borsa Italiana, invita a maggiori investimenti per pmi ed economia reale: "Servono finanziamenti alternativi a quelli bancari, in tal senso Milano e Piazza Affari possono diventare una capitale finanziaria europea, riportando la fiducia degli investitori sull'Italia. Il bail-in? Ora non può essere cambiato".
Intesa tra governo e Caf sul reddito di cittadinanza, ma è scontro sui tempi (Sole in prima e p.5): secondo i Centri di assistenza fiscale l'erogazione potrà avvenire solo agli inizi di maggio e non a fine aprile, ma l'esecutivo replica: "Rispetteremo il programma". Da domani le domande per ricevere il sussidio, ma l'assegno arriverà solo a maggio (Repubblica p.8): via libera all'accordo tra Caf e Inps, anche se l'ente previdenziale è ancora senza il presidente. Poste e Caf temono l'assalto (Corriere p.9): "Non arrivate tutti il 6 marzo, c'è tempo fino a metà aprile" dicono dai centri di assistenza fiscale. Intanto, prosegue lo scontro con le Regioni sulle figure dei navigator: "Le nostre competenze non possono essere scavalcate". Di Maio vuole sedare le Regioni in rivolta (Fatto p.10): la riforma dei centri per l'impiego, fondamentale per l'avvio del reddito di cittadinanza, torna sul tavolo di trattative tra il governo e le Regioni. Dopo quindici giorni di gelo, nel fine settimana sono ripartiti i contatti e ieri il ministro Luigi Di Maio ha presentato ai 20 assessori un'ipotesi di accordo. Il testo contiene importanti novità: il potenziamento dei servizi del lavoro, innanzitutto, dovrà passare attraverso un piano nazionale da approvare solo dopo aver raggiunto l'intesa in Conferenza Stato-Regioni. IL sottosegretario di Palazzo Chigi, dagli Usa, massacra il reddito di cittadinanza: "Qui la misura è incomprensibile" (Libero p.2).
Messaggero (in apertura e p.2) si concentra sugli effetti di Quota 100: statali in fuga, scoperti fino a centomila posti. E le assunzioni sono ferme al palo. Il turn over procede a rilento a causa dei vincoli di spesa e delle difficoltà ad organizzare i concorsi. "A rischio – avvertono i sindacati – la garanzia dei servizi essenziali". E le prime emergenze da affrontare riguardano le scuole, dove sono molto le cattedre vuote, e la sanità, con gli ospedali che rischiano di rimanere sguarniti.

