Commentario del 18.05.18

IN PRIMA PAGINA
Trattative per il governo. Salvini impone il programma ma deve cedere il premier al M5S (Stampa). Per Palazzo Chigi avanza un prof 5S (Messaggero). Intanto, nei sondaggi, la Lega balza al 25% (Corriere). Affondo di Macron sulla politica italiana: "Forze paradossali". Mentre Mosca è pronta a collaborare (Stampa). Forse oggi arriva la versione definitiva del contratto di governo (Fatto). Ampio spazio ai costi del patto M5S-Lega (Corriere). Costi delle riforme a 150 mld (Messaggero). Spine su Tav e Mps, e il Mezzogiorno resta fuori (Messaggero). Sul Giornale l'appello a Salvini su pensioni, fisco e giustizia: "Nel contratto con i 5S poche misure di centrodestra e molte concessioni all'ideologia forcaiola dei grillini".  Il piano di Governo piega le banche (Sole): l'affondo su Mps provoca il crollo del titolo e la caduta del settore (Sole). La Lega sgambetta il Monte: l'ideologo Borghi mette in discussione il piano concordato con la Bce (MF).
Commercio internazionale: Iran, la Ue alza il muro contro le sanzioni minacciate dagli Usa (Sole).
Crisi in Medio Oriente, l'idea di Putin è fermare Hamas (Corriere).
Ilva, mentre a Roma si discute, c'è un altro morto (Fatto e tutti).
Calcio, Buffon verso l'addio: "Lascio Juve e Nazionale". Il capitano azzurro sarà De Rossi (Messaggero).

ECONOMIA
I mercati soppesano Lega-M5S (MF p.2): nervosismo in attesa del contratto di governo. Lo spread sale fino a 160 punti e si assesta a 147. Piazza Affari chiude con +0,29%. "La Borsa riprende fiato ma i mercati sono tesi" scrive il Giornale. Intanto, programma di governo ultimato. Polemiche sul riferimento a Mps:  "Rivedere il ruolo di Mps, poi cambieremo i vertici" è scritto nel documento. E il titolo crolla del 9% (Repubblica e tutti). La Lega allunga le mani sul Monte (MF p.3).
Ma è polemica su costi e coperture del programma di governo. Il costo può arrivare a 150 mld (Messaggero p.9): ai 50 mld della flat tax e ai 17 per il sostegno ai poveri, si aggiungono i costi per i Giochi e i gli aiuti alle famiglie (Messaggero). Per la riforma della legge Fornero con l'introduzione di "quota 100", previsto un esborso massimo di 5 mld. "Molti impegni, zero coperture: neppure il deficit può bastare" (Fatto p.6). Mancano 50 mld di coperture (Giornale p.4) e nell'ultima bozza non ci sono riferimenti ai fondi necessari (Libero p.6). Intanto, cambiano ancora le regole della flat tax: dimezzato lo sconto alle imprese (Stampa p.4):  stesse aliquote (15 e 20%) anche per partite Iva e società. Si punta sulla pace fiscale per le coperture. In salita il reddito di cittadinanza, non sarà varato fino al 2020, perchè bisogna prima riformare i centri per l'impiego. E arriva l'attacco al Jobs Act (Sole p.5): la riforma del lavoro nel mirino per aver aver creato maggiore precarietà, ma al momento non c'è un riferimento esplicito al ritorno all'articolo 18. "Strano programma con dentro tutto e niente" titola il Giornale (p.2). Intanto, scoppiano le polemiche sul piano infrastrutture: Tav a rischio, va ridiscussa. Ma la Lega evita lo stop grillino. Salta il Terzo Valico, anche se è stato eliminato il blocco dei lavori. Ma dall'Ue avvertono: se salta l'opera dovrete pagare le spese (Messaggero p.5). L'addio all'Alta velocità ci costerebbe 2 mld (Stampa p.3, Sole p.4): si rischia una battaglia diplomatica con l'Ue per un maxi rimborso. Sole (p.4) intervista Gallina, capo degli industriali di Torino: "Senza la Torino-Lione l'area metropolitana di Torino rimarrebbe esclusa da direttrici di traffico importanti. Si stimano 2 mld di costo, dovremmo restituire all'Ue il 50% dei finanziamenti erogati e ci sarebbe un danno economico enorme per le imprese". E il presidente di Confindustria Genova, Mondini sul Sole (p.4): "Incredibile che si possa pensare di fermare un'opera per cui sono stati compiuti tutti i passaggi amministrativi. Il Terzo Valico è fondamentale per collegare il porto di Genova con Rotterdam". Ed è polemica per l'assenza di un programma strutturale per il Meridione: al Sud dimenticato resta solo il sussidio (Messaggero p.9 e altri).

