Commentario del 29.11.2018

IN PRIMA PAGINA
Sui migranti e sicurezza strappo tra M5S e Lega (Messaggero, Repubblica e tutti).Con il voto della Camera il dl Sicurezza diventa legge (Sole). 396 sì, 99 no, ma del M5S 9 non partecipano: Fico non presiede l'aula al momento del voto. Non c'è quiete dopo la tempesta (Fatto).  E arriva il no dell'Italia al Global compact dell'Onu (Sole). Salvini sfila il governo dall'accordo Onu (Stampa). Giornale parla di "bomba Salvini" sul governo. Prosegue il caso del lavoro in nero nella ditta del padre di Di Maio. Il vicepremier mostra il suo contratto e chiede aiuto ai suoi (Messaggero). Pubblica le buste paga, mancano le estati (Stampa). Ma il caso si allarga: spunta il conflitto di interessi (Giornale).
Economia, via libera del Senato al decreto fiscale: liti con il Fisco, sì agli sconti (Corriere). Meno controlli tributari sulle Pmi (Sole).
Dagli esteri, resta in primo piano lo scontro Russia-Ucraina: legger marziale e Servizi russi: Kiev muove i tank (Corriere).
Brexit, secondo la banca d'Inghilterra, senza intesa sull'uscita di Londra, il Pil inglese crollerà dell'8% (Sole).
Dopo 38 rapine uccide un ladro. "Dormivo in azienda per difendermi, sono disperato" (Stampa). In azienda lo applaudono (Corriere). E' indagato, ma il Paese è con lui (Giornale). Il rapinatore ucciso in un garage accende la lite sulla legittima difesa (Messaggero).
Regeni, i pm sfidano l'Egitto: indagati gli 007 di Al Sisi (Repubblica e altri).

ECONOMIA
Conte prova a limare il deficit al 2,2%, ma Salvini e il M5S uniti lo gelano (Stampa p.7). Le due forze di maggioranza puntano a spostare i risparmi in manovra sugli investimenti ma per ora non cedono sul 2,4% (Repubblica p.10). Il ministro dell'Economia, Tria prova a trattare: "Tutte le misure devono concorrere a creare un contesto favorevole alla crescita determinando le necessarie condizioni di stabilità e inclusione sociale - ha spiegato ieri in Senato. Si stanno attentamente valutando, man mano che si va avanti, i costi effettivi delle misure, per capire se si possono trovare gli spazi finanziari per migliorare l'equilibrio tra la crescita e il consolidamento dei conti pubblici" (Messaggero e altri).  Verderami (Corriere in prima e p.6) segnala come il governo sia pronto a usare il paravento dell'Aula per correggere il tiro sulla manovra, per evitare la reazione Ue e gestire la svolta che riporterebbe la manovra all'impianto originale. Mattarella avverte: "Senza conti in ordine non c'è protezione sociale" (Sole p.7 e tutti). Dal Capo dello Stato nuovo richiamo all'art.81: bilanciare risorse disponibili e spese necessarie. Dai governi Ue arriva intanto il sì ad andare avanti con la procedura. L'Italia rischia una cura di 10 anni (Stampa p.7). Nello scontro sulla Legge di Bilancio, dall'Ue arriva il via alla procedura, ma Bruxelles può ritardare l'avvio (Repubblica p.10). E la tensione tra Roma e Bruxelles preoccupa anche il presidente della Fed, che parla di "fattore di rischio". A portare avanti la mediazione Ue-Italia è Scholz, che prova ad avvicinare le due parti: il ministro della Spd è sempre più autonomo dalla Merkel anche nel sostegno alla linea del dialogo con il nostro governo (Repubblica p.10).

