Commentario del 30.04.18

IN PRIMA PAGINA
No di Renzi a Di Maio (Corriere, Messaggero), sfuma l'intesa M5S-Pd (Repubblica). Governo aperto a tutti per fare le riforme, la proposta dell'ex premier (QN). Di Maio furioso: ego smisurato, la pagheranno. "Al voto anche a giugno" (Corriere). Fontana: "Urne, la Lega è pronta" (Corriere). Centrodestra in pressing sul Quirinale: incarico a Salvini e governo di minoranza (Stampa).
Intanto l'Europa si prepara alla guerra commerciale con gli Usa (Stampa): "Stop ai dazi o ci difenderemo" (Messaggero) la mossa di Merkel, Macron e May. La Stampa sottolinea la vistosa assenza dell'Italia. Kim invece apre all'America: pronto a smantellare il sito dei test nucleari. Pompeo: "Ho guardato Kim negli occhi. Si può trattare". Parolin: "Speranza per il dialogo tra le Coree" (Stampa). 
Aspettando il primo Maggio, sul Fatto il lavoro che non fa festa. Sulla Stampa giovani, donne e Sud: le ferite del lavoro che manca. Sul Messaggero "processo" ai sindacati: "Fermi al Novecento".
Calcio, il Napoli cade a Firenze. Per la Juve scudetto più vicino (Repubblica). La Lazio vince a Torino e ipoteca la Champions (Messaggero). Formula Uno, Vettel vola, però in Azerbaigian vince Hamilton (Repubblica). Vertstappen ferma la Ferrari. Ci fa più danni lui della Merkel (Libero).

ITALIA-ECONOMIA
Primo Maggio, Cgil, Cisl e Uil saranno a Prato, in difesa della sicurezza sul lavoro (Economia). Camusso: "C'è la tendenza a risparmiare a scapito della sicurezza per aumentare i profitti e c'è l'assenza di controlli". Furlan: "In Italia ogni giorno in media tre persone muoiono su lavoro. Il 10% sono stranieri, soprattutto edili, portuali, operai della logistica. Anche il sindacato deve fare di più:denunciare gli appalti al ribasso, l'eccesso di esternalizzazioni, pretendere il rispetto delle norme di sicurezza".
"Qualsiasi governo con il M5S dovrà mettere al centro il recupero della dignità del lavoro – dice al Fatto Pasquale Tridico, l'economista indicato da Di Maio come ministro del Lavoro – Con noi la sinistra ha un'occasione storica per rivedere le se posizioni su lavoro, povertà, disuguaglianza e chiudere una stagione di errori". Tridico parla di ventennio disastroso, che ha visto l'Italia tentare di competere svalutando il lavoro. Risultati: disoccupazione al 25% al Sud, all'11% a livello nazionale, 3 milioni di inattivi scoraggiati. "Bisogna pensare al lavoro del futuro e rimediare agli errori. Finora i governi hanno aumentato la flessibilità in entrata; il Jobs Act l'ha aumentata anche in uscita e la liberalizzazione del lavoro a termine del decreto Poletti ha ulteriormente precarizzato le condizioni dei lavoratori. I dati dicono che il Jobs Act non è riuscito a centrare l'obiettivo di creare lavoro stabile". Il M5S vuole reintrodurre l'articolo 18 "per ridare dignità ai lavoratori": "Io abolirei anche il decreto Poletti mentre salverei la Naspi e la strategia di Industria 4.0".
Sul Messaggero inchiesta sul sindacato che non cambia: il peso crescente degli iscritti pensionati è una debolezza, e il sindacato non fa presa tra i lavoratori più indifesi, a cominciare da quelli della gig economy. Tiraboschi: "Organizzazioni ferme al Novecento, devono presidiare più i territori. Ma il tentativo di disintermediazione fatto dalla politica che voleva decidere senza consultazione e concertazione si è rivelato perdente. I corpi intermedi, per quanto vecchi, sono necessari soprattutto in Italia". Ma i sindacati devono rivedere il loro assetto, alla luce della nuova ripartizione tra lavori: meno indentità di classe, più mestieri e professioni. Sul Messaggero parla anche Bentivogli (Fim Cisl): "Il lavoro più frammentato con contratti fragili ci impone strategie nuove. Il sindacato va aperto alla società. Alle nuove generazioni dobbiamo rivolgerci con passi concreti, non parlando di articolo 18 e legge Fornero. Un sindacato capace di cambiare non ha nulla da temere".
Sul Fatto il lavoro che non fa festa: rider, telefonisti, hostess, per i dannati della "gig economy" per fermarsi il primo Maggio bisogna scioperare.
Sulla Stampa il focus è su giovani, donne e Sud Italia. Nel Mezzogiorno si registra il più basso tasso di occupazione (55,9%), quanto alle donne solo il 49% di loro lavora, per non parlare della qualità dell'occupazione femminile. Molto penalizzati anche i giovani, soprattutto al Sud. Profondamente cambiati gli obiettivi degli italiani: ora al centro c'è la persona, segnale di una profonda trasformazione culturale, rivela l'indagine LaST. Gli italiani dal lavoro si aspettano realizzazione personale (80,7%), autonomia (79%) e percorso di crescita (78,8%) nella prospettiva che il lavoro deve essere sempre più legato a un percorso di crescita professionale in grado di garantire occupabilità futura. Potendo scegliere, il 58,4% preferirebbe una vita professionale con prospettive di miglioramento anche se con posti poco sicuri piuttosto di uno tutelato ma senza prospettive di progressi (41,6%).

