Commentario del 14.11.17

IN PRIMA PAGINA
Fuori dal Mondo (Giornale). Italia senza Mondiale dopo 60 anni (Corriere). Vergogna nazionale (Messaggero). Apocalisse azzurra (Stampa). L'eliminazione dell'Italia dai Mondiali di Russia in primo piano su tutti i giornali. Il pianto di Buffon: "Abbiamo fallito" (Repubblica). Il Tempo: andate a lavorare. Repubblica: nessuna scusa per Tavecchio. Ventura, commissario alla catastrofe. La Stampa: tutti a casa, è un calcio da rifondare. Il Messaggero: quella squadra improvvisata metafora di un Paese diviso.
In primo piano anche la politica con l'apertura di Renzi alla sinistra. Bersani: è tardi (Corriere e tutti). Il Fatto: Renzi finge di aprire e il Pd si inchina ancora.
Altro tema del giorno le pensioni: sconto sui contributi per lasciare prima di 67 anni (Messaggero).
Dal governo proposta in 7 mosse ma la Camusso dice no (QN, Giornale). Costa 300 milioni lo sconto sull'età per 15 categorie di lavori gravosi (Sole). In manovra, ok alla bolletta mensile, spunta il bonus nonni (Messaggero). Nei Comuni il caos Tari si allarga anche alle imprese (Sole). E c'è il rischio aumenti per ripagare la spesa dei rimborsi (Corriere)
Dall'estero: terremoto fra Iran e Iraq. La Turchia tende la mano (Avvenire). Dalla Ue: sulla Difesa accordo a 23 per fare sul serio (Stampa, Avvenire).
In cronaca: migranti al Brennero, bimbo di 5 anni assiderato sul treno merci (Corriere). Insegnanti a Roma: "Vattene e muori", la lettera alla preside del "Socrate" (Corriere). Cinema molesto, la Warner sul film di Brizzi: potrebbe non uscire (Messaggero). Clarissa: "E' malato di sesso si faccia curare" (Repubblica). Il Foglio contro "sesso e arena": siamo al format unico della nuova Santa Inquisizione.

ITALIA-ECONOMIA
Debito pubblico e corruzione: dal Fmi nuovo richiamo all'Italia (Corriere, Sole e tutti), perché approfittando della ripresa in atto intervenga per abbassare il livello del debito (atteso a quota 133%). Altro input da Washington, rafforzare gli sforzi anticorruzione, mentre viene definito incoraggianto il lavoro delle banche nello smaltimento dei crediti in sofferenza. Intanto sul versante della manovra continuano a spuntare nuovi bonus. L'ultimo è quello riferito ai nonni che contribuiscono a sostenere le spese dei nipoti per studio, scuola, università, attività sportive. La proposta arriva da Ap, e prevede l'estensione delle detrazioni al 19% oggi riservate ai genitori anche ai nonni. Emendamenti alla legge di Bilancio anche dal governo: uno prevede uno stanziamento di 5 milioni nel 2017 e 55 nel prossimo biennio per i progetti di messa in sicurezza e adeguamento di immobili nelle zone sismiche, destinato ai Comuni. Un altro punta alla costituzione di una fondazione di diritto privato per la cyber security e la sicurezza informatica. Nel decreto fiscale prevista la riforma delle Agenzie fiscali, che allunga la durata dei vertici da 3 a 5 anni. Prevista anche la fatturazione mensile per tutti i contratti.
Sulle pensioni i sette punti (e i 300 milioni) messi sul tavolo dal governo dividono i sindacati (Corriere, Sole e tutti). Netto il no della Cgil, più sfumato quello della Uil, Cisl favorevole. Il governo tiene il punto sull'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni dal 2019, "salvando" 15 categorie o quei lavoratori con 30 anni di contributi e con mansioni gravose per almeno 7 degli ultimi 10 anni. Previsto anche un nuovo meccanismo di calcolo della speranza di vita, ma da utilizzare dal 2021. Nuovo round sabato, mentre avanza la discussione sul tema in Parlamento. Gentiloni: "Il governo è contro il rinvio perché ci sarebbero ripercussioni sui conti pubblici e sui mercati. Poi il Parlamento è libero di fare quello che vuole". Il tetto di spesa aggiuntiva è fissato in 300 milioni. Un'eventuale proroga al 2019 dell'Ape Social costerebbe altri 150 mln che al momento non ci sono.

