Commentario del 04.11.2018

IN PRIMA PAGINA
In primo piano le parole di  Mattarella in occasione del 4 novembre: "L'amor di patria non è nazionalismo estremo".
Intanto, su tutti tiene banco lo scontro nel governo sulla prescrizione (Messaggero). Sulla Giustizia scontro M5S-Lega (Corriere). Giorgetti a Repubblica: "Nel contratto non è così". La ministra Bongiorno: "E' una bomba nucleare sul processo" (Sole). Per il Fatto la Bongiorno è ferma al Divo. Bomba prescrizione sulla maggioranza. Di Maio: "salta tutto" (Giornale). I grillini minacciano ritorsioni sulla Lega con il "no" alla legittima difesa (Stampa). Ma Salvini va i soccorso del M5S: Di Maio stai sereno (Libero).
M5S e Lega divisi anche sul reddito di cittadinanza (Avvenire). Laura Castelli a Repubblica: "Per gestire il reddito chiederemo aiuto a Caf e sindacati".
Altro tema caldo è quello legato al finanziamento ai partiti. Il leghista Siri alla Stampa: "Dai 5S persecuzione politica sulle fondazioni". Sul Fatto parla Cantone: "Fondi trasparenti ai partiti. Evasori, pene come ai ladri".
Manovra. Deficit e debito, Tria prepara un'offerta per Bruxelles (Messaggero). Sul QN il sondaggio di Noto sull'economia italiana: il ceto medio in trincea, uno su due ha paura di perdere i risparmi.
Usa, i Dem ci riprovano ma il voto resta incerto (Sole). Test urne per Trump, la Camera è in bilico. Democratici appesi al carisma di Obama (QN).
In fotonotizia su tutti all'apocalisse veneta di alberi e fango (Corriere)

ITALIA-ECONOMIA
Manovra sul filo, domani nuovo round all'Eurogruppo: Tria e Conte puntano su un disavanzo effettivo sotto al 2,4% e sulla crescita anti-debito (Sole p.3). La mediazione nell'Eurogruppo per evitare il "processo" all'Italia, con il presidente Centeno i contatto con Tria. E arrivano le aperture di Francia e Spagna (Corriere p.10). Tria prepara un'offerta a Bruxelles (Messaggero p.2): il titolare del Mef intende garantire ai partner europei che il deficit del 2,4% va considerato "tetto massimo".
Il sondaggio di Noto sul QN (in prima  e p.7) evidenzia la bocciatura del ceto medio al governo: uno su due teme per i risparmi. Paura anche per lo scontro con l'Europa, mentre sale la fiducia in Mattarella.  Salvini al Corriere (p.5): "Mi stupisce l'evidente pregiudizio da parte di alcuni burocrati e commissari europei nel contestare una manovra che si propone di far crescere l'economia, tagliare le tasse e creare posti di lavoro. Ma possono dire quello che vogliono, noi andiamo dritti". E il sottosegretario Giorgetti a Repubblica (p.3) dice: "Sembrava dovessero venire già gli equilibri mondiali a causa nostra e invece adesso sui mercati va meglio. La questione è di forma: Bruxelles non può accettare che un Paese fondatore abbia una deviazione di questo tenore, perchè sembra che metta in discussione la legittimità stessa della Commissione. Però adesso il governo ha chiarito che non intendiamo sovvertire l'ordine costituito, ma solo implementare la nostra politica". Poi il sottosegretario aggiunge: "Ridurre il deficit sotto il 2,4%? Un tempo si prometteva l'1,3% e si faceva il 3%. L'obiettivo del 2,4% va rispettato a fine anno. Lo spread? Abbiamo mostrato che c'è stabilità politica visto che di spread non è venuto giù l'esecutivo, così abbiamo contenuto la cosa". Sulle ripercussioni sul sistema bancario, Giorgetti spiega: "Monitoriamo la situazione. E siamo pronti a interventi tempestivi e risoluti. Nel caso servisse, non si potrebbe tentennare". Intanto cresce la rivolta dei truffati delle banche, che si sentono traditi (Repubblica p.4 e tutti). Padoan ad Avvenire (p.9) lancia l'allarme: "Malgrado i risultati positivi dello stress test per le banche, la situazione resta preoccupante. Il livello dello spread è insostenibile nel lungo periodo. E la legge di Bilancio, e il modo in cui si sta elaborando, alimenta il rischio: ha una forte componente di crescita del debito pubblico e non produce nuova crescita". Poi il ministro spiega: "Cercano lo scontro con l'Europa, ma non scarichino le colpe su di noi. Reddito di cittadinanza o reddito di reinserimento al lavoro, vedo una differenza semantica importante tra la proposta del M5S e la misura commentata da Salvini". Intanto, sul reddito di cittadinanza avvio in salita: a Roma difficoltà per la gestione del Rei (Messaggero p.2). La sottosegretaria 5S all'Economia Castelli a Repubblica (p.4): "Ogni grande riforma ha fatto discutere suscitando scetticismo. Mi chiedo se il sistema welfare-lavoro in questi anni abbia funzionato. Per il reddito di cittadinanza lavoriamo con Caf e patronati. Quota 100 e sostegni alle famiglie sono due misure che vanno avanti di pari passo, fanno parte del patto di governo che sarà rispettato". M5S-Lega, separati in casa: il reddito divide ancora (Avvenire p.9). "Il reddito fa parte del contratto – spiega Giorgetti a Repubblica -. L'obiettivo è farlo bene, è complicato,ma non vuol dire che non si farà. Va articolato al meglio, perchè ci si gioca molto della credibilità del governo. I tempi? Dipende da questi due mesi, lo stesso vale per quota 100, su cui non siamo ancora pronti". Il ministro Fraccaro al Corriere: "In pochi mesi stiamo facendo ciò che non si è fatto per anni, compreso superamento della Fornero, reddito e pensione di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza è già nella legge di bilancio, con le risorse stanziate anche per i centri per l'impiego. Lo Stato aiuta chi cerca un'occupazione, è una misura che rientra nelle politiche attive del lavoro e consentirà di rilanciare produttività e consumi". Sul reddito di cittadinanza interviene il sottosegretario Armando Siri, che alla Stampa (p.6) propone di "erogare il finanziamento anziché al singolo beneficiario alle imprese che si propongono di assumere questa persona".

