Commentario del 20.05.18

IN PRIMA PAGINA
Contratto di governo, scure M5S su Tav e Ilva (Corriere, Messaggero). La retromarcia sulle infrastrutture nell'accordo di governo può costare 133 mld di euro (Corriere). Camusso (Cgil) al Fatto: "Questo governo allarma, però parla anche alla nostra gente". Intanto, sul premier è rush finale tra Di Maio e tecnici "terzi" (Fatto). Un "garante" a capo del governo politico (Avvenire). "Premier nessuno" titola il Giornale. Mattarella ha un asso nella manica (Libero). Gli italiani: chi ha vinto governi (Repubblica). Pd, caos in assemblea, passa la linea Renzi: rinviata la conta su leader e congresso (Messaggero). Pd diviso, Martina trova spazio (Repubblica).
Conti pubblici, sul debito italiano l'avvertimento del Direttore del Tesoro, Iacovoni, al Corriere: "L'impegno non può fermarsi". Intanto, sull'ipotesi che l'Ue chieda una manovra correttiva da 5 mld, dal Carroccio arriva l'annuncio: se la Ue vuole la manovrina abbiamo la soluzione (Messaggero).
Su Corriere e tutti la nozze rivoluzionarie tra Harry e Meghan: gospel, danze e sermone.
Cannes, trionfa il "Dogman" e Asia accusa: qui stuprata da Weinstein (Stampa). La favola di uno sconosciuto, Fonte miglior attore a Cannes (Repubblica).
Giro d'Italia, Frome vola, Yates c'è. Duello sullo Zoncolan (Corriere e altri).
Su tutti i quotidiani il fatto di cronaca a Roma: "Mi stupravano e filmavano: altre vittime come me".

ITALIA-ECONOMIA
"Debito italiano sotto controllo, ma l'impegno a ridurlo non si fermi": è Davide Iacovoni, direttore generale del debito pubblico, a tracciare il quadro al Corriere (p.6). Dopo l'ultima emissione del Btp Italia, Iacovoni parla di bilancio positivo: "Il mercato ha risposto secondo le aspettative, osservando l'esito del collocamento si ha l'evidenza che le turbolenze hanno avuto un peso di circa 15 punti base sullo spread, un effetto che ha reso necessario riadeguare la cedola". Poi sull'influenza delle vicende politiche sull'economia, spiega: "In questi giorni la politica la fa da padrona, ma dai nostri contatti con player e investitori emerge un interesse a investire nei titoli italiani. Non ci sono segnali particolarmente negativi, ma l'attenzione alla stabilizzazione del debito e alla riduzione del deficit devono rimanere la stella polare".
Manovrina, sulle prospettive che Bruxelles chieda all'Italia un aggiustamento dello 0,3% del deficit 2018, dalla Lega avvertono: "Non sarebbe un segno di grande fair play istituzionale avviare i rapporti chiedendo immediatamente all'Italia nuovi sacrifici" (Messaggero p.4). Mercoledì le raccomandazioni, ma dal Carroccio dicono: "Siamo pronti a una manovra correttiva in estate"
In primo piano resta il tema infrastrutture nel contratto di governo. "Tav inutile, lo diremo alla Francia" ha detto Di Maio rilanciando sul tema dell'alta velocità tra Torino e Lione (su tutti). Le sue parole diventano un caso (Corriere p.2). Il capo dei lavori, Mario Virano, dg di Telt al Giornale: "Annullare l'opera ci costerebbe 2 mld, perderemmo 8 mila posti di lavoro, senza calcolare danni ambientali al territorio". Libero (p.4) parla di "alta incapacità" e si chiede se saranno i grillini a pagare la penale da 2 mld. L'irritazione leghista, con Calderoli che avverte "l'accordo è un altro, non si può cominciare così" (Corriere p.2). E dalla Lega dicono: "Rispettare il programma o salta tutto". La reazione francese alle parole del leader 5S: stupore per il cambio di posizione dietro il "no comment". Da Parigi fanno sapere: "Risponderemo al governo" (Messaggero p.5).  Posizioni distanti tra Lega e 5S anche sull'Ilva. Intanto, il Corriere (p.3) fa un'analisi sul dossier infrastrutture su cui il governo sta ragionando, evidenziando come nel M5S ci siano dubbi su diverse opere, come Mose e gasdotto: in ballo 133 mld (Corriere p.3).
Altro tema caldo del contratto di governo è il lavoro. La Camusso (Cgil) parla al Fatto (p.5): "Flat tax e reddito di cittadinanza si contraddicono violentemente. Inoltre, introdurre la tassa piatta e ignorare il Sud aumenterà il rancore sociale che è stato alla base del voto". Poi la leader Cgil parla della possibile reintroduzione dei voucher: "I grillini erano stati al nostro fianco nella campagna per il referendum contro i voucher e ora li vogliono reintrodurre". Poi evidenzia: "Noto che molte delle parole chiave dell'accordo, come la riforma della Fornero, acqua pubblica e reditto minimo, attirano anche molti dei nostri iscritti". La Stampa (p.6) si concentra sulla "grande disuguaglianza" sociale nel Paese, ma nel contratto di governo la parola e il tema non compaiono (Stampa p.6).

