Commentario del 25.04.18

IN PRIMA PAGINA
Governo: Pd-M5S, spiragli e tensioni (Corriere). Le due forze si parlano, Di Maio: "O così o si vota, la Lega si è condannata all'irrilevanza" (Fatto). Martina: "Valutare l'offerta M5S" (Repubblica). Ma Renzi blocca la trattativa (Stampa). Libero parla di "tiepido fidanzamento". Militanti Pd e grillini in rivolta (Repubblica). Zingaretti al Messaggero: "Prove d'intesa con il M5S? Possibili se si parla di temi concreti". Governo ponte e urne a settembre, il rischio che vede il Quirinale (Sole).
Su tutti, Napolitano colpito da malore: il presidente emerito della Repubblica operato d'urgenza.
Scioperi: arriva la stretta: "Dimezzati per i trasporti" dice il Garante Passarelli (Messaggero).
Dagli esteri in primo piano l'incontro tra Macron e Trump: "Un patto contro i missili dell'Iran": la proposta del presidente francese a Trump per non rinunciare all'accordo sul nucleare (Stampa, Repubblica e tutti).
Spazio sulle prime pagine anche alle vicende del finanziere bretone Bollorè: fermato per corruzione in uno scandalo africano (Sole, Stampa e altri). Berlusconi si libera di Bollorè, ma la GdF chiede 500 mln a Mediolanum (Fatto). La GdF contesta a Mediolanum 544 mln di imposte (Sole).
Calcio: un duro ko per la Roma a Liverpool, ora serve un'altra super rimonta (Messaggero e altrp).
Caso Alfie: il bambino respira senza ventilazione. Il giudice: potrà essere dimesso. Ma non potrà venire in Italia (su tutti).

ITALIA-ECONOMIA
Ma vi siete dimenticati del Def? Stefano Feltri sul Fatto (p.15) rilancia un tema che per giorni era stato al centro delle discussioni politiche, ma che negli ultimi giorni era uscito dal dibattito. Governo pronto a varare il Def, domani al Cdm il documento con il solo quadro tendenziale, per rispettare il termine del 30 aprile (Sole p.2). Il documento certificherà la frenata dell'economia (Repubblica p.22). Bankitalia e Upb hanno evidenziato come i "tendenziali" indichino un rallentamento che dovrebbe riportare le stime di crescita all'1,5%, dopo che a marzo il Tesoro aveva approntato una stima all'1,6%. Tra le incognite principali resta l'aumento dell'Iva: la legislazione vigente indica dal primo gennaio 2019 un incremento di due punti, la sterilizzazione toccherà al prossimo esecutivo, che dovrà decidere come trovare 12,5 mld nel 2019 e altri 19,2 nel 2020 per bloccare gli scatti (Messaggero p.16). Intanto, l'Italia ha scongiurato i rischi sia di una possibile procedura di infrazione per la violazione della regola del debito sui conti 2017 sia la richiesta di una manovra correttiva sui conti 2018 da parte dell'Ue, rischi che erano emersi dalla valutazione di Bruxelles a novembre (Stampa p.8). A maggio attesa la "fotografia" Ue sulle previsioni economiche e il verdetto finale sui conti italiani cone le Raccomandazioni specifiche per Paese, nel quale dovrebbe essere indicato solo il "rischio di deviazione", ma senza richieste esplicite. Tutte le valutazioni sarebbero rimandate alla manovra autunnale.
Intanto si ragiona sulle ripercussioni sull'economia nei vari scenari di governo. Friedman (Stampa p.8-9) va alla ricerca di un governo che faccia meno male agli interessi del Paese, evidenziando come un esecutivo M5S-Pd o un ritorno alle urne farebbero meno male rispetto a un'alleanza tra grillini e Lega, che potrebbe creare un buco nei conti pubblici, risvegliando il mercato, se trasformassero in realtà le loro stravaganti promesse elettorali. E Cottarelli (Stampa p.9) guarda allo studio che il M5S ha commissionato a un team di economisti per analizzare convergenze e diversità nei programmi elettorali con Pd e Lega: i grillini – scrive Cottarelli – provano a valorizzare le convergenze, limando le diversità, per provare a trovare a tutti i costi un accordo. Lo studio avrebbe evidenziato 53 punti in comune con Carroccio e dem, frutto della vaghezza dei programmi dei partiti, con una coincidenza delle priorità che farebbe pensare all'inutilità delle urne. Anche Marro (Corriere p.4) mette a confronto i programmi, in particolare quello di M5S e Pd, evidenziando come ci siano idee simili su riduzione delle tasse sul ceto medio, misure di sostegno ai meno abbienti e maggiore presenza dello Stato in economia e nel welfare. Mentre lo scontro si registra su scienza e mercato del lavoro.

