Commentario del 04.04.18

IN PRIMA PAGINA
Consultazioni al via, mossa del M5S su Pd e Lega: "Contratto per il governo" (Stampa). Di Maio: "Sì a Salvini ma senza Berlusconi" (Repubblica). Salvini: "No a veti" (Sole). Casellati al Messaggero: "Lega-Forza Italia, strappo impossibile". Il Giornale: Di Maio fuori di testa. Martina sprona il Pd: "Troviamo il coraggio per cambiare il Paese". Meloni contro i 5 Stelle: "Un bluff il taglio ai vitalizi". La flat tax al 15% è invece già realtà per 665 mila partite Iva (Sole e altri).
Aspettando il governo, doccia fredda dell'Eurostat sull'Italia: il salvataggio delle banche venete costa 4,7 mld di deficit (MF, Sole e tutti). Manovra più vicina. Sul Messaggero in pensione 10 anni prima: ecco chi può con Ape e Rita.
Dall'estero: su tutti il terrore negli uffici di You Tube: donna spara e si uccide (Corriere), evacuati gli uffici, molti feriti (Repubblica). Su Messaggero e Stampa Erdogan e Putin si spartiscono la Siria. Su QN la voragine in Kenya: Africa destinata a spaccarsi in due. Sulla Stampa l'isola della Finlandia vietata agli uomini: un resort per sole donne. Su Repubblica la lunga marcia dei migranti messicani contro il Muro e i soldati Usa.
In cronaca, il giallo della morte del seminarista americano trovato morto in convento (Messaggero).
Sport, Ronaldo fa il fenomeno, Juve, Champions amara. Il Real vince 3-0 (Corriere). Ma lo stadio applaude le magie di Ronaldo (Repubblica). Roma, la notte dell'impossibile con il Barcellona del genio Messi (Messaggero). Oggi il derby: Milan e Inter si giocano tutto (Stampa). Sulla Stampa il diktat del Cio sulle Olimpiadi: "Il Coni scelga Milano o Torino". Su QN e Giornale l'addio a Petacco, giornalista-esploratore dei misteri italiani.

ITALIA-ECONOMIA
Doccia fredda dell'Eurostat sull'Italia: il salvataggio delle banche venete costa 4,7 mld di deficit (MF e tutti). Più salato il conto per il Tesoro: oltre al deficit aumenterà anche il debito pubblico, di 11,2 miliardi. Il deficit 2017 risale così sopra il 2%, il debito sfiora il 132% (Sole). Finisce sui conti dello Stato anche il Fondo di solidarietà per il ristoro degli obbligazionisti subordinati delle due banche; il Fondo è alimentato dal sistema bancario ma a parere di Eurostat va conteggiato nel bilancio pubblico. Oggi l'Istat renderà noti i dati definitivi. Dal governo rassicurano: il ricalcolo non avrà impatti immediati sui conti pubblici. Ma la mossa di Eurostat smentisce Padoan, che l'estate scorsa aveva assicurato che le misure di salvataggio non avrebbero avuto impatti sui conti pubblici. Per Repubblica il conto delle Venete avvicina la manovra anche se i segnali sono contrastanti e sul Def pesa la nascita del nuovo governo. Libero dà invece per certa una manovra correttiva. Per il Sole i rapporti con la Ue si complicano e il giudizio di Bruxelles sui conti di Roma rischia di aggravarsi. Questo restringe i margini di manovra per misure come reddito di cittadina e flat tax come pure per la ventilata cancellazione della riforma Fornero.
Tra politica ed economia anche le novità emerse dalle dichiarazioni dei redditi del 2017: il 75% dei contribuenti italiani, in pratica tre persone su quattro, già oggi pagano un'aliquota fiscale al 15%. Flat tax al 15% già attiva per 665mila partite Iva (Sole, Italia Oggi e altri). Si tratta dei contribuenti che nel 2016 hanno aderito al regime forfetario del 15%. 490 mila contribuenti in fuga dall'Irpef a cui se ne sono aggiunti altri 185 mila che nel 2017 hanno aperto la loro partita Iva ed esercitato l'opzione di forfetizzazione delle imposte dovute. In questo modo prelievo ridotto e anche più semplificazioni: nel regime forfetario niente spesometro ed esonero dell'e-fattura tra privati. Ma la permanenza nel sistema con imposta sostitutiva può trasformarsi in un disincentivo alla crescita economica. Sul Sole anche il record della cedolare secca: per la tassa piatta sugli affitti imponibile a quota 13 miliardi. Nelle dichiarazioni dei redditi 2017 l'opzione è stata esercitata da più di 2 milioni di proprietari di case locate (+14,9% rispetto al 2016). Dietro l'incremento della tassa piatta anche l'emersione dei canoni in nero.
Sul Corriere la ricchezza familiare degli italiani, che disegna un Paese a due velocità: le risorse delle 10 famiglie più ricche d'Italia equivalgono a quelle di 18 milioni di italiani. Complessivamente la ricchezza familiare netta è pari a 5.268 miliardi, oltre tre volte il reddito nazionale e a quasi due volte e mezzo il debito pubblico. Ma chi aveva meno prima della Grande crisi ha visto i propri risparmi falcidiarsi ulteriormente, tanto più le famiglie appartenevano a gruppi sociali meno abbienti. Al contrario, all'estremo opposto, le dieci famiglie già più ricche ora valgono matrimonialmente come un terzo del Paese.
Sul Messaggero in pensione 10 anni prima: ecco chi può con Ape e Rita. Entro il 18 aprile scade la prima chiamata per l'Ape volontaria, che permette di lasciare il lavoro con 3 anni e 7 mesi di anticipo, dunque a 63 anni invece dei canonici 66 anni e 7 mesi. Ma c'è un altro strumento che consente di anticipare la pensione anche di 10 anni, a 56 anni e 7 mesi. E' la "Rita", che permette di usare come scivolo la previdenza complementare (per chi ce l'ha) usando l'assegno integrativo come reddito ponte fino all'età del pensionamento. Ma questo vale solo per chi si trova in condizioni di estrema difficoltà, tipo disoccupati senza più ammortizzatori sociali. 