ITALIA-POLITICA
In primo piano le parole del Presidente della Repubblica Mattarella, che al Corriere (in prima e p.34-35) in occasione delle celebrazioni per il 4 novembre ricorda la Grande Guerra: "Ha pesato molto sullo svolgersi dei decenni successivi. Si può dire che l'Italia e l'Europa tra le due guerre siano state segnate, quasi ristrutturate, dagli esiti del primo grande conflitto globale. Oggi l'interdipendenza che si è creata tra gli Stati appare a taluno come un vincolo, e questo determina reazioni. Di fronte a un'insufficiente capacità di governare i processi globali, si cerca nel focolare domestico la protezione dagli effetti dell'interdipendenza. Ma – avverte il capo dello Stato - nessuno Stato, da solo, può affrontare la nuova dimensione sempre più globale".
Prescrizione, in evidenza lo scontro Bongiorno-Bonafede (Sole p.3). Nel governo non c'è pace, ora è scontro sulla Giustizia (Repubblica p.2). "Una bomba sui processi" dice la ministra leghista della Pa in riferimento alla riforma proposta dal M5S, ma il Guardasigilli replica: "Basta impunità" (Messaggero p.4). Il ministro 5S Fraccaro al Corriere (p.6) difende la proposta sulla prescrizione: "La vera bomba sui processi è l'impunità. La riforma è una misura di civiltà, la prevede il contratto di governo e la chiedono i cittadini. Non si può negare la giustizia perchè a un certo punto arriva la scadenza. Garantire la certezza del diritto è interesse comune e con la Lega abbiamo firmato un contratto programmatico proprio per definire puntualmente l'azione di governo".
Salvini al Corriere (p.5): "Sono d'accordo che i processi debbano avere una fine e sono d'accordo sul fatto che non possano essere prescritti quelli di chi ha i soldi. Io dico: riformiamo la prescrizione, ma facciamolo in maniera efficace. Il contratto di governo è sacro, e vale per tutto quello che contiene, dal reddito di cittadinanza alla Fornero". Sulla prescrizione interviene anche Giorgetti a Repubblica (p.3): "Non mi intendo di diritto penale, ma non credo che nel contratto di governo la riforma della prescrizione sia posta nei termini proposti dai relatori della legge. Troveremo una soluzione. L'alleanza – spiega – si basa sulla fiducia reciproca. Se iniziamo a pensare ai sondaggi e a chi vuole farci litigare, allora finisce male".
Ma Di Maio, preoccupato, ai suoi dice: "Salta tutto" (Giornale p.3). Sulla prescrizione il M5S sfida la Lega: "Ritorsione sulla legittima difesa" (Stampa p.6). Il leader 5S sul voto sul dl Sicurezza: "Ok alla fiducia se c'è il via libera al nostro emendamento". Di Maio minaccia i ribelli: "Chi dissente poi scompare". De Falco all'attacco: "Anche lui a termine" (Giornale p.6 e altri). E la sottosegreario 5S Castelli a Repubblica avverte: "I luoghi in cui discutere sono le commissioni e ognuno si è espresso. La maggioranza deve saper rispettare il contratto di governo, chi non vuole farlo è libero di andare altrove". E il ministro Fraccaro al Corriere conferma: "La maggioranza è forte e coesa e sul dl Sicurezza c'è stato un grande lavoro di mediazione che può proseguire in Aula. Poi ciascuno si assumerà le proprie responsabilità di fronte ai cittadini". Ma il dissidente De Falco apre la sfida: "Sul dl Sicurezza voterò alcuni emendamenti delle opposizioni" (Corriere p.6). Di Maio ora è nella morsa (Messaggero p.6). Salvini conferma la fiducia all'alleato di governo - "con i 5S lavoro bene" - ma lascia la Lega libera di attaccare (Messaggero p.5): la strategia del leader del Carroccio è logorare i grillini accentuando le contraddizioni interne al Movimento.
Gli ultimi sondaggi vedono la Lega raddoppiare i consensi: il M5S crolla al Nord e il Carroccio gli "ruba" il 16% (Libero p.2). Per il Giornale (p.3) la Lega dissangua il M5S, ma per ora non romperà.
Salvini al Corriere (p.5) assicura: "Non sto pensando di concretizzare il crescente consenso. L'unica cosa che mi interessa è che il governo abbia una solida maggioranza tra gli italiani". E Giorgetti a Repubblica aggiunge: "Io e Salvini riteniamo che i sondaggi sulla Lega siano un po' gonfiati e potrebbero provocare un'ubriacatura tra i nostri".