POLITICA
Governo, il contratto c'è, il premier no (Repubblica p.2). Mentre nel fine settimane le basi dei due partiti sono chiamate a votare l'accordo di programma, prosegue la discussione sul nome del capo di governo. Trattativa in stallo (Corriere p.2). E' tensione su Di Maio premier. Si tratta per FdI in squadra (Sole p.5). "Salvini impone il programma, ma deve cedere il premier al M5S" titola la Stampa. Ieri caccia al nome "terzo", ma sono stati bocciati nomi di parlamentari, e prosegue l'inseguimento a un tecnico di area 5S. Per Repubblica (p.3) l'unica soluzione resta Di Maio. Salvini avverte: "Non saremo né io né Di Maio" (su tutti): il capo del Carroccio teme il "trappolone del Quirinale" (Corriere p.3), cioè che, con una maggioranza composta da 2 partiti, si spinga come premier sul leader del partito maggiore. "'O scugnizzo vuole fare il premier" titola Libero, che avverte Salvini: "Non si faccia fregare". Arriva l'ok a un nome grillino, ma deve essere di alto profilo (Stampa p.5). Anche se Libero (p.4) avverte: dubbi nella Lega, Salvini costretto a fare da spalla, ma se ci ripensa va perdonato. Con il veto della Lega su Di Maio, il M5S punta su un "prof" per Palazzo Chigi: tra i nomi in lizza ci sono Roventini, Del Re o Fioramonti. Mentre Salvini sarebbe indirizzato all'Interno, Di Maio al Welfare. Su Economia e Difesa decisiva la linea del Colle (Messaggero p.3). Per QN (p.3) il Quirinale punta sui tecnici per Esteri e Tesoro.
Sul Corriere (p.9) le ultime rilevazioni Ipsos sulle intenzioni di voto, che vedono crescere la Lega oltre il 25%. Carroccio unico partito a crescere, mentre Fi scende al 12% e FdI al 3,4. Il centrodestra unito sarebbe al 41,4%. Mentre il Pd resta fermo al 18% e il M5S si attesta al 32,6%.

ESTERI
Sulla Stampa (p. 8-9) e su altri quotidiani nazionali, le reazioni degli altri governi all'intesa Lega-M5S. Dal Cremlino il plauso di Putin sull'intenzione del nuovo governo di "ritirare immediatamente le sanzioni imposte alla Russia", una scelta che alcuni funzionari vicini al presidete russo definiscono "un buon segno", pur precisando che "non è possibile per nessuno Stato membro della Ue decidere in modo unilaterale la fine delle sanzioni". E i media di Stato amplificano il messaggio: "Via subito". Dalla Francia Macron parla di "alleanza tra forze paradossali" e soprattutto di "mancanza di un progetto", mentre in Germania si chiede all'Italia e al nuovo governo di "rispettare le regole Ue". Negli Stati Uniti temono la possibile uscita dell'Italia dall'Euro, per Madrid il Quirinale resta l'ultimo baluardo sostenendo che "quello che sta succedendo in Italia è la fotografia degli effetti del populismo", mentre Londra resta cauta e spera nel compromesso. Per Franco (Corriere p. 8) la voglia di mani libere di Lega e M5S, all'estero fa temere un "effetto Varoufakis" come ha riportato ieri il Wall Street Journal, per nulla convinto del documento sul quale stanno lavorando Salvini e Di Maio, un qualcosa che in passato avrebbe fatto crollare i mercati e che oggi, al massimo può provocare lo stupore degli investitori.
"Un Esm più forte per prevenire le crisi future in Europa". Il Sole (p. 8) intervista Olli Rehn, vicegovernatore della Banca centrale finlandese, per il quale l'Europa, a dispetto delle apparenze, è ancora in grado di "costruire ponti" per rafforzare il progetto comunitario.
Sempre sul Sole (p. 7) il summit di ieri a Sofia sui rapporti dell'Ue con la regione balcanica, nel corso del quale il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha messo in risalto "l'approccio unitario dell'Europa nei confronti degli Usa" e ribadito che non intendono negoziare "con la pistola alla tempia" sul fronte commerciale. Ai Ventotto non piace neanche la scelta americana di uscire dall'accordo sul nucleare iraniano, tornando a imporre sanzioni contro Teheram. Sul fronte-dazi, il presidente americano è dubbioso sui negoziati commerciali con la Cina.

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