Commentario del 30.05.2018

Primo Piano Rassegna Stampa
Mercoledì 30 maggio 2018

IN PRIMA PAGINA
Spread a 300 e Borsa a -2,6%. Allarme rosso (Giornale e tutti). Lo spread vola perchè non si sa chi comanda (Libero). Si riapre la partita del governo (Messaggero). Cottarelli fugge dal retro. Torna Conte? (Fatto). Mercati in trincea, torna l'ipotesi Lega-M5S (Sole). Trattative riaperte con il Quirinale (Stampa). Ora il premier è lo spread (MF). Allarme debito, riparte la trattativa (Corriere). Mattarella nel caos, ultima follia: votare a luglio (Giornale). Calenda al Corriere: "Creiamo il Fronte repubblicano". Tajani al Corriere: "No al voto estivo, sarebbe falsato". L'idea di Salvini: prendersi tutto il centrodestra (Giornale). Polemica per le frasi di Oettinger (Ue): "I mercati vi insegneranno a votare bene" (su tutti). Per il Messaggero è "l'anti-italiano".
Visco: "In Italia è vera ripresa e non va dilapidata" (MF). "L'Italia può farcela – ha detto ancora Visco -, ma insieme all'Europa" (Corriere). L'aumento dell'Iva adesso non è più un tabù (Sole).
Libia: pronto l'accordo sul voto in dicembre (Sole).
Terrore in Belgio: tre persone uccise da killer islamista (Giornale e tutti).

ITALIA-ECONOMIA
Mercati in trincea per il caos politico: Borsa giù del 2,6% e spread che sfiora quota 320, per poi ripiegare a 291 (Sole tutti), il rendimento dei BTp a 10 anni arriva al 3,4%, il massimo dal 2013. "Ora il premier è lo spread" (MF): il rendimento di BTp e spread evidenziano un'impennata più violenta rispetto ai contratti derivati, segno che buona parte delle vendite è imputabile a scommesse ribassiste. Sul Corriere i timori per le aste del Tesoro: ormai l'incendio è divampato in tutta Europa, segno che i timori per un'uscita dell'Italia dall'euro stanno facendo breccia tra gli investitori di tutto il mondo. Per Libero (p.11) i mercati sono bollenti perché non si sa chi comanda: i fondamentali dell'economia sono buoni e le banche in salute: se lo spread corre e la Borsa crolla è colpa degli errori dei partiti e del Quirinale.  Fubini (Corriere p.26) "Ora un impegno solenne sull'euro e il debito": la spiegazione della turbolenza è tutta politica, è stata mandata in pezzi la garanzia che teneva insieme il sistema, ora l'Italia deve prendere impegni solenni: l'euro sarà irrevocabilmente la nostra moneta e il debito sarà ridotto. Sul Fatto (p.4) si parla di rischio Grecia: ora l'Italia preoccupa come nel 2011 con Berlusconi. "Titoli di Stato o titoli di coda" scrive Porro sul Giornale (p.1): oggi andranno in asta i titoli decennali e il loro costo potrebbe avvicinarsi al 3%, le banche continueranno ad acquistarne più del dovuto riempiendosi di merce che potrebbe essere avariata. I mercati non amano l'idea di un governo giallo-verde ma ancor di più non amano l'incertezza più totale. "Borsa giù, soffre anche Wall Street".  Il grande malato rischia di scatenare un'epidemia globale (Stampa): l'Italia ha spinto l'Europa sull'orlo di una crisi finanziaria , il caos potrebbe portare Draghi a tenere aperto il rubinetto della liquidità, aumentando il rischio inflazione e esasperando i toni con la Germania.
Ieri, intanto, le considerazioni finali di Bankitalia, riprese anche dal Financial Times in apertura: "Il governatore della Banca d'Italia ammonisce: la crisi dello spread sta facendo svanire la fiducia degli investitori". Visco in trincea: "Il nostro destino è in Europa" (Messaggero). "Dai mercati reazioni emotive, non giustificate" dice il Governatore della Banca d'Italia riguardo l'andamento dei mercati (Sole), poi invita a ridurre il debito. Per MF e Corriere Visco si schiera con Mattarella: "L'economia italiana si sta rafforzano, prosegue il recupero dell'occupazione sono state eliminate fonti di rischio sistemico nel settore bancario". Il governatore invita alla cautela le forze politiche sugli annunciati interventi riguardo la legge Fornero e reddito di cittadinanza. Polemico il Fatto: "Visco si intruppa col Colle e detta il programma".
Intanto, l'aumento dell'Iva non è più un tabù: sul Sole l'analisi sulle considerazioni di Bankitalia, le cui preoccupazioni sul piano fiscale, più dell'Iva, si concentrano sulle ipotesi di interventi che allarghino il disavanzo, con il rischio di produrre una fiammata breve sulla crescita ma danni permanenti sulle prospettive. Il sistema fiscale italiano può essere aggiustato "senza pregiudizi nei confronti dell'aumento delle imposte meno distorsive" ha detto Visco.

