Commentario del 19.04.18

IN PRIMA PAGINA
Incarico alla Casellati: due giorni per sondare Centrodestra e M5S (Sole). Ma la missione è già fallita, con no di Berlusconi all'offerta M5S, l'appoggio esterno (Repubblica e tutti). Salvini: "Di Maio rinunci, come me" (Corriere). Dopo Casellati c'è l'ipotesi Fico, che guarda al Pd (Messaggero, Fatto). Dem al bivio (Stampa). Fassino a QN: "Hanno fallito, si riaprano i giochi". Fontana: "Di Maio e Pd verso un'intesa disastrosa" (QN). Il Quirinale sogna la svolta di Renzi (Foglio). Tajani al Mattino: "Partiti troppo distanti, l'Europa ci chiede un governo autorevole".
Sul Sole l'allarme del Fondo Monetario Internazionale: torna il rischio finanziario. Ma la speculazione ora fa meno paura. Sulla Stampa parla il nuovo capo della Consob Nava: "Risvegliamo il risparmio".
Dall'estero. Il capo della Cia da Kim in "missione segreta" (Corriere). Possibile vertice Usa-Corea del Nord (Sole). A Cuba fine dinasty per i Castro. Ora l'isola è nelle mani del "lìder minimo" (Fatto e altri).
Dall'Europa. Sul Sole la sconfitta della May sull'unione doganale. Su Repubblica Hollande racconta la caduta della sinistra: "Colpa di immigrazione e sicurezza".
In cronaca, il prof bullizzato dagli studenti, filmato e messo in rete: "Ora dammi 6". Tutti davanti al giudice (Corriere e altri). QN: basta bulli. Su Avvenire, Messaggero e QN l'appello del Papa per il piccolo Alfie: "Portatelo qui, non staccate la spina".

ITALIA-ECONOMIA
Confindustria vede il Pil in frenata. Fmi: priorità debito giù. Su Avvenire e altri i due dati macro di ieri. Quelli del Centro Studi Confindustria sull'economia nazionale segnalano una crescita nel primo trimestre sotto le attese: i dati ufficiali Istat arriveranno a maggio ma Confindustria stima un aumento del Pil che non va oltre lo 0,1%, in linea con Bankitalia. La produzione industriale segna il passo anche a febbraio per la diminuzione delle esportazioni e una domanda interna più debole. Robiglio (Confindustria) a QN: "Non si cancellino le riforme fatte, si distingua tra promesse elettorali e azioni concrete. Col debito pubblico che ci ritroviamo non possiamo aumentare il deficit".
Dal Fmi allarme sul debito globale, che ha raggiunto un nuovo picco, il 12% in più rispetto al record del 2009: torna il rischio finanziario (Sole). Il problema è globale ma dal Fmi arriva un avvertimento specifico all'Italia: "La priorità è l'avvio di un risanamento di bilancio credibile e ambizioso per incanalare il debito pubblico su un solido percorso di discesa". Al prossimo governo il Fmi suggerisce la strada: tagliare la spesa primaria corrente mantenendo misure di supporto alle fasce deboli, aumentare la spesa per gli investimenti, tagliare le tasse su imprese e lavoro per spostarne il peso verso ricchezza, proprietà e consumi, contrastando l'evasione fiscale. Sull'Italia, pesa anche l'invecchiamento della popolazione: la spesa pubblica deve puntare a espandere la forza lavoro e maggiori erogazioni per l'assistenza a bambini e anziani. Per Repubblica la tempistica dell'invito a Roma non è casuale: non siamo al livello della lettera di Draghi e Trichet dell'agosto 2011 ma praticamente quello che il Fmi suggerisce al governo è un vero e proprio programma economico, in un quadro internazionale in peggioramento e con i propositi dei partiti italiani che non rassicurano.
Di debito pubblico italiano parla anche Lars Feld, consigliere economico della Merkel: "Sappiamo tutti che l'Italia sarebbe troppo grande per essere salvata facilmente. Io penso che sarebbe più realistico pensare che in caso di emergenza l'Italia tagli il debito: allora meglio farlo con regole chiare, meno complicate di quelle attuali. La situazione italiana è un problema per l'unione monetaria ma il nodo vero è l'architettura dell'area euro".
Sulla Stampa, parla Mario Nava, neo presidente della Consob: "Dobbiamo diventare un'autorità che aiuti le aziende e le accompagni a seguire le regole e a crescere, senza essere solo un tribunale". L'intenzione è di evitare eccessi normativi, puntare sul dialogo, considerare normale che gli stranieri investano in Italia, al fine di creare un atteggiamento "positivo, aperto e favorevole al mercato". Su Piazza Affari dice: "Non è all'altezza dell'economia italiana, bisogna ridurre il divario, ma ci sono segnali positivi come Elite, Aim o le 50 quotazioni annunciate nel 2018". E in generale: "Vorrei che in Italia si capisse la differenza tra risparmiatore ed investitore; chi compra azioni non è più un risparmiatore".

