Commentario del 14.11.2018

IN PRIMA PAGINA
In primo piano la discussione Italia-Ue sulla manovra. Il governo conferma: "Invariati saldi e Pil" (Sole). Pronta una vendita di immobili (MF). Il governo sfida la Ue (Messaggero): rischia un conto da 60 mld (Stampa). Gialloverdi contro il muro europeo (Giornale).
Ici, spunta la rottamazione per la Chiesa: lo Stato può recuperare 5 mld (Messaggero).
In politica, in evidenza lo schiaffo in Senato al governo: maggioranza battuta sul condono per Ischia (Corriere e tutti).
Ampio spazio agli esteri. "C'è l'accordo su Brexit". May, il giorno della verità (Corriere). "Quasi Brexit": Londra resterà nella Ue doganale (Fatto). Bozza di accordo su visti e costi dell'uscita, ora May deve convincere i suoi (Repubblica).
Libia: stretta di mano sulla Libia, ma la pace è ancora un rebus (Corriere). Fatto parla di vertice a metà: Haftar e Turchi escono. L'Onu: "E' un successo". Per la Stampa, quella di Palermo è una fragile intesa tra Haftar e Serraj.
Su tutti il ribaltone al vertice di Telecom, rimosso Genish (Corriere): sfiduciato dal fondo Elliott (Messaggero). L'ira di Vivendi (QN). Scontro tra i soci (Giornale). "Un putsch di Elliott contro di me" dice Genish  alla Stampa. Pronto Altavilla (Sole). Per MF è sfida Altavilla-Gubitosi.  Per il Fatto torna lo statalismo dopo i guai privati.

ECONOMIA
Manovra, la linea dura nella lettera all'Ue (Corriere p.2): confermati saldi e Pil. Fondi dalla vendita di beni dello Stato.  Nella lettera a Bruxelles entrano il meccanismo di salvaguardia antisforamenti, le vendite di immobili pubblici fino all'1% del Pil, fondi per il dissesto (Sole p.3). Il debito scenderà con le privatizzazioni (Repubblica p.2): confermato il deficit al 2,4%, vendite di immobili per 18 mld: così il debito scenderà al 126% del Pil nel 2021. "La manovra non cambia" ribadiscono i due vicepremier (su tutti). Bruxelles, delusa, prepara le sanzioni (Messaggero p.2). Per la Stampa (p.3) lo scontro a muso duro ci costerà 60 mld l'anno. Giornale (p.3) parla di sfida all'Ue sulla nostra pelle. Per Libero (p.8) l'Italia non cambia la manovra ma i mercati sorridono lo stesso: Borsa su e spread in calo. Salvini e Di Maio intendo utilizzare la sanzione Ue per la campagna elettorale delle europee: "Per noi è un favore". Ma è scontro con Conte e tria, che insistono a trattare: "La procedura si può evitare" (Messaggero e tutti).
Ma il piano di Roma sulla simulazione di crescita non convince gli esperti (Financial Times p.2). L'Fmi: giusto crescere, ma attenti al debito, deficit 2019 a 2,6-2,7% (Sole p.3). Dubbi del fondo monetario su quota 100 e sussidi ai poveri (Stampa p.2). E il capo missione dell'Fmi Goyal a Repubblica (p.2) dice: "Nel 2019 stimiamo una crescita del Pil attorno all'1%, ma c'è incertezza sulla previsione. Ridurre lo spread è fondamentale, se persiste a un livello elevato potrebbe incidere negativamente sui costi del 'funding' delle banche, che comporterebbe maggiori costi di finanziamento per imprese e famiglie". Poi sul debito italiano, spiega: "E' il secondo più alto in Europa e resta una fonte di vulnerabilità. Stimiamo che resterà intorno al 130% del Pil nei prossimi anni, ma se si verificassero modesti shock avversi il debito aumenterebbe, aumentando il rischio che l'Italia possa essere costretta a tagliare le spese o aumentare le tasse. Con l'economia così debole si colpirebbero i poveri". Sulle misure in manovra, il rappresentante dell'Fmi avverte: "Si vuole stimolare la domanda, ma la maggior parte dello stimolo è destinata all'espansione di protezione sociale e benefici pensionistici". Goyal intervistato anche da Fubini sul Corriere (p.5): "Fate riforme, su quota 100 per le pensioni serve più cautela". E anche Boeri attacca il governo sui conti di quota 100: "Stime irrealistiche" (Corriere p.12). All'attacco il dg si Assonime, Stefano Micossi, al Sole (p.2): "Una manovra così incentiva il lavoro nero e penalizza le imprese".
Intanto, governo verso la pace fiscale con la Chiesa: per l'Ici non versata potrebbe arrivare la maxi sanatoria (Messaggero p.4). Il governo valuta l'ipotesi rottamazione per recuperare una parte dei soldi come chiesto dalla Corte di giustizia europea. Tra le ipotesi anche l'alleggerimento su sanzioni e interessi e l'abbattimento del capitale (Stampa p.7).