POLITICA
Tav, vertice tra il premier e i leader: stretta sui bandi per i fondi Ue (Corriere p.2). Gare da avviare entro lunedì e Salvini dice: "Troveremo il punto d'incontro". Per sbloccare lo stallo nuovo voto in Parlamento: ddl grillino per fermare l'opera, ma in caso di sconfitta niente crisi (Messaggero p.7). Di Maio ora teme il Pd e Salvini lo pressa sulla Tav (Repubblica p.2). E, intanto, il ministro delle Infrastrutture Toninelli resta nel mirino, con la mozione di sfiducia al Senato potrebbe rischiare. Sulla Tav interviene anche il neo segretario Pd: "Criminale perdere i soldi". Il Fatto (in apertura e p.2) all'attacco di Zingaretti: gli affari restano la priorità, il suo primo atto "simbolico" è la visita a Torino per difendere l'opera inutile. Libero (p.5) contro lo stop all'Alta Velocità: la scelta è obbligata, se non facciamo la Tav ci tagliano fuori dall'Europa.
Tutti i quotidiani si concentrano sul nuovo segretario dem: parte da Torino la sfida di Zingaretti, che pensa a due donne vice (Corriere p.4). "Torino è diventata il simbolo di una regressione culturale, da qui dobbiamo ripartire per ridare fiducia al Paese – dice Zingaretti alla Stampa (in prima e p.2) -. Le divergenze tra Lega e M5S non sono sul progetto ma sull'opera, studi e controstudi servono solo a nascondere il problema. L'arrogante leggerezza con cui il governo affronta un tema così delicato è l'immagine di come non si governa un Paese moderno". Il nuovo segretario dem scommette su un nuovo Pd: "Farò un partito capace di governare, niente furbizie con i 5S" (Repubblica p.3). E alla Stampa non risparmia critiche a Salvini: "L'hanno capito tutti che è lui a governare l'Italia, ma fa prevalere gli interessi di partito su quelli nazionali. La Lega nasce per rappresentare l'Italia produttiva, ma il partito di Salvini è un'altra cosa. Nazionalista e regressiva. Ora i ceti più dinamici si accorgono che odio e paura non generano Pil e benessere. I numeri dicono che la produzione industriale è in calo, così come il fatturato, mentre sale lo spread. Noi puntiamo sulle infrastrutture, sia materiali che immateriali, per rilanciare la competitività del Paese". Su tutti i quotidiani l'analisi sui gazebo che hanno premiato il governatore del Lazio: pieno di voti per lui al Centro Nord, nelle regioni rosse affluenza in calo (Messaggero p.5). Pochi votanti al Sud, mentre il neosegretario è oltre il 70% nel Lazio e in Emilia-Romagna (Corriere p.4). Diamanti su Repubblica (p.7) fa una fotografia del popolo dei gazebo: più di sinistra e istruito. L'identikit degli 1,6 mln di votanti alle primarie: anziani, colti e uniti da un'idea di partito con meno social e più società.
Ora il Pd archivia Renzi, ormai nel partito è in netta minoranza (Giornale p.7). Romano Prodi al Corriere (in prima e p.4): "C'è stata una riscossa, il Pd può chiudere con il passato. E io sono quasi tornato a casa. Sono soddisfatto, tra le persone che votavano ai gazebo ho avvertito la rinascita di uno spirito antico. Una riscossa psicologica inaspettata". Ed Enrico Letta a Repubblica (p.6) dice: "Dopo 5 anni riprendo la tessera del Pd. Mai più partito dell'antipatia. Oggi serve un leader con una voce chiara di sinistra. A Di Maio che chiede collaborazione bisogna dire no. Il governo va combattuto in tutte e due le sue componenti, bisogna tornare al voto". E a proposito del rapporto con i 5S, Zingaretti chiude alla richiesta di Di Maio di votare insieme il salario minimo: "Le furbizie dialettiche dovrebbero essere vietate su temi così delicati per la vita delle persone. Vediamo le proposte nel merito, sulla lotta alle diseguaglianze e alla povertà sono d'accordo. Il reddito di cittadinanza? Come governatore farò di tutto per attuarlo, ma fa confusione tra lotta alla povertà e alla disoccupazione". Intanto, Messaggero (p.6) analizza l'effetto delle primarie dem sul M5S: l'allarme di Di Maio, che ora punta a un piano B con i dem. Dopo i gazebo, spunta l'idea di un forno con il Pd, l'ala di Fico in pressing per il dialogo. Ma la consigliera regionale del Lazio Roberta Lombardi al Messaggero dice: "Se Zingaretti ci attacca, nel Lazio rischia. Nessuna alleanza a livello nazionale".

ESTERI
Sul Corriere (in prima, p. 11, Stampa p. 9 e altri) la lettera con  le proposte di Macron in vista del voto europeo attraverso la visione di un nuovo Rinascimento europeo basato su libertà, progresso e protezione: "Difendiamo l'Europa: servono una polizia comune alle frontiere e un'agenzia contro i cyberattacchi. Un trattato che aumenti le spese militari e sancisca la difesa reciproca. Dobbiamo punire o proibire le aziende che ledono i nostri interessi. Prendere le guida della letto ecologica con l'ambizione di arrivare a zero carbonio nel 2050 e al dimezzamento dei pesticidi nel 2025 ". Tra gli obiettivi anche quello di arginare l'avanzata delle formazioni populiste e nazionaliste.
Ue, l'Olanda finisce sotto accusa: "E' diventata un paradiso fiscale" (Corriere p. 10): il ministro delle finanze olandese chiede rigore ma sottrae entrate tributarie agli altri Paesi europei con l'Aia che concede ad hoc prelievi risibili ad alcuni dei gruppi più grandi al mondo. Risulta così che l'investimento diretto di aziende  Usa nei Paesi Bassi sarebbe in teoria di 51 volte superiore a quello in Germania, di 77 volte superiore a quelli in Francia e 155 volte superiore all'Italia. l'Olanda è davvero uno dei maggiori paradisi fiscali globali, più di Singapore, delle Bermuda o dei Caraibi britannici.
Il ritorno di Guaidò in stile rockstar. Ma rischia l'arresto (Corriere p. 12, Stampa in prima, p. 10, Repubblica p. 12, Messaggero p.10). Guaidò torna in Venezuela e sfida le minacce di arresto sbarcando a Caracas: "Se il regime prova ad arrestarmi sarà il suo ultimo errore". Alla vigilia del suo ritorno sono scattate le minacce degli Stati Uniti e altri Paesi al regime di Maduro: "Qualsiasi minaccia o violenza contro di lui non sarà tollerata e avrà una risposta rapida". E al suo rientro la folla di Caracas lo accoglie come un eroe. Ma adesso rischia l'arresto: sul leader oppositore pende ancora il reato di divieto di espatrio e il regime potrebbe intervenire in qualsiasi momento. Oggi riunione con i sindacati della pubblica amministrazione e sabato nuove proteste.

© riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento