Commentario del 8.11.17

IN PRIMA PAGINA
Caos a sinistra (Sole), Renzi ignora le critiche e attacca (Repubblica): "Non mi farò cacciare". E rilancia l'offerta su Gentiloni (Messaggero). Il premier: "Non tradirò Renzi, non mi candido contro di lui" (Stampa). Il Giornale: Renzi non sta sereno. Libero: per stenderlo bisogna sparargli. Di Maio in campo: "Pronto a confrontarmi con i candidati premier" (Corriere). "Sfiderò il centrodestra con i voti dei giovani Pd" (Stampa). Salvini frena Berlusconi: "Stop insulti ai grillini" (Stampa). Ma dopo la vittoria in Sicilia "sono tornati i lecca-Silvio" (Libero).
Spazio anche all'economia: per la pensione a 67 anni salgono a 15 le categorie escluse (Corriere, Sole). Bankitalia: no a retromarce (Sole). Sulle sofferenze bancarie sale la tensione tra Padoan e Draghi (Messaggero). Italia contro la vigilanza Bce sugli npl (Sole). Nouy (bce) a MF: "Ecco cosa farò con le banche".
Dall'estero. Trump in Cina: in agenda Corea del Nord e commercio (Sole). Arabia Saudita, tra retate e delitti si va alla resa dei conti con l'Iran (Messaggero, Sole). Spagna, l'ex premier Aznar sprona Rajoy: "Si è mosso tardi ma è sulla via giusta. Ora un piano nazionale" (Corriere).
In cronaca, la Bellucci difende Tornatore: "Le donne che denunciano molestie? Giusto, ma serve prudenza" (Corriere, Messaggero). Mastrandrea sta con Asia Argento: "Ha avuto coraggio" (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
Dai marittimi ai siderurgici: diventano 15 le categorie che possono lasciare il lavoro prima dei 67 anni, ma altre categorie potrebbero ancora aggiungersi (Corriere e tutti). Ma Bankitalia avverte: "Non si deve tornare indietro" (Stampa e tutti). Slittato ad oggi il nuovo confronto governo-sindacati, il Corriere parla di possibile estensione delle categorie escluse allo scatto di 5 mesi in avanti dell'età della pensione all'intero comparto della sicurezza, ovvero poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili del fuoco, vigili urbani e guardie giurate, che già adesso vanno in pensione a 62 anni. Sembra invece caduta l'ipotesi di aggiungere alla lista delle esenzioni anche le donne con figli. Parallelamente si lavora alla creazione di una commissione scientifica col compito di studiare l'andamento della speranza di vita per tutte le categorie professionali, col governo che ha aperto alla possibilità che l'età della pensione scenda in relazione a quella della speranza di vita. Ma da Bankitalia arriva un monito preciso: "E' importante non fare passi indietro", ha detto il dg Signorini ieri in audizione in Parlamento. "C'è la necessità di mantenre e difendere l'equilibrio del sistema pensionistico. Questo non significa non fare aggiustamenti su singoli casi meritevoli
In audizione in Parlamento anche Padoan: "Ora l'Italia può puntare a una crescita del 2%" (Stampa). "I conti pubblici sono più solidi e la reputazione internazionale è migliorata". Ma sui numeri della manovra non mancano i dubbi (Messaggero, MF, Fatto). Corte dei Conti e Bankitalia scettiche sulle entrate dalla lotta all'evasione fiscale. Dubbi anche sulla tenuta delle coperture per disinnescare l'aumento dell'Iva. Pisauro (Ufficio Parlamentare di Bilancio): "C'è una programmazione di corto respiro che inficia la trasparenza dei conti pubblici nonché la prevedibilità del quadro". Secco no sull'eliminazione del superticket finanziario.

