Commentario del 21.11.17

IN PRIMA PAGINA
In primo piano su tutti la grande beffa di Milano (Stampa): la partita per l'Ema, l'Agenzia Europea del Farmaco, persa al sorteggio con Amsterdam. E l'Eba finisce a Parigi (MF). Gentiloni: "E' una vera beffa". Scaccabarozzi (Farmindustria) ad Avvenire: "Non si delegano certe scelte alla monetina". Addio a quasi due miliardi (Repubblica). Il Giornale: un fallimento di Gentiloni.
In primo piano anche la crisi della Merkel (Repubblica). In Germania trattative fallite per la coalizione: "Meglio il voto di un governo di minoranza" (Corriere, Sole). "E la leader sarò ancora io" (Stampa). La Merkel finisce nel pantano ma i mercati tengono (MF).
Sul fronte interno politica, calcio ed economia. Renzi va da Macron, sul tavolo anche la riforma del Pse (Repubblica). Di Battista se ne va: "Non mi ricandido, cambio vita" (Repubblica). Fico: "Noi andiamo avanti" (Fatto).
Se ne va anche Tavecchio, ed è un addio con rabbia: vittima di sciacalli (Stampa). "Ventura non l'ho scelto io" (Messaggero). Tavecchio paga per tutti e delira. Malagò vuole prendersi il calcio (Fatto). Il Coni: ora commissario (Corriere).
Spazio anche all'economia. Pensioni, dal 2018 platea allargata per l'Ape social (Sole). Tari, per la tassa raddoppiata via libera del governo ai rimborsi, ma fino al 2014 (Giornale, Sole). Sul Fatto allarme conti: a marzo serviranno almeno 7 miliardi.
Dall'estero. Morto Manson, anima nera degli Usa: la sua setta terrorizzò gli anni Sessanta (Messaggero). In cronaca la scoperta choc a Padova: sposa bambina a nove anni, preso l'orco che la violentava (Messaggero). Su QN il bambino tolto alla famiglia perché stava tutta la notte alla Playstation: "Ora basta, fatemi stare con mamma".

POLITICA
Centrosinistra, Mdp sfida il Pd sull'art.18 (su tutti), ma è solo una finta per sancire l'addio (QN p.10). La proposta dei bersaniani alla Camera per reintrodurre l'art.18 cade nel vuoto. Speranza al Pd: "Invece di farci un appello al giorno, convincete Renzi ad approvare la nostra proposta" (Corriere p.10). Domani tentativo di mediazione con Mdp da parte di Fassino, che al Mattino (p.7) dice: "Sui programmi, dal lavoro alle politiche ambientali, non ci sono distanze incolmabili. Non possiamo incontrarci dopo il voto, ci potremmo solo raccontare di aver perso". Ma per il Fatto (p.5) la missione è già finita, perchè il Pd snobba Mdp sull'art.18. Si lavora anche con Pisapia, che propone la "condivisione" del candidato premier dopo le elezioni e l'istituzione di un garante. La replica di Delrio: "Renzi non si fa commissariare" (Corriere p.10). Il segretario dem, convinto che il Pd resti il primo partito e il centrosinistra seconda coalizione, spinge per un accordo immediato: "L'alleanza non si tratta dopo il voto" (Repubblica p.9). Sulla stessa linea Arturo Parisi, che alla Stampa (p.7) si rivolge a Bersani: "Dialogo ora, dopo il voto solo divisione".  In movimento anche un altro ex prodiano, Santagata, che a Repubblica (p.9) dice: "Assurdo dividersi per l'antipatia dei leader. Vale per Renzi e vale per D'Alema". E punta ad allargare l'alleanza a Pisapia e alla Bonino. Intanto, Pd al lavoro per convincere Grasso, che è sempre più propenso ad accettare la presidenza della lista unitaria di sinistra (Corriere p.10). Il presidente del Senato vale un raddoppiamento dei voti dell'area (Repubblica p.11). Incerta Boldrini, sospesa tra le due sinistre (Repubblica p.10).
M5S, Di Battista annuncia: "Non mi ricandido e faccio il papà" (Corriere p.13 e tutti). Gelata la base, i militanti gli chiedono di ripensarci. "Non lascerò mai il Movimento" risponde l'esponente grillino, che nega tensioni con Grillo e Di Maio e sarà protagonista della campagna elettorale. Per la Stampa (p.6) Di Battista potrebbe correre come premier dopo Di Maio. Messaggero (p.8) ipotizza anche una candidatura a sindaco di Roma dopo la Raggi. Fico - fuori dal nuovo vertice 5S (Stampa p.6) – al Fatto (p.9) spiega: "Di Battista resta con noi, ha deciso di non candidarsi, ma non di non partecipare al M5S".
Centrodestra, Berlusconi pronto a schierare le aziende e quattro "punte" per la campagna elettorale (Repubblica p.13). Nella squadra che curerà la campagna del Cavaliere arrivano Barachini da Mediaset, il presidente dell'Ordine dei farmacisti Mandelli, l'ex Confindustria Ferri. A Licia Ronzulli la parte social. Il leader di Fi spera nella riabilitazione di Strasburgo: domani l'udienza pubblica alla Corte Europea dei diritti dell'uomo, i suoi avvocati hanno presentato un'altra memoria difensiva (Messaggero p.9). Giornale (p.2), oltre a segnalare i tempi lunghi per il verdetto finale, spiega il piano B dell'ex premier se non arrivasse una sentenza favorevole prima delle elezioni: sarà comunque in campo, presentando una candidatura con riserva in tutti e 5 i collegi.

