Commentario del 13.03.2019

PRIME PAGINE
Intesa Italia-Cina sulla Nuova via della Seta in primo piano su tutti. Conte al Corriere: "Noi e la Cina, patto limpido". Ma da Washington parlano di "azzardo politico" (Corriere). Il Messaggero segnala la cautela di Conte, mentre il QN avverte: "Sindrome cinese, Ue contro Italia". In 13 pro Cina, la Ue processa solo l'Italia (Tempo). "Italia svenduta al Dragone attacca il Giornale, ma per Libero "Meglio i cinesi degli islamici". "Ok all'accordo con la Cina, ma d'intesa con l'Europa" avvertono le imprese (Sole).
Intanto, prosegue lo scontro Salvini-Di Maio sulle infrastrutture, slitta lo sblocca cantieri (Stampa). Sul Fatto l'analisi dell'Osservatorio sulle questioni ambientali legate al Tav: "Ecologico? No, produrrà più Co2 e veleni dei Tir di oggi". "Basta parlare di Tav, ora sbloccate tutti i cantieri" (Verità). Intanto, Conte taglia la torta del Morandi, parenti delle vittime furiosi (Libero).
Paradisi fiscali, Emirati nella lista nera della Ue (Sole, Italia Oggi). Ma a Bruxelles salta la web tax (Stampa).
Brexit, bocciata l'intesa May-Ue: Londra sull'orlo della crisi di nervi (Corriere, Messaggero e tutti). Westmister boccia l'intesa May, Londra pensa al rinvio (Stampa). Anche l'Italia chiude i cieli ai Boeing Max 8 (Corriere). L'Italia lascia a terra il Boeing della strage: il 737 fuori dall'Europa (Messaggero).Cieli chiusi (QN).
Sos Mattarella: "Clima impazzito, mondo a rischio" (QN, Repubblica).
Calcio: tripletta di Ronaldo, la Juve ribalta l'Atletico e vola ai quarti di Champions (Messaggero, Corriere e tutti). Cristiano, il re di Coppa (Stampa).