ITALIA-POLITICA
Dopo il flop in Sicilia, Renzi intervistato su La7 ignora le critiche e attacca: "Non mi faranno fuori" (su tutti). Per il Giornale il leader dem non sta sereno e rivendica: "Non ho colpe, non mollo". Per le Politiche, il segretario dem rilancia il nome di Gentiloni tra i possibili candidati premier (su tutti), una mossa per allargare i confini dell'alleanza (Corriere p.3). Gentiloni frena: "Pensiamo prima alla Stabilità", e ai suoi dice: "Non mi candido contro Renzi" (Stampa in prima e p.5). Renzi vuole capire se il nome di Gentiloni possa abbattere i veti di Mdp e le perplessità di Pisapia, con Orlando in pressing su Veltroni per la mediazione (Messaggero p.3), anche se Mdp si compatta su Grasso (Stampa e tutti). "Alleanza senza veti a partire dai programmi, no a una sinistra che fa solo testimonianza" è l'avvertimento di Fassino al Messaggero (p.2). "Con questa legge elettorale nessuna forza da sola – dice l'ex sindaco di Torino - può conquistare la maggioranza, serve un campo largo, unito su un programma". Ma per Repubblica (in prima e p.2-3) Renzi sarebbe pronto alla svolta verso il partito personalizzato stile Macron per puntare al 40%. "Basta, torno a fare me stesso" ha detto ai suoi, anche se i big del partito non ci stanno: "Il Pd non è sua proprietà". E appare lo spettro di un'altra scissione.
*Centrodestra*
Dopo il successo di Musumeci, il centrodestra vola nei sondaggi, ma è scontro su collegi e poltrone. La Stampa (p.2) cita un sondaggio di Euromedia, precedente al voto siciliano, che proietta Fi-Lega-FdI oltre il 38%, dieci punti avanti al M5S e al centrosinistra. Ma l'alleanza è tutta da costruire, il primo nodo è il nome del candidato governatore del Lazio, antipasto del braccio di ferro nelle candidature comuni per le politiche. Berlusconi sicuro che l'intesa con Lega e FdI ci sarà. Il suo piano prevede Fi sopra il 25%, con la Lega al 15 e FdI al 5%: "Possiamo vincere subito" (Avvenire p.6). Per D'Alimonte (Sole p.14) il voto siciliano conferma che a dettare le regole nel centrodestra sarà Berlusconi. Ma sulle candidature per le politiche, Salvini dice no a liste "X Factor" e loda ancora i grillini (Corriere p.9 e altri). Il leghista alla Stampa (p.3): "Non condivido chi nel centrodestra insulta il M5S, che invece merita rispetto. Non possiamo dire, come fa Berlusconi, che contro di loro si vince con l'arma della moderazione. Vanno bene i toni moderati, non i contenuti molli". "Per festeggiare la vittoria, a destra si fanno la guerra" titola Libero (p.4). Anche se i tre leader sarebbero pronti a scendere tutti in campo a sostegno della candidata FdI nel ballottaggio a Ostia, considerato un test per le politiche contro il M5S, che a sua volta sarebbe pronto a schierare sia Di Maio che Grillo (Messaggero p.6).
*M5S*
"Pronto a confrontarmi con i futuri candidati premier" dice Di Maio al Corriere (in prima e p.5) dopo il dietrofront sul faccia a faccia in tv con Renzi. "E' una sciocchezza dire che scappo – spiega il leader grillino – ho solo preso atto di quanto successo in Sicilia, mentre Renzi non ha ancora 'elaborato il lutto'. I suoi lo hanno fatto e propongono un nuovo leader". Parlando del voto siciliano, si dice soddisfatto e fiducioso che "alle Politiche quel 35% possa diventare un 40% e portarci al governo". Poi contesta: "Senza i voltagabbana dell'Udc e i ricattati dagli impresentabili, Cancelleri sarebbe presidente. La Sicilia dimostra che i partiti che si mettono insieme solo per opporsi al cambiamento iniziano a vacillare". Fatto parla di "vittoria solo degli impresentabili in Sicilia", e anche Di Battista sul Fatto (in prima e p.6) cavalca la protesta: "Battuti dal voto di scambio, la mafia ha pesato. Ma nel 2018 possiamo farcela. Il nostro avversario non sono i partiti, ormai defunti, ma l'indifferenza. Senza di noi l'astensione in Sicilia sarebbe stata incredibilmente più alta".

ESTERI
Trump a Seul, assediato dalla folla con i cartelli: "Non sei il benvenuto". Ma con la Corea è l'ora del riavvicinamento. In conferenza stampa con il leader della Corea del Sud Moon jae-in ha detto che "le cose si risolveranno, si devono risolvere", evocando un accordo. Da Trump pubblici ringraziamenti a Xi jinping per il supporto della Cina e mano tesa alla Russia. "Qual è il vero Trump?" si chiede il Sole a un anno dalla sua clamorosa vittoria.
In Arabia Saudita, tra retate e delitti si va alla resa dei conti con l'Iran: chi vuole una nuova guerra in Medioriente? Si chiede il Messaggero, dopo l'escalation di tensione del regno di bin Salman con Teheran. Casus belli, il lancio di un missile dallo Yemen a Riad, che il principe bin Salman ha definito, in un colloquio col ministro inglese Boris Johnson, "un'aggressione militare diretta del regime iraniano" (Sole). La crisi potrebbe tornare a coinvolgere anche Beirut, dove il premier Hariri si è dimesso per protestare contro le interferenze iraniane.  Crollo della Borsa in Kuwait.
Il Corriere torna sulla crisi catalana con un'intervista all'ex premier Aznar: "La crisi catalana è gravissima, rimette in gioco gli equilibri della transizione alla democrazia. Qualcuno potrebbe pensare di sostituirsi alla politica". Per Aznar "Rajoy ha agito male e tardi ma ora è finalmente sulla strada giusta". E sul piano generale: "La crisi economica ha indebolito le democrazie.La Spagna, come tutta l'Europa, devono recuperare la fiducia dei cittadini ripartendo dagli Stati nazionali". Intanto da Bruxelles, il deposto governatore Puidgemont chiama a raccolta i partiti indipendentisti catalani perché vadano uniti alle elezioni del 21 dicembre. La proposta è quella di una "vasta lista regionale di partiti in difesa di democrazia e libertà". Puidgemont ha accusato Rajoy di "colpo di stato contro un governo legittimo" e Juncker e Tajani per il loro appoggio al premier spagnolo: "E' questa l'Europa che volete?". 

©riproduzione riservata


Nessun commento:

Posta un commento