Commentario del 22.11.2018

IN PRIMA PAGINA
Bruxelles dice no, Roma è sola (MF). In primo piano su tutti la bocciatura della manovra. Scontro con la Ue (Corriere): procedura per punire l'Italia (Stampa). Per il Sole si aprono spiragli per una trattativa. Ma il governo è diviso (Messaggero): ora Di Maio è pronto a trattare (Stampa). Anche se Repubblica parla di patto Di Maio-Salvini sul deficit: "Con la Ue non si tratta più". Ma Conte va da Juncker: ipotesi slittamento di reddito e pensioni (Messaggero). Moscovici al Corriere: "Non sono Babbo Natale. Trattiamoci con rispetto". Fatto parla di "strana bocciatura": puniti pure i debiti di Renzi & C. Per Libero, Conte paga per colpe altrui: la multa va inviata ai premier del Pd. Sulla Stampa parla Marine Le Pen: "La bocciatura una scelta politica anti-sovranista". Ma il ministro austriaco Loger alla Stampa spiega: "Le azioni italiane un rischio per la zona euro".
In politica ancora tensioni nel governo dopo il voto sul peculato: Di Maio e lo sfogo anti-Carroccio, tra i grillini sospetti su Giorgetti (Messaggero). Maggioranza divisa, slitta la sicurezza. E tra i grillini cresce la fronda a Di Maio (QN). Conte traballa: avviso di sfratto (Giornale). Mentre l'Europa boccia la manovra, la Lega boccia il governo: centrodestra in fibrillazione, si cercano nuove maggioranze. Grillini terrorizzati all'idea di tornare a casa (Libero). Per il Foglio le elezioni non sono un tabù per Mattarella.
Conferenza sul Mediterraneo, sul Corriere parla il ministro Moavero: "Alleati degli Usa, ma la Russia non va ignorata".
Su tutti il rapimento in Kenya della volontaria italiana.
Inchiesta sulla Mani Pulite delle grandi opere, 340 perquisiti (Fatto)

