Commentario del 15.04.2018

IN PRIMA PAGINA
Blitz in Siria, Trump sfida Putin (Stampa). Alta tensione dopo i missili (Corriere). Da Mosca rappresaglia con le sanzioni (Sole). La Turchia si riavvicina all'Occidente. L'ambasciatore al Messaggero: "Nessun futuro per il dittatore siriano". Gentiloni: ora niente escalation. (Sole, Repubblica). Macron fa il "pontiere" con Putin (Sole). L'Ue spiazzata, dubbi sull'operazione (Messaggero). Tajani a QN: "Adesso basta, la parola torni alla diplomazia". Ansia sui mercati (Sole). Ma Repubblica e Fatto parlano di guerra finta: per adesso nulla cambia.
Il blitz in Siria divide la politica italiana. Gentiloni: l'alleanza è con Washington ma basi congelate (Messaggero). Di Maio sta con gli alleati e apre alla Nato (Corriere, QN). Tra Salvini e Berlusconi scontro sul blitz (Messaggero). Salvini contro gli Usa: attacco pazzesco (Sole). Berlusconi sul Corriere: "L'Italia medi tra Russia, Usa e Ue". Per la Stampa si fa strada l'ipotesi di un governo del presidente (Stampa). Per Repubblica no: c'è allarme per i toni filo-russi ma il governo Lega-5Stelle resta ancora la prima opzione.
Tra fisco e economia. Sugli investimenti Milano batte Roma 11 a 1 (Sole). Ma in quanto a tasse Roma è capitale. Più conveniente il Nord Est (Giornale).
Formula E, parata di vip e 30 mila spettatori all'Eur. "Basta veti, sì agli eventi" (Messaggero).
Calcio, c'è Lazio-Roma, derby drammatico che vale un posto in Champions (Messaggero)

ITALIA-ECONOMIA
"Italia, ripresa forte. Ma l'incertezza frena gli investitori": sul Corriere parla Dan Ivascyn, top manager di Pimco, oltre 1.700 mld di dollari gestiti. L'Italia è un buon posto dove fare vacanze ma non investimenti, per l'incertezza politica e per il rendimento dei titoli di Stato che non riflette il rischio reale del Paese e del suo enorme debito pubblico. "In Italia oggi siamo neutrali rispetto al benchmark. Non capire cosa succederà ci impone prudenza. I fondamentali economici sono molto forti in tutta Europa, Italia compresa, le dinamiche di crescita restano favorevoli". Ma i bond italiani non attraggono Pimco: "Ci preoccupa l'insostenibile livello del debito pubblico. Finché l'economia cresce il problema resta nascosto. Ma più a lungo si trascura, maggiore diventa il rischio".
Dalla finanza all'economia reale. L'Istat prepara un osservatorio sulla gig economy, l'economia dei lavoretti (Corriere). Alleva, dal Festival Città Impresa di Vicenza,promette uno sforzo aggiuntivo per tracciare il fenomeno delle piattaforme Internet, da Foodora a Uber, da Deliveroo ad Airbnb. "Ci stiamo già coordinando con Inps, Inail e Ministero del Lavoro per far comunicare i database tra loro – ha detto il presidente dell'Istat – Sta crescendo l'occupazione dei mestieri a bassa qualificazione professionale". Circa 550 mila le persone che lavorano ad ore, per una media di 10 a settimana: "Stiamo parlando del 2,5% degli occupati d'Italia". Fattorini, autisti dei corrieri, mulettisti nei centri distributivi: al pari dello smart working anche questo sarà presto oggetto di monitoraggio.
Investimenti, Milano batte Roma 11 a 1 (Sole). Dai bilanci preventivi 2018 appena approvati dalle città, emerge che in rapporto agli abitanti, i programmi di investimento di Milano sono dieci volte superiori a quelli della Capitale che ha messo in preventivo una spesa da 467,5mln e quindi 163 euro ad abitante, per una flessione pari al 15% rispetto allo scorso anno. Capitolo giovani: Roma mette sul piatto 4 euro, Firenze ne prevede addirittura 62. Milano "costosa" per i costi del personale (471 euro a cittadino): in coda Napoli.
Italia divisa (anche) dal fisco: Roma, Torino e Napoli le città più tartassate, Nord Est più conveniente per le imprese (Giornale e altri). L'analisi è del centro studi Unimpresa. I romani sono i più tartassati: Irpef, Imu e Irap tra le più alte d'Italia con Torino, Napoli Genova e Bologna a fargli compagnia, mentre Venezia, a sorpresa, è la città con la pressione fiscale più bassa. L'addizionale regionale più cara è quella del Lazio: per un reddito medio di 36 mila euro è di 849 euro. Seguono Molise, Campania e Piemonte. Nel Nord Est, in generale, si risparmia fino a 3mila euro