ECONOMIA
Nuova via della Seta, Conte dà garanzie a Ue e Usa, ma per il segretario di Stato americano Pompeo si tratta di "un'intesa opaca" (Messaggero in prima e p.2). Il premier al Copasir frena, ma agli Usa non basta. Stop a informazioni e materiale sensibile, la Casa Bianca vuole isolare Roma (Corriere p.4). Conte, intervistato dal Corriere (in prima e p.2-3), rassicura: "Intesa con Pechino per crescere, non sarà un cavallo di Troia. Il testo imposta la collaborazione in modo equilibrato e mutualmente vantaggioso, in pieno raccordo con l'Agenda di cooperazione Ue-Cina e la Strategia Ue per la connettività euroasiatica". Ma l'ipotesi di accordo con la Cina divide Lega e M5S, e l'allarme Usa mette a rischio la firma (Repubblica p.10). Ma il premier al Corriere spiega: "Nessun rischio di colonizzazione. Le ragioni della prudenza sono condivise all'interno del governo: la tutela della sicurezza nazionale, anche sul piano economico, è un valore fondamentale che intendiamo rafforzare. Con Pechino dobbiamo riequilibrare la bilancia commerciale, attraverso un maggior accesso al mercato cinese per i nostri beni, dall'agroalimentare al lusso, e per i nostri servizi con l'eliminazione delle barriere al mercato degli appalti in Cina. Riponiamo massima attenzione alla difesa dei nostri interessi nazionali, alla protezione delle infrastrutture strategiche, incluse quelle delle telecomunicazioni". E a proposito delle preoccupazioni americane per l'accordo, Conte precisa: "Per noi, quella di collaborare con la Cina sulla Belt and Road, è una scelta di natura squisitamente economico-commerciale, perfettamente compatibile con la nostra collocazione nell'Alleanza atlantica e nel Sistema integrato europeo. L'Alleanza atlantica è il pilastro fondamentale della nostra politica estera". Il presidente cinese Xi punta tutto sul summit a Roma a caccia di una sponda dentro l'Ue (Stampa p.9). L'intesa con Pechino solleva i dubbi delle imprese, che dicono "no ad accordi bilaterali spinti" (Repubblica p.11). Agroalimentare e Confcommercio restano scettici, guardando soprattutto alla crescita del 14% delle esportazioni cinesi in Italia, mentre quelle italiane sono aumentate solo del 3%. Anche se da Confindustria arriva l'ok all'accordo, ma d'intesa con l'Ue e senza strappi con gli Usa (Sole in prima e p.22). Giornale polemico con l'accordo parla di "Italia svenduta al Dragone", mentre per Libero è da pazzi contrastare chi ci porta i soldi: "Meglio i cinesi degli islamici". Messaggero (p.5) fa i conti della partita economica Italia-Cina: Roma vale meno dell'8% degli affari tra Ue e Dragone. Il nostro Paese esporta circa 13 mld, la Germania supera quota 90. E nel 2018 sono calati gli investimenti del Paese asiatico nel made in Italy. Il Corriere (p.6) riporta i vari punti del memorandum Italia-Cina che punta su porti, banche e siti Unesco. Conte, nella sua intervista, guarda al tema porti nella possibile intesa con la Cina: "I nostri porti, in particolare Genova e Trieste, possono candidarsi al ruolo di terminali in Europa per la nuova Via della Seta. Un'opportunità per tutto il Mediterraneo, visto che vi transita ancora gran parte del commercio globale. Parlo di porti perché il terminale ferroviario è già individuato in Germania, a Duisburg, a riprova di una collaborazione tra Berlino e Pechino ben più avanzata della nostra". Romano Prodi al Sole (p.8): "E' giusto che Genova e Trieste facciano un tentativo per avere un ruolo più forte nei confronti dell'Est. Negli ultimi 20 anni il Mediterraneo è ritornato centrale e noi dobbiamo predisporre i nostri porti ad essere il più aperti possibile per non essere tagliati fuori da Rotterdam a Nord e da Atene a Sud". Il presidente dell'Unione interparlamentare, Casini, al Messaggero (p.5): "Va bene aderire alla Nuova via della seta, ma bisogna muoversi in ambito europeo. L'Ue è l'unica costruzione in grado di tutelarci nel mondo".
Tra le principali preoccupazioni dell'accordo con la Cina ci sono quelle sulle tlc. Di Maio, rispetto all'allarme di Bruxelles, sui rischi per la sicurezza, dice: "Se Huawei è irregolare sarà fuori" (Stampa p.8 e tutti). Il Garante della Privacy, Antonello Soro, nell'intervista a Repubblica (p.11): "Bisogna imporre anche alla Cina il regolamento per proteggere i dati sul 5S. La Cina non ha leggi sulla privacy e conta una leadership sulla nuova rete. Noi europei rischiamo di essere terra di consumo e di conquista. A meno che non si metta in campo un strumento straordinario come il Regolamento Ue, riducendo lo svantaggio competitivo dell'Ue verso Cina e Usa". 