ITALIA-POLITICA
Scontro Renzi-Di Maio, sfuma l'intesa M5S-Pd (Repubblica e tutti). L'ex segretario dem chiude la porta a Di Maio: in tv da Fazio dice sì all'incontro con il M5S in streaming, "ma la fiducia al governo è impossibile" (Messaggero e tutti). Poi lancia l'esecutivo 'delle regole', un patto costituente ispirato da Mattarella: "I grillini – ha detto Renzi - provino con la Lega, se no scriviamo tutti insieme le riforme". La replica di Di Maio su Facebook: "Nel Pd decide ancora tutto lui con il suo ego smisurato. Se questa è la linea del Pd allora torniamo al voto subito, anche a giugno" (su tutti). "Ci abbiamo provato": i grillini prendono atto della chiusura e tornano verso la Lega (Messaggero p.7). Dal Movimento arriva la chiusura alle proposte di Renzi di cambiare le regole: "Mai con lui la riscrittura di legge elettorale e Costituzione".
Berlusconi sarebbe tentato dalla proposta di un governo "delle riforme" formulata da Renzi, ma insiste per l'incarico a Salvini (Stampa p.3). Brunetta al Mattino: "II sentiero è stretto ma percorribile per la formazione di un governo a guida centrodestra, prendendo spunto dall'esecutivo Andreotti che nel 1976 varò un governo di minoranza, della non sfiducia". Intanto, mentre si attende lo scrutinio del voto regionale in Friuli, dove la Lega cerca il trionfo per pesare a Roma e staccare ancora di più Fi, Salvini allena i suoi al voto bis e spiega: "Non ho mai chiuso al M5S" (Repubblica p.8). Il numero due leghista, Fontana, al Corriere (p.7): "Il percorso logico per il governo sarebbe tra chi ha vinto le elezioni: noi e il M5S. Ma se i 5S si ostinano, l'unica strada è tornare al voto. Un governo di minoranza? Si può fare un tentativo, ma non ci credo".
Reazioni anche nel Pd alle parole di ieri di Renzi. In vista della Direzione di giovedì, Francesco Boccia a Corriere e Stampa: "Renzi è fermo al referendum del 4 dicembre 2016, se avesse a cuore l'interesse del Paese prenderebbe in considerazione la formula dell'appoggio esterno. In Direzione discuteremo, perchè sui temi posti da Di Maio nella lettera al Corriere si deve accettare la sfida".
Nel M5S base polemica dopo l'inchiesta delle "Iene" sulla presunta presenza di una colf in nero nella casa di Fico (su tutti). Nessun big del Movimento difende il presidente della Camera, mentre Renzi chiede a Fico di chiarire in Aula. "Il Fico comincia a marcire" titola polemicamente Libero (p.3. La Stampa (p.4) solleva un altro "caso": gli "Impresentabili", sospesi da Di Maio prima del voto, sono ancora tutti lì, anche coloro che firmarono prima del voto una rinuncia, un documento che è "carta straccia".

EUROPA
Patto a tre nella guerra commerciale tra Usa e Ue (Corriere e tutti): "Sui dazi reagiremo". Merkel, Macron e May concordano una posizione comune sui dazi: gli Usa non prendano misure contro la Ue, pronta a difendere i suoi interessi. Alla vigilia della scadenza dell'esenzione della Ue dai dazi su acciaio e alluminio, i tre leader europei chiedono di trasformare la misura da temporanea a permanente. Ribadita anche la linea europea sull'Iran, ovvero di non rimettere in discussione il trattato sul nucleare. Le contromisure europee sono già delineate: pronta una lista di prodotti americani su cui applicare i dazi del 25%, una rappresaglia che vale 2,8 mld. Ma Trump è pronto ad andate avanti: la tentazione è dividere l'Ue (Stampa). E il fatto che l'appello di ieri non sia arrivato da Bruxelles ma da Berlino è già un segno di divisione. Il Corriere sottolinea l'importanza del coinvolgimento di Londra, da sempre fedele alleata Usa. La Stampa rimarca la "vistosa assenza" dell'Italia dal "club delle 3M": è l'effetto collaterale della surreale crisi politica seguita al voto del 4 marzo. "Loro avanzano, mentre noi discutiamo. Faranno senza di noi, possiamo solo sperare che facciano bene" scrive Zatterin. 

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