Commentario del 15.11.17

IN PRIMA PAGINA
Processo all'Italia (QN). Lo choc per gli Azzurri fuori dai Mondiali in primo piano su tutti i giornali. Assedio al vertice del calcio (Corriere). L'Italia perde ma loro restano, titola il Messaggero indicando Ventura e Tavecchio. E vogliono pure i soldi (Giornale). Libero: ora all'estero ci sfottono di più per il calcio che per la politica. Il Tempo: l'Italia agli italiani. Zoff: "E' il modello Barça che ha corrotto la nostra tradizione" (Fatto). Ventura verso l'addio, Tavecchio resiste ma il calcio azzurro va rifondato (Repubblica). Baggio: "Io ci sono" (Fatto). Il Corriere avanza la "suggestione" Buffon. Il Giornale parla di Ancelotti ct e Donnarumma leader.
"Processo" all'Italia anche sui conti. Bruxelles torna alla carica: "Chiarimenti sul bilancio" (Sole). "Rischio commissariamento" (Repubblica). Il Pil all'1,8% ma l'Europa ci rimanda (Messaggero, Avvenire).
Spazio anche alla politica. Berlusconi al Messaggero: "Modello Sicilia per vincere. Spero Strasburgo decida prima del voto" (Messaggero). Di Maio a Washington: "Con noi niente caos". Ma gela gli americani su Kabul (Stampa). Tajani: "In Europa timori per il M5S" (Stampa). A sinistra è scontro su Grasso e Boldrini (Repubblica). Veltroni duro: senza progetto servono i saggi (Stampa).
Dall'estero. L'Onu accusa Ue e Italia (Corriere): con la Libia "patto inumano" sui migranti (Avvenire e tutti). Su tutti anche il reportage-choc della Cnn: "In Libia venduti come schiavi" (Stampa). Uno schiavo nero costa solo 800 dollari (Libero).
In prima pagina anche lo scontro tra Londra e Mosca: una fake news l'islamica indifferente dopo la strage di Westminster (Avvenire, Corriere, Messaggero).
In cronaca orrore a Roma: stuprata e uccisa vicino a Via Veneto (Messaggero). Sul Corriere la testimonianza di Dacia Maraini: io scippata in questa città che ferisce.

ITALIA-ECONOMIA
Il pil italiano accelera e sale al top da sei anni (Stampa e tutti): +0,5% fra luglio e settembre, +1,8% su base annua. Motori della ripresa le esportazioni (trainate dai prodotti agroalimentari), la manifattura (farmaceutica e moda in primis), e meccanica e hi tech (Corriere). Governo e Pd brindano. Renzi suona la rivincita sui "gufi", più cauto Gentiloni: "Non dilapidiamo i risultati conseguiti". Ma il 2018 è un'incognita e resta il nodo manovra (Repubblica): le previsioni danno il pil indietro all'1,1%, la fine del quantitative easing e la risalita dell'euro non saranno d'aiuto. E in bilancio ci sarebbero 2-3 miliardi di buco dovuti al maggior tiraggio da parte delle banche del beneficio dei crediti d'imposta. Spese impreviste che avrebbero vanificato la manovrina dell'aprile scorso e a cui bisogna porre rimedio.
Da Bruxelles nuovo richiamo sui conti. Il numero due della Commissione, Katainen, lancia l'operazione-verità: "I conti dell'Italia non stanno migliorando: l'unica cosa che posso dire è che tutti gli italiani dovrebbero sapere qual è la vera situazione". Piccata la replica di Padoan: "La manovra rispetta le regole, a Katainen non risponde". Mercoledì, all'esame sui conti pubblici italiani, seguirà una lettera in cui verranno evidenziati i buchi di bilancio, il grave rischio di violazione delle regole e in cui si chiederanno provvedimenti e riforme, rimandando però ogni decisione a maggio. Juncker e Moscovici non vogliono creare problemi a Gentiloni ma nello stesso tempo vogliono lanciare un avvertimento chiaro al prossimo governo. In primavera, scrive Repubblica, il governo appena insediato dovrà andare a Bruxelles e spiegare le intenzioni su conti, banche e riforme. La Commissione scriverà un rapporto sul debito chiedendo impegni seri sul futuro. Ma se il governo dovesse essere ritenuto poco credibile a fine maggio l'Italia potrebbe finire sotto commissariamento.
Sul fronte fiscale, salta la riforma delle Agenzie, passa lo "scudo" per chi ha lavorato all'estero (Sole). Un mini-scudo fiscale del 3% per frontalieri ed ex residenti all'estero prevede che si possano regolarizzare attività e somme depositate in conti correnti esteri pagando il 3% del valore delle attività e delle giacenze al 31 dicembre 2016. Praticamente un mini-scudo fiscale con il pagamento di una somma forfetaria su imposte, sanzioni e interessi. L'emendamento porta la firma del senatore Micheloni (Pd): c'è tempo fino al 31 luglio 2018 per presentare istanza di regolarizzazione e poi saldare il conto in un'unica soluzione entro il 30 settembre 2018 o in tre rate mensili. Salta invece la riforma delle Agenzie fiscali. Il Giornale soddisfatto: salta il premio a chi ci tassa. L'emendamento prevedeva che Entrate, Dogane e Monopoli potessero mantenersi autonomamente con una provvigione.

ITALIA-POLITICA
Berlusconi punta a ricandidarsi in prima persona e preme su Strasburgo: "Sarebbe clamoroso se non mi venisse resa giustizia in tempo per le elezioni politiche – dice al Messaggero – Non sono in discussione solo io ma la democrazia di un grande Paese. Mi auguro che i giudici di Strasburgo tentano conto anche di questo nello stabilire i tempi della sentenza. Candidato o no, sarò comunque in campo da punta, regista o allenatore". Berlusconi sottolinea la forza della coalizione del centro destra – "noi siamo alleati, non concorrenti, abbiamo l'obiettivo di vincere, tutto il resto è secondario" – la debolezza della sinistra – "statalista, burocratica e assistenzialista" – ed esclude larghe intese. E sulla commissione di inchiesta al lavoro su banche e authority dice: "Stiamo attenti alle generalizzazioni, il sistema bancario nel suo complesso ha svolto la sua funzione, e prendersela con Bankitalia e Consob serve solo ad alimentare la confusione e coprire responsabilità che sono personali. Politicizzare la questione è un grave errore". Nell'intervista riferimenti anche al caso Lazio: "Il Lazio ha bisogno di un governatore di alto profilo, capace di vincere ma soprattutto di ben governare. Guidare il Lazio è un compito molto difficile dopo i cinque anni di immobilismo della Giunta Zingaretti. Occorrono esperienza, autorevolezza e capacità manageriali e di relazione. Forza Italia è in grado di esprimere molte figure con queste caratteristiche".
"E' lei l'avversario di Berlusconi?" chiedono a Di Maio a Washington, dov'è in missione per "accreditare" il M5S negli Stati Uniti e cancellare "pregiudizi e demonizzazioni" (Corriere e tutti). Sulla Stampa la "svolta" sulle alleanze. A domanda (di Conrad Tribble) ma se non fate alleanze come pensate di governare, Di Maio risponde: "Se non avremo la maggioranza assoluta ci assumeremo la responsabilità di non lasciare il Paese nel caos". La parola chiave è "convergenze", da cercare in Parlamento, magari su un programma di pochi punti. Per la Stampa è questo il passaggio che vale il viaggio. Altri temi: "L'Italia confermerà l'alleanza con gli Stati Uniti, mai stata in discussione peraltro. Il nostro Paese sarà però interlocutore anche di altri Stati come la Russia, con cui c'è un dialogo consolidato". Di Maio non contesta la presenza di basi americane in Italia e neppure la permanenza nella Nato ma le spese militari sì e anche la missione in Afghanistan: "Per noi è da chiudere, l'abbiamo scritto anche nel programma". E alla domanda se l'Italia resterà nella Ue la risposta è: "Sì, ma metteremo in discussione alcuni Trattati e la soglia del deficit al 3%". Sulle banche ha ribadito la proposta del M5S, favorevole alla separazione tra attività bancaria tradizionale e investment banking. "Con i crediti non performanti abbiamo perso una grande occasione: potevamo gestirli con le nostre banche e non metterli sul mercato a un prezzo così basso". Per la Stampa gli Usa restano comunque scettici sul M5S. Kupchan: "L'establishment ritiene che l'Italia sarebbe meglio servita da un voerno di centrosinistra o centrodestra piuttosto che dal M5S".
"In Europa timori per l'Italia se vincono i Cinque Stelle" dice Tajani alla Stampa. "E' interesse comunque che chi sarà chiamato a governare non metta in campo azioni contro l'euro o l'Europa. Tutti si augurano che ci sia un governo stabile che rispetti le intese". Quanto alla Lega "nessuno si preoccupa. L'alleanza di centrodestra oggi è più facile da un punto di vista programmatico perché anche la Lega non parla più di uscita da euro e Unione".
Renzi rilancia sull'apertura a sinistra e al Tg1 dice: "Ho rispetto per Bersani e D'Alema. Il Pd c'è, ma bisogno essere in due: il nostro popolo non sopporta le divisioni" (Repubblica e tutti). Idem il vicesegretario Martina che a Repubblica dice: "Ci sono state divisioni dolorose ma ora vediamo se siamo d'accordo sul punto fondamentale e cioè che il Paese non può essere consegnato a una destra egemonizzata da Salvini né a una deriva firmata 5Stelle". Sulla stessa lunghezza Zanda: "La sinistra ci ascolti – dice al Corriere – La nostra apertura è senza condizioni ma niente abiure su Jobs Act e scuola". Ma la trattativa Pd-Mdp parte in salita, scrive la Stampa. E Orlando boccia il "pontiere" Fassino: "Doveva mediare il segretario in persona" (Stampa). Fassino comunque al lavoro: entro domenica tutti i colloqui. Si comincia con Prodi (Corriere).
A sinistra finiscono sotto attacco Grasso e Boldrini: ieri l'affondo di Scalfari sulla loro discesa in politica, abiurando al dovere di terzietà delle cariche istituzionali. "Noi imparziali, basta vederci in aula" la replica dei due presidenti, leaders in pectore della sinistra extra-pd. Violante li difende: "Ormai siamo a fine legislatura, la loro scelta di campo è legittima  – dice a Repubblica – Il problema è la sinistra divisa. Così non potrà governare".
Nella Lega Salvini e Bossi di nuovo ai ferri corti, dopo il taglio della scorta al Senatur. "Tagliare l'autista a Bossi? Un sacrificio necessario" dice al Fatto Salvini. "Ma io parlo di barconi e immigrati perché questa è l'emergenza oggi: sarei strafelice se non lo fosse più".

