Commentario del 7.11.18

IN PRIMA PAGINA
Giustizia e sicurezza, è rottura. Di Maio a Salvini: "Prescrizione bloccata o niente sicurezza" (Fatto). Salvini ai 5Stelle: non accetto ricatti (Repubblica). L'ira di Di Maio: sono stanco (Corriere). Voci sulle urne a marzo (Corriere). E' un caso politico anche la sentenza Ue sull'Italia: "Fatevi pagare l'Ici dalla Chiesa" (Messaggero e tutti). Il governo non vuole riscuoterla (Stampa). Un caso politico anche il cambio dei vertici dell'Agenzia spaziale. Blitz leghista, rimosso Battiston (Stampa): "E' spoils system" (Messaggero).
Tra politica e giustizia. Su Repubblica i due piani abusivi di casa Di Maio condonati dal padre per 2000 euro. Sul Fatto le intercettazioni tra Matteo e Tiziano Renzi sul caso Consip: "C'è in gioco il mio culo".
Con la Ue conto sempre aperto su manovra e migranti. Procedura di infrazione, Bruxelles accelera (Avvenire). Il governo punta su una procedura soft (Sole). Sulla Stampa parla il cancelliere austriaco Kurz: "Contro i migranti giusto allearsi con l'estrema destra".
Negli Usa il verdetto su Trump (Sole). Voto in massa degli americani (Corriere). Rischio pareggio (Stampa).
In cronaca. Dopo Ischia spunta un altro condono, quello per i terremotati del centro Italia (Sole). Sul Giornale il paradosso delle case abusive: fuorilegge ma tassate. A Milano la fiera di ciclo e moto: il made in Italy vale 5 miliardi (Sole).
Calcio, la Roma a Mosca per "vedere" gli ottavi. La Juve sfida Mou (Messaggero). Inter e Napoli bene nelle supersfide (Corriere). Nuoto, Magnini squalificato per doping: 4 anni.

ITALIA-ECONOMIA
La Ue agita lo spettro del debito (MF). La Commissione si attende entro il 13 novembre "correzioni sostanziali". Tria lascia l'Ecofin e rientra a Roma (Corriere). Dombrovskis: "Nella situazione attuale se non arriveranno modifiche al testo dovremo riconsiderare la procedura". Il caso italiano è ritenuto più grave di altri. Sul Sole (p.3) crescita, interessi, deficit: i numeri che isolano l'Italia. Roma punta alla procedura soft ma le posizioni restano distanti. Per il Corriere a Tria sarebbe stato consigliato il silenzio fino a quando non verrà decisa la linea da prendere. Un vertice tra Di Maio, Salvini, Tria e Conte potrebbe tenersi già oggi. Per Fubini (Corriere) l'unico risultato degli incontri di Bruxelles è stato l'isolamento del governo italiano in seno all'eurogruppo.
Altro fronte con la Ue, la web tax. Non c'è accordo tra Paesi europei sulla proposta francese di una tassa del 3% sul fatturato delle grandi società di internet (obiettivo, 5 mld di gettito) per l'opposizione dei ministri delle finanze di Svezia, Danimarca e Irlanda, che temono ritorsioni sulle imprese europee da parte degli Stati Uniti. Ma l'Italia è pronta ad andare avanti da sola con una propria web tax nazionale (MF p.7). Tria: "Senza un'intesa europea entro dicembre faremo la web tax" (Stampa).  Il governo pronto a rendere operativa la web tax del governo Gentiloni-Padoan che prevede un'aliquota del 3% sul fatturato delle aziende che hanno una "organizzazione stabile" nel Paese, con almeno 3000 transazioni l'anno in Italia.
Terzo fronte con la Ue, la sentenza della Corte Europea di Giustizia secondo la quale l'Ici non pagata da Chiesa e no profit è aiuto di Stato e va recuperata (Sole e tutti). Il governo non vuole riscuoterla (Stampa). L'Ici abbuonata agli immobili degli enti no-profit fino al 2011 (dopo la normativa italiana fu corretta dal governo Monti) va recuperata: i buchi organizzativi della pubblica amministrazione non sono una ragione sufficiente per rinunciare a priori agli introiti. In ballo c'è un gettito da 4-5 miliardi l'anno per 5 anni ma l'iter di recupero delle somme si annuncia lungo e complesso e perciò esposto al rischio prescrizione. Monsignor Russo (Cei) alla Stampa: "Giusto pagare, ma i servizi ai poveri non vanno considerati commerciali". "E'  necessario distinguere la natura e le modalità con cui le attività sono condotte". Governo in difficoltà: "E' una manovra contro di noi. L'Ue sa che non chiederemo mai quei soldi". Sulla Stampa l'irritazione di Palazzo Chigi per un verdetto che viene letto come una ritorsione contro Roma. Dal premier Conte rassicurazioni Oltretevere sulle buone intenzioni del governo. Silenziati i 5Stelle che alla notizia della sentenza avevano esultato, per quella che era stata una battaglia anche del Movimento.