POLITICA
Maggioranza battuta su Ischia: su tutti il voto in commissione al Senato (23 sì contro 22 no) che accoglie l'emendamento di Fi che cancella la disposizione sul condono a Ischia, inserito nel dl sull'emergenza a Genova. Per il governo gialloverde è la prima sconfitta: "Ma correggeremo in aula" assicurano (Repubblica p.11). Decisivo il voto favorevole del dissidente 5S De Falco e l'astensione della Nugnes. I ribelli 5S affossano il condono per Ischia. Ira dei vertici: "Via in due" (Messaggero p.7). Purghe contro i ribelli (Giornale p.4). Ira Di Maio: "Atto gravissimo" (Repubblica e tutti). Il Movimento caccia i senatori ribelli (Stampa p.7). E spunta l'arma del conflitto di interessi per eliminare gli editori (Giornale p.8).
Nel Movimento esplode anche il caso giornalisti. Flash mob di Fnsi e Ordine: giornalisti in piazza contro le offese. Conte: "Attacchi violenti? Ci sta" (Repubblica p.10). La 5SFattori: "Quelli eletti con noi si dimettano" (Corriere p.8). Stampa in piazza dopo gli insulti, il premier parla di "toni eccessivi" ma sminuisce: "Può capitare". Paragone e Carelli giornalisti sgraditi ai 5S: i due neoparlamentari grillini attaccati dai "talebani" del Movimento (Libero p.6). "Dimettetevi per dimostrare la vostra verginità" dice la senatrice Fattori. Il Movimento lancia la lista dei giornalisti "buoni" e "cattivi": il primo elenco lo firma Di Battista (Stampa p.7). Anche il Giornale finisce nella lista nera dei grillini (Giornale in prima e p.8).
Intanto, Bonadede lancia la sfida alla lega: "Conflitto di interessi, la legge si fa" (Messaggero p.7). Il Guardasigilli ribadisce che il tema del conflitto di interessi in editoria "per avere finalmente stampa libera e pluralismo in Italia" è nel contratto di governo. Ma la tensione con la Lega resta, visto che Salvini ha già fatto sapere di non condividere l'impostazione, sostenendo che la legge sul conflitto di interessi "non è la mia priorità". A favore di un intervento anche Cantone (Anac): "Abbiamo necessità di una legge sul conflitto di interessi nella pa, il punto irrinunciabile è che i conflitti emergano, siano trasparenti, perchè spesso sono l'anticamera dei fatti di corruzione".

ESTERI
Libia, stretta di mano tra Haftar e Serraj (Sole p.26 e tutti). Riuniti a Palermo di due rivali libici, ed Haftar promette: "Tregua fino al voto" (Corriere p.14). Sì al piano Onu, ma è scontro con la Turchia (Stampa p.10). Per il Sole (p.26) è un primo passo su una strada in salita. Conte e l'inviato Onu Salamè esultano: "Il vertice è stato un successo". Ma alla fine non c'è l'accordo (Giornale p.14). E per il Fatto (p.11) è tutto rinviato a gennaio, quando ci sarà la Conferenza nazionale. "Via le armi tra Tripoli, basta con la competizione tra Stati – dice Salamè a Messaggero (p.8) e Stampa (p.10) -. Francia, Italia, Emirati Arabi: tutti cercano scusa per conservare lo status quo. Lo scontro Italia-Francia sta paralizzando tutto". Secondo Libero (9) la Libia è un po' più italiana: la mediazione di Conte accontenta Al Serraj e Haftar. Ma la Turchia è furiosa. La ministra degli Esteri Trenta al Messaggero (p.17): "Con la conferenza di pace l'obiettivo del governo era aprire un dialogo costruttivo tra tutti gli attori libici e i Paesi del Mediterraneo, al fine di avviare un processo di pace che deve essere inclusivo e intra-libico. Il percorso tracciato dall'Onu trova il nostro sostegno e riteniamo che debbano essere i libici, innanzitutto, a decidere il loro futuro". Ma c'è la rabbia delle brigate e delle tribà: "La Libia non si aggiusta con i summit" (Stampa p.10).
Brexit, la May presenta il piano ai suoi ministri: "C'è l'accordo tecnico: Londra può restare nell'unione doganale" (Sole p.25, Corriere p.6, Messaggero p.11, Giornale p.16). Dopo un anno di trattative, i due team negoziali hanno prodotto un testo congiunto di ben 500 pagine che mette nero su bianco tutti i dettagli della separazione. Oggi la May convoca i ministri per un difficile via libera: si punta a firmare il testo con l'Europa nel vertice previsto per la fine del mese: è anche per questo che Michel Barnier, il capo dei negoziatori europei, ha detto che "non ci siamo ancora del tutto". La sterlina, intanto, dopo l'annuncio ha subìto una forte accelerazione.
Merkel sfida i sovranisti e si allinea a Macron: "Serve l'esercito europeo" (Stampa p.12 e tutti). La Cancelliera tedesca a Strasburgo, tra applausi e contestazioni, ha recitato il suo testamento politico  offrendo la sua idea di Europa: "Un giorno ci sarà l'esercito comune" (Corriere p.15). Ma sulla citazione della Merkel, la banda dei contestatori ha iniziato ad alzare la voce e sono subito partiti i cori "Nato, Nato" che certamente renderanno orgoglioso Donald Trump. "L'esercito comune - ha replicato Merkel - non è contro la Nato, ma è complementare. Si può fare senza mettere in dubbio i rapporti transatlantici". E sui cori, rivolgendosi ai contestatori, la Cancelliera ha detto: "Mi fanno piacere queste reazioni, perchè forse sto dando fastidio a qualcuno".

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