Commentario del 10.05.18

IN PRIMA PAGINA
Cade il veto di Berlusconi, M5S e Lega verso il governo (Repubblica). Trovata l'intesa tra Di Maio e Salvini, Fi si astiene (Sole). I due leader trattano sui nomi (Stampa): Giorgetti e Fraccaro, il tandem dei vice nella nuova squadra (Messaggero). Salvini e Di Maio verso il governo (Corriere), ma non si sa che farà la coppia M5S-Lega (Libero). Fatto parla di "giochi pericolosi" e Giornale attacca: "Pateracchio in vista".
Intanto, allarme Bankitalia su debito e crescita (Sole). "E' l'ora del Tagliadebito" avvertono  da Palazzo Koch (MF). Iacovoni (Mef) al Messaggero rassicura: "Nessun pericolo per i titoli italiani".
Esteri, in primo piano il duello Usa-Iran sul nucleare: lo strappo Usa sull'Iran costa all'Italia 30 mld (Sole). L'Ue calcola i mancati affari (Corriere) e studia lo scudo per aggirare le sanzioni (Stampa).
Usa-Corea: ostaggi Usa liberi, ora il summit Kim-Trump (Messaggero, Stampa).
Il presidente greco Pavlopoulos al Messaggero all'attacco: "In Europa due pesi e due misure".
Su tutti il successo 4-0 della Juventus sul Milan. Ai bianconeri la Coppa Italia. Poker Juve, bianconeri nella storia (Stampa).
Sul Messaggero l'inchiesta sui parti sospetti delle romane a Kiev: ipotesi della pratica dell'utero in affitto. Il giallo in Procura.

ITALIA-ECONOMIA
Da Bankitalia l'avviso per il nuovo governo su conti, ripresa e pensioni (Avvenire p.7). "Non toccate le pensioni e tagliate il debito": l'avvertimento di Bankitalia in occasione dell'audizione sul Def (Stampa p.6 e tutti). E dall'Ufficio parlamentare di bilancio rilanciano l'allarme: resta la possibilità che l'Ue chieda per il 2018 una manovra correttiva fino a 5 mld. "Bisogna approfittare dei tassi bassi per assestare un colpo al debito monstre prima che i prezzi riprendano a salire" ha detto il vicedirettore della Banca d'Italia Signorini. E arriva anche l'avvertimento sugli scatti Iva: lo stop non può essere coperto in deficit (Sole p.4). Iacovoni, alla guida della direzione debito pubblico del Tesoro, al Messaggero (p.9) dice: "La situazione resta tranquilla, anche se negli ultimi due giorni c'è stato un po' di nervosismo sul mercato dei titoli italiani per l'ipotesi di un ritorno alle urne. La tranquillità dipende dal fatto che i mercati guardano i fondamentali, che restano buoni: l'Italia ha agganciato il treno della ripresa europea e che il rapporto debito/Pil è stato stabilizzato".
Intanto, arriva l'ennesimo allarme su lavoro e povertà dai dati Istat: un mln di famiglie senza lavoro, in dieci anni è più che raddoppiato il numero di famiglie in cui sono disoccupati tutti i componenti appartenenti alle forze di lavoro (Repubblica p.10). Sono 5 mln gli italiani che vivono in povertà assoluta, numeri certificati dall'Istat, che evidenzia anche che il fenomeno è in crescita (Stampa p.5). Mentre dai numeri sul lavoro, nonostante si sia tornati al di sopra dei 23 mln di occupati, dai dati Istat si evince che la crescita è dovuta soprattutto all'incremento di lavoratori anziani, per effetto dell'aumento dell'età pensionabile. I giovani, invece, arrancano (Corriere p.9). Anche loro hanno beneficiato del generale incremento dell'occupazione, ma tra i giovani è aumentata soprattutto la quota di lavoratori precari, con contratti che in un caso su due non superano 6 mesi, dice l'Istat.