ESTERI
Usa, verso il voto di mid-term: i Dem cercano la rivincita ma il risultato resta incerto (Sole p.7). In un clima sempre più avvelenato, le elezioni si sono trasformate in un referendum pro o contro Trump. Alla Camera i sondaggi sono favorevoli ai Democratici. Martedì verranno eletti anche 36 governatori degli Stati. Questa è stata la più costosa campagna elettorale della storia americana: spesi circa 5,2 miliardi di dollari. Tra i candidati democratici ci sono moltissime donne, alcune molto liberal, altre che appartengono al movimento Lgbt (QN p.2). Il feudo delle acciaierie potrebbe tradire Trump (Avvenire p.7). Gli analisti si chiedono se la fascia industrializzata che va da Buffalo a Chicago, beneficiaria della nuova politica economica, resterà dalla parte di Trump o se la fedeltà al presidente sia stata scalfita dagli scandali. Il ritorno dei democratici Usa mette in allarme le Borse (Giornale p.23). Nel breve periodo Wall Street potrebbe rallentare. Sanzioni Usa all'Iran, l'Italia è in bilico (Messaggero p.11). Ancora non confermata l'ipotesi dell'esclusione del nostro Paese dalla stretta americana. Domani l'elenco degli 8 esentati. Roma sarebbe l'unico membro della Ue a restare fuori.

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