ESTERI
"Un orrore le prigioni per i migranti" (Corriere p.8 e tuttu). L'Onu accusa l'Europa e l'Italia, che hanno frenato gli arrivi di immigrati finanziando le autorità libiche per bloccarli sul loro territorio. La denuncia accompagnata da un video-choc diffusso dalla Cnn: migranti come schiavi battuti all'asta in Libia (Stampa p.10). La Commissione Ue ha chiesto la chiusura delle prigioni. Il presidente dell'Europarlamento Tajani ha annunciato la costituzione di una delegazione di eurodeputati da inviare in Libia per verificare. La Stampa parla Viminale e Palazzo Chigi in imbarazzo che scelgono il silenzio, con Minniti che finisce nel mirino di M5S e sinistra. Il Corriere, al contrario, parla di irritazione del governo verso l'Onu: "Noi abbiamo fatto il nostro dovere e tutelato gli interessi del nostro Paese. E sui diritti umani nessuno può venirci a fare una lezione. Oltre che denunciare l'Onu può fare di più". Bonino alla Stampa: "Si sapeva tutto da tempo, ma gli ispettori erano pochi e io passavo per visionaria. In Libia ci siamo accordati con un governo che non controlla neppure i suoi uffici e ha appaltato la questione alle milizie. Quell'intesa è da rivedere". Gatti (Open Arms: "Da mesi denunciamo questi fatti. Si sta scendendo a patti con dei veri criminali".
Una fake news la musulmana indifferente fotografata vicino ai morti dell'attentato di Londra del 22 marzo (Corriere e tutti). La foto era stata rilanciata su twitter da un account chiamato South Lone Star, il cui autore si definiva "orgoglioso texano e patriota americano": ora si è scoperto che quell'account è nella lista di siti legati al Cremlino, un software automatico russo basato a San Pietroburgo, utilizzato per diffondere fake news in occidente. Invano l'autore della foto aveva precisato che l'immagine diffusa era presa fuori contesto, che nella sequenza completa la donna era in realtà sotto choc e si era interessata ai feriti. May contro Putin: "Fomenta disordine: sappiamo cosa stai facendo e non l'avrai vinta". (Stampa e tutti). "La strategia dietro le fake news? Dividi e conquista" dice al Corriere l'esperto americano Maksymilian Czuperski. "Il ruolo dei governi non è di dire alla gente che cosa è fake news ma di dare ai cittadini il potere di disinguere tra fatti e finzione. I russi sanno che non ci siamo dotati degli strumenti per navigare l'era digitale. Il nostro sistema educativo è antiquato come pure i nostri sistemi informatici, le nostre leggi, i nostri governi. E i russi ridono di noi". Czupersky è in Italia per prepararsi a monitorare le fake news sui social durante le nostre elezioni.

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