ECONOMIA
Pensioni, rinvio impossibile in legge di Bilancio: per Repubblica chi punta sul rinvio di "quota 67", l'innalzamento automatico dell'età pensionabile, non può sperare che la misura passi come emendamento alla manovra. Benché dichiarati ammissibili gli emendamenti di Mdp, Lega e uno a titolo personale di una senatrice dem, c'è il problema che la legge di Bilancio entra in vigore dal primo gennaio, troppo tardi per rimandare un decreto interministeriale che va invece recepito entro il 31 dicembre. L'unica speranza di recuperare il rinvio è il "milleproroghe". Oggi intanto tornano a vedersi governo e sindacati. Da Gentiloni ultima chiamata ai sindacati: "Condividete lo sforzo del governo.L'adeguamento dell'età non può che essere confermato" (Sole p.8). Possibile anche un allungamento dell'Ape sociale anche per il 2019, scrive il Messaggero (p.17). Il Sole (p.8) parla invece di platea dell'Ape social allargata alle quattro categorie di mansioni faticose esentate dall'aumento dell'età pensionabile,ossia agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori. Ma la Cgil, a meno di un ripensamento dell'ultim'ora, si sfilerà. La Camusso punta ad una grande manifestazione già programmata per il 2 dicembre e al rinvio a giugno.
Manovra ostacolo al nuovo esecutivo: a marzo servono almeno 7 miliardi (Fatto).
Tari "gonfiata",dal Mef arriva una circolare con le istruzioni ai Comuni per uscire dal ginepraio dei calcoli sbagliati (Sole p.9, Corriere p.37 e tutti). Il Ministero fissa al 2014 l'anno ultimo fin dove chiedere il rimborso, anno di nascita del tributo. Le richieste vanno presentate in carta semplice, senza formalità, a patto di indicare contribuente, importo versato e importo per cui si chiede il rimborso.
Riforma Madia, terminato il censimento, addio a 1.650 società partecipate, praticamente una su tre (Sole p.14, Messaggero p.17 e tutti). Al censimento disposto dalla riforma ha risposto l'83% della pubblica amministrazione, notificando 5.791 società. Scremando i dati emerge che le società a partecipazione diretta sono 4.701 e circa una su tre sarà chiusa. Comuni, Regioni e altre pa possono iniziare a cancellare quelle che pesano di più sulle loro casse o che non c'entrano con le proprie finalità istituzionali.

EUROPA
Milano perde la partita Ema al sorteggio con Amsterdam. E l'Eba finisce a Parigi (MF 2 Sole 2 e tutti) Gentiloni: "Assurdo perdere così" (Sole p3). Fatale il voltafaccia spagnolo (Corriere p.3). Per la Stampa (p.3) anche Berlino ha tradito, nonostante il pressing di Gentiloni. Moavero Milanesi al Corriere (p.2): "Nessuna sindrome di Caporetto, sul merito non siamo stati sconfitti. E' la dinamica del voto che ha diviso l'Europa in due: una parte dei Paesi ha preferito una candidatura localizzata nel centronord, altri quella nel centrosud". Sul Corriere (p.5) parla anche il governatore lombardo Maroni: "Europa folle. Ha paura di prendere una decisione e si affida al bussolotto. E' la dimostrazione di una Europa debolissima non soltanto sulla politica estera me neppure in grado di prendere la decisione migliore per i suoi cittadini. Ma niente ritorsioni contro Amsterdam". Sala critica il "bussolotto", Salvini attacca: ridiscutere i 17 mld alla Ue (Corriere p.5). Bracco: "Rimane la grande sinergia tra pubblico e privato" (Sole p.3). Scaccabarozzi (Farmaindustria) ad Avvenire (p.7): "Non si delegano certe scelte alla monetina. Sarebbe stato più giusto proseguire il confronto. Ma la nostra vittoria è essere riusciti a fare sistema". ". Beffata anche Francoforte: l'Eba va a Parigi (Sole p.4).
Merkel a rischio, Europa appesa (Sole p.6): "Non mi dimetto". Ma apre al voto (Corriere p.8). Dopo il fallimento della coalizione "Giamaica" e l'appello del presidente Steinmeier per un nuovo governo caduto nel vuoto, la cancelliera ha dichiarato di preferire il ritorno alle urne piuttosto che guidare un governo di minoranza. Anche Schulz per le elezioni anticipate: basta grande coalizione. La Merkel finisce nel pantano ma i mercati tengono duro: Dax + 0,5% (MF 4). Borse positive malgrado Berlino (MF p.17). Sul Corriere (p.8) parla Clemens Fuest (Ifo): "Sta crescendo l'ipotesi di una nuova grande coalizione tra cristiano democratici e socialdemocratici anche se questi ultimi dicono di non volerla. Ma ciò aiuterebbe gli estremisti dell'AfD. Per la Merkel è comunque un duro colpo, ma anche se dovesse cadere sarebbe rimpiazzata da qualcuno con posizioni simili, qualcuno che lavorerebbe per la stabilità della Ue. E' nell'interesse della Germania". Per Fuest comunque "Merkel è molto abile nell'arte della sopravvivenza: non va sottovalutata". Di parere diverso Gian Enrico Rusconi: "Situazione inedita e imprevedibile, peggiore della Brexit perché riguarda l'eurozona. Il sistema Merkel ormai è finito. La Germania dovrà per forza irrigidirsi e quindi sarà meno efficace. E l'Europa più immobile" dice a QN (p.9).

©riproduzione riservata



Nessun commento:

Posta un commento