Commentario del 06.04.18

IN PRIMA PAGINA
"Niente intese, serve tempo" (Corriere, Messaggero). Da Mattarella richiamo ai partiti: accordi sono indispensabili (Sole). Ma la lite nel centrodestra sul M5S per Repubblica avvicina il governo Cinque Stelle-Lega. Berlusconi messo all'angolo. Il cavaliere rilancia: serve un governo d'emergenza (Giornale). Il Pd resta muto (Fatto): i dem contesi da FI e M5S (Corriere). Per la Verità i "grandi vecchi" Mattarella e Napolitano lavorano all'inciucio: meglio un governo Cinque Stelle-Pd che Salvini premier. Sul Sole parla Davide Casaleggio: "Lega e Pd? Destra e sinistra non esistono più". Il filosofo De Benoist: "I populisti alleati instabili" (Corriere)
Intanto il Niger dice no ai soldati italiani: alt alla missione in Africa (Corriere). Via anche dalla Tunisia: sospese le missioni contro i clandestini (Messaggero).
Tra economia e cronaca, i 2 morti sul lavoro ieri in Calabria. Ormai è emergenza: nei cantieri sono raddoppiate. Cresce il pil ma non la sicurezza (Repubblica, Fatto). Sul Sole inchiesta sulle infrastrutture lumaca: tre anni solo per andare dal Cipe alla Gazzetta. Su Notizia Giornale L'Aquila a nove anni dal terremoto: la ricostruzione latita, la città non risorge. Sul Messaggero parla il commissario De Micheli sul sisma del centro Italia: "Lo Stato pagherà i danni ma niente abusi".
Sulla Stampa gli sviluppi del datagate: così una app ha raccolto i dati di oltre 200 mila italiani. Ma ora Facebook avviserà: hanno violato i vostri dati (QN).
Su Messaggero e QN l'Atlante genetico dei tumori: nella mappa 10 mila anomalie. Cure mirate a ogni malato. Sul Corriere il caso della tv iraniana che ha censurato la lupa simbolo di Roma. Il Messaggero: la censura alla Lupa non ci spaventa.

ITALIA-ECONOMIA
Def, rinvio di tre settimane con la sponda dell'Europa (Messaggero, Corriere). Aspettando il nuovo governo, Gentiloni ferma le macchine: oggi in consiglio dei Ministri niente esame del Def. Il termine del 10 aprile per la presentazione non è perentorio, l'orientamento è quello di rinviare fino all'ultimo lasciando al nuovo esecutivo il compito di stilare il documento programmatico di economia e finanza. Se invece la crisi si dovesse trascinare oltre aprile sarebbe il governo uscente a presentare il Def ma a politiche invariate e senza alcun impegno di correzione dei conti e sterilizzazione delle clausole Iva.
Sul Corriere il blocco dell'Ape volontaria: a pochi giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle domande si scopre che non si è ancora perfezionata la convenzione con le banche che dovrebbero erogare i prestiti. Quindi l'Ape non può partire. Petteni (Inas Cisl): "Si rischia di creare un danno importante ai lavoratori". 15-20 mila le domande già presentate, almeno 5 mila le persone che avrebbero già ottenuto dall'Inps la certificazione del diritto. Se la situazione non si sblocca c'è il rischio di perdere gli arretrati.
Morti sul lavoro, ormai è emergenza. Ieri a Crotone ancora due vittime, due operai morti in un cantiere edile travolti dal crollo di un muro di contenimento. Su Repubblica e Fatto la denuncia della Cgil: "Dall'inizio dell'anno abbiamo avuto un aumento del 50% degli infortuni mortali rispetto al 2017", dice Alessandro Genovesi. La ripresa economica in atto, in assenza si una stretta sui controlli, aumenta le probabilità di infortuni. "Il risveglio dell'edilizia non produce nuove assunzioni ma solo più ore di lavoro per gli stessi dipendenti. E le aziende applicano ai dipendenti non più il contratto da edile ma altri meno costosi. Per gli addetti niente corsi di formazione, nessuna dotazione di sicurezza e maggiore esposizione agli infortuni". Difficile anche avere una stima completa degli incidenti sul lavoro: l'Inail non raccoglie tutte le denunce ma solo quelle dei propri assicurati; sfuggono quindi liberi professionisti, partite Iva, dipendenti delle forze armate e dei vigili del fuoco. Restano poi invisibili tutti i lavoratori in nero. Per l'Osservatorio di Bologna dall'inizio dell'anno sono 159 gli infortuni mortali sul lavoro, l'8,9% in più rispetto agli stessi mesi del 2017.
Sul Sole inchiesta su grandi opere e infrastrutture: nel mirino le lungaggini burocratiche che ingessano il settore. Per il megalotto 3 della Statale Jonica 106 ci sono voluti più di tre anni solo per pubblicare in Gazzetta Ufficiale le cinque delibere del Cipe necessarie a far partire il progetto. Anche nel 2017 gli investimenti pubblici hanno segnato un –5,6%; l'Ance al lavoro su un dossier da presentare al nuovo governo: nel mirino le procedure troppo lente e lunghe del Cipe, l'applicazione del nuovo codice degli appalti, i timori dei dirigenti della pubblica amministrazione ad assegnare gare. Gabriele Buia (Ance): "Serve al più presto un governo operativo che affronti questi nodi e dia un segnale chiaro nel senso della burocratizzazione di un settore che altrimenti muore". Questo senza smontare o fermare ciò che è stato avviato.

