Commentario del 15.05.18

IN PRIMA PAGINA
Governo ai supplementari. Lega e M5S: serve più tempo (Sole). Il Di Maio-Salvini è un grande bluff, titola Repubblica: non c'è premier ed è lite sul contratto. Anche Corriere e Messaggero parlano di governo lontano. Il Giornale: dilettanti. Il Tempo: che pippe. Berlusconi a Salvini: "Fermati e andiamo insieme alle urne" (Messaggero). Tajani al Corriere: "La strada vera è il centrodestra".
In primo piano su tutti anche la festa e il sangue per l'ambasciata Usa a Gerusalemme. Rivolta dei palestinesi, più di 50 morti e 2400 feriti (Repubblica e tutti). La rabbia di Hamas contro Usa e Israele (Corriere). Al Qaeda invoca la Jihad (Stampa).
In cronaca: sul Messaggero il bracciale elettronico che segnala gli stalker: via libera entro l'estate. Su Corriere e altri l'arresto di Montante, il paladino dell'antimafia: "Spiava le inchieste". Militari, 007 e agenti nella rete dell'imprenditore (Messaggero).Su QN il crollo del soffitto della scuola di Fermo. Stella, sul Corriere: l'unico ad aver fatto il suo dovere è stato San Giuseppe da Copertino, protettore degli studenti. Calcio, oggi la firma di Mancini da ct. Prima mossa, il richiamo in Nazionale del ribelle Balotelli (Messaggero)

ITALIA-ECONOMIA
Tra politica ed economia, lo stallo sul programma tra M5S e Lega. Su Sole e Messaggero i nodi irrisolti e le convergenze. Su conti e Ue la Lega spinge sul deficit, il M5S frena. Oggi si riparla di deficit, debito e del capitolo banche e risparmiatori. M5S e Lega divisi anche sulle grandi opere: il Carroccio chiede di completarle, non solo al Nord, il cinque stelle frenano, specie sulla Tav Torino-Lione. C'è invece convergenza sulla flat tax (al 15 e al 20%), sul superamento della legge Fornero con l'opzione per "quota 100", su una partenza lenta sul reddito di cittadinanza (intanto 2 mld per rafforzare i centri per l'impiego, successivamente la sperimentazione del reddito di autonomia lombardo). Accordo pieno sulle misure a favore delle famiglie meno abbienti, con agevolazioni sugli asili nido e sull'istituzione di un ministero ad hoc delle disabilità e quello sul turismo. Restano invece distanti le posizioni su giustizia, legittima difesa e politiche per l'immigrazione. Salvini chiede mano libera sui migranti, il M5S è scettico sui rimpatri.
Sul Sole il giudizio di Oxford Economics: l'attuazione piena di reddito di cittadinanza e l'addio alla legge Fornero costerebbero 105 miliardi di euro e porterebbero il deficit 2019 al 5,5% del pil.Lo shock darebbe anche una fiammata alla crescita che però non sarebbe duratura (3% nel 2019, 2% nel 2020), e questo perché non affronta i nodi strutturali di debito alto e produttività bassa. Ma sarebbe una rapida reazione dei mercati a sgombrare dal campo le principali misure di spesa, prima ancora delle obiezioni Ue.
Ieri intanto il Btp Italia ha superato il test dei mercati: al debutto domanda sostenuta (Sole e tutti). Nel primo dei tre giorni di collocazione del nuovo bond, collocazione rivolta ai piccoli investitori, la domanda ha superato i 2,3 mld di euro: il rendimento, legato all'inflazione, prevede un premio dello 0,4%. Soddisfazione del Tesoro. Ma per Libero il BTp Italia non è un buon affare.