POLITICA
Sicurezza e migranti, nuove liti Lega-M5S: il decreto Salvini approvato senza i voti dei dissidenti grillini. Ma il ministro dell'Interno esulta: "Giorno memorabile". E Salvini spinge l'Italia verso il no al piano Onu sull'immigrazione voluto da Conte e M5S (Repubblica in prima e p.4 e tutti).
Ieri il sì della Camera, il decreto sicurezza è legge: 396 sì e 99 no. Nel Movimento 14 assenti, 22 in missione (Corriere p.6). Con il voto in Aula passano la stretta sui migranti e il taser ai vigili, ma dai frondisti 5S che volevano modifiche arriva il segnale di ostilità. "Senza di noi niente fiducia" rilanciano i frondisti 5S, ma ci sono i 92 voti di Fi e FdI (Messaggero p.2). Fico diserta l'Aula, con lui 10 ribelli (Repubblica p.4). "Il direttivo valuterà se prendere provvedimenti contro gli assenti non giustificati" spiega il capogruppo grillino D'Uva.
Ma la bomba di Salvini sul governo è il no all'accordo Onu sui migranti voluto da Conte e M5S (Giornale in prima e p.4). Salvini sfila l'Italia e imita Orban e Kurz (Stampa p.13): il leghista detta la linea e aumenta la tensione con i 5S. L'Italia diserterà la conferenza intergovernativa di Marrakech per l'adesione del "Global compact for migration". Ma ci sarà una delegazione di eurodeputati 5S. Conte: "E' giusto che decida il Parlamento" (Sole in prima e p.24). Fico deciso a mettere ai voti la mozione: pronto il soccorso dem (Messaggero p.3). In aula il passaggio è rischio. Meloni (FdI): "Ci vuole un no formale" (Libero p.4).  FdI teme l'asse tra Pd e una parte dei 5S per il sì all'accordo (Giornale p.4). Il no di Salvini spacca Lega e M5S, il premier aveva sostenuto l'accordo e dice: "Non ho cambiato idea" (Corriere p.5). Messaggero (p3) evidenzia le ripicche tra i due vicepremier che costringono Conte a battere i pugni e a schierarsi. Lo stop italiano sorprende il Palazzo di Vetro: "Avevamo fatto il possibile" (Corriere p.5). All'accordo avevano aderito a luglio 193 Paesi, ma dagli Usa all'Austria è corsa a sfilarsi: Svizzera, Israele e Australia tra gli Stati che ci hanno ripensato (Messaggero p.4). Micalessin sul Giornale (p.5) parla di "trappolone per l'Italia": in molti hanno detto no, così si rischia l'invasione dall'Africa. Per Becchi (Libero in prima e p.5) è giusto mandare al diavolo l'Onu, che elimina i confini: le Nazioni Unite difendono il diritto di emigrare, ma dimenticano di difendere chi desidera rimanere nella propria patria. L'obiettivo è togliere un altro pezzo di sovranità agli Stati.
Il rapinatore ucciso nel garage riaccende lo scontro sulla legittima difesa (Messaggero e tutti). Ad Arezzo un gommista, vittima di 38 furti, spara e uccide il ladro (su tutti). E' stato lo stesso commerciante a chiamare i soccorsi, i due malviventi erano armati di piccone e cacciavite. Dormiva in azienda dopo le rapine subite: "Ma adesso sono disperato" racconta l'uomo (Stampa in prima e p.3). E' indagato, ma i dipendenti lo applaudono. E l'Italia è con lui (Libero in prima e p.2). Salvini: "Io sto con chi si difende" (Stampa p.2): il vicepremier telefona per esprimere la sua solidarietà al commerciante, che però si nega: "Ho il cuore spezzato, non riesco a parlare". Il leader leghista spinge per la riforma della legittima difesa, ma il M5S frena: bisogna parlarne a fondo (Messaggero p.5). Per Repubblica (p.6) il commerciante sarebbe indagato anche con la riforma delle legittima difesa proposta da Salvini, mentre per il Messaggero (p.5) con le norme del ddl leghista non rischierebbe il processo visto che il testo, approvato dal Senato e che arriverà a gennaio alla Camera, prevede che sul luogo di lavoro o in casa la difesa è "sempre" proporzionata. L'attuale norme invece, stabilisce che la reazione deve essere proporzionale all'offesa subita (Corriere p.9).
Intanto, la Stampa (p.5) evidenzia il paradosso italiano: i reati diminuiscono ma la paura crescere. Di tutt'altro avviso Libero (p.3), che scrive: facile diventare pistoleri in uno Stato senza legge. E la Verità attacca: in Italia è legittima solo la rapina.

ESTERI
Crisi nel Mar Nero: Mosca pronta a schierare truppe e nuovi missili in Crimea (Stampa p.10). Sarà dispiegato un altro battaglione armato con gli S-400. I 24 marinai ucraini catturati rischiano fino a 6 anni. Putin mostra i muscoli, il presidente russo attacca l'ucraino Poroshenko dopo lo scontro nell'Azov: "Chi ha provocato". E da Kiev replicano: "Possibili rinforzi dalla Nato" (Repubblica p.14).  "E' l'inizio" e Kiev muove i tank (Corriere p.17): il presidente ucraino mette l'uniforme e va in visita dai soldati. Poi denuncia il blocco dei porti: "Da lì passa il 40% del nostro export". La crisi tra Russia e Ucraina arriva al tavolo dei Grandi in Argentina. "Lavoriamo all'incontro" dicono dal Cremlino, ma Trump tiene Putin in attesa ed è in forse il bilaterale al G20 (Stampa p.10). Intanto, l'Ue condanna il Cremlino, ma l'Italia frena sulle sanzioni alla Russia (Repubblica p.15).
Regeni, strappo di Roma: indagine su 5 funzionari dei servizi segreti egiziani (Corriere p.14 e altri): A causa della collaborazione inadeguata, fallisce anche l'ultimo vertice. La Procura italiana procederà senza più attendere le mosse di Al Sisi. Il presidente uscente della Commissione parlamentare per i diritti umani, Luigi Manconi, al Corriere: "Gli incontri al Cairo? Un errore cedere. Le autorità egiziane hanno consegnato i nastri delle registrazioni nel metrò con buchi al posto dei volti. Questo dimostra quanto fosse esile il rapporto con la procura egiziane".

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