ITALIA-POLITICA
Lega-M5S, manca sempre il premier (Repubblica p.4): Di Maio ci riprova, ira Salvini che avverte: "Così salta tutto". Fatto parla di rush finale tra Di Maio e i tecnici "terzi" per Palazzo Chigi. Salgono le quotazioni di Giuseppe Conte, ma resta in corsa anche Andrea Roventini (Stampa p.5). Nel Movimento si continuano a fare di nomi di Spadafora, Fraccaro e Bonafede. Nella "grande spartizione di governo, a Palazzo Chigi un esponente 5S, con i grillini che otterrebbero anche Sviluppo, Infrastrutture e Lavoro. Alla Lega il Viminale, i Servizi e l'Agricoltura (Messaggero p.3). Oggi nuovo vertice tra Di Maio e Salvini, domani da Mattarella con il nome (su tutti). Il Colle vuole un profilo credibile, meglio un politico se non c'è una personalità terza (Repubblica p.5). "Il Colle ha pronto un asso nella manica" (Libero): di fronte a una proposta sgradita, il capo dello Stato potrebbe mettere il veto, aprendo spazi per un'altra maggioranza. Per il Giornale, l'unica alternativa a un nome credibile sarebbe il ritorno al voto.
Sondaggio di Diamanti su Repubblica (p.2-3): sei italiani su dieci dicono sì al governo Lega-M5S, mentre solo un quarto degli elettori giudica utile un ritorno alle urne. Il 35% punta su un premier terzo, mentre Salvini diventa il leader più apprezzato con il 42%.
Contratto di governo, tra i militanti leghisti vince il sì (su tutti). Ma nei gazebo arriva l'avvertimento: "Non cedete la premiership". Tra i votanti del Carroccio una linea comune, che spinge per l'addio a Berlusconi (Messaggero p.2). Il Carroccio rassicura Fi, ma Berlusconi chiude: Salvini ha perso la testa (Messaggero p.6). Il segretario leghista prova a spegnere le polemiche e parla a nome della coalizione, ma il Cav sarebbe pronto a dire no alla fiducia al governo-giallo verde. Ora l'ex premier affila le armi e promette opposizione vera (Giornale p.8).
Pd, conta rinviata: fischi e rabbia al vertice (Corriere p.7). Nervi tesi in assemblea, con Martina che resta alla guida del partito fino a luglio. Mentre la minoranza annuncia una fase nuova, Renzi abbandona l'aula. Fragile tregua nel Pd (Messaggero p.7): passa la linea dei renziani per il rinvio alla conta su congresso e segretario. Ma veleni in sala. Renzi congela le dimissioni e negozia con Zingaretti (Stampa p.9). "Per non spaccarsi il Pd si autoiberna" titola Libero (p.7).

ESTERI
Tregua tra Trump e Xi Jimping, più prodotti Usa in Cina (Repubblica p.20, Sole p.5). Annuncio della Casa Bianca: accordo per ridurre il deficit commerciale americano, con Pechino che s'impegna ad aumentare in modo sostanzioso le proprie importazioni di prodotti Usa – energia e prodotti agricoli su tutti - e a rivedere le leggi sulla tutela della proprietà intellettuale, in cambio della possibilità, da parte di Washington di risolvere il contenzioso in modo pro-attivo evitando la mannaia dei super-dazi. "Raggiunto un consenso su misure efficaci" si legge nel comunicato congiunto diramato a fine incontro. Ma, come spiega il Giornale (p.19), ancora nessun impegno sulla riduzione del disavanzo. L'atto distensivo potrebbe aiutare le Borse mondiali domani, alla riapertura dei mercati, con Piazza Affari che la scorsa settimana ha perso 3 punti per via dell'incertezza che regna sul nuovo governo.
Ue rassicura l'Iran (Sole p.5). Sull'accordo nucleare, malgrado il "no" di Trump, il commissario all'Energia, Miguel Arias Canete è volato a Teheran per far sapere al governo iraniano che l'Ue si è impegnata a salvare l'accordo del 2015 "fino a quando i nostri amici iraniani aderiranno all'intesa".
"Il vicepremier russo corrotto con la villa a Forte dei Marmi". Su Repubblica (p.14), l'accusa di Navalnyj, l'oppositore di Khloponin: "Pagata 11mln e rivenduta a 35mln all'oligarca Prokhorov: è una tangente nascosta malamente".
Venezuela, una crisi senza sbocchi (Sole p.5 e altri). Alla vigilia di un voto presidenziale che viene considerata un'altra tappa di una guerra politica ed economica tra due fazioni, gli analisti del Paese sudamericano uniti nel concetto pessimistico sul futuro dell'economia venezuelana dove l'unica vera certezza è l'inutilità della moneta.
Sul versante orientale, il Giornale (p. 13) si occupa della crisi coerana: foto satellitari svelano che i lavori a Punggye-ri avanzano e che lo smantellamento dei sito per i test nucleari è a buon punto. Un modo per dire, da parte di Kim "noi la nostra parte la stiamo facendo" oltre a ribadire un concetto a Trump: "Non sarò il nuovo Gheddafi, il negoziato se ci sarà, dovrà avvenire su basi diverse".

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