ECONOMIA
"Debito eccessivo": Bruxelles prepara la procedura contro l'Italia (Stampa, FT in prima e p.2 e tutti). Manovra bocciata, scontro con il governo (Messaggero e tutti). Roma sola contro tutti in Europa (MF p.3). Il ministro austriaco delle finanze, Loger alla Stampa (p.3): "Roma deve pagare, viola le regole per fare propaganda interna". Numeri blindati, ma il governo tratta con la Ue su tempi e modi (Sole p.2). Parte la trattativa per evitare nuove tasse (Fatto p.2). Due settimane per evitare la cura dell'austerità: l'Italia rischia di dover mettere in campo una manovra correttiva. Altrimenti ci saranno sanzioni fino allo 0,5% del Pil (MF p.3). Per il Giornale (p.3) dovremo pagare 60 mld per la manovra "kamikaze". Salvini ironico: "Aspetto una lettera di Babbo Natale" (su tutti). Moscovici al Corriere (p.5): "Non sono Babbo Natale, penso si debbano trattare queste questioni con rispetto reciproco, serietà e dignità. Diamoci da fare perchè c'è tanto lavoro in questa situazione che nessuno ha voluto. Certo non noi. Il dialogo è un'opzione, non un imperativo. Salvini stesso dice che è disposto al dialogo, dunque capisce la posta in gioco. Lo spread? A far reagire i mercati non sono i commenti della Commissione. Noi siamo neutri e oggettivi, ciò che fa muovere i mercati sono le preoccupazioni sulla politica economica". Il presidente dell'Eurogruppo, Centeno, al Corriere (p.2): "Tutto dipenderà dalla trattativa. Sulla carta, tuttavia, la procedura di infrazione per deficit eccessivo può avere un costo molto alto. Come minimo si rischia l'imposizione per qualche anno di una serie di manovre correttive per ridurre l'indebitamento, a colpi di 8-10 miliardi l'anno, se non di un deposito di 3,5 miliardi a garanzia degli obiettivi. E se il governo non dovesse adeguarsi alle nuove indicazioni che arriverebbero dall'Ecofin, scatterebbe la soluzione finale, l'acquisizione delle somme depositate (fino allo 0,5% del Pil), il blocco degli impegni e poi del versamento dei fondi europei,   una decina di miliardi l'anno".
Piano Ue per evitare il "ricatto" italiano: 600 mld per scongiurare il contagio (Stampa p.4). Il Colle insiste per un negoziato tra Conte e Juncker: per Mattarella il giudizio di Bruxelles può essere corretto con qualche concessione (Repubblica p.7). Il premier chiede tempo alla Ue: nel piano la cabina di regia su ministeri e grandi opere (Corriere p.3). Per il Messaggero (p.3) Conte si gioca tutto con Junker, ma ha solo la sponda della Lega. Ma per la Stampa (p.3) anche Di Maio apre alle modifiche: annuncia possibili cambi in Parlamento, ma non vuole ridurre le risorse per le riforme come Salvini. Conte può giocare la carta delle infrastrutture: controlli più rigidi sul debito e sblocco, col codice degli appalti, degli investimenti. Ma per Repubblica (in prima e p.7) Salvini e Di Maio bloccano Tria e il premier: "Nessuna trattativa con l'Europa". Conte e ministro dell'Economia pronti ad aprire a modifiche, ma i due vicepremier vogliono aspettare le elezioni. Il vicolo cieco della maggioranza: "Così non reggeremo a lungo" (Corriere p.6). E Savona avverte: "Non ha più senso andare avanti e la manovra è da riscrivere". Boccia (Confindustria) alla Stampa (p.3): "Il governo cambi percorso, Bruxelles non diventi un alibi per sottrarsi ai problemi".
Dietro la punizione di Bruxelles, per il Fatto (p.3) ci sono il debito di Padoan e la sfida gialloverde. Per Libero (p.8) l'Europa ci punisce per il debito creato da Gentiloni e compagni, ma la multa non arriverà mai. La Le Pen alla Stampa (p.4): "Per anni Parigi ha sforato, l'Europa vuole punire Salvini. Il no alla manovra è politico". Il portavoce del premier ungherese Orban, Kovacs, a Libero (p.10): "Non abbiamo la sensazione che l'Ialia stia sfidano la Ue, ma semplicemente che stia difendendo i propri interessi e diritti. La Ue non è del tutto democratica. Le regole devono essere uguali per tutti. Invece Italia e Ungheria che le rispettano, vengono sanzionate, mentre Francia e Germania, che le violano, no. Credo che l'Italia debba osservare le norme comunitarie, ma esse vanno cambiate. L'Italia può fare una buona manovra senza sforare, magari tagliando".

POLITICA
Peculato, alta tensione nella maggioranza. Mentre il premier annuncia che sarà cancellato, crescono i sospetti tra Lega e M5S (Messaggero p.6). Grillini terrorizzati di tornare a casa (Libero p.2). Crescono i sospetti nel Movimento: Salvini e il Colle ci hanno mollati (Libero p.3).
Ma c'è l'accordo sulla corruzione (Stampa p.6). Rientra lo scontro sul peculato. Conte annuncia la tregua sulla giustizia, ma restano i veleni (QN  in prima e p.10). "Correzioni al Senato" (Repubblica p.10) annuncia Conte a proposito della norma sul peculato. Ma ora i leader presidiano l'Aula per evitare altri "incidenti" (Corriere p.8). "Deputati guardati a vista per votare l'anticorruzione" (Giornale p.6).
Dopo "l'incidente" sul peculato, Di Maio scarica le colpe su Giorgetti (Stampa p.6). Il leader 5S sparge veleno contro il sottosegretario di Palazzo Chigi: è stata la sua "manina" (Giornale p.7). Nei 5S Di Maio sempre più all'angolo e la Lega corteggia i dissidenti grillini (QN p.11). Ma le accuse di Di Maio a Giorgetti ricompattano i big pentastellati (Messaggero p.6). Per i 5S la "porcata" ha un mandante: Giorgetti torna nel mirino (Repubblica p.11). Per il Fatto (p.4) il Colle e Fico fanno muro intorno al governo mentre Giorgetti gioca a rompere. Salvini avverte i suoi: mettete a rischio il dl migranti (Messaggero p.7).
Il ministro Fraccaro al Messaggero (p.7): "La verità è che a volte noi siamo dei pivelli, troppo innocenti. Mentre loro stanno qui da 20 anni e si vede. Questa del peculato è una cosa studiata: tutto è avvenuto in segreto". Per il Fatto (p.6) il matrimonio Lega-M5S in crisi. Scambio di accuse reciproche: "Siete senza ideali" dicono i grillini ai leghisti, che replicano: "Voi molto ingenui".
La guerra tra M5S e Carroccio dopo la trappola dell'Anticorruzione rilancia le ambizioni di Berlusconi, che punta sul centrodestra unito: "Presto al governo" (Corriere p.10). Silvio cerca voltagabbana per abbattere il governo (Libero p.4). Il piano di Fi: un'altra maggioranza per salvare il Paese (Giornale p.9)