ITALIA-POLITICA
Governo sotto stress sulla giustizia: Salvini segna un punto sul decreto sicurezza, su cui oggi si vota con la fiducia, e col sostegno di FI e FdI. Nel decreto il freno alle richieste di asilo – con la lista dei "Paesi sicuri" – e l'introduzione del reato di accattonaggio molesto (Sole). Salta invece la stretta sugli sgomberi degli immobili abusivi (Messaggero). Ma sulla prescrizione è caos nel governo, con i 5S che pongono un diktat: "Niente Ok sulla sicurezza se non passa la prescrizione". Conte si impaurisce e il vertice con Salvini e Di Maio salta: "Meglio calmarsi" (Fatto). Salvini: "Stasera un vertice ce l'ho con i rigatoni e la Champions League". Di Maio esasperato dall'alleato: "Io buono e caro, però ora basta" (Corriere). Le prossime 48 ore saranno decisive per sbloccare l'impasse sulla prescrizione: "Io al tavolo con Berlusconi non mi ci sono mai seduto proprio perché volevo andare al governo per riformare la giustizia e fermare i furbetti del quartierino" lo sfogo di Di Maio. Dall'America Di Battista pronto a dire la sua in una diretta Facebook annunciata per domani. Sul Corriere anche i rumor che arrivano dalla Lega: il contratto di governo è saltato, nella maggioranza giochi da Prima Repubblica. Se continua così a marzo si vota.
E' un caso politico che divide Lega e 5Stelle anche la rimozione del capo dell'Agenzia Spaziale Battiston. "E' il primo spoils system nella ricerca" ha tweettato Battiston, dopo aver ricevuto la revoca dall'incarico dal ministro Bussetti. Ira dei 5 Stelle, che accusano Giorgetti (Corriere). Il vice ministro Cinquestelle Fioramonti protesta: "Ho appreso questa notizia dai social network". Nel mirino c'è il sottosegretario leghista, che ha la delega per tutto quel che riguarda l'aerospazio. Nespoli, intervistato dal Corriere, difende Battiston: "Abile e preparato, la scelta mi ha sorpreso. I cambi? Possono fare danni". Ma per Notizia Giornale a "condannare" Battiston è piuttosto la sua gestione dell'Asi, tra conflitti di interessi e debiti lunari. Brambilla candidato alla guida dell'Inps (Messaggero). Il governo si appresta a modificare la governance dell'istituto di previdenza reintroducendo il Cda al posto dell'attuale assetto commissariale che concentra gran parte dei poteri nelle mani del presidente. Al posto del "tanto odiato" Boeri (in scadenza a inizio 2019), andrebbe Alberto Brambilla, esperto di previdenza vicino alla Lega. Al M5s andrebbe la nomina del direttore generale.
Tra politica e giustizia. Su Repubblica i due piani abusivi di casa Di Maio condonati dal padre per 2000 euro. Sul Fatto le intercettazioni tra Matteo e Tiziano Renzi sul caso Consip: "C'è in gioco il mio culo".

ESTERI
Verdetto su Trump (Sole), uno contro tutti (Corriere). Milioni di voti in più rispetto al 2014, i democratici in ripresa alla Camera. La Stampa evoca il rischio pareggio. Attesa per il voto americano sui mercati: per il Sole difficile pensare ad un impatto delle elezioni midterm come il voto shock di due anni fa. Si tratta infatti di consultazioni che hanno rilevanza inferiore benché presentate come un referendum su Trump. Su MF l'editoriale del NYT sulla reale posta in gioco del voto di ieri: sul piatto c'è la linea politica della Casa Bianca nel prossimo biennio, è sapere quale partito controllerà le leve politiche del congresso, e quindi se Trump sarà tirato politicamente da destra o da sinistra su tasse, nomine, ecc.
"Sui migranti l'Europa ora ci ascolta. La crisi è colpa di chi non chiudeva i confini": sulla Stampa parla il cancelliere austriaco Kurz. "Abbiamo bloccato il 95% degli arrivi rispetto al 2015. La maggior parte dei politici europei è d'accordo sul fatto che il sistema non sia più sostenibile. Abbiamo una responsabilità nei confronti dei nostri vicini. Significa sostenere regioni come i Balcani occidentali, che dovrebbero diventare membri Ue. Chi vive in Africa deve ottenere condizioni di vita migliori".
In Libia la chiave è il petrolio: sulla Stampa le manovre di avvicinamento alla conferenza di Palermo. Gli americani credono ancora nella riuscita del summit. Quattro gli obiettivi principali del vertice del 12 e 13 novembre: rafforzamento della coesione internazionale a sostegno del piano Onu, sicurezza della capitale, riforme per il funzionamento delle istituzioni economiche, riforma della costituzione ed elezioni presidenziali. Domani l'inviato dell'Onu presenta il piano «opportunamente revisionato» al Consiglio di sicurezza. Ma per il Foglio, che cita fonti di alto livello della Farnesina, prevale un clima di rassegnazione sull'esito del summit. Il governo Conte è riuscito in pochi mesi a vanificare il lavoro effettuato da chi ha gestito il dossier libico negli ultimi anni. Ieri alcuni consiglieri del presidente Macron erano a Palazzo Chigi per cercare un accordo ed evitare che la Conferenza di Palermo si riveli un flop.

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