ITALIA-POLITICA
Governo, la mossa di Di Maio: fuori Fi, contratto con Lega o Pd (Messaggero p.2). Veti di Di Maio su Renzi e Berlusconi (Corriere p.2 e tutti) per stanare Salvini e Pd (Fatto). Ma il leader del Carroccio avverte: "Condizioni inaccettabili, dialogo o ritorno alle urne". Nel M5S scommettono che alla fine Salvini mollerà Berlusconi (Corriere e tutti).
Oggi il via alle consultazioni, "Il primo giro sarà solo una scampagnata" scrive Libero. Ma Mattarella prova a stanare i partiti e auspica "proposte e indicazioni programmatiche per dare al Paese un governo all'altezza" (Repubblica p.5). Furlan (Cisl) al Corriere (p.6): "Il ritorno alle urne non è una possibilità, serve un governo che accompagni la crescita e rafforzi la competitività". Un appello al "governo utile" arriva dal direttore di Avvenire, Tarquinio, che scrive: senza convergenze politiche e programmatiche, bisognerà cercare di dare vita a un "governo utile" incaricato di onorare gli impegni ben definiti e largamente condivisi.
Il Quirinale parte dai programmi per favorire un'intesa (Corriere p.3). Secondo il Messaggero (p.5) sia Salvini che Di Maio confermeranno al Capo dello Stato la volontà di far parte del governo, puntando ad un accordo che vada oltre Lega e M5S e che comprenda pezzi di Fi e Pd, ma senza i due leader. Nè la Lega né il M5S vogliono l'altro all'opposizione: l'ipotesi di un passo indietro dei leader e premier terzo, con Salvini e Di Maio in dicasteri importanti piace alla Lega (Corriere p.5). Ma non al M5S. Fraccaro ad Avvenire (p.6): "Mai sostegno a un governo senza Di Maio premier".
Nigro su Repubblica (p.4) segnala le affinità elettive tra Lega e M5S: dalla contrarietà alle sanzioni alla Russia, al rapporto strategico con gli Usa, fino al ridimensionamento dell'antieuropeismo. Di altro avviso la Stampa (p.4) secondo cui sulle recenti vicende con la Russia e con la Francia Salvini e Di Maio hanno avuto reazioni completamente differenti.
Berlusconi dopo il veto dei 5S: "D'ora in poi sarò io a non voler trattare" (Stampa p.5). Gelmini al Corriere (p.5): "Berlusconi non ha bisogno di legittimazioni. Tocca al centrodestra fare il governo, con Salvini premier". Per la Stampa (p.5) Berlusconi teme un accordo segreto tra leghisti e Cinquestelle. Chiusura di FdI: "Sosterremo solo un esecutivo di centrodestra" dice il capogruppo Bertacco a Libero (p.5). La presidente del Senato, Casellati (Fi) al Messaggero (p.3): "Dialogo e buon senso istituzionale per trovare soluzioni condivise, lo stallo sarebbe una sconfitta per tutti".
Il diktat del M5S con il veto su Renzi compatta i dem: "Restiamo all'opposizione" (Giornale p.5). Il capogruppo Marcucci ad Avvenire: "Il Pd sarà granitico sul no. Solo gli ingenui possono considerare seria la proposta di Di Maio". Ma per Libero (in prima e p.4) cresce il fronte di coloro che vorrebbero l'ammucchiata di governo e si offrono al M5S. E Renzi teme che Martina possa salire al Colle e dire sì all'esecutivo (Fatto p.3). Intanto si riapre la corsa per la leadership dem (Repubblica p.6). L'assemblea per il nuovo segretario il 22 aprile: il reggente Martina in pole (Messaggero p.4). E lo stesso Martina scrive a Repubblica (p.7): "Ripartire dalle sfide di giustizia. Serve un'idea di società più che un menù di promesse".
Tagli ai vitalizi, Fico conta su dieci voti (Corriere p.4): nell'ufficio di presidenza della Camera asse in vista tra 5S e leghisti. Fraccaro ad Avvenire: "Il M5s proporrà di abolire i vitalizi senza se e senza ma". Per Libero (p.2) quella che il M5S considera la madre di tutte le battaglie in realtà sarebbe una manna dal cielo per circa 100 ex parlamentari, per i quali il passaggio dal retributivo al contributivo potrebbe tradursi in un aumento del vitalizio. Meloni al Tempo (p.6): "Sugli assegni noi siamo arrivati prima. Non si tratta di una battaglia politica ma di civiltà".