ITALIA-POLITICA
I missili sulla Siria dividono la politica italiana e spaccano il centrodestra. Salvini contro gli Usa: "Attacco pazzesco" (Sole). Berlusconi lo gela: "A volte meglio tacere" (Giornale e tutti). E in una lettera al Corriere scrive: "L'Italia avrebbe bisogno di un governo nella pienezza dei poteri. La Russia di Putin va vista come un partner strategico e coinvolta, in quanto unico Paese in grado di condizionare le scelte di Assad, che oggi non è realistico sostituire, ma che va messo nelle condizioni di non nuocere alla sua stessa popolazione". Ma il leghista Fontana al Corriere ribadisce: "I raid in Siria sono stati un grave errore. Il metodo non può essere questo". Sul raid in Siria Lega distante anche dal M5S (Corriere). Di Maio conferma l'appoggio agli alleati Nato, apre all'utilizzo delle basi italiane ma chiede di evitare l'escalation (Stampa). Dubbi nella base grillina pacifista: "Sembriamo democristiani". Dal Pd sostegno agli sforzi di pace e contro l'inaccettabile uso delle armi chimiche. Finora, dalle basi italiane solo sostegno logistico, ma nei prossimi giorni potrebbe essere chiesta l'autorizzazione per i mezzi da guerra (Corriere): sarà necessario l'ok del Parlamento, visto che il governo è in carica solo per gli affari correnti.
L'escalation militare può spianare la strada al governo del presidente. Se fallisse il tentativo dell'esploratore, l'unica possibilità è il "governissimo", con il Pd che tornerebbe in gioco per un incarico affidato probabilmente a Fico (Sole). Fassino al Mattino: "Se Lega e 5S falliscono si aprono nuovi scenari". Per il Messaggero possibile un dialogo Pd-M5S sulla scia del moderatismo di Di Maio. Il Quirinale conferma la road map ed esclude rinvii: mentre i partiti fanno pressione per Casellati esploratore, prevale al Colle l'ipotesi di accelerare, dando subito il mandato a Salvini o Di Maio (Messaggero). Secondo Breda (Corriere) se Mattarella deciderà per un pre-incarico lo offrirà in prima istanza al centrodestra, mentre l'ipotesi di un mandato esplorativo – con Casellati favorita su Fico – possibile solo se proseguisse l'impasse. Di Maio lavora allo schema se toccasse a lui: alla Lega dicasteri importanti come Economia e Interni. Ma restano le pregiudiziali nei confronti di Berlusconi (Corriere), che a sua volta attacca: "Ingiustificabile Di Maio premier" (Avvenire). "In caso di preincarico al leader grillino il veto su Fi può cadere" ammette al Mattino il giurista Celotto, vicino al M5S. Ma proseguono le schermaglie, con Salvini che – mettendo sullo stesso piano Berlusconi e Di Battista - invita tutti a finirla con gli insulti (su tutti). "Dal Quirinale in poi non riconosco Berlusconi" dice il leghista Fontana al Corriere. L'esponente del Carroccio apre a un'intesa per il governo: "Incarico a Salvini se esiste una maggioranza forte, dunque con il M5S, ma non romperemo con il centrodestra".
Su QN il sondaggio di Noto evidenzia l'incoerenza dell'opinione pubblica che, se da un lato chiede tempi veloci per la formazione del governo, dall'altro condivide le posizioni intransigenti dei leader sulle alleanze. Da Fi maggioranza per il no a Di Maio premier, nel M5S il 70% contro l'ipotesi di un capo del governo diverso da Di Maio. Nella Lega, il 52% disposto ad abbandonare il centrodestra per un esecutivo con i 5S, ma l'80% non vuole Di Maio a Palazzo Chigi.