ITALIA-POLITICA
Casellati sonda possibili alleanze per il nuovo governo, avrà tempo fino a domani, ma alla luce dello stallo M5S-Lega il suo è un "incarico a perdere" (Sole, MF e tutti).  Da Di Maio no a Berlusconi, sì alla Lega (Corriere). Veto di Di Maio anche sulla Meloni (Giornale). Su Repubblica l'ultima offerta: "Appoggio esterno di Forza Italia". Ma Berlusconi dice no: "Offerta irricevibile, alla dignità non si rinuncia". I quotidiani suggeriscono due possibili scenari: incarico a Fico perché sondi il Pd o governo del presidente. Su questo la Lega si prepara. Giorgetti: "Un governo del presidente non ci piace ma siamo una forza responsabile. Se dovesse prospettarsi questa ipotesi faremo le nostre valutazioni". E chiede un passo indietro a Di Maio.
L''ombra di Fico mette in difficoltà Di Maio e i grillini: "Se l'incarico andrà a lui ci sarà da divertirsi: prevedo assemblee spumeggianti" le voci del Movimento sul Corriere. Ma anche il Pd è al bivio: dem tentati dall'avvio della nuova trattativa, i renziani resistono (Stampa). Tutto ruota intorno a Renzi, che da mesi ha interrotto i contatti col Quirinale e tace anche con gli amici. Per il Fatto Renzi aprirà il dialogo con Fico ma per farlo fallire. Per la Stampa l'ex segretario pensa a un braccio di ferro col M5S stile Merkel, ma il Pd si prepara a trattare.
Fassino a QN: "Centrodestra e grillini hanno fallito, ora il Pd farà la sua parte". "Se si apre una fase nuova noi ci saremo con le nostre proposte. Il tipo di governo si vedrà dal confronto: politico, tecnico, di programma, del presidente. Si vedrà. Il punto da cui partire sono i temi su cui trovare un'intesa". Per il Pd sono la dimensione europea e europeista, politiche economiche per la ripresa e l'occupazione e la riduzione del debito, politiche sociali, strategia per l'immigrazione.
Su QN parla anche il vice di Salvini, Fontana: "Berlusconi deve essere più collaborativo, Di Maio deve rinunciare ai veti. C'è il forte rischio di un governo M5S-Pd e per il Paese sarebbe un danno enorme". L'ipotesi di un rientro in campo del Pd per un'alleanza con i 5 Stelle divide il partito. Cacciari alla Stampa: "Scenario incredibile: assurdo che il partito vincitore delle elezioni accetti di essere condizionato dalla forza più sconfitta. Meglio un governo istituzionale".
Sulla Stampa parla Brunetta: "Di Maio non può dire che la coalizione del centro destra non esiste e che lui parla solo con la Lega. Ma è sbagliato anche il veto di Salvini nei confronti del Pd. Nessuno nel centrodestra ha deciso questo veto".
Sul Mattino l'intervista a Tajani: "Non si potrà fare un governo con chi mette veti. Ma più di queste alchimie mi preoccuperei dei programmi, che sono ciò che interessa ai cittadini. Più di tutto le persone ci hanno chiesto risposte al fenomeno migratorio, al contrasto del terrorismo, e come creare nuovi posti di lavoro specie al Sud".