POLITICA
Prosegue lo scontro tra Di Maio e Salvini sugli appalti per la Tav (Stampa p.2). "Non siamo come il M5S" attacca il leghista, ma il numero uno grillino dice "basta attacchi al Movimento". E teme per il ministero dei Trasporti. Secondo il Giornale (p.6), dopo il rinvio dell'Alta velocità Torino-Lione, nel governo si procede alla spartizione dei cantieri da sbloccare. Conte, irritato dalle continue tensioni. dice: "Di cantieri mi occupo io". Intanto, Chiamparino chiede una consultazione regionale sulla Torino-Lione: Conte dice no e Salvini si accoda (Repubblica p.8). Mentre il Fatto (in prima e p.2) riprende un'analisi che solleva grossi dubbi sui vantaggi ambientali della Torino-Lione: inquina più farla che restare con i camion. Il bilancio delle emissioni di CO2 dell'opera è negativo per decenni persino usando le stime di traffico (gonfiate) dai fan della Tav. Conte, intervistato dal Corriere (i prima e p.2): "La Tav è ormai un'ossessione nazionale. Ci sono centinaia di cantieri sul territorio che possiamo far ripartire grazie al decreto legge che anticiperà la riforma del codice degli appalti. Già in settimana apriremo un tavolo con le Regioni, con Anci e Ance per sbloccare le opere ferme in tutta Italia. Operiamo per un futuro di crescita e sviluppo e il memorandum con la Cina offre preziose opportunità per le nostre imprese". La Stampa (p.2) riprende l'elenco infinito (almeno 600) delle opere bloccate: solo le prime dieci valgono 32 mld. Messaggero (p.9) torna sullo sblocca cantieri: tagli ai finti contenziosi e stop ai massimi ribassi. Il governo vuole varare il decreto domani.
Regionali in Basilicata, Salvini in tour cancella i grillini: "Anche qui la gara è con la sinistra" (Repubblica p.12). Intanto, prove di intesa sul cantiere Regioni tra Lega e Fi: vertice in settimana con Berlusconi, Salvini e Meloni. Il Piemonte centrale nelle trattative (Giornale p.9). Nonostante le elezioni locali e il voto di maggio, Salvini rassicura i 5S: "Vinco Regionali ed Europee, ma a Roma non si cambia" (Corriere p.8). Il leghista conferma la volontà di proseguire l'avventura di governo.
Polemica sulla presenza nei tg di Salvini: occupa i telegiornale, sul Tg1 il doppio di Di Maio (Stampa p.5). Le opposizioni attaccano dopo i dati dell'Agcom e parlano di "Salvinicrazia". Ma – scrive la Stampa – con Renzi i numeri erano simili. Fatto (in prima e p.5) definisce la Rai "Viale Salvini" a reti unificate: l'Autorità per le comunicazioni ha richiamato il telegiornale di Rai2 e SkyTg24 per scarso pluralismo. Intanto, nella sua "Dataroom" sul Corriere (p.9), Milena Gabanelli evidenzia la scarsa presenza di Salvini al Viminale: è ovunque, poco al ministero dell'Interno. In alcuni mesi è stato al Viminale per cinque giorni e le presenze in Parlamento sono sotto il 2%, così il suo capo di gabinetto diventa il punto di riferimento per le mosse del suo dicastero.

ESTERI
Brexit, Westminster boccia l'accoordo di May: ora Londra pensa al rinvio (Stampa prima e p. 11 e tutti). E' crisi nel Regno Unito, altro schiaffo per la premier che mostra "profondo rammarico": la Camera dei comuni respinge la nuova proposta di uscita dai negoziati tra il primo ministro e Juncker: sul voto contro (391 a 242) che rende ancora più incerta la già traballante premiership, pesa il nodo del confine irlandese (Messaggero prima e p. 6) e sterlina va in caduta libera. Intanto oggi si voterà sulla possibilità di un "no deal", mentre i conservatori pensano a nuove elezioni e i laburisi a un referendum-bis (Verità p. 13). Dallo slittamento alle elezioni, ecco cosa può succedere: Londra potrebbe chiedere alla Ue di andare oltre il 29 marzo, Bruxelles resta alla finestra, il mediatore Barnier: "Ci stiamo preparando al no deal". Resta la questione delle elezioni europee di maggio: in caso di proroga, il Regno Unito parteciperebbe (Messaggero p. 7).
I "B-737 Max" a terra, anche in Italia (Corriere prima e p. 14, Stampa p. 6 e tutti). L'Enac rompe gli indugi dopo lo stop dell'agenzia Ue. L'Europa segue l'esempio dell'Asia e chiude i cieli ai voli dei Boeing – che intanto in Borsa perde il 7%, ma aggiorna il software (Repubblica p. 6) - appartenenti alla famiglia di quello precipitato in Etiopia domenica scorsa: ora le compagnie aeree sono obbligate a trovare voli sostitutivi ai clienti o a cambiare i biglietti. Ma gli Usa difendono i Boeing: "Il modello è idoneo al volo" (Stampa p. 7). Lo ha dichiarato la Federal Administration Aviation, l'autorità statunitense di regolamentazione del comparto aereo civile, secondo cui il vettore "Made in Usa" non presenta elementi che ne richiedano la chiusura allo spazio aereo a stelle e strisce. Intanto prosegue lo strazio dei parenti delle vittime: da 5 a 30 giorni per identificare i corpi carbonizzati. Nell'analisi di Di Feo, su Repubblica (p. 7) in evidenza quel "rischio volutamente ignorato" che in Indonesia ha visto pe 26 volte il sistema automatico spingere in basso la prua: guasti negati per difendere un affare da 500mld.

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