ESTERI
Med 2018, il Mediterraneo oltre la crisi (Corriere prima e p. 16-17, Sole p. 28). Si apre oggi a Roma uno dei più importanti incontri di politica internazionale, alla presenza dei leader iraniani e iracheni, russi e americani. I temi sul tavolo sono quelli più caldi in Medio Oriente e Nord Africa: l'escalation nella contrapposizione tra Iran e Arabia Saudita, la "guerra fredda" dei Paesi del Golfo contro il Qatar; i rischi di una nuova ondata di estremismo dopo l'Isis. "Med punta a valorizzare i passi avanti nella consapevolezza che un'agenda positiva possa essere scritta — sottolinea il direttore dell'Ispi Paolo Magri —. Il primo trend positivo è la sconfitta del Califfato".
Il Corriere intervista il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. "Siamo leali alleati degli Usa, ma oggi è impensabile, per l'Italia, ignorare la Russia". Sulla crisi europea e le tante frammentazioni interne, dice: "L'Ue è diventata un arcipelago: tante situazioni divisive che riguardano sia gruppi di Paesi, sia singoli Stati: l'uscita della Gb, Ungheria e Polonia sotto procedura per violazione di principi fondamentali, il "gruppo di Visegrad" che rifiuta di accogliere i rifugiati, la Spagna che si irrigidisce su Gibilterra". L'Italia e il Mediterraneo: "Non dobbiamo guardare al Mediterraneo e all'Africa soltanto con il timore di migranti. L'Africa rappresenta per noi un'opportunità enorme. Non possiamo sottovalutarla".
Brexit, May cerca da Junker gli ultimi sì dei partner europei (Sole p.27). La premier Theresa May ha incontrato il presidente della Commissione Europea a Bruxelles per delineare la partnership futura tra Gran Bretagna e Ue e preparare il terreno per il summit dei leader europei previsto per domenica. Tornerà a Bruxelles anche sabato, a testimonianza che ci sono ancora aspetti non di secondo piano da mettere a punto. I tempi sono ormai strettissimi, dato che Londra e Bruxelles devono sia finalizzare i termini del divorzio, contenuti nella bozza di dichiarazione di 585 pagine approvata la settimana scorsa, che stabilire a grandi linee quali saranno i rapporti futuri tra Gran Bretagna e Ue dopo Brexit. Per convincere i deputati più contrari all'accordo ad approvarlo in Parlamento, la Rudd ha sottolineato il rischio "dell'abisso".
Su tutti, il rapimento di Silvia Romano, la 23enne milanese rapita ieri in Kenia dove lavorava per una ong (Corriere prima e p. 14-15, Sole p. 27,Stampa p. 8 e altri). Le modalità dell'azione e la zona dove è avvenuto il rapimento, a pochi chilometri da Malindi, fanno ritenere che Silvia possa essere stata catturata per scopi politici da pastori nomadi Orma o dagli Shabaab. E questo naturalmente preoccupa intelligence e diplomazia, anche tenendo conto che l'ostaggio è una donna giovane peraltro poco esperta di cooperazione. Il testimone, un ragazzo che aiutava Silvia nella scuola di Chakama, racconta: "Erano in sei, l'hanno picchiata, cercavano proprio lei perchè gridavano ' dov'è la donna bianca?'".

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