ITALIA-POLITICA
"Niente intese, serve tempo". Fumata nera al Quirinale (Stampa, Corriere). "Servono intese tra partiti, coalizione indispensabile", dice il Capo dello Stato, che concede altri giorni di riflessione prima del secondo round di colloqui. E ai vincitori chiede garanzie: "In Europa devono fidarsi di voi" (Repubblica). Repubblica, Stampa e altri quotidiani danno in rialzo le quotazioni di un governo M5S-Lega, alla luce della nuova spaccatura del centrodestra, anche se i grillini continuano a tenere la porta spalancata anche ai dem. Salvini, al Colle, ribadisce l'unità della coalizione del centrodestra ma non pone veti sui Cinque Stelle: "No a esecutivi a tempo, bisogna coinvolgere anche il M5S" (Messaggero). Berlusconi, al contrario, rompe: "Mai con giustizialisti, pauperisti e populisti" (Messaggero). "In Europa bisogna tutelare meglio gli interessi italiani ma non ci verrebbero mai perdonati dilettantismi e improvvisazione". Una posizione che però mette Berlusconi all'angolo. Giorgetti: "Per me ha sbagliato". Una spaccatura su cui si inserisce Di Maio: "Siamo una forza che non è di destra né di sinistra, pronta a lavorare con chiunque voglia cambiare il Paese con un contratto di governo". Gli interlocutori del M5S sono solo il Pd "nella sua interezza" e la Lega. Ma il Pd non raccoglie. Martina: "Siamo opposizione. Chi ha vinto dovrà essere responsabile" (Messaggero).
Molti i retroscena dei giornali sui movimenti in atto tra leader e partiti. Di Maio, pur di andare a Palazzo Chigi, toglie il veto su Renzi e lancia segnali di distensione a Berlusconi sulle tv (Messaggero). Berlusconi non si fida, e insiste con la linea dura su Di Maio e il M5S. Salvini, a sua volta, teme invece una trappola sia da Berlusconi che da Di Maio, se dovesse rientrare in partita il Pd (Messaggero). Ma anche Renzi, come Berlusconi, tiene le porte chiuse a Di Maio. Messaggero, Repubblica e altri rivelano un vertice segreto in casa Marcucci tra fedelissimi per dettare la linea a Martina: "Se vedi i grillini addio segreteria".
Per la Stampa nel M5S Casaleggio sarebbe al lavoro su un piano B: un governo con la Lega, perché è la destra il mondo di riferimento dei Cinque Stelle, ma con un "premier terzo", che non sia Salvini né Di Maio. Giorgetti: "Un premier terzo può avere un senso, purché abbia una legittimazione da parte degli italiani. Non può essere un tecnico o un professore".
"Lega e Pd? Destra e sinistra non esistono più" dice Davide Casaleggio al Sole, ribadendo l'opzione per Di Maio premier: "Non vedo ragioni per ribaltare l'esito del voto". Sul contratto di governo che il M5S è pronto indifferentemente a stringere sia con la Lega che con il Pd Casaleggio dice: "Le categorie novecentesche di destra, sinistra e centro non fanno più parte del vissuto dei cittadini. Hanno esaurito il loro compito. Il successo del M5S è essere al passo coi tempi,sia per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico e infrastrutturale sia per le battaglie e le proposte portate avanti. Le ideologie non esistono più". Casaleggio nega commissioni tra la sua azienda e la politica – "i conflitti di interesse sono ben altri" – difende Rousseau – "un sistema operativo che ci invidiano in tutto il mondo" – e del futuro dice: "Innovazione e internazionalizzazione sono le parole chiave". All'Italia "non mancano né strumenti né risorse, manca la razionalità nel gestirle: il risultato è una grande dispersione di opportunità".

ESTERI
Il Niger dice no ai soldati italiani: alt alla missione in Africa (Corriere). Via anche dalla Tunisia: sospese le missioni contro i clandestini (Messaggero). La missione dei soldati italiani in Niger, approvata dal Parlamento nel gennaio scorso, è sospesa: troppe resistenze a livello locale hanno convinto il presidente nigerino Issoufou a chiedere un rallentamento nelle procedure di invio del contingente, di fatto uno stop. Bloccata anche la partenza dei militari per la Tunisia. Resta da risolvere il problema del reparto mandato a Niamey per pianificare la logistica: 40 persone che il governo dovrebbe far rientrare. Sul Messaggero l'accusa dell'ex capo di Stato Maggiore Tricarico: "Dietro tutto questo c'è la Francia, che ha un ruolo da operatore dominante in questi Paesi. Ora i partiti si schierino".
In Brasile Lula oggi in cella (Corriere). Deve scontare una pena di 12 anni per corruzione. Paese a rischio caos (Messaggero p.11, Avvenire). Lula era infatti in testa ai sondaggi per le elezioni di ottobre, e anche se un nuovo pronunciamento potrebbe rimetterlo in libertà sarebbe però fuori dai giochi politici perché in eleggibile. Il Partito dei Lavoratori insiste per Lula, "il più grande leader popolare di questo Paese". Anche gli altri candidati sono in grande difficoltà. Salgono così le quotazioni dell'uomo della destra filomilitare, Jair Bolsonaro: uno dei fatti nuovi è il ritorno sulla scena politica delle forze armate, che governarono il paese negli anni della dittatura, dal 1964 al 1985.
Puidgemont torna libero in Germania: i giudici tedeschi hanno sancito che non ci fu colpo di Stato a Barcellona e per questo hanno negato l'estradizione chiesta dalla Spagna per il delitto di ribellione. Restano da valutare le altre imputazioni che pesano sul leader catalano, la malversazione e la corruzione. In attesa di un giudizio anche su questo, Puidgemont è stato rimesso in libertà. A Barcellona la notizia è stata celebrata come una vittoria (Corriere).


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