ITALIA-POLITICA
Governo, Cottarelli in stand-by (su tutti): non ha i voti e s'è perso pure i ministri (Fatto). Si riaprono i giochi tra M5S e Lega (Messaggero e tutti): il premier incaricato non scioglie la riserva, oggi atteso un nuovo incontro con il capo dello Stato. Intanto, dal M5S Di Maio annuncia: "Pronti a rivedere le posizioni". E FdI si dice pronta ad entrare in maggioranza con grillini e leghisti. Verderami (Corriere) segnala le tre possibili opzioni: governo tecnico per formalizzare un ritorno al voto non più tardi di settembre-ottobre; esecutivo guidato da Salvini o Giorgetti a trazione centrodestra, che dovrebbe cercare di non essere battuto alle Camere; infine il ritorno dell'asse Lega-M5S, a cui si aggiungerebbe FdI. Quest'ultima è la soluzione più accreditata, anche se resta il problema del ministro dell'Economia. E i 5S propongono Moavero Milaesi per affiancare Savona e tranquillizzare l'Europa (Stampa). Mattarella pronto a dialogare con Lega e M5S: serve un esecutivo vero (Messaggero). Secondo Repubblica per la Lega sarebbe Giorgetti a mediare e dialogare con il Colle, ma Salvini frena sulla ripartenza immediata con il governo giallo-verde: starebbe valutando come far nascere l'esecutivo Cottarelli. Per il Fatto c'è un'altra opzione che Carroccio e grillini starebbero valutando: governare senza governo, realizzando in Parlamento il programma, attraverso le commissioni. Ma Fraccaro (M5S) al Messaggero: "Bisogna risolvere una crisi insostenibile e far partire l'esecutivo del cambiamento. Altrimenti si torni alle urne".
La pressione del voto a luglio scatena una giornata di follia (Giornale). Si vota, anzi no: colpo di teatro e salta l'ipotesi del voto a luglio (Avvenire). Per alcune ore è stato il rischio del voto in piena estate ad agitare le acque, ora l'opzione appare più lontana (Stampa). Secondo le previsioni, votare a luglio porterebbe l'astensione su del 10%. Secondo i sondaggisti nessuno ci guadagna (Messaggero). "Si rischierebbe un voto falsato" avverte Tajani al Corriere.
Su tutti i quotidiani la bufera su Oettinger, commissario europeo al Bilancio, che ieri ha detto: "Dai mercati monito agli italiani su come votare". "Il solito crucco" attacca Libero (p.10). Pd, Lega e M5S chiedono le sue dimissioni, in serata arrivano le scuse. E Juncker dice: "Parole sconsiderate". E Bruxelles prova a frenare le polemiche: "Rispettare l'Italia" (Giornale).

ESTERI
Belgio, torna l'incubo del terrorismo: un 36enne ha ucciso due poliziotte e un passante a Liegi al grido di "Allah Akbar" (su tutti). Era uscito di prigione lunedì grazie ad un permesso.
Patto di Macron sul voto in Libia (Corriere p.13). A Parigi la conferenza sulla Libia con un "possibile passo avanti" verso la riconciliazione del Paese. I quattro principali protagonisti della crisi politica libica, per la prima volta presenti a Parigi assieme al negoziatore dell'Onu Ghassan Salam e ai rappresentanti dei Paesi interessati, si sono trovati d'accordo nel tenere elezioni nazionali il prossimo 10 dicembre. Ma l'intesa è stata approvata solo a voce, in modo informale, senza alcuna firma, per un duplice motivo: alcuni rappresentanti hanno chiesto di condividere l'accordo con i propri rappresentanti sul suolo libico, inoltre alcune delle istituzioni presenti non si riconoscono reciprocamente. La Stampa (p.14) parla di "mosse di Macron per il petrolio in Libia". Roberto Aliboni, dell'Istituto per gli Affari Internazionali di Roma, al Fatto (p.23): "L'obiettivo di Macron è rafforzare ulteriormente il suo alleato Haftar, blindarlo. Proverà a ridimensionare i vari attori che in Libia imbastiscono le loro relazioni nel quadro del piano dell'Onu".
Sulla Stampa (p.13) reportage dalla Romania, dove si sogna la moneta unica: "L'euro è uno scudo, fuori si sta peggio". Entrata nell'Ue nel 2007, Bucarest vorrebbe anche aderire a Schengen. Ma per l'eurozona dovrà aspettare il 2024.

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