EUROPA
L'Ue firma l'accordo con il Giappone e chiede agli Usa l'esclusione dai dazi (Stampa e altri): nel pacchetto negoziato con Tokyo non solo un'intesa di libero scambio ma anche capitoli dedicati allo sviluppo sostenibile e a una partnership politica. Scambi bilaterali anche con Singapore. Ma sono i dazi Usa che preoccupano: il primo maggio scade l'esenzione temporanea concessa da Trump sulle importazioni di acciaio e alluminio dall'Europa. La settimana prossima Merkel e Macron saranno a Washington per trattare.
Sul Sole la sconfitta della May sull'unione doganale. La Camera dei Lord ha votato un emendamento al "Brexit Bill" contro la decisione di Londra di uscire dall'Unione doganale. Ora il governo dovrà spiegare al Parlamento se e come ha tentato di negoziare per restare nell'unione doganale prima di decidere di lasciarla. Per Lord Kerr, il firmatario dell'emendamento, Brexit non è irreversibile e "se proprio bisogna uscire almeno limitiamo i danni". Uscire dall'unione doganale costerebbe l'1% del pil e sarebbe una politica autodistruttiva.
Su Repubblica Hollande e le Lezioni del potere: "La sinistra sotto scacco, da destra per sicurezza e immigrazione, da sinistra per tradimento e alla fine vincono populisti e conservatori. Sulla crisi dei migranti Renzi non ha mai smesso di allertarci, l'ho sostenuto per quanto ho potuto ma ha vinto la politica dello struzzo. L'Europa ha nascosto la testa sotto la sabbia". Hollande si dice preoccupato per la situazione italiana: "E' un nuovo sintomo della crisi democratica che tocca i partiti di governo". Preoccupa anche Putin: "Guarda all'Europa e all'Occidente come corpi deboli, senza coesione, in declino. Infatti è legato alle estreme destre ovunque". 

MONDO
Usa-Corea del Nord, si tratta la pace. Sul Corriere la missione segreta del capo della Cia, Mike Pompeo, che a Pasqua ha incontrato il leader nordcoreano Kim Jong-un. La conferma da Trump, che annuncia un vertice tra i due paesi: sul tavolo la denuclearizzazione. Parallelamente continuano i contatti tra i leader delle due Coree in vista di un vertice che si terrà il 27 aprile sul 38esimo parallelo: obiettivo, firmare un vero Trattato di Pace con la benedizione americana. Quanto al possibile vertice Usa Corea del Nord, ancora non ci sono dettagli. 
A Cuba fine dinasty per i Castro. Ora l'isola è nelle mani del "lìder minimo" Diaz Canel  (Fatto e altri). Il dirigente comunista è in realtà un riformista moderato, nato dopo la Rivoluzione: è stato ministro dell'Istruzione e ha difeso i diritti dei gay. "Questa non è una vera svolta, con Canel cambia solo il nome del presidente, la sostanza rimarrà come prima" dice alla Stampa la dissidente cubana Berta Soler. "Il regime vuole restare al potere, in vista dell'ascesa del figlio di Raul Castro, Alejandro".
In Siria spari sugli ispettori dell'Onu: a Duma bloccata sul nascere la missione dell'Opac per condurre l'inchiesta sui gas, ispettori fermi a Damasco (Messaggero e tutti).
In Turchia elezioni anticipate a giugno (Messaggero): l'accelerazione imposta da Erdogan per far entrare in vigore la riforma presidenziale. Tensione con gli Usa per la liberazione di un americano accusato di spionaggio.

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