EUROPA
Caso Bardonecchia, sul Corriere intervista al ministro dei Conti pubblici francese Gérald Darmain: "Dispiaciuti per il malinteso. Verrò a Roma: la Francia vuole migliorare il lavoro comune". "Il nostro era un controllo doganale di routine ma le condizioni nelle quali si è effettuato sono state percepite come un'offesa alla sovranità italiana. Da venerdì seguo di persona gli sviluppi di questa vicenda. La Francia è molto attaccata alla cooperazione con l'Italia e voglio sottolineare l'eccellenza della nostra cooperazione doganale. L'Italia è un partner essenziale, una nazione sorella: non è si in alcun modo trattato di attentare alla sua sovranità". Ma Darmain ribadisce la correttezza dei doganieri francesi e nega che l'incidente abbia a che fare con la politica migratoria. "Il governo francese continuerà a effettuare controlli alle frontiere nazionali".
Intanto la Francia si ferma: dai ferrovieri la grande sfida a Macron (Corriere), la prova più dura per le riforme di En Marche (Sole). Ieri ha viaggiato solo un tgv su 8 e un treno regionale su 5. La serie di scioperi – due giorni ogni cinque – continua ed è destinata a provocare grandi disagi ai viaggiatori come accadde nel 1995. I sindacati si battono contro una riforma che secondo loro punta a distruggere il servizio pubblico ferroviario per rendere più competitive le ferrovie francesi, ovvero aprire il mercato alla concorrenza e trasformare la Sncf in società anonima. In una parola a privatizzare le ferrovie.
Disagi anche per il traffico aereo: un guasto al sistema di controllo europeo fa ritardare metà dei viaggi su scala continentale (Stampa e altri). In Italia disagi a Torino; tutto regolare a Roma e Milano. Eurocontrol si è rammaricato per l'inconveniente.

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