ITALIA-POLITICA
Tra Di Maio e Salvini l'intesa non c'è: manca l'accordo su premier e programmi (su tutti). Colpo di freno, il governo slitta ancora (Sole). I leader al Quirinale chiedono altro tempo, Mattarella irritato concede una settimana (Corriere e tutti). "Il grande bluff" titola Repubblica, che parla di lite sull'ennesimo blitz del leader del M5S di conquistare la poltrona di Palazzo Chigi, altro tentativo dopo il mancato accordo sulla figura da proporre per la premiership. Ieri erano circolati i nomi del giurista Conte, proposto dal M5S e sul quale ci sarebbe una convergenza della Lega, e dell'economista Sapelli. Ma la Stampa parla di improbabile caccia ad un nome. Ma anche sul programma restano le divisioni, con Salvini che ha rimarcato le distanze su immigrati e piano per le infrastrutture. All'improvviso i programmi non coincidono più (Repubblica). Il vero scontro è su vincoli Ue, grandi opere e futuro di Ilva (Fatto). Tra i punti chiave da risolvere ci sono il livello del deficit e la revisione dei trattati europei (Messaggero). E suol programma di governo entrambi gli schieramenti annunciano di voler ascoltare le rispettive basi.
Mattarella ha deciso, malvolentieri, di concedere altro tempo perchè un'intesa grillo-leghista è l'ultima carta prima del ritorno alle urne (Corriere). Non c'è un'altra opzione in campo, ma il presidente della Repubblica è irritato per la scarsa attenzione sulla figura del premier, a cui tocca invece segnare il profilo dell'esecutivo (Repubblica). Mattarella non  ha voluto negare altro tempo per non addossarsi la responsabilità dell'eventuale fallimento della trattativa (Messaggero).
Intanto, ieri incontro tra Salvini e Berlusconi: "Se fallisce il tentativo con i 5S, rischi di farti male – l'ha avvertito l'ex premier -. Fermati e poi votiamo: a ottobre andiamo oltre il 40%" (Messaggero). Ora Salvini tentato di far saltare tutto (Repubblica). Anche Meloni lo spinge a mollare la trattativa  (Libero). Tajani al Corriere: "La strada maestra resta un governo di centrodestra che cerchi i voti in Parlamento su 5-6 cose da fare".
"La strana coppia politica italiana minaccia la spaccatura con Bruxelles" titola il Financial Times. E dall'Ue arriva l'avvertimento al prossimo governo italiano: "Pronti a collaborare, ma nel rispetto delle regole" (Stampa). Daniel Gros al Mattino: "L'Europa dovrà limitarsi a prendere atto che in Italia una maggioranza di cittadini ha democraticamente scelto queste forze. Ma è ovvio che l'Ue interverrà se fossero messi in discussione impegni sottoscritti". E sulla Stampa parla Maillard (Delors): "L'Italia con un governo di Salvini e Di Maio non sarà presa sul serio. La fiducia dei mercati sull'Italia dipenderà in gran parte dal premier e dal ministro dell'Economia".

ESTERI
A Gaza un giorno di guerra (Sole): su tutti i giornali la rabbia di Hams contro Usa e Israele nel giorno dell'apertura dell'ambasciata americana a Gerusalemme. Una festa bagnata dal sangue: almeno 55 i morti e migliaia di feriti negli scontri tra civili ed esercito israeliano sul confine. A inaugurare la nuova sede dell'ambasciata Trump aveva mandato sua figlia Ivanka. Netanyahu: "Non abbiamo migliori amici al mondo degli Stati Uniti".
Sanzioni, marcia indietro di Trump su Zte: su Sole e Corriere la strana guerra sui dazi tra Usa e Cina. Trump "salva" il colosso cinese dell'elettronica e delle tlc fatto chiudere in America per ragioni di sicurezza: Zte sarebbe stata esentata da sanzioni che le avrebbero impedito di rifornirsi di componenti made in Usa indispensabili per i suoi dispositivi. In cambio Pechino rimuoverebbe dazi su miliardi di dollari di prodotti agricoli americani, cancellando la rappresaglia all'offensiva di Trump su acciaio e alluminio.
L'Isis prepara attacchi devastanti: sul Messaggero il documento dei servizi segreti britannici sulla strategia jihadista in Europa. "L'Isis aspira a compiere attacchi devastanti e più complessi in Europa – ha detto Andrey Parker, capo dell'M15 in un summit a Berlino – Nonostante abbia ormai perso il suo falso Califfato, servirà un focus internazionale considerevole per affrontare questo gruppo negli anni a venire". Fin qui sventati già 17 attentati. Dal capo dell'M15 britannico il j'accuse contro Mosca, per l'avvelenamento ell'ex spia Sripal e per  continui blitz informatici.
La Catalogna ha un nuovo presidente, Quim Torra, ma Repubblica parla di "governo balneare": troppe le divisioni tra le famiglie nazionaliste. Mentre il gruppo di Puigdemont guarda al passato e vorrebbe rimettere al loro posto gli ex ministri regionali dello scorso governo (molti dei quali sono in carcere o in esilio) Esquerra Repubblicana vuole invece superare lo status di indipendenza proclamata ma non attuata, ribaltando la strategia degli ultimi mesi di lotta. Oggi il presidente Quim Torra andrà a Berlino a incontrare Puigdemont per sottolineare la continuità tra i due governi: in vista c'è la creazione di un governo parallelo in Germania, un "consiglio della Repubblica" presieduto dallo stesso Puigdemont. Intanto a Barcellona continua il braccio di ferro con Madrid: il presidente dell'assemblea catalana non chiederà udienza al Re per informarlo e avere la controfirma della nomina del premier.

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