ESTERI
Notte di missili e bombe sui depositi chimici della Siria: americani, britannici e francesi colpiscono obiettivi militari. Nessuna vittima. Gli Usa pronti a colpire ancora se le armi chimiche verranno usate di nuovo. Trump esulta: "Missione compiuta". Mosca minaccia: "Ci saranno conseguenze" (Corriere). Ma Trump compatta gli alleati sullo stop alle armi chimiche e stacca Erogan dai russi (Stampa). "E ora più duri con l'Iran" (Messaggero). Come reagirà Putin? si chiede il Corriere. Per il Sole la rappresaglia di Mosca non sarà militare ma economica: i russi sono al lavoro per preparare ritorsioni contro il business americano. Da Mosca avvertimento anche all'Europa: "Si unirà a questa assurdità oppure no?" si è chiesto il vicepremier Dvorkovich. Macron si candida "pontiere": sua la telefonata a Putin alla vigilia del raid, mentre domani andrà a Washington a incontrare Trump. Questo, scrive il Sole, per far tornare la Francia protagonista in Medio Oriente ma le relazioni con Mosca sono un'incognita: Putin potrebbe preferire rilanciare le relazioni con Berlino. Il Messaggero parla di fuga in avanti di Macron, mal digerita dai Paesi Ue. Bruxelles è stata informata prima del raid, sostiene Francia e Regno Unito, direttamente coinvolti, e condivide la "valutazione della situazione". Tajani a QN:"L'uso delle armi chimiche è un limite invalicabile, ma ora la parola passi alla diplomazia. Gli Stati dell'Unione obbligati a fare da ponte tra Stati Uniti e Russia". Gentiloni: "Risposta motivata, ma ora si eviti l'escalation" (Sole). Il premier rimarca l'alleanza con gli Stati Uniti ma precisa che l'Italia non ha partecipato all'attacco: dalle basi italiane solo supporto logistico, nessuna partenza verso la Siria (Messaggero). "Sintonia tra Turchia e Italia sulle basi – dice l'ambasciatore turco a Roma Salim Esenli – Anche la Turchia sostiene che si debba punire l'uso delle armi chimiche ma questo non è stato un attacco sconsiderato, bensì un'operazione chirurgica. Speriamo che il regime recepisca il messaggio. Non c'è posto per Assad nella nuova Siria, non c'è futuro per lui". Per il Fatto il raid è stata solo una messinscena, sostanzialmente concordata tra Trump e Putin: ora si passa alle cose serie, ovvero la contesa sul Medio Oriente. Su Repubblica parla il massimo esperto americano di cose siriane: "Non è l'inizio del terzo conflitto mondiale e cambia poco per la Siria", dice Joshua Landis. "E' solo un freno a un modo sporco di fare la guerra che però non ferma la carneficina". Quanto all'Europa "non escludo che Macron e May guardino oltre: stare oggi al fianco di Trump per poi pesare in futuro sulle decisioni sull'Iran". Come finirà? "La guerra civile è alla fine. La Siria ormai è divisa in tre. Assad manterrà circa il 60%, gli Usa controllano il 30% con le forze curde e la Turchia l'area di Idlib e Afrin. Dipende tutto da Trump". 

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