ITALIA-POLITICA
Pd-M5S, primo passo insieme: "Se falliamo resta solo il voto" (Repubblica p.2). Di Maio scarica la Lega e parte la trattativa con il Pd (Stampa p.2). "Salvini – dice il leader M5S – si è condannato all'irrilevanza". E il reggente dem Martina apre: "Ora sì al confronto" (su tutti). Ma Renzi non ci sta e resta arroccato sul no (Stampa p.3). Il Colle pronto a concedere tempo per la trattativa (Corriere p.2). Al Quirinale si inizia a ragionare sullo "scenario peggiore": governo "ponte" per tornare alle urne a settembre (Sole in prima e p.5). Ma per il Giornale (p.4) il Colle avrebbe un piano B: pronto un esecutivo di garanzia nel caso fallisse l'accordo 5S-Pd.
Il Pd è nel caos e al Nazareno è guerra via Twitter (Corriere p.2). Zingaretti, governatore del Lazio e pronto a candidarsi per la segreteria Pd, al Messaggero (p.7) spiega: "Prove di intesa con il M5S sono possibili su temi concreti, il Pd deve valutare il nuovo scenario di un M5S che ha chiuso il forno della Lega". Ma Giachetti al Corriere (p.2) dice: "Non possiamo fare un governo con i 5S, hanno bombardato per 5 anni il nostro governo, però trovo incomprensibile l'accanimento contro ogni sospiro di dialogo". Ma Fassino al Messaggero (p.3) rilancia: "Dobbiamo fare un governo, non una retrospettiva. Serve un tavolo dove ciascuno porti le proprie posizioni e si cerchi una sintesi".
Elettori M5S sempre più inquieti per la possibilità di un'intesa con i dem (Corriere p.5). Sul web dilaga la protesta dei militanti, che preferiscono il ritorno al voto (Messaggero p.9).
Dopo le frasi di Di Maio - "Salvini si condanna all'irrilevanza" - cresce l'ira del segretario leghista, che replica: "Noi irrilevanti? No, leali" (Messaggero p.5 e tutti). Salvini si mette in panchina, ma si dice pronto a tornare in campo (Stampa). Giorgetti, numero due della Lega, a Repubblica (p.7): "Se 5S e dem fanno il governo dei perdenti il Nord insorgerà: metterebbero da parte la parte produttiva del Paese per assistere il Sud che arranca". Poi attacca l'ipotesi M5S-Pd: "Si salderebbe la voglia di governo a tutti i costi dei grillini con con la sete di poltrone del gruppo dirigente Pd".

ESTERI
Vertice tra Macron e Trump alla Casa Biaca. Mentre il presidente francese spinge per una nuova intesa, Trump attacca: "L'accordo sul nucleare con l'Iran è folle" (Stampa p.13 e tutti). Ma sia Messaggero che Corriere evidenziano le aperture verso una posizione comune. Macron spinge per un piano per lo stop ai missili e alle ingerenze destabilizzanti contro i vicini, e torna a ribadire l'importanza dell'accordo: "Non è sufficiente, ma ci consentirà di avere un controllo sulle attività nucleari sull'Iran fino al 2025. Ora dobbiamo lavorare su una nuova intesa". Il presidente americano definisce un "disastro" l'accordo e attacca: "Se l'Iran ci minaccia, pagherà un prezzo che pochi Paesi hanno mai pagato". Più distanti le posizioni dei due sulla Siria: Macron cerca di convincere Trump a mantenere le basi e 2mila soldati nel Paese, ma il leader Usa ha ribadito di voler "riportare a casa i  soldati relativamente presto, ma non lasceremo all'Iran libero accesso al Mediterraneo". Il Sole (p.4) evidenzia come ora sia Parigi l'anello forte della poltica estera europea. L'ex comandate generale delle Forze armate Usa, Zinni, al Corriere (p.10): "C'è una relazione speciale tra Washington e Parigi, ma la Francia non scalzerà l'Inghilterra come partner privilegiato". Al tavolo Usa-Francia si è parlato anche di dazi: cenno di fiducia nei rapporti tra Usa ed Ue, ma nessun cenno alle problematiche ambientali (Messaggero p.13).

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