ITALIA-POLITICA
Svolta sul governo, Lega e M5S trattano: Berlusconi dice sì, ma senza fiducia (su tutti). Vertice tra i  leader di Carroccio e grillini, che chiedono altre 24 ore al Colle, oggi un nuovo incontro. Il primo nodo è il premier (Repubblica). Di Maio e Salvini restano fuori, al massimo possono fare entrambi i vice (Messaggero), mentre il Corriere ipotizza Salvini al Viminale e Di Maio agli Esteri. Per Palazzo Chigi ipotesi Giovannini o Bongiorno (Stampa). Pressing leghista per Giorgetti.
Di Maio si prepara alla trattativa e annulla il rally elettorale (Messaggero). Si ragiona sui temi: secondo il Corriere sono 4 gli argomenti di un possibile "contratto" di governo: aiuti a imprese e famiglie, reddito di cittadinanza, sicurezza e abolizione della Fornero. Secondo la Stampa si punta su riforma della previdenza e lotta all'illegalità, mentre il dialogo è più difficile su politica estera ed economia, invece pare esserci accordo totale sulla giustizia. Via dal contratto il conflitto di interessi (Repubblica). Libero parla di "programma nebuloso": non si sa cosa succederà e dove troveranno le risorse per mantenere le promesse elettorali. La parlamentare 5S Nugnes a Repubblica: "Resto scettica sull'intesa, non credo ci siano punti di contatto tra i nostri programmi".
Il Quirinale concede altre 24 ore: domani il nome, poi verifica sulla solidità (Messaggero). "No a un governo a scatola chiusa": Mattarella mette i primi paletti (Stampa). Particolare attenzione alle scelte per i dicasteri chiave, come Esteri, Mef e Difesa. Ma se la paralisi dovesse proseguire resta l'ipotesi del governo di tregua, con la nomina del premier "neutrale" sospesa fino a lunedì (Fatto).
Nel centrodestra, l'ok condizionato di Berlusconi: niente fiducia, sarò la loro spina (Messaggero). Stampa parla di una "resa avvelenata" di Berlusconi, che si tiene le mani libere e punta a condizionare le nomine. In Fi tutti in pressing su Berlusconi per l'astensione "benevola": il partito tira un sospiro di sollievo. Adesso sono due le linee degli azzurri: sparare da fuori o partecipare "di sponda" (Corriere). "Silvio umiliato, ma è intelligente e questo esecutivo gli conviene" dice Bossi al Messaggero. Il senatùr parla anche alla Stampa: "La prima cosa che deve fare questo governo è avviare la fine del centralismo". Nel centrodestra restano i dubbi di FdI, che aspetta il Quirinale prima di decidere se entrare o no nell'accordo di governo (Libero).
Nel Pd, sospiro di sollievo di Renzi: "Era tutto previsto, ora faremo opposizione" (Repubblica e tutti). I dem scampano due pericoli: voto bis ed esecutivo "neutrale" da sostenere (Giornale). Il capogruppo Marcucci a Repubblica: "Di Maio e Salvini irresponsabili, hanno fatto perdere due mesi di tempo al Paese".

ESTERI
Strappo Usa sull'Iran, il francese Macron prova a mediare tra Teheran e l'Europa: mentre il presidente americano ha promesso "severe conseguenze" in caso di ripresa del programma iraniano, Macron era già in frenetiche consultazioni con Germania e Regno Unito per stabilire la linea: l'Europa continuerà ad applicare l'accordo e vuole convincere Teheran a fare lo stesso (Repubblica p.12 e tutti). L'Unione europea è il terzo partner commerciale di Teheran, con un interscambio che nel 2017 ha superato i 20 miliardi di euro, e le sue aziende sono in cima alla lista dei principali investitori (Stampa p.9). Sul Sole, in apertura, "lo strappo Usa sull'Iran costa 30 miliardi all'Italia", la decisione di Washington di uscire dall'accordo sul nucleare con l'Iran e reintrodurre l'embargo rischia di avere risvolti pesanti. Il rischio, per l'Europa, è di rimanere prigioniera de dilemma: rispondere convintamente agli Usa o abbozzare per evitare l'escalation degli scontri e mettere a rischio il mercato statunitense, più proficuo di quello iraniano. Francia e Germania premono sul Tesoro Usa affinché le proprie aziende evitino le sanzioni. Per l'Italia sono a rischio 30 miliardi di business. Dalla Siemens alla Renault già si calcolano le perdite dei mancati affari con Teheran (Corriere p.11): l'Italia, pur essendo il primo partner commerciale in Europa per l'Iran, pare essere il paese che rischia meno perché si limita ad esportare prodotti che bilanciano le importazioni di petrolio. Così le pmi pagheranno il conto più salato dell'azienda Italia: lo strappo di Trump rischia di soffocare sul nascere il promettente flirt commerciale dell'asse Roma-Teheran (Repubblica p.13).
La Corea del Nord libera i tre ostaggi americani, ora la Casa Bianca prepara il summit tra Trump e Kim (Messaggero in prima e p.11 e altri). Nei rapporti con la Corea vince la linea dura del presidente americano (Stampa p.10).
Il presidente greco Prokopis Paviopoulos, intervistato dal Messaggero (p.10), critica l'Europa:  "Se in campo economico Bruxelles tiene sotto stretta osservazione i Paesi, lo stesso non succede per alcuni degli altri settori. Penso, ad esempio, all'importante questione migratoria e soprattutto al tema dei rifugiati dove, purtroppo, Bruxelles tollera che alcuni Paesi membri violino apertamente il principio della solidarietà senza che vengano sanzionati".

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