ITALIA-POLITICA
"Coalizione ampia ma niente abiure" (Messaggero, Corriere): Renzi apre su manovra e alleanze e ricompatta i democratici ma tiene il punto sul lavoro. E del M5S dice: "E' ampiamente sovrastimato nei sondaggi". Gentiloni media e dal dibattito scompare anche il tema delle banche: tra i due, scrive Verderami sul Corriere, rinnovato il patto per un fine legislatura ordinato. Renzi ricuce anche con Minniti: "I risultati ci sono" (Repubblica). Cuperlo, Letta, Emiliano apprezzano, Orlando si astiene: "Siamo in un vicolo cieco: abbiamo approvato una legge che prevede coalizioni e al momento non le abbiamo". Renzi: "Ragioniamo anche con chi se n'è andato. Chi rompe se ne assumerà la responsabilità, non gli faremo sponda".  A Fassino il ruolo di pontiere con la sinistra: "Avvierò un giro di colloqui concordando ogni passaggio con tutto il Pd – dice alla Stampa – l'importante è incontrarsi. Da mesi ci parliamo tramite interviste". Tra i temi di confronto anche il Jobs Act e le primarie di coalizione. "Andare divisi significa essere meno credibili: vogliamo dare vita a un centrosinistra largo e inclusivo che ha più capacità di vincere". Ma per Bersani è tardi: "Sono solo parole" (Repubblica). "Il nodo è politico, noi abbiamo un pensiero su Jobs Act, scuola, fisco. Non siamo quelli del rancore" (Stampa). E l'ala Mdp-SI-Possibile si prepara all'assemblea del 2 dicembre che lancerà la lista di sinistra a guida Grasso. Renzi stringe invece un'alleanza con la Bonino, un rassemblement laico in cui potrebbero entrare anche i socialisti di Nencini e i Verdi di Bonelli (Repubblica). Ma a questo punto si profila una sinistra divisa in quattro, riepiloga la Stampa: dalla "lista Grasso" hanno infatti preso le distanze i "civici" Montanari e Falcone; altra cosa è anche il cartello Bonino-Pisapia, e naturalmente il Pd. In queste condizioni, scrive Marcello Sorgi, nei collegi la sconfitta è sicura.
Di Maio vola a Washington e si schiera: "Fedeli agli Usa, non a Mosca" (Stampa). "Non è un caso che abbia scelto gli Stati Uniti come primo viaggio da candidato premier" dice, ricacciando indietro le voci della vicinanza con la Russia, "una storia che non sta in piedi e che ci farà solo del male". Ieri sera la cena con l'ambasciatore Varricchio, oggi gli incontri al Dipartimento di Stato e al Congresso. Da chiarire la posizione verso la Nato, dopo le posizioni dure di Di Stefano. Il candidato premier vuole una normalizzazione e la tappa a Washington serve a rassicurare e a spiegare "che non siamo come ci raccontano". Gli americani restano cauti: "Vogliamo garanzie sui principi e il sì alla Nato" (Stampa). Intanto dal web spariscono i posti della propaganda grillini a favore di Putin e anti vax (Stampa).
Berlusconi punta sul partito dei sindaci e si prepara a fare il pieno dei collegi (Corriere). "A sapere che il Rosatellum era così l'avremmo accolto con entusiasmo prima" il retroscena sull'umore del cavaliere ad ogni sondaggio della Ghisleri. E ora Berlusconi parte alla caccia del sindaco di successo pronto a fare il grande salto in parlamento, anche per i collegi del centrosud.

EUROPA
Spagna, Puidgemont ora vuole trattare: in un colloquio con alcuni cronisti ripreso da Repubblica, il leader catalano, dal suo esilio a Bruxelles, invia un messaggio a Madrid. "L'indipendenza non è la sola via. Ma non bisogna mandare il procuratore generale a fare politica, bisogna tornare a sedersi al tavolo negoziale. Una nuova vittoria elettorale mostrerà che questa storia non è una cosa di quattro esaltati. Noi vogliamo costruire uno Stato moderno, dove la diversità delle lingue è possibile. Se fosse stato possibile farlo con lo Stato spagnolo non ci sarebbe stata nessuna rivendicazione di uno Stato catalano".
Repubblica torna sul tema "Polonia nera" con un'intervista a Lech Walesa, leader di Solidarnosch e presidente fino al 1995. "Dobbiamo reinventare la vita politica democratica con nuovi strumenti, altrimenti i vecchi demoni nazionalisti e fascisti risorti resteranno, e mi chiedo se dovremo passare da brutte esperienze di sangue". Walesa cita le "masse schierate con Kaczynski in Polonia, masse per Trump in Usa, masse per certi altri politici in Francia dicono che la gente è stanca delle vecchie strutture. La questione è come garantire la democrazia inventandone di nuove". Ed evoca il pericolo di una guerra civile in Polonia.
In Romania "tangentopoli nel cuore del potere" (Repubblica). Scontro frontale tra magistratura e politica: la giudice Laura Codruta Kovesi ha indagato il leader della maggioranza socialista Livio Dragnea per associazione criminale per malversazione di soldi pubblici nazionali ed europei. Lo scontro mentre la società civile va in piazza contro le leggi anti-corrotti.

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